8
sensibilmente negli ultimi anni e, in particolare, si è arricchito
dopo la nascita dei blog e la loro impressionante espansione.
Questi consumi mediali si inseriscono in modo sempre più
evidente all’interno delle abitudini quotidiane e rivestono un
ruolo non trascurabile nella costruzione dell’identità e nella
formazione giovanile. In particolare si vuole analizzare come
l’uso di questi innovativi strumenti di comunicazione,
affiancandosi ai tradizionali consumi culturali, possa unirsi alle
classiche agenzie di socializzazione nel fornire norme e valori
condivisi. Come confermano i dati emersi da una recente
ricerca svolta da Renato Mannheimer per l’Associazione
Italiana Editori (Aie) ed effettuata su un campione di ragazzi di
età compresa fra i 14 e i 24 anni, il 91% dei giovani utilizza
Internet, il 60% ne fa un uso quotidiano, uno su quattro
partecipa almeno settimanalmente a chat e forum, tanto da
preferire la conversazione via Internet alla classica telefonata
pomeridiana all’amico e ben il 9% ha un blog personale in cui
inserisce i propri pensieri. Da questi dati emerge con chiarezza
l’importanza acquisita dalla rete e il suo progressivo radicarsi
nel vissuto giovanile. L’esperienza online è sempre più
presente e pervasiva, essendo un’occasione di studio, di
intrattenimento ma anche un mezzo per costruire relazioni. Per
questo la nostra analisi si propone di osservare come la
condivisione online delle proprie esperienze possa essere un
utile strumento di confronto, di interazione e di formazione,
partendo dal presupposto che un weblog non sia solo uno
strumento ma sia anche un luogo d’incontro, sebbene virtuale.
Il termine virtuale non è usato nel senso attribuitogli dall’uso
comune, ossia come sinonimo di falso o di illusorio, ma nel suo
significato filosofico: il virtuale non si oppone al reale ma
all’attuale, poiché la virtualità e l’attualità sono due modalità
diverse della realtà
1
. Gli strumenti forniti dalla rete consentono
1
Cfr. P. Levy, Cybercultura. Gli usi sociali delle nuove tecnologie,
Feltrinelli, Milano, 2001.
9
la nascita di un’agorà elettronica, non più vincolata dai luoghi
geografici e dalla coincidenza dei tempi, in cui i giovani
possono discutere, condividere e leggere esperienze che,
sovrapponendosi a quelle offline del gruppo dei pari,
contribuiscono all’arricchimento della propria interiorità.
L’utilizzo di blog, inoltre, può rivelarsi di grande aiuto nel
trattare argomenti delicati o scabrosi, come nel caso di una
ragazza che in rete ha raccontato della violenza subita da una
sua amica ma può anche assumere toni drammatici. È questo il
caso del diario di un aspirante suicida, in cui un ragazzo
ventiseienne ha descritto per mesi il proprio desiderio di
uccidersi fino al giorno della propria tragica scomparsa. Al di
là di simili casi estremi, il blog e, più in generale, la
comunicazione mediata dal computer permettono di superare
alcuni dei limiti delle tradizionali forme di comunicazione
interpersonale, allargando senza ombra di dubbio lo spettro
delle relazioni possibili in questa epoca contraddistinta dalla
rivoluzione digitale. La nostra ricerca intende analizzare il
fenomeno blog con l’intenzione di comprendere le motivazioni,
gli atteggiamenti e le aspettative alla base di questa singolare
forma di comunicazione. I blog trasformano e rinnovano
un’esperienza antica come quella del diario, da sempre
considerato un oggetto intimo e segreto, ma oggi reso pubblico
grazie al web. Possiamo interpretare questo fenomeno, in
chiave goffmaniana, come uno spostamento della propria
intimità dal retroscena alla ribalta
2
: grazie ai blog si aprono
finalmente i lucchetti dei propri diari e si spalanca il sipario su
un mondo di esperienze da offrire a una platea potenzialmente
vastissima.
La strutturazione della tesi prevede la suddivisione in
due capitoli principali. Nel primo, il capitolo teorico,
affronteremo una breve disamina delle varie forme di
2
Cfr. E. Goffman, La vita quotidiana come rappresentazione, Il Mulino,
Bologna, 1969.
