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business to business il protagonista del commercio elettronico sia per dimensioni che per
soluzioni tecnologiche adottate.
In quest’ottica, dopo aver fornito una “fotografia” di quello che è il quadro attuale dell’e-
commerce in questo settore, ho ritenuto di fondamentale importanza analizzare quelli che
sono gli strumenti di progettazione e di supporto allo sviluppo di applicazioni orientate al
commercio elettronico ed al groupware soffermandomi ad analizzare le caratteristiche
dell’ambiente Lotus Notes e Lotus Domino server.
Infine, ho utilizzato questo ambiente per implementare un elaborato progettuale che
riflettesse pienamente gli studi effettuati.
Ringraziamenti
Un doveroso ringraziamento va alla MTSYS s.r.l. di Avellino presso la quale è stato
realizzato questo lavoro di tesi, per avere messo a disposizione il materiale e le
conoscenze necessarie al buon svolgimento del lavoro.
Si ringrazia, inoltre, il dott. Giovanni Vildacci, capo progetto applicazioni Notes presso la
MTSYS, per la fattiva collaborazione e i preziosi suggerimenti per lo sviluppo
dell’applicazione a corredo.
Un particolare ringraziamento va ai miei genitori che mi hanno dato la possibilità di
giungere a questo traguardo sostenendomi economicamente e moralmente per tutti questi
anni.
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CAPITOLO 1 : Internet, nuova frontiera del commercio elettronico
Reti telematiche ed aziende
Le prime esigenze di distribuzione dei dati sono nate quando ciascuno dei computers,
collocati in un’area relativamente piccola, conteneva informazioni che avrebbero potuto
interessare anche chi stava lavorando lì accanto. L’unico modo per mettere a
disposizione tutto ciò era di trasferire i dati su un supporto magnetico e ricopiare il
contenuto sull’altra macchina.
A questo punto, l’idea di collegare tutte le macchine con un cavo e creare una linea diretta
tra le stesse è stato un passo obbligato. Una volta creato il cavo, si trattava di creare il
software per gestire questa interazione in modo costruttivo e per evitare che si generasse
confusione.
Creato il software di gestione si era creata una LAN (Local Area Network) ossia una rete
di computers, localizzati in un’area relativamente limitata.
Inoltre, si era introdotto il concetto di risorsa condivisa, ossia di una risorsa di
eleborazione utilizzabile da tutte le macchine della rete locale.
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La particolarità di una rete di questo tipo risiede principalmente nel fatto che è orientata
alla condivisione dei dati e non a quella delle applicazioni.
Il passo successivo è stato quello di creare dei protocolli di comunicazione atti a facilitare
ancora di più il risparmio di risorse.
Utilizzando tecnologie client-server si arriva anche al risparmio in termini di applicazioni.
Infatti, una sola macchina server è in grado di eseguire un’applicazione utilizzabile
contemporaneamente da più macchine client.
Quando, però, le dimensioni dell’azienda sono tali da renderla suddivisa anche
fisicamente in vari elementi, questo modello non basta più e, per fornire un’estensione
delle caratteristiche di una rete locale alle mutate dimesioni aziendali, occorre estendere la
rete in modo tale che copra il fabbisogno ‘fisico’ dell’azienda, dando vita a quelle che sono
comunemente denominate WAN (Wide Area Network) o reti geografiche.
Da un punto di vista logico, un’azienda è composta da reparti, sezioni, personale, etc. Le
tecnologie attuali permettono di rispettare questo schema logico anche da un punto di
vista strettamente operativo.
Se poi si utilizza il protocollo internet TCP/IP come protocollo della rete aziendale si da vita
alla cosidetta INTRANET.
Una Intranet è molto di più che un sistema interconnesso di server, client, cavi e software.
Grazie alla possibilità di offrire accesso allle informazioni, di pubblicare ed incentivare lo
sviluppo di una comunità, la intranet può cambiare completamente un paradigma
aziendale.
Un sistema informativo basato su un’infrastruttura intranet offre a tutti gli utenti ad esso
collegati la possibilità di gestire il lavoro in modo più flessibile e rapido, cosa che comporta
inevitabilmente una rivisitazione dei processi operativi.
Le intranet, quindi, si propongono sia come una tecnologia più flessibile ed economica ma
anche come uno strumento capace di offrire nuove competitività alle aziende che
sapranno integrarle nelle loro filosofie operative in modo ottimale. Non solo tecnologie
quindi, ma un nuovo modo di concepire il flusso operativo: il fallimento o il successo di un
progetto intranet è strettamente legato alla capacità dell’azienda di modificare i propri
processi al fine di trarre il massimo vantaggio da queste soluzioni.
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Da quanto detto si evidenzia che le intranet non sono strumenti di elaborazione, ma di
comunicazione e come tali vanno considerate. Il computer diventa così uno strumento
necessario ad organizzare le informazioni e gestire il flusso di lavoro in modo da trarre il
massimo vantaggio da questo nuovo modo di operare sui dati.
