6
innescata l’ultima evoluzione, quella che porterà il web 2.0 verso il web
3.0. Questa tesi si occupa di offrire uno stato dell’arte di questo fenomeno
appena nato, il lavoro è suddiviso in cinque capitoli. La prima parte si
occupa di fornire un quadro generale dei cambiamenti che in qualche
modo hanno condizionato il nostro modo di vivere il web. La seconda
parte si occupa di spiegare come la semantica giocherà un ruolo centrale
nello sviluppo dei prossimi servizi, verranno proposti alcuni progetti per
illustrare come questa tecnologia verrà utilizzata nel concreto. Nella terza
parte si affronterà il tema dell’internet delle cose, una visione che porta
con se nuovi e ambiziosi obiettivi che modificheranno nuovamente il
nostro concetto di internet, sovrapponendo la dimensione fisica a quella
virtuale, internet sarà sempre più connessa alla realtà fino a confondersi
con essa. Anche in questa fase del lavoro saranno presentati alcuni
progetti realizzati verso questa prospettiva. La quarta parte, invece, cerca
di proporre il punto di vista dell’interaction design, i cambiamenti del web
hanno portato anche differenti complessità d’uso degli oggetti con cui
presto interagiremo. Per questo motivo, il saper progettare i servizi del
futuro sarà una risorsa strategica. Il design dei servizi ha come obiettivo e
la consapevolezza di migliorare il settore terziario, rispettando gli elementi
base di usabilità nell’interazione tra uomo e dispositivi. Infine la quinta
parte suggerisce come per il rovescio della medaglia vi siano degli aspetti
problematici legati a questo fenomeno. La pervasività di internet, la paura
di veder danneggiata la propria privacy, possono essere effetti collaterali
di questo fenomeno; occorrerà quindi stabilire i giusti vincoli affinché
queste nuove tecnologie consentano di agevolare la vita dell’uomo, invece
che complicarla.
7
Capitolo I - Dal web 2.0 al web 3.0
1.1 - Definizione di web 2.0
Il fenomeno conosciuto come web 2.0, cioè la sua evoluzione è
relativamente nuovo. Per web 2.0 non si deve intendere lo sviluppo della
tecnologia che sta alla base di internet, ma l’evoluzione dei linguaggi di
programmazione usati e del metodo con il quale interagiscono tra loro. Il
termine web 2.0 fu coniato nel 2004 ad opera di Dale Doughery1 e Tim
O’Reilly2 durante una conferenza. In questi anni, spesso, siamo stati fruitori
di molti aspetti derivanti dal web 2.0 senza esserne pienamente consci, ma
oggi già si pongono le basi per parlare del web 3.0 o web semantico.
Stiamo assistendo in pratica a una nuova evoluzione del web senza aver
ancora metabolizzato la precedente. Occorre quindi definire un percorso
che parta dalle innovazioni introdotte dal web 2.0, novità che hanno
modificato la nostra percezione del web, fenomeni che non possiamo più
1
E’ uno dei co-fondatori (con Tim O'Reilly) di O'Reilly Media. Fondatore della GNN, il Global
Network Navigator, il primo portale web e il sito prima della Internet deve essere supportato
dalla pubblicità, e più recentemente è il fondatore ed editore della rivista O'Reilly's Make nuovo.
2
Fondatore di O'Reilly Media (ex O'Reilly & Associates) e un sostenitore del software libero e dei
movimenti open source.
8
ignorare ma conoscere per giungere a comprendere le nuove potenzialità
dettate dal web 3.03 e dall’internet delle cose4.
Internet per sua natura è sempre stato un luogo in perpetuo mutamento
dov’è possibile trovare elementi più o meno innovativi e utili. Proprio per
questo motivo non ha mai smesso si crescere e svilupparsi. “Da quando è
stato ideato si trova in perpetua fase di miglioramento ed innovazione,
oltre che di espansione anche grazie al sempre maggior numero di persone
che utilizzano questo strumento” (Prati 2007, 9).
La definizione ufficiale definita da Tim O’Reilly, pioniere di questo concetto
è:
“ Il web 2.0 è la rete come piattaforma, attraverso tutti i dispositivi
collegati; le applicazioni web 2.0 sono quelle che permettono di ottenere
la maggior parte dei vantaggi intrinseci della piattaforma, fornendo il
software come un servizio in continuo aggiornamento che migliora più le
persone lo utilizzano, sfruttando e mescolando i dati da sorgenti multiple,
tra cui gli utenti, i quali forniscono i propri contenuti e servizi in un modo
che permette il riutilizzo da parte di altri utenti, creando una serie di effetti
attraverso una “architettura della partecipazione” e andando oltre la
3
Il termine Web 3.0 è apparso per la prima volta agli inizi del 2006 in un articolo di Jeffrey
Zeldman.