10
comunicazione mediata dal computer (CMC) a tutt’oggi
presenti, per poi effettuare una descrizione dello sviluppo
storico di questo campo d’indagine, sviluppatosi tra la fine
degli anni Ottanta e i primi anni Novanta in America. Grazie
all’importanza sempre maggiore acquisita da Internet, le forme
di comunicazione via computer sono divenute in poco tempo
protagoniste di un campo di indagine specializzato e
relativamente autonomo che, però, si è trovato spesso al
confine tra sociologia, psicologia, antropologia, economia e
informatica. Proprio per questo è auspicabile un approccio di
studio se non interdisciplinare almeno aperto a recepire i
numerosi contributi provenienti da discipline così diverse. Il
capitolo prosegue con una ricostruzione storica della nascita e
dello sviluppo di Internet e con un’ampia descrizione dei blog
finalizzata a spiegarne struttura, utilizzi e possibili evoluzioni.
La seconda parte del capitolo è incentrata su una panoramica
generale degli studi relativi ai processi di socializzazione che,
partendo dai contributi forniti da Durkheim, Parsons, Berger e
Luckmann, giunge al superamento dei tradizionali approcci
teorici con l’emergere di una rinnovata visione interpretativa
del fenomeno, incentrata sui concetti di socializzazione
mediata e immediata. Il capitolo termina con un’ampia parte
dedicata agli ultimi sviluppi teorici e in particolare alla
videosocializzazione e al “policentrismo formativo”. Il secondo
capitolo è composto, essenzialmente, dal rapporto di ricerca,
nel quale sono presentati i dati raccolti durante la nostra
indagine ed è strutturato in tre aree principali nelle quali si
analizzano i dati generali dell’indagine, le analisi bivariate tra
particolari variabili e i risultati ottenuti mediante il ricorso
all’analisi delle corrispondenze multiple e all’analisi dei
cluster.
Per quel che riguarda la metodologia utilizzata per la
rilevazione dei dati, abbiamo fatto ricorso a un’intervista
11
strutturata con questionario, o survey, composta da 16 domande
e suddivisa in specifiche aree tematiche:
1) area dei dati base
2) modalità e motivazioni d’uso dei blog
3) il blog e i diari cartacei
4) il blog e il rapporto con se stessi
5) il blog come strumento di relazione sociale
6) la percezione dei blog
Il questionario è stato somministrato a un campione non
probabilistico, composto da 200 individui, che risponde a “una
rappresentatività non statistica bensì tipologica, definita a
monte”.
3
I soggetti intervistati, infatti, devono necessariamente
possedere due requisiti fondamentali: un’età dichiarata che
rientri in una delle quattro classi prese in esame, 18 – 21, 22 –
25, 26 – 29, 30 anni e oltre e il possesso e l’utilizzo di blog.
Data la particolarità dell’oggetto di indagine si è decisa la
creazione di un blog dedicato alla ricerca, nel quale, oltre a una
breve spiegazione delle finalità dello studio, si è sia pubblicato
il questionario, sia fornita l’opportunità di scaricarlo in formato
Microsoft Word. Per quel che concerne le modalità di
compilazione del questionario era prevista una duplice
possibilità: inserire i codici delle risposte scelte in un
commento pubblicabile direttamente nel blog della ricerca o
inviare i questionari compilati attraverso la posta elettronica.
Questo ha reso possibile un’utile interazione con i soggetti
intervistati, al fine di chiarire dei dubbi o di risolvere eventuali
problemi relativi alla compilazione. Grazie a queste possibilità
di feedback offerte dal web si è cercato di ridurre, e in parte
superare, i problemi che il ricorso a una tecnica come quella
del questionario autosomministrato molto spesso implica.
3
M.S Agnoli., Il disegno della ricerca sociale, Carocci, Roma, 2004, p. 68.
