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No profit e Non Profit, problematiche di sviluppo economico, sociale ed occupazionale del Terzo Settore, in Italia

La presente tesi di laurea intende esaminare e valutare, dopo un excursus storico - giuridico, le problematiche di sviluppo economico e sociale e le possibilità occupazionali del Terzo Settore in Italia, che è stato identificato molto di recente con il termine non profit, permettendo al tempo stesso di mettere in evidenza una tradizione plurisecolare delle nostre nazionali esperienze, attraverso vicissitudini politico-economico-religiose.
In relazione alle esperienze attuali e alle prospettive future del Terzo Settore, è stato effettuato un caso-studio sulle capacità di investimento di un intermediario finanziario per il potenziamento, lo sviluppo e l’occupazione, mediante un’esemplificazione di un modello dinamico basato sui dati di bilancio.
La prima parte mette in luce i tratti storici del Terzo Settore, nonché i principi ad esso inerenti che sono contenuti nella Dottrina Sociale della Chiesa e nella Costituzione Italiana del 1948, vista nei suoi articoli essenziali in relazione al Terzo Settore. Il tutto è posto a supporto per meglio comprendere l’importanza storico-sociale e la fondata rilevanza costituzionale che il Terzo Settore assume.
In particolare, analizzando lo sviluppo storico del settore, sono state evidenziate le opere di carità e di assistenza sorte in Italia nel Medio Evo, come le Congregazioni di carità, sia religiose che laiche, e la costituzione di ricoveri ed ospedali che in termini di gestione, amministrazione ed autofinanziamento possono essere considerati ancora oggi un modello.
Si è documentato ciò che si è verificato durante l’Età Moderna, visto che si effettuavano studi sull’amministrazione dei beni fondiari, e si realizzavano economie di scala, coinvolgendo ingegneri esperti di irrigazione e di governo delle acque ed agronomi per la gestione dei fondi.
Si è visto che superando il criterio dell’Ente di beneficenza, sorsero in quel periodo i Monti di Pietà, che, effettuando prestiti di denaro per investimento contro pegno, hanno dato inizio al principio bancario di capitale circolante per la creazione di ricchezza sociale.
Nell’Ottocento, la Chiesa attraverso le iniziative di operatori volenterosi, quali tra gli altri il beato Cottolengo e don Orione, diede nuovo impulso al settore dell’assistenza e dell’istruzione. Si riprende anche il fenomeno della tutela creditizia con la costituzione delle Casse Rurali e delle Società Mutue, che in base alle dichiarazioni di Marco Besso, parlamentare e presidente delle Assicurazioni Generali, evidenziava un’espansione, dal 1873 al 1910, delle Mutue da 1.146 a 7.000 con rispettivamente 218.000 e 1.000.000 soci. Mentre nel 1880, una inchiesta governativa evidenziava in Italia 22.000 diverse istituzioni operanti in 33 differenti settori, con una rendita lorda di 81 milioni l’anno.
In detto contesto occorre menzionare la legge 3 agosto 1862, n. 753 sulle Opere Pie (organizzazioni non profit ante litteram) e la legge 17 luglio 1890, n.6972 sulle Ipab (Istituti di pubblica assistenza e beneficenza), che prefigurano l’intervento dello Stato in questo settore.

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1 _______________________________________________________________ INTRODUZIONE Il termine non profit è stato acquisito molto di recente in Italia ed ha fatto sì che la tradizione plurisecolare di queste esperienze non solo venisse riscoperta in termini nuovi, ma fosse anche rivisitata dai punti di vista sociologico, negli aspetti giuridici e in quelli prettamente economici. Il presente lavoro si prefigura di esaminare e valutare le problematiche di sviluppo economico, sociale ed occupazionale del Terzo Settore in Italia. In particolare nella prima parte si metteranno in luce i tratti storici del Settore non profit, i principi della Costituzione e di Dottrina Sociale della Chiesa che sono di supporto ad esso per meglio comprendere l’importanza storico-sociale e di fondata rilevanza costituzionale che il terzo Settore assume. Nella seconda parte invece verranno analizzate le cause della recente crisi del Welfare State e le possibili risposte ad esso, partendo da un’ipotesi di gestione privatistica, con gli strumenti ad essa collegati, fino ad una totale rivisitazione del sistema in termini nuovi. Nella terza parte, verranno presentate le organizzazioni non profit negli aspetti giuridici e fiscali, per una più efficace distinzione dalle caratteristiche pubbliche e private, alla luce della novità del principio di reciprocità e della legge di Riforma ONLUSS sugli Enti non lucrativi; in quelli statistico - economici, per evidenziarne la dimensione statistica non ancora totalmente censita nelle sue potenzialità e l’utilità economica per valutare l’equità, l’efficienza e qualità delle unità di erogazione dei servizi sociali ai fini di una migliore soddisfazione delle preferenze individuali; e infine in quella aziendale-organizzativa nella pianificazione e nella

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