4
Il concetto dell'internet delle cose è attribuito all'Auto-ID Center, fondato nel 1999 e da allora
con sede al MIT di Boston.
9
metafora delle pagine del web 1.0 per produrre così user experience più
significative”5.
Sulla base di questa definizione si possono estrapolare alcuni
concetti chiave:
• La rete come piattaforma,
• Software come servizio,
• Utilizzo dei dati da sorgenti multiple,
• Produzione di contenuti da parte degli utenti
• Forme di partecipazione.
Dalla definizione ufficiale, notiamo quanto sia difficile offrirne una
sintetica anche da parte di Tim O’Reilly. Dalle caratteristiche principali del
web 2.0 e dalla filosofia dei suoi servizi si può ritenere come punto cardine
l’acquisita centralità dell’utente nel processo di partecipazione alla crescita
del web. Su questo concetto ruotano appunto gli elementi innovativi
introdotti dal web 2.0 come la collaborazione, la condivisione e l’unione
delle informazioni. “L’utente riveste un ruolo da protagonista in quanto
insostituibile forma di informazioni di qualsiasi tipo ad alto valore tecnico e
commerciale” (Prati 2007, 18). Sempre secondo Tim O’Reilly esistono 4
5
Traduzione da: “Web 2.0: compact definition”, 1 ottobre 2005;
http://radar.oreilly.com/archives/2005/10/web_20_compact_definition.html
10
livelli del panorama web 2.0, nel livello 3 possiamo ritenere servizi del web
2.0 tutte quelle applicazioni che possono esistere esclusivamente su
internet, che sviluppano il loro potenziale dalla rete e dai collegamenti
possibili tra persone o servizi. Alcuni esempi sono: eBay, Wikipedia i quali
sono gestiti attraverso un’attività prettamente online. Nel livello 2 le
applicazioni possono esistere anche offline, ma sono molto più funzionali
quando hanno una presenza sul web. L’esempio è Flickr che ha tra le sue
caratteristiche la presenza di un database fotografico condiviso. Nel livello
1 vi sono tutte quelle applicazioni che hanno sempre funzionato offline ma
che ora possono offrire funzionalità aggiuntive. Infine, il livello 0 che è
caratterizzato da quei servizi che funzionano bene sia operando offline che
online, senza trarre alcun beneficio della loro presenza in internet. Per
capire meglio cosa sia in concreto il web 2.0 è necessario analizzare quali
differenze abbia introdotto rispetto al passato.
1.2 - web 1.0 VS web 2.0
Il web 1.0 così come l’abbiamo conosciuto potrebbe essere definito nella
forma di “internet dei contenuti”, ovvero formato da siti visualizzati come
una “vetrina”, per esempio come pagine di un libro o fogli in formato word
11
contenenti: testi, immagini e video in cui la possibilità principale era per i
normali utenti quella di passare, dare un’occhiata e poi andare via. Le
informazioni venivano pubblicate in maniera statica, impedendo qualsiasi
interazione; per questo si parla di spettatori passivi. Fondamentale per il
web 1.0 erano gli ipertesti, si tratta di pagine contenenti collegamenti ad
altre pagine, così via formando una struttura somigliante ad un grande
libro dinamico. Internet dei contenuti e dell’informazione strutturato come
un immenso libro multimediale. Schematicamente il web 1.0 si potrebbe
riassumere in:
• Siti e portali con contenuti prodotti dal publisher
• Organizzazione gerarchica dell’informazione e navigazione
attraverso menu
• Data base
• Interazione sito ↔ singolo utente
• Motori di ricerca
• Tecnologie push (publish & subscribe)
• E-commerce
• Banda limitata
12
Con il web 2.0 si verifica un’inversione di paradigma del web, per la prima
volta si iniziò a dare grande importanza all’usabilità e al modo di
condividere i contenuti. Il web è diventato un mezzo democratico e
neutrale, dove gli intermediari sono annullati. La sua vera forza risiede
nella struttura decentralizzata formata da nodi tutti collegati fra loro, dove
gli utenti sono i nuovi editori, in grado di divenire loro stessi il messaggio e
il medium. In questa maniera, la rete diventa “umana” in quanto rende
tutti potenzialmente uguali e potenzialmente raggiungibili da chiunque. In
più, contrariamente al concetto della proprietà intellettuale e del diritto
d’autore, nella nuova visione 2.0 è la “Condivisione” a essere contrapposta
alla “Privazione”. In questa maniera, gli utenti non sono più spettatori ma
diventano co-autori, o alleati produttivi. Il Web 2.0 ha significato la
possibilità di una partecipazione attiva degli utenti al web, possiamo
parlare in questo senso di “Internet della condivisione”. Ciascuno di noi,
oggi, ha la possibilità di scrivere un blog e inserire i propri pensieri,
produrre dei video e caricarli su YouTube, iscriversi ai siti di social
networking e moltiplicare le proprie amicizie per sentirsi partecipante
attivo. Il web 2.0 ha convinto gli utenti a portare pezzetti della propria vita
in rete, facendoli sentire protagonisti; il tutto come fattore positivo e facile
come un gioco.
