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Bonifacio dei Pitati: dagli esordi (1515 ca.) alla pala dei Sarti (1533)

La tesi vuole creare un ordine all'interno dell'opera giovanile di Bonifacio dei Pitati retrodatando gli esordi e ristudiando la produzione del pittore all'interno del clima artistico della Venezia del XVI secolo.

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3 PREMESSA Bonifacio dei Pitati è stato certamente, e continua ad essere, uno degli artisti della prima metà del Cinquecento veneto che più hanno incuriosito la critica: personaggio misterioso, dai contorni indefiniti, nel passato se ne è confusa perfino l’ identità, tanto da dover inventare l’ esistenza di tre pittori con lo stesso nome appartenenti alla stessa famiglia. Nonostante queste difficoltà, Bonifacio fu sempre molto amato dalla critica, e la sua fama di abile colorista e creatore di Sacre Conversazioni non conobbe mai momenti negativi; il suo nome venne spesso legato a quello dei più importanti artisti veneziani della prima metà del Cinquecento da Giorgione, a Palma il Vecchio, a Tiziano. All’ inizio del Novecento le ricerche di Ludwig hanno permesso di identificare esattamente il nome della famiglia, le date di nascita e di morte, e hanno restituito una cronologia precisa per le tele del ciclo dei Camerlenghi, ma non sono riuscite a fare altrettanta chiarezza sul periodo che precede quella commissione, per il quale mancano dei punti di riferimento cronologici sicuri. Il corpus dei lavori attribuiti a Bonifacio, sia in epoca giovanile che nella maturità, comprende una quantità impressionante di opere, che si sono andate associando nel corso degli anni al nome del maestro grazie alla sua versatilità e capacità di accogliere con prontezza le idee nuove dei maggiori artisti a lui contemporanei. Questo fatto, e la mancanza di un catalogo sicuro, hanno fatto sì che il pittore potesse essere invocato ogniqualvolta i caratteri di un’ opera non si accordavano bene con lo stile consueto di alcuni artisti, soprattutto di Palma. Inoltre, l’ alta qualità dei suoi lavori ha fatto avanzare l’ attribuzione a Giorgione, Palma, Cariani per molti dei quadri che devono invece essere restituiti a lui. Neppure chiaro è il ruolo e la personalità degli allievi che affiancarono l’ artista a partire dai primi anni della commissione dei Camerlenghi: per alcuni di essi le informazioni sono esclusivamente documentarie. Le indagini archivistiche di Ludwig (pubblicate nel 1901, 1903, 1905), la monografia della Westphal (1931), l’ articolo di Faggin del 1963, che ha tanto merito nella ricostruzione il ciclo dei Camerlenghi, e l’ intervento della Simonetti nel 1986, costituiscono le fonti più interessanti per lo studio di Bonifacio giovane. Tuttavia questi studiosi non sembrano avere ben centrato il problema: le loro osservazioni portano a risultati estremamante restrittivi e all’ accettazione dell’ autenticità di pochissimi dipinti, facendo nascere il sospetto che non si sia ancora capito abbastanza della personalità dell’ artista, e sia necessario un migliore inquadramento. Lo scopo che questa ricerca si è prefissa è quello di sopperire alle carenze, ed indagare più in profondità i problemi legati alla produzione di Bonifacio dagli esordi alla pala dei Sarti, l’ unico lavoro firmato e datato di tutta la sua carriera, per poter porre finalmente le basi di un catalogo puntuale. Certamente non si ambisce a fare assoluta chiarezza su tutti i quesiti, ma si spera di fornire qualche informazione utile al dibattito critico. Lo studio del vastissimo materiale fotografico conservato in diverse fototeche (Fondazione Cini a Venezia; Fototeca Berenson a Settignano; Fototeca del Künsthistorisches Institute di Firenze; Witt Library a Londra), ha permesso di fare un primo discernimento tra quanto va attribuito al maestro veronese negli anni giovanili, quanto deve essere legato agli anni più maturi, e quanto invece va espunto. È stato possibile recuperare una serie notizie sulla storia della provenienza dei quadri, ed esaminare un gran numero di interventi critici. Il confronto tra le fonti antiche e gli studiosi moderni ha inoltre dato l’ opportunità di comprendere la fortuna goduta dall’

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