La fabbrica dei miti all'italiana: lo spaghetti western
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Ritengo giusto inserire qui le "CONSIDERAZIONI FINALI" relative alla mia tesi di laurea.
Voglio concludere questo lavoro con una sincera difesa di quel troppo spesso bistrattato e poco considerato genere cinematografico cui ho dedicato, con grande soddisfazione, la mia attenzione ed i miei sforzi interpretativi.
Lo Spaghetti western, prodotto italianissimo, è stato esportato in tutto il mondo e, nella patria del Western originale, ha saputo recare, indelebile, l'orma del suo passaggio. La 'svolta leoniana' del Western statunitense, così evidente - per citare giusto i casi più importanti e conosciuti - nel cinema di Donald Siegel, di Sam Peckinpah e di Clint Eastwood ne è la prova inoppugnabile.
Lo Spaghetti western ha fornito un importante terreno di sperimentazione a molti cineasti, musicisti e sceneggiatori dotati di intuito, di fantasia e d'amore per il cinema e per lo spettacolo. Una vera e propria palestra (a cui, il più delle volte, si accedeva se muniti del tipico biglietto da visita mediterraneo, quello dell''arte di arrangiarsi') di sperimentazioni: si pensi a quella, leoniana, 'sugli archetipi', a quella, sempre leoniana, delle dilatazioni temporali nei duelli, a quella letteraria del 'racconto multilivellare' di Colizzi, a quella politica di Solinas e Sollima, a quella visiva e registica di Castellari, e "last but not least" a quella musicale di Morricone. In alcuni di questi casi gli obiettivi raggiunti sono stati a dir poco eccelsi e, grazie all'originalità, ben al di là di quanto normalmente si vede al cinema. Il tutto fu condotto, spesso, con grande modestia: gli autori dello Spaghetti Western non si presero mai troppo sul serio, e, salvo qualche rara eccezione, seppero battere, nelle partite disputate in casa, gli altri autori, quelli 'veri', dei film importanti, che tentarono talvolta di cimentarsi con il genere.
Gli autori dello Spaghetti western erano veri amanti del cinema e il loro scopo - naturalmente 'ingabbiato' nelle necessarie logiche commerciali - fu, essenzialmente, quello di divertire il pubblico.
Vi riuscirono perfettamente, non solo, seppero anche regalare ai più giovani ed ai più ingenui (come me) qualche sogno in più.
Francesco Bianchini
Studi
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Laurea in
conseguita presso Università degli Studi di Bologna nell'anno 1998-99
con una votazione di 110 e lode
sostendendo i seguenti esami:Materia Voto Psicologia della Percezione 30 Sociologia 29 Estetica 30 Storia del Teatro e dello Spettacolo II 30 Storia del Cinema 28 Lingua e Lett. Inglese II (scritto e orale) 27 Storia medioevale II 30 Storia del Teatro e dello Spettacolo 30 Storia moderna II 30 Filologia germanica 28 Lett. Cristiana antica II 30 Storia medioevale 30 Lingua e lett. Inglese I (scritto e orale) 27 Geografia 30 Glottologia 30 Lett. Cristiana antica 30 Storia moderna 30 Letteratura Italiana (scritto e orale) 28 Organizzazione ed Economia dello Spettacolo 30 Semiotica dello Spettacolo 30 Storia della Fotografia 30 Strutture della Figurazione II 30 Iconografia teatrale 28 Istituzioni di Regia 30 Strutture della Figurazione 30 Psicologia dell'Arte 30 -
Diploma di maturità
conseguito presso il
Liceo scientifico
con votazione 46/60°
Altri titoli di studio
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Maturità Scientifica
conseguito presso Liceo 'Aldo Moro' nell'anno 1991
Lingue straniere
- Inglese parlato e scritto: buono
- Francese parlato e scritto: discreto
Conoscenze informatiche
- Livello discreto