INTRODUZIONE
L’idea che il popolo tedesco abbia sostenuto e assecondato totalmente e senza riserve il
regime totalitario di Hitler è una convinzione impressa nella collettività. Durante il mio
percorso di studi mi sono imbattuta numerose volte nella menzione del gruppo di resistenza
die Weiβe Rose (La Rosa Bianca) senza però mai analizzarne a fondo i contenuti; la mia
passione per la storia tedesca e la mia curiosità sull’allora sconosciuto tema dell’opposizione
al nazionalsocialismo mi hanno portato a voler approfondire questo delicato argomento.
Alcune domande mi sono sorte spontanee: dunque è vero che l’intero popolo tedesco
rimase inerte davanti al nazismo? Se invece è esistita una resistenza, con quali modalità ha
agito e perché è sconosciuta ai più? Obiettivo del seguente elaborato è rispondere a tali
quesiti; non si vuole difendere la parte di popolazione tedesca rimasta indifferente ad una
simile tragedia, ma dare invece valore alle diverse forme di contrasto attraverso le quali
gruppi e singoli si sono coraggiosamente schierati contro il nazionalsocialismo.
Questa dissertazione si suddivide in tre capitoli. Nel primo capitolo si introduce
l’argomento della tesi mediante una ricostruzione storica degli eventi a partire dalla salita al
potere di Hitler e si descrivono le diverse strategie di resistenza messe in atto negli anni 1932-
1944. Nel secondo capitolo, attraverso la lettura e l’analisi del romanzo Ognuno muore solo di
Hans Fallada, si affronta la vera storia di due coniugi berlinesi, Otto ed Elise Hampel, che
attraverso la distribuzione di cartoline anti-naziste decisero di ribellarsi contro il regime a
seguito di una disgrazia famigliare. Nel terzo capitolo si ricostruisce la storia e l’attività del
gruppo precedentemente citato La Rosa Bianca, famoso gruppo di resistenza attivo a Monaco
dal 1942 con la scrittura e la distribuzione di volantini anti-nazisti.
Le storie presentate in questa dissertazione sono in grado di toccare profondamente i
lettori; essendomi appassionata al tema, spero che la mia tesi favorisca, almeno in parte, a far
crollare il pregiudizio sulla totale mancanza di opposizione alla dittatura hitleriana, per
lasciare il posto ad una maggior consapevolezza sulla storia della resistenza tedesca.
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1. LA RESISTENZA AL NAZIONALSOCIALISMO
1.1. L’ascesa al potere di Hitler (1932-1942)
Questo primo capitolo si articola partendo da un’introduzione storica della salita al potere
di Hitler e prosegue con il mostrare il panorama delle diverse forme di resistenza attuate dai
tedeschi di fronte agli orrori del nazismo. L'intento è dunque quello di superare il pregiudizio
secondo il quale nella Germania nazista non ci sarebbe stata opposizione al regime.
Come scrive lo storico Federico Trocini, persiste ancora oggi l’idea di un totale e
incondizionato sostegno del popolo tedesco al nazismo in relazione al fatto che non vi furono
mai vistose manifestazioni di scollamento tra popolazione e regime: questo pregiudizio ha
messo in secondo piano il fatto che in realtà furono migliaia i tedeschi che morirono nella
lotta antinazista, che emigrarono o che finirono nei campi di concentramento
1
.
Secondo Trocini sarebbe inoltre opportuno parlare di due tipi di resistenza:
l’insubordinazione sociale (Opposition) e la resistenza politica attiva e organizzata
(Widerstand)
2
. Con il termine Opposition si delineano diverse forme non-violente con cui la
popolazione manifestava la propria non conformità alle idee del partito, per esempio il rifiuto
di eseguire il saluto nazista, la diserzione o il dare rifugio alle vittime delle persecuzioni. Il
termine Widerstand si riferisce invece ai vari gruppi e progetti che volevano rovesciare il
regime hitleriano, anche per mezzo di azioni terroristiche.
A partire dagli anni Trenta del Novecento in seguito alla crisi economica del 1929 e di
fronte ad un periodo di enorme precarietà economico-militare della Germania, Adolf Hitler,
leader del partito nazionalsocialista, raccolse consensi promettendo una redenzione sul piano
militare dalla pace di Versailles ed un futuro glorioso.
Nel 1932, il partito nazista ebbe un grande successo e il presidente Hindenburg dovette
assegnare a Hitler la guida dello stato il 30 gennaio 1933. Poco prima delle nuove elezioni del
1933, si verificò il drammatico incendio del Reichstag, sede del Parlamento. Questo evento
venne abilmente sfruttato da Hitler il quale incolpò del fatto i comunisti, estendendo così i
consensi per il partito nazista che arrivò alla maggioranza assoluta il 5 marzo. Gli
1 F. TROCINI (a cura di), Tedeschi contro Hitler? La società tedesca tra nazionalsocialismo e Widerstand,
Soveria Mannelli (Catanzaro) 2021, Rubettino Editore, p. 8.
2 Ivi, pp. 8-15.
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schieramenti comunista e socialdemocratico vennero messi fuori legge e il partito nazista
divenne l’unico movimento politico tedesco.
