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Dopo questo articolo il termine Web 2.0 diventa rapidamente popolare, probabilmente proprio perché riflette in
pieno lo spirito del cambiamento e soppianta nelle comunità il termine New economy rappresentativo del decennio
precedente ed ingloriosamente messo a nudo dalla bolla del 2001.
Il grafico sopra riportato evidenzia numericamente il sorpasso di popolarità dal 2005 in avanti. Nella parte alta sono
comparati il volume delle ricerche effettuate sul motore di ricerca Google con i termini web 2.0 in blu e new
economy in rosso. Nella parte bassa è comparato il numero dei siti referenziati con questi stessi termini.
1.2 Il valore della rete
L’utilità e il valore di una rete, secondo Robert Metcalfe l’ideatore del protocollo Ethernet, dipendono dal numero
delle connessioni e quindi sono proporzionali al quadrato del numero degli utenti, poiché per ogni nuovo utente
collegato si creano un numero di nuove connessioni pari agli utenti già presenti, quindi V=½(n2-n). Alcuni studiosi
sono critici al riguardo considerando troppo ottimista una valutazione che stima allo stesso livello il valore di un
singolo client e quello di un potente server.
Tuttavia secondo altri studiosi, tra cui David Patrick Reed uno dei primi sviluppatori del protocollo TCP/IP, il valore
della rete cresce ancora più rapidamente di quanto teorizzato da Metcalfe, poiché egli tiene conto soltanto delle
connessioni uno-a-uno mentre se si considerano le connessioni molti-a-molti, tipiche delle nuove strutture di rete, il
risultato è una curva esponenziale, dove V=2n-n-1.
Una strada meno scientifica ma ugualmente efficace per comprendere il concetto di valore della rete è quella aperta
da Napster nel 1999 con il concetto di peer-to-peer. In realtà il sistema Napster appoggiava il P2P su un sistema di
server centrali che mantenevano la lista dei sistemi connessi e dei file condivisi, mentre le transazioni vere e proprie
avvenivano direttamente tra i vari utenti. Napster venne chiuso nel 2002 in esecuzione di una sentenza di condanna
per violazione dei diritti d’autore che chiudeva la causa intentata dalle major discografiche ma, come molti avevano
previsto l’attività di file sharing che i discografici intendevano combattere si spostò su altri sistemi come Kazaa,
Winmx ed eMule.
L’evoluzione di Napster si chiama BitTorrent, un servizio di condivisione di files, che ha impostato un proprio
modello di P2P, migliorato grazie alla frammentazione dei files. Mentre nel P2P tradizionale la velocità del
download è condizionata dal più lento dei collegamenti trai due utenti, nel modello BitTorrent la frammentazione
permette all’utente di utilizzare tutta la banda che ha effettivamente a disposizione poiché può prelevare i vari
frammenti da server o utenti diversi contemporaneamente ottimizzando così i tempi del download. In questo caso
l’effetto positivo della rete si evidenzia nel fatto che più un file è popolare e più veloce sarà il suo download perché
più numerosi saranno gli utenti che ne mettono a disposizioni i frammenti.
La conseguenza più interessante che deriva da questa innovazione risiede nell’economia di gestione: mentre un
servizio tradizionale per migliorare la sua qualità deve aumentare il numero dei server e quindi è costretto a
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significativi investimenti, il servizio di BitTorrent migliora con l’aumentare del numero degli utenti ovvero senza
alcun costo per il gestore del servizio. Questo effetto della partecipazione degli utenti è uno dei pilastri del Web 2.0.
1.3 Il valore degli utenti
Nella partecipazione alle attività di rete si osserva un coinvolgimento più o meno profondo dei diversi utenti.
Secondo Jacob Nealsen, uno dei principali esperti di interazione uomo-macchina, nella maggior parte delle comunità
on-line il 90% degli utenti non contribuisce alla pubblicazione e costituisce la parte passiva della comunità che si
dedica esclusivamente alla fruizione del servizio web. Un 9% degli utenti partecipa in maniera discontinua alle
discussioni oppure svolge mansioni di minor impegno e soltanto l’1% degli utenti contribuisce con propri contenuti
alle discussioni oppure svolge funzioni di coordinamento e di gestione.
Si tratta comunque di un numero considerevole di persone, posto che gli utenti del web sono stimati intorno al
miliardo, ed è su questa massa di persone che si sono appoggiati due progetti che, pur essendo di natura
completamente diversa, simboleggiano entrambi il successo della partecipazione allargata agli utenti: Amazon e
Wikipedia.
Amazon, la più grande libreria virtuale del mondo, presenta gli stessi prodotti di tante altre librerie online ma da
sempre lascia che siano gli utenti a scrivere le recensioni dei libri e usa queste valutazioni per produrre risultati di
ricerca migliori. Una qualsiasi ricerca, se fatta su altri siti porta probabilmente ai prodotti sponsorizzati, se fatta su
Amazon porta al prodotto più popolare tra gli utenti, creando negli stessi una specie di fiducia nel sito.
