Architettura e memoria. Proposta di recupero dei silos granari del porto di Genova
Il rapporto tra memoria e architettura, a mio avviso, rappresenta un elemento importante nella trasformazione della realtà attraverso l’architettura stessa.
Il rapporto che si stabilisce con il passato non è soltanto quello classico della conoscenza filolologica e della citazione delle fonti storiche, bensì quello di organizzare la memoria attraverso un modo soggettivo che affetto da significati e da rimandi visivi del proprio passato assolve un ruolo centrale nella comprensione dei fatti e nel processo ideativo.
La memoria, quindi, interviene nel processo ideativo in vari modi stabilendo un particolare rapporto di dipendenza fra significati, rimandi, reminiscenze e condiziona, in qualche modo, il pensiero dell’individuo.
Ritengo che la memoria in architettura deve saper mediare ciò che è stato con ciò che potrebbe essere, in vista di un costante e inevitabile sviluppo della condizione umana; quindi ritengo importante valutare in che modo l’ individuo si relaziona con la storia e con la memoria dei luoghi nel processo progettuale.
Se la memoria rappresenta lo strumento di verifica delle relazioni che presiedono ogni archetipo della realtà allora su questo dato si può costruire l’architettura quale fenomeno culturale.
Forse si deve rinunciare parzialmente ad uno schema mentale rigido e ad una interpretazione della realtà troppo soggettiva, a favore di un costruire adeguato e adattabile al variare delle esigenze poste sia dal singolo individuo che dalla collettività. Penso che comprendere le ragioni che circostanziano ogni singolo atto o pensiero può favorire un buon esito e solo attraverso una profonda riflessione si può acquisire una capacità di discernimento indispensabile alla valutazione di ciò che si ritiene utile e adeguato al fare architettura.
Questo vuol dire considerare la permanenza degli affetti alle cose ai luoghi e alle memorie collettive.
E’ un modo diverso di guardare la storia.
La maggiore conoscenza dei valori culturali di una città rappresenta una istanza per la quale il progetto vuole trovare le interconnessioni tra coscienza del passato e nuove identità.
Genova ha dimostrato di possedere capacità rigenerative con un programma ricco di contenuti dove il suo famoso passato continua a pulsare di vita nella complessità del presente.
Il programma di rivitalizzazione avviato recentemente ha modificato sensibilmente la natura del porto antico che si sta trasformando in polo turistico e culturale.
Per intervenire nel porto antico bisogna cogliere quella complessità di rapporti che lega i cittadini alla propria città nella quotidianità fatta di nuove e diverse esigenze, di nuove aspirazioni nella continua ricerca di una migliore qualità di vita, di maggiore funzionalità, con le interferenze di memorie perdute ed altre recuperate o recuperabili che ti fanno appartenere al luogo.
La scelta di intervenire su questa area deriva sostanzialmente dalle effettive potenzialità che possiede.
Il recupero dei Silos non deve avvenire nella totale indipendenza con la realtà circostante anzi deve partecipare, a buon diritto, al nuovo assetto della città .
Nella prospettiva di un arricchimento culturale della città mi sembra appropriato destinare parte del fabbricato ad una struttura museale cioè ad un Museo della Tecnica che trova sede all’interno di questo significativo contenitore quale testimonianza dello sviluppo della tecnica costruttiva che ha modificato l’architettura moderna. L’ edificio ospiterà inoltre la nuova facoltà di Ingegneria in vista di una collaborazione con il museo.
Inizialmente ho svolto un’indagine storica per capire le stratificazioni che hanno determinato la configurazione attuale; successivamente ho svolto il rilievo dell’edificio sulla base dei progetti visionati al Politecnico di Torino affiancati all’osservazione diretta.
Ho fatto una elaborazione tridimensionale del Silos allo stato attuale e su questo modello ho lavorato per il progetto.
Il progetto vuole mettere in luce le parti di valore simbolico che evocano la sua natura, il preesistente funzionerà da matrice del progetto che entrerà nella sua logica; il progetto prevede la demolizione di alcune parti dell’edificio prive di significato culturale ed architettonico e tende a conservare quelle parti che fanno riferimento ad una memoria.
Progetto e recupero si integrano in una continua dialettica dove la restituzione filologica dell’edificio si contamina con una personale organizzazione della memoria.
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Informazioni tesi
Autore: | Mario Tario |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2003-04 |
Università: | Università degli studi di Genova |
Facoltà: | Architettura |
Corso: | Architettura |
Relatore: | Brunetto De Batté |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 135 |
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