4
Tracce profonde del contesto familiare in cui era inserito sono
facilmente riconoscibili sia nella sua vita privata, sia nella sua critica
drammatica. Sia i Morison che gli Archer non seguivano gli
insegnamenti della chiesa anglicana ufficiale, ma la loro appartenenza
a comunità religiose autonome e rigoriste maturò nel giovane William
un’ intensa ostilità verso la religione e le pratiche rituali, ostilità che
conservò per sempre.
I primi, tipografi ed intellettuali, appartenenevano alla setta
presbiteriana scozzese dei Glassiti; avevano una concezione della fede
prevalentemente intellettualistica: da qui la predominanza
dell’intelletto sulle emozioni - aspetto preminente della critica
drammatica degli scritti del futuro critico - che diventò anche la
componente essenziale di una peculiare Weltanschauung all'interno
della quale tutto era ricondotto al criterio della ragione.
Anche l’ attrazione per quella terra, cui Archer sempre rimase
legato, la Norvegia, affonda le radici nella storia dei suoi avi, così
come il suo amore per i viaggi: gli Archer erano emigrati agli inizi del
secolo dalla Scozia a Larvik, in cerca di fortuna, e suo padre, Thomas,
5
era un avventuriero che viaggiò dall’Australia alla California in cerca
dell’oro
3
.
William trascorse i primi quattordici anni della sua vita in vari
villaggi della Scozia, e cambiò cinque scuole: la Perth Academy e la
Dollar Academy in Scozia, la Solent Gramar School a Lymington
nell’ Hampshire, la Reigate Grammar School nel Surrey, ed il George
Watson College ad Edimburgo, dove i suoi studi si concentrarono
sulle lingue moderne ed antiche, in particolare sull’inglese e sul greco.
Per il piccolo William ci furono anche periodi di lezioni private
durante i suoi trasferimenti da una località a un'altra.
Archer crebbe nel periodo della vedovanza della regina Vittoria,
simbolo vivente della solidità dell'impero britannico ed esempio di
onestà, moralità, patriottismo e dedizione alla famiglia. Il suo regno fu
contraddistinto dall'ascesa delle classi medie e da una grande austerità
dei costumi. Archer fece parte di una generazione che osò sfidare le
ortodossie ereditate nelle tradizioni sociali e morali. Condusse la sua
3
Parte della famiglia Archer era emigrata dalla Norvegia in Australia, e alcuni di
essi avevano scoperto una penisola che sporgeva su una laguna, un “paradiso
perfetto” che chiamarono Gracemary in onore della loro cognata. Sulla penisola
che ancor oggi conserva questo nome, gli Archer costruirono la loro casa. Cfr.
Peter Whitebrook, William Archer. A Biography, cit., p. 6.
6
battaglia nel campo del teatro, che nella seconda metà dell’Ottocento
attraversava un periodo di decadenza, in cui i generi teatrali più seguiti
erano il pantomime
4
, il burlesque-extravaganza
5
e gli spettacoli
musicali.
È difficile dire donde gli fosse venuta la sua passione per il
teatro, visto che nessun Archer o Morison aveva mai avuto alcuna
connessione con l’ambiente. Probabilmente si accese in lui leggendo
Dickens, o quando all’età di dieci anni vide la rappresentazione di una
pantomima itinerante della storia di Faust e Margherita, che includeva
una dimostrazione del fantasma di Pepper,
6
presentata da una
4
Nel pantomime scene tragiche ispirate alla mitologia classica si alternavano ad
episodi comici, i cui protagonisti erano generalmente i personaggi fissi della
commedia dell’arte: le scene comiche erano mimate, mentre lo sviluppo
dell’intreccio tragico era affidato al dialogo e al canto. La musica accompagnava
la maggior parte dell’azione. Benché servissero solo come pezzi di chiusura degli
spettacoli, molti pantomime diventarono più popolari dei drammi cui facevano
seguito. In questi anni subì delle notevoli trasformazioni e da forma teatrale
essenzialmente breve si ampliò diventando un intrattenimento autonomo. Cfr. O.
G. Brockett, Storia del teatro, Venezia, 1998, Marsilio p. 314.
5
Era uno spettacolo di varietà a carattere prevalentemente comico e parodistico,
caratterizzato dalla grandiosità degli allestimenti e dalla mancanza di regole fisse
che permetteva la combinazione degli argomenti e dei temi più diversi, spesso
fantastici e ricchi di anacronismi. Canzoni ed effetti scenografici erano parte
integrante della rappresentazione. Questo genere cominciò a declinare verso il
1870 (benché continuasse ad essere rappresentato fino alla fine del secolo) ed il
suo posto fu preso dalla comic opera. Cfr. Ivi, p. 453.
