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La fabbrica dei miti all'italiana: lo spaghetti western

Francesco Bianchini

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Francesco Bianchini

Ritengo giusto inserire qui le "CONSIDERAZIONI FINALI" relative alla mia tesi di laurea.

Voglio concludere questo lavoro con una sincera difesa di quel troppo spesso bistrattato e poco considerato genere cinematografico cui ho dedicato, con grande soddisfazione, la mia attenzione ed i miei sforzi interpretativi.
Lo Spaghetti western, prodotto italianissimo, è stato esportato in tutto il mondo e, nella patria del Western originale, ha saputo recare, indelebile, l'orma del suo passaggio. La 'svolta leoniana' del Western statunitense, così evidente - per citare giusto i casi più importanti e conosciuti - nel cinema di Donald Siegel, di Sam Peckinpah e di Clint Eastwood ne è la prova inoppugnabile.
Lo Spaghetti western ha fornito un importante terreno di sperimentazione a molti cineasti, musicisti e sceneggiatori dotati di intuito, di fantasia e d'amore per il cinema e per lo spettacolo. Una vera e propria palestra (a cui, il più delle volte, si accedeva se muniti del tipico biglietto da visita mediterraneo, quello dell''arte di arrangiarsi') di sperimentazioni: si pensi a quella, leoniana, 'sugli archetipi', a quella, sempre leoniana, delle dilatazioni temporali nei duelli, a quella letteraria del 'racconto multilivellare' di Colizzi, a quella politica di Solinas e Sollima, a quella visiva e registica di Castellari, e "last but not least" a quella musicale di Morricone. In alcuni di questi casi gli obiettivi raggiunti sono stati a dir poco eccelsi e, grazie all'originalità, ben al di là di quanto normalmente si vede al cinema. Il tutto fu condotto, spesso, con grande modestia: gli autori dello Spaghetti Western non si presero mai troppo sul serio, e, salvo qualche rara eccezione, seppero battere, nelle partite disputate in casa, gli altri autori, quelli 'veri', dei film importanti, che tentarono talvolta di cimentarsi con il genere.
Gli autori dello Spaghetti western erano veri amanti del cinema e il loro scopo - naturalmente 'ingabbiato' nelle necessarie logiche commerciali - fu, essenzialmente, quello di divertire il pubblico.
Vi riuscirono perfettamente, non solo, seppero anche regalare ai più giovani ed ai più ingenui (come me) qualche sogno in più.
Francesco Bianchini

Studi

  • Laurea in
    conseguita presso Università degli Studi di Bologna nell'anno 1998-99
    con una votazione di 110 e lode
    sostendendo i seguenti esami:
    Materia   Voto
    Psicologia della Percezione   30
    Sociologia   29
    Estetica   30
    Storia del Teatro e dello Spettacolo II   30
    Storia del Cinema   28
    Lingua e Lett. Inglese II (scritto e orale)   27
    Storia medioevale II   30
    Storia del Teatro e dello Spettacolo   30
    Storia moderna II   30
    Filologia germanica   28
    Lett. Cristiana antica II   30
    Storia medioevale   30
    Lingua e lett. Inglese I (scritto e orale)   27
    Geografia   30
    Glottologia   30
    Lett. Cristiana antica   30
    Storia moderna   30
    Letteratura Italiana (scritto e orale)   28
    Organizzazione ed Economia dello Spettacolo   30
    Semiotica dello Spettacolo   30
    Storia della Fotografia   30
    Strutture della Figurazione II   30
    Iconografia teatrale   28
    Istituzioni di Regia   30
    Strutture della Figurazione   30
    Psicologia dell'Arte   30
  • Diploma di maturità conseguito presso il Liceo scientifico
    con votazione 46/60°

Altri titoli di studio

  • Maturità Scientifica
    conseguito presso Liceo 'Aldo Moro' nell'anno 1991

Lingue straniere

  • Inglese parlato e scritto: buono
  • Francese parlato e scritto: discreto

Conoscenze informatiche

  • Livello discreto