Il disagio adolescenziale e i riflessi familiari. Quali interventi educativi?
Vorrei presentare questo breve lavoro sul disagio adolescenziale, precisando le motivazioni che mi hanno spinto ad affrontare un argomento così attuale e allarmante. La scelta del tema non è fatta a caso, non è soltanto il frutto della collaborazione con la Prof. Maria Pia Cavalieri, ma nasce da un’esigenza più profonda: quella di scavare nei vissuti interiori degli adolescenti, un universo che per esperienza personale e professionale non è a me estraneo. Ho voluto così rintracciare già negli stessi motivi della crescita, che determinano una sorta di ‘crisi’, di ‘rottura con il passato’, una prima fonte di malessere, pur certa che non si può pensare questo fenomeno senza attuare una riflessione sulla società odierna, che di per sé è problematica e complessa. Pur accomunati dalle stesse problematiche evolutive, gli adolescenti, differenti gli uni dagli altri, per caratteristiche individuali e temperamentali, possono reagire in modo diverso alle situazioni conflittuali. Molti di loro affronteranno le problematiche evolutive in modo coraggioso, attingendo alle loro risorse personali, altri invece, emotivamente più fragili, potranno reagire in modo anomalo, incamminandosi verso condotte devianti o vivendo dei profondi vissuti di inquietudine.
A questo punto appare determinante la capacità che la famiglia dimostra nel ‘contenere’ un figlio adolescente e nello svolgere il suo ruolo educativo. Essa dovrà dimostrarsi capace di poter ‘Educare’ e ‘Formare’ le giovani generazioni, senza titubanze e incertezze.
Ciò appare sempre più difficile nella nuova famiglia, in cui si hanno ruoli sempre più aperti e meno tradizionali, dai contorni meno sfumati; il primo passo da compiere, allora, consiste nel ridefinire i ruoli parentali, creando figure genitoriali dai caratteri ben definiti, capaci di essere autorevoli e di porsi come guide.
Partendo da questo assunto di base, la famiglia deve ripartire così la sua azione:
-formare, educare, orientare e sostenere emotivamente la prole,
-Incentivare l’emancipazione,
-Sostenere l’autonomia,
-Promuovere lo sviluppo dell’identità,
-Proteggere e non iniziare al mondo adulto,
-Emanare norme e regole di comportamento, in modo da infondere senso civico.
-Agire nel rispetto dell’educando e della sua interezza.
Persuasa come sono della grande importanza del ruolo della famiglia, ritengo che, partendo da queste argomentazioni, il disagio adolescenziale possa essere arginato o quanto meno contenuto, e che in questo modo il ragazzo possa sviluppare le competenze necessarie che gli permetteranno di entrare nella vita adulta.
Studi
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Laurea in Scienze dell'Educazione
conseguita presso Università degli Studi dell'Aquila nell'anno 2002-03
con una votazione di 110 su 110 -
Diploma di maturità
conseguito presso il
Prof. Sperim. Assistente Comunità Infantile Comprensivo del Diploma di Abilitazione Ins. Sc. Or. Pre
con votazione 60/60°
Altri titoli di studio
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Corso di Alta Formazione Gestione delle Risorse Umane e Sviluppo Organizzativo
conseguito presso IRFO Istituto di Ricerca e Formazione nell'anno 2005 -
Corso La Comunicazione Interpersonale
conseguito presso ADECCO ITALIA SPA nell'anno 2005 -
Corso La Progettazione sociale
conseguito presso Fa.C.E.D nell'anno 2005 -
“ I° Corso Di In-Formazione Per Operatori Del Volontariato In Psicogeriatria-CARGIVER
conseguito presso Fa.C.E.D nell'anno 2003 -
Convegno Annuale sulla tutela del minore: “ Le forme della violenza all’infanzia. Risultati raggiunti e prospettive in materia di diagnosi e trattamento”
conseguito presso Fondazione Diocesana “ Istituto Maria Regina" nell'anno 2003
Esperienze lavorative
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Dal
2005
ha lavorato
presso
patronato INAS (Servizio Civile Nazionale)
nel settore
Lavoro
Mansione: mansioni di accoglienza,segretariato e archiviazione pratiche. -
Dal
1997
ha lavorato
presso
IXTANT SpA
nel settore
Elettrotecnica - Elettronica
Mansione: addetto alla produzione
Lingue straniere
- Inglese parlato e scritto: buono
Conoscenze informatiche
- Livello ottimo