Wikipedia, l’enciclopedia più diffusa on-line, è stata fondata nel 2000 partendo da un concetto a cui pochi credevano
all’epoca, ovvero che qualsiasi utente potesse aggiungere una voce o modificare quelle già presenti. In realtà si
trattava soltanto di applicare nel campo dei contenuti quello che già succedeva nel campo del software open source
La pagina di Amazon che
riporta le recensioni presenta
al centro della pagina un
confronto tra il migliore ed il
peggior parere degli utenti
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(o per meglio dire di software dotato di licenza GNU) cioè chiunque può usare e modificare un software ma può
distribuirlo soltanto utilizzando ancora la stessa licenza pubblica. Per capire il successo di questa idea di
partecipazione allargata è sufficiente considerare i seguenti risultati: oggi Wikipedia è pubblicata in 250 lingue,
consiste in 10 milioni di voci e 34 milioni di pagine e registra 60 milioni di accessi al giorno.
Ma c’è anche la strada percorsa da eBay, il più grande sito di aste on-line, che utilizza il giudizio di tutti i propri
utenti e non solo del 10% teoricamente più attivo. Il funzionamento delle aste on-line prevede che in ogni
transazione, costituita tipicamente dalla vendita di un oggetto tra due utenti, venditore ed acquirente, ogni utente
assegna all’altro un voto che corrisponde al proprio giudizio di soddisfazione in merito alla transazione avvenuta (il
compratore vota la corrispondenza dell’oggetto alla descrizione data, la velocità dell’invio, ecc.). Tutti i giudizi
ricevuti concorrono a definire il rating di quell’utente, ovvero la sua la credibilità ed il grado di fiducia che gli viene
concesso dagli altri utenti. Si tratta di una valutazione molto importante, soprattutto per chi vende, poiché tutte le
transazioni avvengono per mezzo di pagamenti anticipati e quindi è indispensabile avere fiducia nel venditore dal
momento che il prodotto da acquistare è visibile solo online.
Avere venditori con rating positivi è di tutto interesse di eBay che guadagna una percentuale su ogni transazione.
Anche gli utenti hanno solo da guadagnare da questo sistema perché nessuno acquisterà un oggetto costoso da un
venditore che ha pochi giudizi positivi ma si fiderà invece di chi ne ha già migliaia (per i grandi venditori
normalmente i giudizi espressi sono positivi circa nel 98% dei casi).
1.4 L’orientamento delle aziende web 2.0
Mentre la maggior parte dei mercati connettono tipicamente due gruppi di persone, acquirenti e venditori, vi sono
altri mercati, i cosiddetti multilaterali, che connettono più gruppi di persone con condizioni e trattamenti del tutto
diversi. Un esempio semplice riguarda le aziende che gestiscono le carte di credito, dove sono evidenti le diverse
relazioni e strategie di sviluppo che esse rivolgono ai titolari della carta (lato 1) ed ai commercianti convenzionati
(lato 2).
Allo stesso modo si può dire che le aziende del web 1.0 vedevano negli utenti un target unilaterale al quale era
necessario e sufficiente vendere un prodotto. Chi ha intrapreso una strada diversa considerando i gruppi multipli e
sviluppando strategie diverse è sopravissuto alla bolla del 2001 ed ha tracciato una strada che molti hanno seguito
con successo.
Nello specchietto seguente, derivato da una pubblicazione di Amy Shuen, collaboratrice di O’Reilly Media, sono
comparati nell’ambito di mercati diversi, le modalità dei servizi forniti ai diversi lati di utenti secondo il punto di
vista sopra espresso.
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Settore Piattaforma Lato 1 Lato 2
Gratuito o
minimo
Fonti di reddito
Ricerca Motore di ricerca Utenti Inserzionisti Utenti
Google incassa il 97% delle entrate dalle ricerche per
parole chiave
Pagamento Carta di Credito Titolari Commercianti Titolari
American Express incassa l’80% dalle commissioni dei
commercianti
Media Quotidiano Lettori Inserzionisti Lettori L’ 80% delle entrate dei quotidiani arriva dagli inserzionisti
Ricerca di personale
on-line
Web Aspiranti Aziende Aspiranti Il 100% delle entrate di Craiglist deriva dai datori di lavoro
Videogames PC, Console Giocatori Sviluppatori Nessuno
Xbox e PlayStation incassano con l’hardware e le licenze
agli sviluppatori di terze parti
Software Open
Source
Linux Utenti Sviluppatori Utenti
IBM, Sun, HP forniscono piattaforme hardware ed
incassano indirettamente per i servizi
Software web 2.0
Linux, Apache,
MySQL, etc.
Utenti Sviluppatori Utenti Pubblicità, Software as a Service (SaaS)
DVD Lettori DVD Utenti
Studi
cinematografici
Utenti
(promozioni
Netfix)
Il noleggio di DVD Netflix e le sue promozioni sono coperti
in parte dagli studi cinematografici
Aste on-line Web Acquirenti Venditori Acquirenti I venditori pagano a eBay una commissione dell’8%