13
Uno degli esempi più significativi che riguardano il passaggio dal web
1.0 al 2.0 è Wikipedia: l'enciclopedia libera multimediale e multilingue al
cui sviluppo può collaborare chiunque, gestita da utenti volontari ed è
autofinanziata. A questo servizio tipico del web 2.0 si contrappone
l’enciclopedia Britannica tipico esempio di servizio web 1.0. L’enciclopedia
Britannica può vantare una lunga storia, è stata pubblicata infatti per la
prima volta nel 1768 e tutt’ora si continua ad aggiornare quest’opera
colossale che conta, nella sua ultima edizione 32 volumi ed una
partecipazione di ben 4000 collaboratori. Dal 1994 è stata resa disponibile
nella versione online previo abbonamento annuale, con circa 120.000
articoli consultabili e aggiornati quotidianamente da scienziati, professori o
esperti. Totalmente differente invece la filosofia di Wikipedia, un progetto
nato nel 2001, questa enciclopedia accetta il contributo degli utenti
volontari per realizzare i propri contenuti. Chiunque può, infatti, scrivere,
modificare e aggiornare un articolo presente in archivio. Inoltre la
comunità di Wikipedia sta lavorando molto per tradurre ogni voce in oltre
250 lingue, aumentando così il bacino di utenza. Wikipedia, letteralmente
“enciclopedia veloce”, conta al suo interno oltre 1.600.000 pagine di
articoli in lingua inglese, 390.000 voci in lingua francese e 210.000 in
lingua italiana; costituisce oggi, la più ampia enciclopedia generalista e
14
multilingue esistente in rete. Wikipedia permette a chiunque di prendere
parte alla realizzazione di articoli su qualunque tema, che saranno
archiviati al suo interno. Questo rappresenta un ottimo esempio di
produzione orizzontale di cultura, che associa tre caratteristiche principali ,
da cui dipende il suo successo: 1) dal punto di vista tecnico, implementa la
tecnologia wiki che costituisce uno strumento di redazione condivisa. Tale
piattaforma tecnologica consente a ogni persona di poter editare una
pagina nel formato HTML che corrisponde a una voce all’interno del testo.
Si tratta di una piattaforma aperta che consente di intervenire anche sulle
voci già redatte. Vengono comunque conservate tutte le versioni
modificate per consentire di accedere a quella originale. Tale tecnologia
consente l’assoluta trasparenza nella generazione di contenuti e delle
modificazioni impedendo che l’intero progetto sia minacciato da un
numero limitato di persone che editano in modo erroneo; 2) dal punto di
vista giuridico, tutti i contenuti generati sono rilasciati sotto il regime di
una specifica licenza non proprietaria: la GNU Free Documentation
Licence;6 3) dal punto di vista sociale, Wikipedia secondo Clay Shirky
possiede al suo interno un codice etico di comportamento7. “Il
6
È una licenza che adotta il metodo copyleft per contenuti liberi, è stata creata dalla Free
Software Foundation. È garantito il permesso di copiare, distribuire e/o modificare seguendo i
termini della licenza.
7
P. AIGRAIN, “The individual and the Collettive in Open Information Communities”
15
funzionamento di Wikipedia non è disciplinato da norme e sanzioni
positive ma è il risultato di norme di condotta spontanee, i cui
comportamenti sono tenuti insieme da uno sforzo consapevole, da un
impegno collettivo teleologicamente orientato a un fine comune e
associato all’adozione di un punto di vista neutrale” (Durante 2007, 200.)
Per dirlo in maniera più semplice, tali comportamenti sono
consapevolmente ordinati per un fine comune che un solo individuo non
può ne realizzare né tantomeno distruggere. “È una soluzione interattiva
che da modo ad esperti, studiosi o semplici appassionati non solo di
consultare liberamente i documenti e stamparli per la propria lettura, ma
offre la possibilità di partecipare attivamente alla crescita dei documenti”
(Prati 2007, 22). Differentemente l’enciclopedia Britannica si avvale
esclusivamente di collaboratori e professionisti, ma soprattutto non
fornisce gratuitamente il proprio materiale. Sui diversi modi di operare si
sono sollevate alcune obiezioni, per quanto riguarda l’autorità della fonte.
