Realismo nel modello della concorrenza, un’esplorazione con Swarm e JAS
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Affrontare nuovamente un tema tanto vasto come lo studio dei mercati, può suscitare scetticismo per due ragioni fondamentali. La prima è che questo argomento coinvolge ogni campo della scienza economica, senza aggiungere una nuova definizione di mercato, si può dire che ove vi sono persone che possono soddisfare i propri bisogni contrattando tra loro lo scambio di beni o servizi, a fronte del pagamento di un prezzo, lì possiamo ravvisare la presenza di un mercato. A partire dal commercio di beni, fino a giungere ai mercati finanziari, ognuna di queste attività ha le caratteristiche citate, ma sono le sue dimensioni ed il tipo di prodotti che li differenziano, per cui ha senso cercare relazioni comuni, se gli ambiti sono tanto differenti.
La seconda è riferita a quanto inchiostro sia già stato speso per descrivere le complesse relazioni tra clienti e fornitori, e a come non vi sia la necessità di creare nuove vie per dirigere un settore già ampiamente studiato. Tali perplessità sono naturali, le ho sentite anch’io quando ho deciso di iniziare questo studio. Ma mi sono reso conto, e spero che ciò traspaia dalle prossime pagine, che non è mia intenzione prevaricare il lavoro di studiosi più esperti di me. Ma ho cercato di sfruttare uno strumento foriero di nuove possibilità, per descrivere il mio modo di vedere l’uomo, il suo ambiente e le relazioni che legano gli individui tra loro e con il mondo circostante, per vedere se, in forma semplificata emergeva la stessa complessità che lega realmente gli stessi attori.
Dopo una breve introduzione, daremo uno sguardo al panorama delle leggi che formano la teoria standard del mercato, per tuffarci successivamente nei rapporti tra gli uomini e nella continua altalena tra razionalità completa e limitata; infine un piccolo esempio critico di come è evoluto il mio modello di mercato. Alla fine di questa trattazione ci aspettano ancora due appendici, in cui sono descritti gli strumenti usati e usabili per giungere sin qui ed il modello creato sotto il profilo tecnico.
Osservando la simulazione appare chiaro quanto sia imprevedibile il mercato, e come si auto-regola per garantirsi la sopravvivenza; al pari di un organismo vivente le sue evoluzioni sono complesse e non desumibili dal semplice insieme di regole che detta le azioni dei singoli individui. Ricaviamo anche un altro aspetto molto interessante dal modello; il mercato è costituito di tre parti imprescindibili gli uomini, l’ambiente ed i canali di comunicazione tra loro. In economia lo studio meccanicistico dei processi, ha allontanato l’attenzione dall’uomo in quanto protagonista degli eventi, dal modello traspare quanto lo studio della micro-fondazione dei meccanismi di mercato conduca a delineare panorami plausibili e sostenibili di competitività. L’enfasi sugli individui non vuol rispolverare una teoria economica in cui l’uomo riesce a controllare ogni aspetto dell’attività economica, ma afferma che i fenomeni economici sono costituiti dalla simultanea azione delle sue componenti fondamentali. I canali di scambio portano con se anche l’informazione disponibile, ma non in modo completo, e tali dati interagiscono con gli agenti formandone i comportamenti. Nel nostro caso è rilevante il meccanismo di word of mouth, per la sua indispensabile funzione di amplificazione nel volume delle vendite. Ciò porta l’attenzione verso la qualità, intesa nel senso dell’affidabilità del dato, di questi canali informativi e sulla valutazione economica di tale fiducia, espressa dalla formazione di Social Capital.
Un esempio di come questi tre aspetti sono evoluti, compenetrandosi ed amplificandosi fino a formare un tutt’uno, è Internet. Comunemente la gente si riferisce ad Internet come ad un qualcosa di non ben definito, un’entità astratta, ma unica, nata non si sa come, a cui si può attribuire il ruolo di capro espiatorio dei mali della società moderna. A nostro parere, sotto una visione economica, Internet è uno splendido esempio di come l’uomo ed i canali con cui comunica abbiano formato un nuovo ambiente, ma il processo non si è limitato a questo, è ciò che gli individui vogliono condividere che crea la sensazione di trovarsi di fronte ad un organismo compatto. Invece ciò che noi osserviamo è l’utilizzo di uno strumento, il quale consente di instaurare capitale sociale tra uomini, il cui scopo dovrebbe essere di migliorare il mondo reale. Internet, sotto questo profilo, è fatto di persone non di macchine.