12
Al termine della nostra indagine l’immagine che appare
dei blog e della blogosfera
4
è di una galassia in continua e
vertiginosa espansione. Si stima che nel mondo il numero di
blog attivi abbia già superato la quota di cinquanta milioni,
cifra che testimonia come l’interesse per questo fenomeno sia
molto più che una semplice moda passeggera. È quindi
facilmente comprensibile la complessità di una ricerca
riguardante una realtà in continuo divenire, mutevole per sua
stessa natura e soggetta a repentine evoluzioni. Tuttavia, le
dimensioni raggiunte da questo fenomeno esigono un rinnovato
interesse da parte dell’indagine sociologica, affinché le
difficoltà di analisi possano trasformarsi in stimoli per la
comprensione di questo vero e proprio universo, nel quale,
ogni giorno, si “incontrano” e interagiscono milioni di persone.
4
Il termine fu proposto nel 2002 da William Quick per indicare il
“cyberspazio intellettuale”, giocando sulla radice greca logos e
richiamando, così, la tradizione filosofica.
13
Se molti nuovi media hanno cambiato la
nostra vita, il computer ha letteralmente
rivoluzionato le nostre società.
(A. Roversi)
1
1. La Comunicazione Mediata dal Computer: flussi digitali
nell’oceano Internet
La comunicazione mediata dal computer (CMC),
sebbene abbia proprie caratteristiche distintive, è uno
strumento ibrido che di volta in volta può collocarsi sul
versante della comunicazione interpersonale o su quello dei
mass media. I nuovi media elettronici hanno dato vita a
un’immensa rete globale di comunicazione audio, video e
testuale che nei prossimi anni annullerà le differenze tra
comunicazione interpersonale e di massa e tra comunicazioni
pubbliche e private, consentendo così un controllo
personalizzato dei flussi comunicativi.
2
Inoltre, essi hanno
accelerato un processo, avviato con la nascita delle
telecomunicazioni, che svincola l’esperienza della
contemporaneità dall’esigenza di un ambiente comune e che, di
fatto, genera un ripensamento dei classici concetti di spazio e
tempo: è ormai possibile partecipare simultaneamente a eventi
che avvengono in luoghi spazialmente distanti. Come sostiene
1
Introduzione alla comunicazione mediata dal computer, Il Mulino,
Bologna, 2004, p. 12.
2
Cfr. W.R. Neuman, The future of the mass audience, Cambridge
University Press, Cambridge, 1991.
14
Testuale
Grafica
Thompson, emerge un “senso del momento presente”
3
non più
collegato ad alcun luogo particolare: “la simultaneità si è estesa
nello spazio fino a diventare globale”
4
. È quindi possibile
pensare alla CMC come a un interessante superamento della
rigida distinzione che per tutto il Novecento ha visto
contrapposte la comunicazione da uno a uno a quella di massa:
le nuove tecnologie, infatti, rendono possibile una
comunicazione policentrica, che va oltre il monopolio
dell’emittenza e rende meno netta la divisione dei ruoli tra
fonte e destinatario.
5
In ogni modo, al di là delle forme che tale
comunicazione può assumere, è possibile classificarla in due
modalità:
Alla categoria della CMC testuale di tipo asincrono
appartengono fondamentalmente la posta elettronica (e-mail), i
newsgroup e le mailing list. La posta elettronica è stata la
prima forma di comunicazione via computer a essere utilizzata:
la sua invenzione risale al 1972, quando il suo creatore, il
ricercatore Ray Tomlinson, spedì il primo messaggio via e-
3
J.B. Thompson, Mezzi di comunicazione e modernità. Una teoria sociale
dei media, Il Mulino, Bologna, 1998, pp. 51.
4
Ibidem, p. 52.
5
Cfr. M. Morcellini (a cura di), “Net Sociology. Interazioni tra scienze
sociali e internet”, Guerini, Milano, 2002.
Asincrona
Sincrona
Asincrona
15
mail utilizzando la rete Arpanet.
6
L’e-mail non differisce molto
dal tradizionale sistema di posta ed è essenzialmente uno
strumento che consente a ogni singolo utente della rete di
inviare messaggi di testo, ma non solo, a qualsiasi altro utente.
