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I 'Numerosi' Templa di Alberti. Restituzioni grafiche delle combinazioni tipologiche dal "De Re Aedificatoria"

Il De Re Aedificatoria, scritto da Alberti nella seconda metà del '400, rappresenta il primo trattato di architettura moderno, nel quale l'autore si prefigge il compito di conferire dignità all'architettura, redigendo un'opera che si propone di rendere comprensibile il più possibile la complessità della res aedificatoria che, sino ad allora era stata tramandata attraverso il tirocinio nei cantieri e nelle botteghe. Il Trattato è un'opera composta esclusivamente di sole 'parole', in cui l'architettura viene 'raccontata', con tale precisione da eludere l'utilizzo di schemi grafici esplicativi. Alberti riesce a coniare un 'linguaggio' architettonico che definisce, in modo perspicuo e tangibile la realizzazione di manufatti architettonici. Tale peculiarità a suscitato l'interesse che ha condotto, in questo lavoro, a cercare di comprendere e realizzare graficamente le immagini che possono essere estrapolate dall'opera albertiana. Il lavoro intrapreso si prefigge lo scopo di enumerare le possibili combinazioni tipologiche concernenti la rappresentazione di 'templi quadrangolari' (per Alberti chiese cristiane). Attraverso l'esecuzione di schemi grafici, ottenuti assemblando le differenti porzioni riguardanti il 'discorso' della costruzione di un tempio si è cercato di rappresentare le immagini astratte, ma insite nell'opera, che Alberti e gli architetti suoi contemporanei ideavano leggendo il De Re Aedificatoria.

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7 Introduzione Il De re aedificatoria, scritto da Alberti nella seconda metà del ‘400, rappresenta il primo Trattato di architettura moderna nel quale l’autore si prefigge il compito di conferire dignità all’architettura, redigendo un’opera che si propone di rendere comprensibile il piø possibile la complessità della res aedificatoria che, sino ad allora, era stata tramandata attraverso il tirocinio nei cantieri e nelle botteghe. Il Trattato è un’opera composta esclusivamente di sole ‘parole’, in cui l’architettura viene ‘raccontata’, con tale precisione da eludere l’utilizzo di schemi grafici esplicativi. Tale caratteristica, spesso è stato interpretata, erroneamente, come una carenza pragmatica dell’artista, considerato troppo teorico. Al contrario, Alberti riesce a coniare un ‘linguaggio architettonico’ che definisce, in modo perspicuo e tangibile, la realizzazione di manufatti architettonici. Tale peculiarità ha suscitato l’interesse che ha condotto, in questo lavoro, a cercare di comprendere e realizzare graficamente le immagini che possono essere estrapolate dall’opera albertiana la quale, attraverso un nuovo e moderno idioma architettonico, delimita schemi edificatori universali formalizzati tramite ‘disegni intellettuali’ ben precisi e realizzabili. Il lavoro intrapreso si prefigge lo scopo di enumerare le possibili combinazioni tipologiche concernenti la rappresentazione di “templi quadrangolari” (per Alberti Chiese cristiane). Attraverso l’esecuzione di schemi grafici, ottenuti assemblando le differenti porzioni riguardanti il ‘discorso’ della costruzione di un tempio, si è cercato di rappresentare le immagini astratte, ma insite nell’opera, che Alberti e gli architetti suoi contemporanei ideavano leggendo il De re aedificatoria. Si è preso in esame esclusivamente la fabbrica templare, perchØ per Alberti il tempio rappresenta il massimo esempio di architettura monumentale che una città deve possedere, in quanto riproduce in terra la casa di Dio, luogo di meditazione in cui l’uomo avverte la presenza del Divino. Allo stesso tempo, il tempio trae origine dalle architetture antiche che, per Alberti, costituiscono il massimo

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