Il volto mutevole di Jane Fonda. Contrattazione dell’identità divistica nel rapporto con i media da Barbarella a Hanoi Jane

2 1 Introduzione Nel corso di tutta la sua lunga e travolgente carriera, l’immagine divistica di Jane Fonda, caratterizzata da continue metamorfosi, ha offerto al mondo un volto mutevole che ha contribuito ad accumulare una successione ininterrotta di immagini e clichés che possono sembrare inconciliabili nell’arco di una vita sola. A partire dal concetto di tipo sociale correlato all’immagine divistica, esaminato da Richard Dyer, è possibile studiare come la stardom di Fonda evolvi nel corso del tempo: se nei primi anni Sessanta è doveroso inserirla nella categoria di pin-up, con la fine del decennio e durante tutti gli anni Settanta è completamente un altro volto quello che offre al pubblico, incarnando a pieno la figura di star ribelle. Attraverso un approccio di carattere socioculturale al fondativo tema del divismo hollywoodiano, l’intento dell’elaborato è quello di compiere un approfondito esame cronologico riguardante i primi due decenni della sua lunga carriera, che arriva sino alla più recente contemporaneità. Focalizzare l’attenzione sugli anni Sessanta e Settanta, analizzando come l’evoluzione del divismo di Fonda è entrato in conflitto con i media e con l’opinione pubblica, permette di mettere in luce i perpetui cambiamenti che da sempre accompagnano e forgiano la sua immagine divistica, per rivelarne un’integrità che ha richiesto tempo per completarsi. Attraverso il sostegno di studiosi di cinema e un considerevole apporto di fonti mediatiche (prima su tutte la stampa statunitense, insieme al documentario biografico Jane Fonda in Five Acts, HBO, 2018), l’elaborato si articola in quattro capitoli centrali che seguono ed analizzano, anno dopo anno, la formazione di Fonda persona e Fonda immagine pubblica, diva di quel particolare periodo della storia del cinema hollywoodiano “post studio system”. Al primo ed al secondo capitolo è riservato un focus sugli anni Sessanta, gli anni della formazione e degli esordi, dell’esperienza francese vicina alla corrente della Nouvelle Vague, durante l’inizio dei quali un’intera generazione proiettò sulla “figlia d’America” tutte le speranze di incarnazione dell’american dream. Se il problematico rapporto con l’ingombrante figura paterna e l’errata esemplificazione da parte dei media nel ridurre tutti i suoi primi ruoli cinematografici all’immagine della “Sexy Kitten” sono centrali per buona parte del decennio, il cambio di paradigma avviene con il Sessantotto. Il fervente clima parigino, in cui Fonda si trova a stretto contatto con il mondo intellettuale di sinistra, fungerà da motore per la presa di coscienza di un certo tipo di ideali sociopolitici che determineranno in lei un radicale cambiamento.