Caratteristiche distintive di questa modalità comunicativa sono
l’estrema velocità di trasmissione e soprattutto la possibilità di
accedere al proprio indirizzo e-mail da un qualunque terminale
collegato a Internet, possibilità questa che accelera un processo
di de-localizzazione che rende sempre più labili i confini tra
luoghi fisici e spazi virtuali. I newsgroup, invece, possono
essere sostanzialmente definiti come delle bacheche
elettroniche caratterizzate da un tema specifico, a cui ogni
utente può avere libero accesso sia per leggere i messaggi
spediti via e-mail da altri utenti sia per inviarne di propri al fine
di contribuire alla discussione collettiva. Infine per quanto
riguarda le mailing list, esse rappresentano semplicemente
un’applicazione evoluta della posta elettronica. Dopo una breve
iscrizione, infatti, oltre alla possibilità di inviare un messaggio
a un singolo utente, si ha l’opportunità di spedirlo in modo
automatico a una lista di utenti potenzialmente interessati a
riceverlo, anch’essi iscritti alla medesima mailing list. Le
principali caratteristiche che accomunano queste tre forme di
CMC testuale asincrona, possono essere indicate
schematicamente in:
la possibilità di inviare un testo scritto a utenti che non
siano necessariamente compresenti spazialmente o
temporalmente;
la differente successione temporale tra il momento della
ricezione di un messaggio, la visione di questo ultimo e
l’eventuale invio di una risposta;
6
Arpanet è stata la prima rete telematica creata e deve il suo nome
all’agenzia (Advanced Research Projects Agency) del dipartimento della
Difesa del governo statunitense che ne finanziò il progetto.
16
il fatto che l’identità reale di emittenti e riceventi sia
molto spesso nota;
la conservazione su di un apposito server
7
di tutti i
messaggi inviati e ricevuti, e la conseguente possibilità
di consultarli in qualsiasi momento.
La categoria della CMC testuale di tipo sincrono comprende
principalmente i sistemi di Instant Messaging, i MUD (Multi
User Dungeons) e IRC. Un sistema di Instant Messaging
consente, attraverso l’uso di un programma dedicato, di
visualizzare la presenza in linea di altri utenti connessi in
quello stesso istante e di iniziare, volendo, una discussione in
tempo reale attraverso l’immissione di brevi messaggi, “in una
sorta di botta e risposta comunicativa”.
8
Questa modalità di
comunicazione, che prevede l’utilizzo di pseudonimi
(nickname), ha carattere prevalentemente privato. A differenza
invece dei MUD, una forma di comunicazione via computer
multiutente, che permettono la partecipazione
contemporaneamente di più persone. I MUD non sono altro che
un’evoluzione elettronica dei giochi da tavolo (Board Games) e
possono essere definiti come degli scenari di gioco di tipo
testuale che raffigurano luoghi immaginari: “i MUD sono una
realtà sociale virtuale basata sul testo”.
9
Nei MUD gli utenti
possono assumere maschere fittizie e interpretare avventure
complesse con il proprio personaggio. L’ultima forma di
comunicazione via computer testuale di tipo sincrono è l’IRC
(Internet Relay Chat), che permette, tramite l’uso di un
7
Si definisce server un computer dedicato all’esecuzione di uno specifico
servizio che può comprendere, fra i tanti, la gestione di una rete locale, lo
scambio e la condivisione di dati fra computer, l'invio di posta elettronica o
la conservazione di file in un sito web.
8
A. Roversi, op. cit., 2004, p. 23.
9
S. Turkle, La vita sullo schermo. Nuove identità e relazioni sociali
nell'epoca di Internet, Apogeo, Milano, 1997, p. 269.
17
apposito programma come per esempio ICQ
10
, di comunicare
sulla base di testi digitati con un singolo utente o più di uno,
all’interno di “stanze” dedicate alle conversazioni. Gli elementi
essenziali che caratterizzano le forme di CMC testuale
sincrona appena descritte sono:
una comunicazione di tipo testuale;
la simultanea presenza temporale degli utenti impegnati
nella comunicazione;
l’anonimia di coloro che utilizzano suddette modalità
comunicative e (caratterizzate da) il conseguente
ricorso a nickname o identità fittizie.
Estrema volatilità dei messaggi trasmessi, non essendo
questi ultimi conservati su alcun server, ma vincolati,
esclusivamente, alla temporanea connessione online.