L’enciclopedia Britannica gode ancora oggi di maggior credibilità, perché
attinge dall’esperienza comprovata dei suoi collaboratori. Wikipedia invece
non si avvale di un sistema di revisione paritaria di carattere accademico
basato sull’individuazione di ruoli, per questo può contenere al suo interno
anche informazioni completamente errate o prive di autorevolezza; non si
16
può nascondere però la sua caratteristica innovativa in questo settore: Il
suo sistema di revisione paritaria che è orizzontale e decentrato, inoltre
risulta anche diffuso e continuo. Chiunque a prescindere dal ruolo sociale
può apportare modifiche in qualsiasi momento. Questo meccanismo nel
tempo ha migliorato l’attendibilità delle fonti. Da uno studio pubblicato
sulla rivista Nature8 emerge che dal confronto con un campione
significativo di voci pubblicate dall’enciclopedia Britannica è risultato che
la differenza di accuratezza non sia particolarmente grande. Ma il fattore
più sorprendente è che al verificarsi di un qualunque errore, l’efficacia
della revisione orizzontale di Wikipedia permetterebbe una correzione in
tempi brevi, mentre per qualsiasi altra enciclopedia sarebbe necessario
attendere l’edizione successiva. L’interattività e la partecipazione della
comunità sono un elemento basilare del web 2.0 per questo i wiki sono
una delle colonne portanti di questa evoluzione mentre l’enciclopedia
Britannica resta relegata al passato del web 1.0.
Wikipedia rappresenta solo un tipico esempio di web 2.0, ma esistono
altre applicazioni base che caratterizzano questa evoluzione. I blog, i feed
RSS, i social network, le wiki, le tag, i mashup, la folksonomia sono alcuni
degli aspetti chiave sui quali si costituiscono i servizi più interessanti nel
8
“Special Report: Internet Encyclopedias Go Head to Head” in Nature, 14 dicembre 2005.
17
panorama web. Il blog è uno strumento che permette la pubblicazione di
contenuti sul web da parte di qualsiasi utente, anche in questo caso
vengono rispettati i principi fondamentali del web 2.0: “Condivisione” e
“Partecipazione”. La gestione dei dati e delle informazioni non è più
appannaggio esclusivo di testate giornalistiche, università o società, ma
viene offerta a tutti la capacità di esprimersi. I blog sono piattaforme
sostanzialmente semplici e per questo motivo stanno entrando a far parte
del modo di vivere e di utilizzare la rete di milioni di utenti; spesso sono
l’esempio della libera informazione che ha lanciato il fenomeno del citizen
journalism.9 Tom Curley, il direttore dell’ Associated Press, nel discorso di
apertura della conferenza dell’Online News Association del 2004 ha detto:
“come abbiamo potuto vedere chiaramente nell’ultimo anno, i
consumatori vorranno utilizzare la natura interattiva di internet per
partecipare direttamente allo scambio delle notizie e delle idee.
L’informazione come lezione sta lasciando spazio all’informazione come
conversazione”. Alla base dell'osservazione del direttore dell'Associated
Press vi è un fenomeno sempre più evidente che si manifesta sotto vari
aspetti. Esistono oltre 14 milioni di blog e un nuovo blog viene creato ogni
9
è il termine con cui si indica la nuova forma di giornalismo che vede la partecipazione attiva dei
lettori, grazie alla natura interattiva dei nuovi media e alla possibilità di collaborazione tra
moltitudini offerta da internet
18
secondo. Inoltre ogni contenuto del blog deve poter essere commentato
liberamente, previa registrazione, dai visitatori del sito. Per sua natura
appunto non deve limitare la partecipazione né il dialogo tra gli utenti,
l’obiettivo è quello di stimolare l’intervento sui diversi temi e dibattiti. In
Italia ultimamente sono sorte alcune polemiche se il mondo dei siti web
debba rimanere senza vincoli legislativi e soggetta solo a
un’autoregolamentazione, oppure in alternativa se debbano essere
applicate le norme sulla stampa. Nell'ottobre del 2007 il governo ha
presentato un disegno di legge sulla riforma dell'editoria in cui aveva
stabilito per i siti l'obbligo della registrazione. La dura replica del mondo
web ha portato alla precisazione da parte del sottosegretario di Stato alla
Presidenza del Consiglio On. Ricardo Franco Levi che la norma non avrebbe
trovato applicazione per i blog10.
1.3 - Gli strumenti del web 2.0
Tra gli elementi che hanno contribuito al successo dei blog dobbiamo
citare il servizio feed RSS (Really Simple Syndacation), la sigla indica uno
dei più popolari formati utilizzato per la distribuzione dei contenuti sul
10
Lettera dell’ On. Ricardo Franco Levi, 19 Ottobre 2007: del
http://www.palazzochigi.eu/GovernoInforma/Comunicati/testo_int.asp?d=36855