6
Questo era un espediente per mezzo del quale un foglio di vetro era collocato sul
palcoscenico per riflettere la figura di un attore che stava nella parte inferiore del
palco e riprodurre così l’immagine di un fantasma.
7
compagnia itinerante. Lui stesso dirà in seguito che quello spettacolo
“made an epoch in my experience”
7
.
Il suo primo contatto con un teatro vero avvenne nella primavera
del 1869, a dodici anni, al Royal Theatre di Pourthsmouth, dove
assistette con suo padre alla Maritana
8
. Ma fu il Natale di quell’anno
che la vera passione per il mondo del teatro si accese in lui: al Teatro
Reale, il Drury Lane (che allora era sotto la movimentata direzione di
E. B. Blanchard) ebbe modo di assistere uno dei pantomime più
spettacolari di quei tempi: Beauty and the Beast, or Harlequin and
Old Mother Bunch. Nel 1872 si iscrisse all’Università di Edimburgo
dove aveva vinto una borsa di studio di venticinque sterline mentre
tutta la sua famiglia, in difficoltà economiche, partì per l’Australia.
Prima di cominciare la sua carriera universitaria trascorse l’estate
a Larvick, come fece anche in seguito. Quell’anno ebbe occasione di
conoscere anche il teatro danese durante un breve soggiorno a
Copenhagen, in cui vide Mascarade, di Ludwig Holberg, che
7
William Archer, The Theatrical World of 1893, Londra, 1894, pp. 11-12.
8
Un’opera popolare, una storia d’amore melodrammatica ambientata a Madrid,
musicata da Vincent Wallace, compositore irlandese.
8
nonostante fosse nato in Norvegia, veniva considerato il drammaturgo
nazionale danese.
Durante i primi quattro anni all’università, Archer si occupò di
tantissime cose. Viaggiò per buona parte del continente, ma prima di
partire da Edinburgo preparò il suo debutto giornalistico: convinse il
direttore dell’ “Alloa Advertiser”
9
James Lothian, a pubblicare le sue
impressioni sulle capitali europee, inviò articoli dall’Esposizione di
Vienna nel 1873 e vari bozzetti sulle città della Germania. A Dresda
ebbe il primo contatto con un teatro sovvenzionato dallo Stato, e fu
sbalordito dall’alta qualità delle scenografie e della recitazione. Non
aveva mai visto niente del genere prima e usò le sue lettere all’
“Advertiser” per sparare il primo colpo in quella che sarebbe diventata
la battaglia della sua vita per un teatro nazionale inglese.
Quando iniziò l’università aveva sedici anni ed era iscritto alla
Facoltà di Arte che offriva sia lezioni di letteratura inglese, filosofia
morale e naturale, che corsi in matematica, agricoltura, e astronomia
pratica.
9
Giornale locale della città di Alloa nel Clackmannanshire: ogni città ed ogni
villaggio della Scozia aveva il suo giornale.
9
Nella sua stanza c’erano montagne di libri: Dickens, Carlyle,
Tennyson, Holberg, Schiller, Goethe, ed un paio di edizioni di
Shakespeare, ma l’influenza più profonda fu quella di John Stuart Mill
e George Eliot.
Quasi tutti quelli che s’imbattevano in lui confermavano la sua
austerità, che insieme all'ottima padronanza della lingua norvegese, gli
conferì sempre l’aria di una figura misteriosa all’Università di
Edimburgo.
La scoperta cruciale del 1873 fu Henrik Ibsen. Archer scoprì le
sue opere in Norvegia: nessuna era stata ancora tradotta in inglese, o
rappresentata in Gran Bretagna, nonostante Ibsen avesse un
autoproclamato “profeta per i lettori inglesi”: si trattava di Edmund
Gosse, noto e intransigente critico e poeta, che solo più tardi e
malvolentieri riconobbe ad Archer l’inattaccabile posizione di autorità
nella “scoperta” di Ibsen. Ciò che lo affascinava era il modo in cui
quel grande drammaturgo sapeva ottenere da quel meraviglioso
strumento che era il teatro gli effetti emotivi più intensi ed
entusiasmanti. Archer era sensibile ad Ibsen istintivamente,
intellettualmente ed emotivamente. Scoprì un liberalismo che
10
riecheggiava il suo ed una simpatia per gli individui simile a quella
che aveva lui.
Nel 1875 cominciò a scrivere per l’ Evening news di Edimburgo:
il suo primo articolo fu un’analisi dei romanzi di Bjørnson.