Notevolmente diversa è la forma che assume la CMC di tipo
grafico rispetto alle precedenti modalità descritte. All’interno
di questa categoria è possibile comprendere tutte le pagine e i
siti che concorrono alla formazione del World Wide Web, vera
e propria ragnatela mondiale: un’immensa rete di documenti,
contenenti testi, immagini, e in modo sempre maggiore suoni e
animazioni, distribuiti tra i numerosi nodi di Internet e collegati
tra loro dando vita a una “trama virtualmente infinita”.
11
Tuttavia non tutti concordano con una tale descrizione. Per
esempio, Maldonado individua nella metafora della ragnatela
un limite strutturale. Egli osserva, infatti, come non esista
ragnatela senza ragno, ossia un elemento che crea e regola la
rete. Ma una simile idea di controllo da parte di un osservatore
non coincide affatto con la realtà di Internet. Proprio per questo
appare più aderente a tale realtà la metafora del labirinto,
10
ICQ, che in inglese suona come I Seek You, ossia ti cerco, è uno dei
software maggiormente utilizzati per la comunicazione in tempo reale su
Internet.
11
F. Ciotti e G. Roncaglia, Il mondo digitale. Introduzione ai nuovi media,
Laterza, Roma, 2005, p. 160.
18
poiché in esso “si è tutti ugualmente passivi e attivi allo stesso
tempo”.
12
Tralasciando comunque simili opposizioni
dialettiche, il web si presenta come una realtà multiforme, al
cui interno è possibile trovare siti commerciali, portali delle
amministrazioni pubbliche, organizzazioni private, fino ad
arrivare alle pagine web messe in rete da singoli gruppi o
individui e alla loro ultima evoluzione, ossia i blog. Ogni
pagina di questa rete è corredata di un indirizzo, denominato
URL (Uniform Resource Locator)
13
, che ci permette di
individuarla tra tutte le altre e ci facilita la navigazione in
questo vero e proprio oceano di informazione. È possibile
visualizzare tali pagine in modalità grafica grazie all’utilizzo di
particolari programmi detti browser che, grazie al costante
miglioramento, affiancano al testo animazioni, immagini e
link
14
, in una fusione che rende le informazioni sensorialmente
sempre più appaganti.
12
T. Maldonado, Web. Se c’è una rete deve esserci un ragno, intervista del
26 Novembre 1997 disponibile all’indirizzo
http://www.mediamente.rai.it/home/bibliote/intervis/m/maldonad.htm
13
Un Uniform Resource Locator o URL è una sequenza di caratteri che
identifica in modo univoco l’indirizzo di una risorsa in Internet.
14
I link o collegamenti, sono dei rimandi attraverso i quali, grazie
all’interazione con il puntatore del mouse, è possibile visualizzare
particolari sezioni della pagina web o altre pagine a essa correlate.
19
La natura dei sistemi di comunicazione
in una data società è in stretta relazione
con quasi tutti gli aspetti della vita quotidiana
degli individui che ne fanno parte.
(M.L. DeFleur e S.J. Ball-Rokeach)
15
1.1 La Comunicazione Mediata dal Computer: nascita ed
evoluzione di un nuovo paradigma interpretativo
Le forme di comunicazione via computer, anche grazie
alla loro rapida diffusione, sono divenute in poco tempo un
campo di indagine specializzato e autonomo che ha preso avvio
negli Stati Uniti tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni
Novanta. Possiamo descrivere brevemente lo sviluppo storico
di tale campo individuando nell’evoluzione di questa disciplina
tre periodi principali.
Il primo periodo si può definire degli scritti
divulgativi sulla comunicazione mediata dal computer (CMC),
che vede tra i suoi protagonisti soprattutto giornalisti
specializzati in ambito informatico e che si caratterizza per
un’impronta fortemente descrittiva. I principali argomenti
caratterizzanti questa prima fase sono Internet, il cyberspazio e
la “superstrada dell’informazione”. Indice dell’interesse
acquisito da questo nuovo settore è la progressiva rilevanza
ottenuta dagli articoli riguardanti tali argomenti che, dalla
sezione relativa alle nuove tecnologie, irrompono nelle prime
pagine dei quotidiani nazionali, acquisendo una notevole
visibilità presso il grande pubblico. Oltre ad avere carattere
15
Teorie delle comunicazioni di massa, Il Mulino, Bologna, 2002, p. 21.
