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Articolo 11 della Costituzione: il principio del ripudio della guerra. La dichiarazione dello stato d'emergenza e la cessione delle armi all'Ucraina (Decreti legge n. 14 e n. 16 del 2022)

La presente tesi racchiude una disamina riguardante l’articolo 11 della Costituzione, che sancisce il principio del ripudio della guerra, al fine di comprenderne il significato, valutarne la portata e vagliarne gli eventuali limiti relativi alla sua piena applicazione.
Il principio pacifista costituisce a tutti gli effetti un principio fondamentale della Carta costituzionale, di conseguenza assume valore giuridico vincolante.
Esso impone all’ordinamento italiano di mantenere un atteggiamento pacifico soprattutto in ambito internazionale prefigurando, difatti, delle aperture nei confronti di altri ordinamenti. In particolar modo, ciò vale con riferimento alle scelte che le forze politiche di maggioranza possano assumere nello svolgimento delle relazioni internazionali dell’Italia e all’eventualità che il nostro Paese partecipi a delle operazioni belliche in forza di impegni precedentemente presi insieme ad altri Stati in ambito politico-militare.
Nel primo capitolo andremo ad affrontare, sia dal punto di vista storico che dal punto di vista costituzionale, il tema della guerra, considerata parte integrante dell’esperienza umana e forma totale ed estrema di manifestazione della dimensione pubblico-politica.
Tradizionalmente, essa rappresenta una forma di lotta violenta e organizzata intercorrente tra Stati “sovrani”. In tempi recenti, però, la gamma dei conflitti armati si è ulteriormente allargata, basti pensare alla "guerra al terrorismo" e alle "operazioni di polizia internazionale".
Nello specifico, andremo a percorrere i lavori preparatori della nostra Costituzione che hanno portato all’attuale formulazione dell’articolo 11, il quale presenta una struttura unitaria e una profonda coerenza interna che rifiuta una lettura separata dei suoi enunciati.
La Costituzione ammette solamente la guerra difensiva, considerata come un affare che rientra nella competenza gestionale delle organizzazioni internazionali di cui l’Italia fa parte. Seguirà poi un’analisi riguardante la partecipazione italiana ad operazioni militari all’estero svolte sotto l’egida di organizzazioni internazionali.
Nel secondo capitolo svolgeremo un’indagine sul concetto di emergenza, sia tenendo in considerazione il significato che assume nel linguaggio comune sia in quello giuridico. In particolar modo, ci soffermeremo sulle origini dello stato di emergenza bellica partendo dal diritto costituzionale dell’antica Roma fino ad arrivare ai giorni nostri.
Potremmo, inoltre, constatare che il fenomeno delle emergenze non risulta oggetto di particolare attenzione da parte della dottrina. Per l’appunto, nel dettato costituzionale manca una clausola specifica riguardante la disciplina degli stati di emergenza in senso stretto.
Appare opportuno dedicare un paragrafo al caso italiano di "normalizzazione" dell’emergenza che comporta l’uso di fonti ordinarie, in particolare della legge e del decreto-legge. In conclusione, nell’ultimo capitolo si procederà con lo studio degli articoli 78 e 87 della Costituzione, che prevedono rispettivamente la deliberazione e la dichiarazione dello stato di guerra.
Vedremo, inoltre, come il Presidente della Repubblica, grazie soprattutto alla presidenza del Consiglio supremo di difesa, abbia assunto un ruolo ancor più di spessore nelle questioni concernenti la difesa e la sicurezza.
In seguito, esamineremo la scelta del Governo italiano di fornire supporto al Governo ucraino nella guerra contro la Federazione russa, mediante la cessione di armi a titolo gratuito, disposta con i decreti-legge n. 14 e n. 16 del 2022. Tale decisione assume rilevanza costituzionale, soprattutto con riferimento all’art. 11 Cost. e alla legge 145/2016, c.d. "legge quadro sulle missioni internazionali".

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5 INTRODUZIONE La presente tesi racchiude una disamina riguardante l’articolo 11 della Costituzione, che sancisce il principio del ripudio della guerra, al fine di comprenderne il significato, valutarne la portata e vagliarne gli eventuali limiti relativi alla sua piena applicazione. Il principio pacifista costituisce a tutti gli effetti un principio fondamentale della Carta costituzionale, di conseguenza assume valore giuridico vincolante. Esso impone all’ordinamento italiano di mantenere un atteggiamento pacifico soprattutto in ambito internazionale prefigurando, difatti, delle aperture nei confronti di altri ordinamenti. In particolar modo, ciò vale con riferimento alle scelte che le forze politiche di maggioranza possano assumere nello svolgimento delle relazioni internazionali dell’Italia e all’eventualità che il nostro Paese partecipi a delle operazioni belliche in forza di impegni precedentemente presi insieme ad altri Stati in ambito politico-militare. Nel primo capitolo andremo ad affrontare, sia dal punto di vista storico che dal punto di vista costituzionale, il tema della guerra, considerata parte integrante dell’esperienza umana e forma totale ed estrema di manifestazione della dimensione pubblico-politica. Tradizionalmente, essa rappresenta una forma di lotta violenta e organizzata intercorrente tra Stati “sovrani”. In tempi recenti, però, la

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Parole chiave

guerra
decreto-legge
pace
ucraina
stato di guerra
stato di emergenza
articolo 11 costituzione
articolo 78 costituzione
cessione di armi a titolo gratuito
consiglio supremo di difesa

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