Nascita crescita ed evoluzione dell’Electronic Data Interchange (EDI)
I flussi documentali delle transazioni commerciali, seppure generati attraverso l’utilizzo
dell’elaboratore elettronico, erano, sino agli inizi degli anni ’60, veicolati da metodi di
comunicazione tradizionali quali la posta, il fax o il telex.
L’utilizzo del supporto cartaceo era dunque ineludibile al fine di concludere qualsiasi
genere di rapporto commerciale con le aziende fornitrici, distributrici o clienti.
La diffusione delle tecnologie di memorizzazione e di elaborazione delle informazioni in via
elettronica, mutò le strategie commerciali e di acquisizione dei fattori produttivi di
numerose aziende, segnatamente quelle caratterizzate da una marcata dimensione
internazionale.
Le tecnologie telecomunicative permettevano, ora, la trasmissione di dati direttamente in
altri sistemi elaborativi appartenenti ad aziende terze, riducendo drasticamente il carteggio
commerciale e migliorando i tempi di risposta.
Tuttavia i primi sistemi di scambio elettronico di dati erano fortemente basati su standard
proprietari sviluppati dalle aziende interessate, implicando, per le imprese che
intrattenevano rapporti con partner commerciali multipli, il possesso di enormi competenze
tecniche e professionali vincolate alla comprensione ed utilizzazione sapiente di diversi
protocolli comunicativi e domini tecnologici.
Prima di raggiungere una forma standard comunemente accettata per lo scambio di
messaggi strutturati, si è assistito ad un progressivo ampliamento della comunicazione
c.d. prestrutturata all’interno di settori aziendali.
Nel 1973 il TDCC (Transportation Data Coordinating Commitee), istituito negli Stati Uniti
nel 1968, sviluppò un set di documenti standard per migliorare lo scambio documentale tra
aziende operanti nel settore del trasporto delle merci, riuscendo nel 1975 a pubblicare il
primo dizionario standard denominato EDI STANDARD.
In seguito i settori merceologici statunitensi più importanti furono in grado di definire
ulteriori standard, mentre bisognò attendere il 1982 per l’introduzione delle prime
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applicazioni EDI in Gran Bretagna, soprattutto nel settore dei beni di largo consumo e
della grande distribuzione.
Nel 1987 nasce in EUROPA lo standard EDIFACT, basato sullo stesso dizionario
dell’ANSI X. 12, finalmente con l’obiettivo precipuo di permettere lo scambio informativo
tra aziende appartenenti sia a diversi settori produttivi che a diversi stadi della
distribuzione.
Il processo di normalizzazione internazionale si conclude con l’istituzione nel 1988, a
seguito della pubblicazione delle regole UNICID da parte della Camera di Commercio
Internazionale, del Comitato UN/JEDI al quale è attribuito il compito di armonizzare i
sistemi EDI di America ed Europa.
Lo standard UN/EDIFACT venne accettato ufficialmente dalle Nazioni Unite per la
contrattazione via rete nel 1988, ottenendo l’impegno dei più importanti sistemi EDI
statunitensi a convergere verso l’adozione della sua sintassi.
Nel 1990 sotto gli auspici della CEE, fu inaugurato il progetto TEDIS con l’obiettivo di
coordinare le attività europee volte alla più ampia applicazione degli standard, al
potenziamento delle infrastrutture comunicative, alla armonizzazione delle legislazioni
nazionali e alla garanzia di riservatezza e sicurezza dei dati.
L’attuale stato dell’arte dell’EDI, impone definirlo come lo scambio di messaggi elettronici
strutturati in forma standard da un sistema elaborativo ad un altro, effettuata attraverso il
collegamento degli elaboratori in una rete di telecomunicazione privata o pubblica, senza
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Paper Voice
Fax EDI
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la necessità di intervento umano per la esecuzione delle singole operazioni di trasmissione
se non in forma meramente integrativa.
L’EDI in una accezione più generale, comprende diverse applicazioni di “interchange”
univocamente dirette a realizzare il “commercio senza carta” ossia scambi commerciali
ove la documentazione tradizionale e la manualità ad essa connessa vengono sostituite
da opportune transazioni elettroniche.
In tal senso l’EDI è:
- Interazione tra due applicazioni, poiché in un sistema di posta elettronica (E-mail
intercompany) il contenuto della comunicazione verrà pur sempre dissigillato e
interpretato dall’operatore umano, laddove in un sistema EDI tale compito è affidato al
sistema elaborativo in grado si attivare automatismi che escludono integralmente
l’attività umana
- Messaggi strutturati secondo uno standard comune, possibilmente su scala
internazionale
- Scambio tra aziende diverse, essendo il potenziale strategico dell’EDI rappresentato
dalla capacità di superamento delle diversità, connotando lo scambio elettronico di dati
come una nuova occasione per la ridefinizione delle metodologie di business e
distinguendosi nettamente da altri tipi di applicazioni di informatica distribuita.