20
descrittivo, le prime forme di divulgazione della CMC danno
vita a un dualismo di interpretazioni che oppone sostenitori e
oppositori in aspri dibattiti. Da un lato vi sono coloro che nella
CMC e nelle sue concrete applicazioni, Internet e il
cyberspazio, vedono una nuova frontiera della civiltà, un luogo
digitale che può essere di sostegno alla democrazia e
contribuire a combattere molte forme di disuguaglianza, dando
vita a una nuova agorà elettronica; dall’altro vi sono invece
coloro che ritengono Internet un pericoloso strumento di
comunicazione che, se usato in modo non corretto, può portare
a un deterioramento della vita politica, economica e culturale
dell’America, a una progressiva frammentazione della sua vita
sociale e al rischio del concretizzarsi di un moderno e temuto
panopticon. Questa prima fase si contraddistingue, inoltre, per
il ricorso a un’immagine che è da sempre presente nella cultura
americana, la metafora della nuova frontiera, un mito che ben
si adatta a descrivere il fenomeno Internet: lo si può
immaginare come un luogo da esplorare i cui confini sono
incerti quanto la sua forma
16
o anche come un territorio
vergine, suddiviso da pionieri e da coloni in tanti appezzamenti
che acquistano valore condividendone le risorse.
17
Il secondo periodo, dei primi studi scientifici,
nonostante sia caratterizzato da una forte continuità con il
passato, propone, però, un ampliamento del dibattito e
l’apporto di contributi originali e interessanti. Tra i contributi
più significativi si può senz’altro annoverare la concezione di
Internet come spazio sociale, ossia della rete in quanto luogo
18
,
16
Cfr. H. Rheingold, A Slice of Life in My Virtual Community, in L.M.
Harasim (a cura di), Global Networks, The Mit Press, Cambridge, MA,
1993.
17
Cfr. D.B. Whittle, Cyberspace. The Human Dimension, W.H. Freeman
and Co, New York, 1997.
18
Cfr. M. Benedikt (a cura di), Cyberspace. Primi passi nella realtà
virtuale, Manuzio, Padova, 1993.
21
che, seppur “privo di ogni aspetto riferibile alla geografia
fisica”
19
, offre possibilità di interazione assai simili alla
normale comunicazione faccia a faccia. Nello spazio di
Internet, infatti, è possibile fare tutto ciò che normalmente la
gente fa quando si ritrova assieme, ma è realizzabile
esclusivamente attraverso l’uso delle parole e la mediazione di
un computer.
20
A questa concezione di Internet si lega il
concetto di comunità virtuale, del quale il più noto divulgatore
è Howard Rheingold che la definisce un’aggregazione sociale
fondata sulla conversazione pubblica
21
attraverso l’uso delle
BBS
22
e, più in generale, della rete. Il legame degli individui
appartenenti a una simile comunità si basa più sulla
comunanza di interessi che su vincoli di territorialità o legami
di sangue, e può rafforzarsi fino a formare veri e propri reticoli
di relazioni sociali nel cyberspazio
23
. Queste comunità, al di là
delle diversità tematiche, presentano tratti comuni ben
distinguibili: persone partecipanti stabili e che utilizzano,
spesso, pseudonimi (nickname); condivisione di un linguaggio;
sviluppo di un sistema di norme e ruoli; esecuzioni di rituali
che delimitano i confini della comunità. Contraddistingue
inoltre questo periodo di studi l’attenzione posta al problema
dell’identità online, ampiamente analizzato da Sherry Turkle in
uno dei suoi testi più importanti. “L’antropologa del
cyberspazio” sostiene che nell’epoca postmoderna si nota un
progressivo aumento del numero di persone che vivono la
propria identità come un insieme di ruoli differenti, e a volte
divergenti, e che necessitano di negoziazioni continue per le
19
A. Roversi, op. cit., 2004, p. 33.
20
Cfr. H. Rheingold, op. cit.
21
Cfr. H. Rheingold, op. cit.
22
Una BBS (Bulletin Board System) è un sistema di comunicazione di tipo
comunitario basato su computer collegati tra loro tramite la rete telefonica.
23
Cfr. H. Rheingold, op. cit.