Messi da parte un po’ di soldi partì per Parigi, dove rimase
estasiato dalla recitazione Sara Bernhardt in La Fille de Roland di
Henri de Bornier che allora era la produzione più popolare della
Comédie-Française. Queste partenze improvvise diventarono per
Archer un’abitudine, da soddisfare ogni qual volta riusciva a
procurarsene i mezzi. Ritornò ad Edimburgo e già preparava il
prossimo viaggio. In quegli anni all’università si occupò di moltissime
cose: faceva parte di un quartetto di amici che includeva Robert Lowe,
Gorge Halkett, ed Edward Rimbault Vere Dibdin, con cui diede vita
ad un giornale culturale ed umoristico, chiamato ”The Modern
Athenian”, che uscì fino al febbraio del 1876. Quando William Archer
ed Edward Rimbault Vere Dibdin anagrammarono le loro iniziali, ne
ricavarono un alter ego: E. V. Ward, che fece però solo sporadiche
apparizioni per sei anni. La sua prima creazione fu Pictor Depictus or
11
the Daubers Bedaubed
10
, al culmine di un inverno di attività quasi
maniacale in cui Archer completò anche un romanzo a puntate per
“The North Briton”
11
e scrisse The Doom of the Destroyed, or
Edinburgh in the Eighteenth Century
12
.
Nel frattempo pubblicava il suo primo dramma, una farsa
chiamata Mesmerism: or Quits
13
il cui protagonista era un sacerdote
disonesto. Tutto questo mentre portava a termine con successo i corsi
universitari, eccezion fatta per poche difficoltà nelle materie
scientifiche. Il 20 aprile 1876 conseguì la laurea di Master of Arts con
un buon risultato, anche se non eccezionale. Inoltre scriveva articoli,
poesie, romanzi e drammi, da solo e in collaborazione con altri
colleghi universitari.
Questa stupefacente capacità di portare avanti diversi tipi di
lavoro contemporaneamente fu la costante di tutta la sua vita.
Nell’estate del 1876 partì per un giro intorno al mondo. Fu in
10
Pamphlet che satireggiava il sentimentalismo e il provincialismo della Royal
Scottish Academy Annual Exibition del 1876.
11
Settimanale pubblicato dall’ “Evening news”.
12
Parodia di Sir Walter Scott e duna storia di amore e castigo.
13
Di cui fu fatta un’unica rappresentazione alla Watt Institute Literary
Association.
12
Australia, dai suoi genitori, per condividere con loro i suoi progetti per
il futuro: voleva continuare a scrivere drammi e fare giornalismo
teatrale, ma siccome non era ancora economicamente autosufficiente,
il sostegno della famiglia gli era cruciale. Riuscì a strappare il
consenso dei suoi genitori a patto di continuare gli studi di legge, a
cui, però, non era affatto interessato.
Ritornò dall’Australia e attraversò il Nord-America, vendette
articoli di viaggio per il “San Francisco Chronicle”, vide venticinque
produzioni teatrali negli Stati Uniti, ma ne rimase sfavorevolmente
impressionato, soprattutto dalle rappresentazioni al teatro Cinese di
San Francisco. Disse a suo fratello Charles: “L’arte drammatica
inglese è di un livello molto basso, ma posso affermare che in
America è addirittura del 70% più basso e come se non bastasse,
anche il livello di gradimento del pubblico è bassissimo!”
14
.
Ritornò in Inghilterra, e siccome il suo tirocinio legale a Londra
sarebbe cominciato ad ottobre, ritornò ad Edimburgo, e continuò a
scrivere per l’ ”Evening news”.
14
Peter Whitebrook, William Archer. A Biography, cit., p. 29
13
Pubblicò insieme all’amico Lowe The Fashionable Tragedian
nel 1877, un pamphlet contro il manierismo nello stile della
recitazione di Henry Irving. In questo saggio Irving è eletto a simbolo
della crisi del teatro moderno e attraverso lui viene denunciata la
situazione in cui versano gli attori inglesi, segnalando la necessità
della creazione di scuole di formazione per attori.
In risposta arrivò il pamphlet A Letter Concerning Mr. Henry
Irving (pubblicato contemporaneamente ad Edimburgo, Glasgow e
Londra). L’autore, se non Irving stesso qualcuno a lui molto vicino,
sotto il nome di “Yorick” confutava le opinioni esposte nel The
Fashionable Tragedian deridendo i progetti di un teatro nazionale.
Archer e Lowe contrattaccarono con un postscriptum di quattro pagine
nella seconda edizione del loro pamphlet .
Nel 1883, quando Irving aveva ormai consolidato la sua
partnership con Ellen Terry al Lyceum, Archer pubblicò una
giudiziosa revisione di Fashionable Tragedian, che però ebbe scarsa
diffusione.
Quando non scriveva per il “News” Archer componeva poesie
satiriche per giornali umoristici. Nel 1877 lavorò all’ Our special
14
correspondent, che fu respinta dal Watt Institute, e alla Rosalind
15
, che
invece fu accettata.