La Germania era ormai avviata alla realizzazione da parte del partito nazista del regime
totalitario del Terzo Reich. Venne istituita la Gestapo (Geheime Staatpolizei), una forma di
polizia politica pronta reprimere qualsiasi forma di opposizione al regime.
Secondo l’ideologia nazista elaborata nel saggio autobiografico di Hitler Mein Kampf il
principio fondamentale del nazismo era la purezza della «razza ariana» e quindi il sangue
come identità del popolo
3
. In questo contesto era dunque essenziale avviare una lotta contro il
«diverso» che minacciava la forza del popolo tedesco; il popolo doveva identificarsi a pieno
con le idee del partito e combattere contro tutti coloro considerati come «nemici della patria».
Secondo lo storico Sandro Rogari, il bisogno di identificare un nemico assoluto era
strategico per rafforzare la dittatura e per portare all’aggregazione delle masse contro un
nemico interno che, in accordo con nemici esterni, tramasse contro la Germania il cui popolo
era colpito dalla crisi economica e aveva quindi la necessità di concentrare il proprio odio su
un nemico comune
4
.
L’odio per gli ebrei aveva radici profonde nella società europea a causa dell’immagine
degli ebrei come assassini di Gesù Cristo e degli stereotipi antisemiti nella religione e nella
cultura. Gli ebrei tedeschi erano incolpati di essere traditori della Germania e di essere
responsabili della crisi economica che gravava sul paese. Con le leggi di Norimberga del
1935, gli ebrei persero lo status di cittadini e il Reich iniziò a perseguitarli.
La notte fra il 9 e il 10 novembre 1938 avvenne la così detta «notte dei cristalli», scatenata
dall’assassinio di un diplomatico da parte di un giovane ebreo; per ritorsione migliaia di
sinagoghe e negozi di ebrei furono distrutti, ventimila ebrei furono arrestati e molti di loro
uccisi.
Con l’inizio della guerra, la politica di sterminio di massa si rafforzò e i campi di
concentramento, già esistenti come luoghi di incarceramento, diventarono dei veri e propri
campi di sterminio destinati all’eliminazione di massa dei prigionieri. Oltre agli ebrei anche
tutte le altre persone che in qualche modo venivano visti come «diversi» furono esclusi dalla
3 Hitler scrisse Mein Kampf (La mia battaglia) nel 1924, durante l’anno di reclusione nel carcere di Landsberg
am Lech per il fallito colpo di stato del 1923. Il testo fu pubblicato per la prima volta nel 1925.
4 S. ROGARI, L’età della globalizzazione. Storia del mondo contemporaneo dalla Restaurazione ai giorni
nostri, Novara 2014, seconda edizione, Utet Università, p. 358.
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comunità e oppressi: tra questi disabili, malati mentali, zingari, rom, testimoni di Geova,
omosessuali e dissidenti politici.
Con la morte di Hindenburg nel 1934, Hitler accolse nella sua persona i ruoli di capo dello
stato, del partito e di cancelliere della Germania.
Attraverso un’abile propaganda, l’oppressione della libertà di stampa, di opinione e di
associazioni e con una vera propria politica del terrore, il partito riuscì in breve tempo a
ricevere consensi e a soggiogare il popolo tedesco.
1.2. La resistenza operaia
All’alba dell’ascesa del partito nazista, la resistenza del Movimento Operaio era
sicuramente quella più forte. Comunisti, socialisti e socialdemocratici iniziarono a denunciare
il nuovo regime, in particolare per mezzo della stampa clandestina.
Il problema maggiore fu che la resistenza operaia non si consolidò mai in un fronte unito, a
causa delle forti divergenze tra comunisti e socialisti. La resistenza era infatti caratterizzata da
piccoli gruppi indipendenti che lavoravano da soli e questo comportò la loro rapida sconfitta
da parte del partito; molti comunisti e socialisti infatti vennero arrestati, torturati e uccisi,
mentre altri riuscirono a fuggire e a continuare l’opera di resistenza all’estero. Soprattutto
Praga e Parigi erano i maggiori centri di resistenza esteri.
Le maggiori attività di resistenza furono riunioni segrete, volantinaggio, messaggi
antinazisti distribuiti tramite corrieri e aiuto alle famiglie di imprigionati. Inoltre all'interno
delle fabbriche, gli oppositori al partito cominciarono a lavorare a ritmi terribilmente lenti, a
sabotare le macchine, ad organizzare incontri segreti e muovere delle critiche al partito.
Ciò che portò alla resistenza operaia furono sia ragioni politiche e ideologiche, sia ragioni
etiche, in particolare in relazione all'eccessiva oppressione poliziesca e alla violazione dei
diritti fondamentali dell'uomo.
Come scrive Trocini, infatti, la ribellione contro le misure oppressive dei nazisti non è che
l’inizio della resistenza, che passò da forme più generiche a forme più militanti di
opposizione; nel tentativo di aiutare gli ebrei, migliaia di persone sfidarono l’arresto,
l’internamento e la pena di morte
5
.
5 F. TROCINI, op. cit., p. 15.
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