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Il problema dell'empatia tra psicologia e scienze dello spirito

Erica Cavagnoli

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Dovendo scegliere l’argomento della mia tesi di laurea, ho ritenuto di notevole interesse condurre uno studio su Edith Stein, filosofa poliedrica sia per le svariate vicissitudini che hanno caratterizzato la sua vita, sia per i molteplici interessi che hanno stimolato le sue ricerche.
Proprio questi fattori, che hanno caratterizzato la vita della Stein ci hanno stimolato a volere intraprendere un lavoro che ci permettesse poi, di riuscire ad inquadrare la figura della Stein come filosofa, almeno per la parte della sua vita precedente alla conversione al cattolicesimo.
Ma per comprendere pienamente l’opera e la personalità di Edith Stein, non si possono separare in modo netto la dimensione speculativa e la sua vicenda biografica. Esse procedono di pari passo: la prima illumina la seconda e viceversa. Ciò che colpisce accostandosi alla sua figura è l’onestà intellettuale, la sete instancabile di verità e la libertà spirituale che la accompagneranno lungo il corso della sua breve vita
Non era possibile, però condurre uno studio di questo tipo senza coinvolgere anche il maestro della Stein, Edmund Husserl, il percorso intellettuale della nostra filosofa, è stato, infatti legato in modo determinante alla figura di Husserl, come testimonia, la biografia stessa della Stein. Per questo, un lavoro di ricostruzione della filosofia della Stein nella prima parte della sua esistenza, e del suo percorso filosofico non poteva prescindere da uno studio della filosofia, e della fenomenologia di Husserl.
Quando nel 1913 la Stein si era recata a Gottinga per incontrare Edmund Husserl e divenirne discepola, la scuola fenomenologica, era in pieno fiore. Giovani studiosi si avvicinavano a Husserl de ogni parte della Germania. Essi vedevano in lui e nella fenomenologia il principio di un profondo rinnovamento della filosofia e della cultura, liberate dalle sterili opposizioni tra psicologismo, logicismo e neokantismo e riconsegnate ad un generoso progetto di rifondazione delle scienze della natura e dello spirito.
Proprio la Stein ci aiuta a comprendere il nucleo essenziale di queste speranze e di questo entusiasmo, lei stessa, infatti, pensa di trovare in Husserl e nella dottrina fenomenologica un mezzo per appagare la sua ricerca della verità delle cose.
La sua educazione ebraica l’ha segnata profondamente, la prima proposizione della filosofia ebraica è un’affermazione di fede, la certezza che Dio esiste ed è creatore. In lei, nonostante la sua professione di ateismo, è presente questo realismo biblico che le ha fatto rilevare le carenze della psicologia sperimentale, dove mancava una fondazione oggettiva e che le aveva fatto pensare di poter trovare in Husserl e nella dottrina fenomenologica un mezzo per appagare la sua ricerca della verità delle cose.
Per lei la filosofia è un impegno di tutta la persona, e la verità è problema vitale. Lo vediamo fin dai suoi primi scritti, da quell’indagine sulla percezione intuitiva, sull’empatia, in cui conduce un approfondimento della vita spirituale mediante la tematizzazione del concetto di Einfühlung.
La Stein quando giunse a Gottinga seguì un corso di Husserl in cui egli proponeva ricerche che dovevano andare a costituire la seconda e la terza parte delle Idee per una fenomenologia pura e per una filosofia fenomenologica. Husserl sosteneva, tra l’altro la tesi che alla conoscenza della natura, il mondo esterno, a cui si arriva solo mettendosi in comunicazione con altre coscienze, e indicava questa comunione con le coscienze altrui col termine Einfühlung (empatia).
E proprio al problema dell’empatia Edith Stein dedicò la sua dissertazione di dottorato nel 1917, ma mentre per Husserl tale campo di indagine, seppur importante, si pone accanto ad altri, la Stein lo sceglie come primario. Noteremo che la dissertazione confrontata con le analisi del secondo libro delle Idee di Husserl, non contiene aspetti particolarmente originali, sarà necessario sottolineare, che la Stein venne a conoscenza di questi scritti del maestro solo quando aveva già scritto la sua dissertazione, al momento della stesura del suo lavoro, la Stein di Husserl conosceva solo il primo libro delle Idee.
Quello che noi vorremmo mostrare, è se, ed in che cosa, il pensiero steiniano emerga all’ombra di Husserl. Constateremo direttamente dalla pagine dei suoi testi che la Stein è in parte husserliana ed in parte no: lo è nel metodo che usa in tutti i suoi scritti, da Il problema dell’empatia a Contributi per una fondazione filosofica della psicologia e delle scienze dello spirito del 1922, che consiste in un atteggiamento nuovo di fronte alle cose, ossia in un atteggiamento che vuol riportarci ad un contatto immediato con esse, facendole scoprire in se stesse così come si danno per mezzo della visione fenomenologica. Ma la Stein applica questo metodo ad oggetti di indagine che appaiono originali, essa pone l’accento sul carattere di e

Studi

  • Laurea in Filosofia
    conseguita presso Università degli Studi di Parma nell'anno 2001-02
    con una votazione di 110 su 110
    sostendendo i seguenti esami:
    Materia   Voto
    filosofia morale   30
    filosofia della scienza   30
    antropologia filosofica   30
    storia contemporanea   27
    pedagogia generale   28
    inglese   27
    sociologia della comunicazione   30
    storia della filosofia contemporanea   30
    storia della filosofia   30
    filosofia teoretica   30
    storia romana   30
    stroria della filosofia moderna   28
    sociologia generale   30
    antropologia filosofica II   28
    filosofia della scienza II   30
  • Diploma di maturità conseguito presso il Liceo classico
    con votazione 50/60°

Lingue straniere

  • Inglese parlato e scritto: discreto
  • Francese parlato e scritto: discreto

Conoscenze informatiche

  • Livello buono