Un paio di mesi dopo tornò per la seconda volta a Parigi, per fare
un servizio sulla Esposizione Internazionale. Al suo ritorno, cominciò
a scrivere articoli per The Globe Enciclopedia of Universal
Information, pubblicata in sei volumi da un insegnante del posto.
Dopo una breve visita ai parenti in Norvegia, tornò a Londra, dove
raggiunse suo fratello Charles, di cinque anni più giovane di lui che,
tornato dall’Australia, si stava preparando per l’ammissione
all’Accademia Militare di Sandhurst.
Tutte le mattine andava alla sala di lettura del British Museum,
ricercando pezzi su Shakespeare e lo spiritualismo per la Globe
Enciclopedia e, nel contempo, veniva ammesso all’Ordine degli
avvocati nel Middle Temple
16
, proseguendo i suoi studi di legge.
15
Commedia ambientata al Teatro Reale di Mudborough, rappresentata
all’Institute il 1 marzo 1878.
16
Sede londinese di due delle quattro associazioni inglesi di avvocati (cioè
“barristers”).
15
1.2 Gli anni della critica teatrale e del giornalismo
Archer dedicò i primi vent’anni della sua vita ai viaggi e alla
lettura; il teatro e il giornalismo avevano sempre occupato un ruolo
importante, ma sono gli anni dal 1878 al 1910 quelli della sua attività
da critico teatrale e giornalista più febbrile.
Quando nel 1878 arrivò a Londra era ormai un giornalista con
una certa esperienza che aveva ancor vivo il suo giovanile amore per il
teatro, ma era anche aggiornatissimo sulla situazione letteraria e
teatrale, in Inghilterra e nel Continente; cercò, quindi, di guadagnarsi
da vivere col teatro.
A Londra trovò la fortuna nel “London Figaro”. Questo
quotidiano non poteva essere paragonato ai principali giornali del
tempo, come “The Times”, il “Daily Telegraph”, il “Daily News”, ma
rappresentava un esperimento completamente nuovo: il suo direttore,
James Mortimer, un americano vissuto a Parigi fu il pioniere di un
nuovo stile chiamato “personal journalism”, sulla scia del “Figaro” di
16
Parigi
17
. Il “London Figaro” era, in senso ideale, uno dei giornali più
gratificanti per cui un critico drammatico potesse scrivere.
Così Archer si trovava nella posizione autorevole di chi fa critica
drammatica non tradizionale e di chi, attraverso il suo lavoro,
propaganda le sue idee.
Oltre alla critica drammatica, per il Figaro scrisse anche note su
critiche letterarie e libri. Cercò inoltre lavoro presso altri giornali, per
raggiungere un pubblico di lettori più ampio: nei suoi primi anni a
Londra il veicolo di diffusione delle sue critiche teatrali fu il “St.
James’s Magazine and United Empire Review”. Questa rivista non era
uno dei periodici mensili vittoriani più eminenti, ma con i suoi
romanzi a puntate, e l’ampia pubblicazione di saggi sulla letteratura e
l’arte, aveva un colto pubblico di lettori. Archer fu critico drammatico
del “London Figaro” fino all’inizio del Novembre 1881. Insieme al
suo lavoro, portò avanti i suoi studi per l’esame all’Ordine.
17
Il primo numero apparve il 17 maggio 1870, e il “London Figaro” fu continuato
come quotidiano serale per un anno. Poi i suoi numeri apparvero solo il mercoledì
e il sabato. Cfr. Hans Schmid, The Dramatic Criticism of William Archer, cit., p.
22.
17
Scrisse molte opere nel frattempo, alcune mai completate: Irina,
un dramma di impronta romantica tratto da un romanzo, Fumo, di
Turgenev, e altri testi, come le farse ad atto unico, Mixed: A
Photographic Frenzy e Method in His Madness; The Runic Ring, di
impronta mitologica. Scrisse in norvegese il primo melodrama, Gildet
paa Solhaug (The Feast at Solhaug), che racconta la storia di due
donne innamorate dello stesso uomo, che diventò poi la base di The
Feast at Felvik .
Andare a teatro tre o più volte a settimana, prendere appunti,
perseverare con spirito di abnegazione in un’attività frenetica come la
sua, implicava un grande sforzo fisico. Se si considera che per più di
un trentennio egli coltivò la sua vocazione senza lunghe interruzioni,
si ha idea di quanto fossero messe sotto sforzo le sua capacità mentali
e fisiche, fino a provocargli preoccupanti cedimenti che sfociarono in
un serio crollo fisico all’età di venticinque anni.
Suo fratello Charles vide la causa di questa crisi fisica nel
conflitto tra la sua eredità ed educazione cristiana e l’immagine
razionalista del mondo che si andava formando nella sua mente.