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perchŁ molti istituti di ricerca, ditte farmaceutiche, universit
ecc. dedichino tanta parte delle loro risorse finanziarie,
tecnologiche e umane all identificazione di nuove armi
contro questo tipo di patologia. Alcune delle sostanze, studiate
fin dagli anni cinquanta, che di recente hanno maggiormente
attirato l attenzione dei ricercatori,sono le vitamine. Esse sono
delle sostanze organiche, con significato di regolatori,
presenti nell alimentazione, essenziali giacchŁ l organismo
non Ł in grado di sintetizzarle o pu sintetizzarle solo in
quantit insufficienti ed il cui contenuto energetico Ł privo di
significato (2). Le vitamine, che qui prendiamo in
considerazione, sono la A, la C e la E, cioŁ quelle di cui Ł
stato osservato il potere antiossidante. In particolare, come
vedremo, la letteratura internazionale ha dedicato, e continua a
dedicare, notevoli spazi alla vitamina E, alla vitamina E in
associazione con la C e/o con altri antiossidanti; meno
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numerosi, ma tutt altro che assenti, gli studi sulla vitamina A,
riguardanti le malattie cardio-vascolari ed altre patologie e/o
patogensi (cancro e cancerogenesi, per esempio). Per
l assunzione di queste vitamine l uomo dipende dalla dieta
(non Ł cos per molti animali). Fra l altro, appare non
inverosimile che un difetto di trasmissione genetica di un
progenitore dell uomo abbia prodotto questo stato di cose,
che, forse, Ł stato utile anche dal punto di vista evolutivo. La
necessit di trovare elementi ricchi di vitamina C, che l uomo
Ł assolutamente incapace di produrre, potrebbe essere stato,
per esempio, uno dei motivi degli spostamenti, da parte dei
nostri progenitori, verso le zone a clima piø temperato e con
maggiore vegetazione e potrebbe aver favorito, cos , lo
sviluppo e l affermazione della nostra specie.
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Fonti delle vitamine
La vitamina A, o Retinolo, o Axeroftolo, Ł presente
principalmente nel fegato, nell olio di fegato, nel latte e nei
suoi derivati, nel tuorlo d uovo. In piø, le provitamine, il beta-
carotene e i carotenoidi (si tratta di pigmenti, i cui colori
possono assumere tonalit variabili dal giallo al rosso al
violetto, che vengono trasformati in vitamina A nell intestino
e dal punto di vista chimico sono degli idrocarburi complessi),
sono presenti nelle carote ed in molte piante (esempio:
pomodori maturi). Di vitamine E (o tocoferolo) sono molto
ricchi tutti gli organismi vegetali ed animali, in particolare, se
ne riscontrano elevate concentrazioni nei semi, negli oli
vegetali, nella margarina, nei cereali (e quindi nel pane
integrale), nella verdura a foglie verdi, nel fegato e nel latte.
La vitamina C o acido ascorbico Ł presente nella verdura,
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negli ortaggi, nella frutta fresca. Contenuti molto elevati si
trovano nei peperoncini, nel prezzemolo, nei broccoli, nei
cavolfiori, nelle fragole, negli agrumi, piccole quantit sono
presenti anche nel fegato di animale. Negli alimenti la
distribuzione di vitamina C non Ł uniforme. In arance e
limoni, per esempio, la buccia ha un contenuto vitaminico
maggiore della polpa; in insalata e spinaci Ł piø presente nelle
foglie che nei gambi. La concentrazione di vitamina C, inoltre,
Ł inversamente proporzionale alla maturazione del frutto.
Metabolismo della vitamine antiossidanti
Per quanto riguarda il metabolismo delle vitamine, la prima
distinzione da fare Ł quella fra vitamine liposolubili e vitamine
idrosolubili. Al primo gruppo appartengono la vitamina A e la
vitamina E, al secondo gruppo la vitamina C. Le vitamine
liposolubili si sciolgono e si depositano nei grassi, dove il
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nostro organismo Ł in grado di immagazzinarle: grossi
depositi di vitamina A si trovano nel fegato, mentre solo pochi
grammi di vitamina E si riscontrano complessivamente nel
fegato, nel tessuto adiposo, nell utero, nei testicoli,
nell ipofisi, nelle ghiandole surrenali. Le vitamine idrosolubili
(vitamina C) si sciolgono nell acqua e possono, quindi, venire
facilmente e rapidamente eliminate con il sudore e con le
urine, risultando, cos , difficile immagazzinarne grosse scorte
(si depositano massimo 1- 1,5 grammi distribuiti fra cervello,
reni, surreni, pancreas, fegato, cuore ). Rari sono i quadri da
carenza di vitamine liposolubili, le cui scorte possono durare
anche per uno o due anni ( vitamina A ); la carenza di
vitamina C ( idrosolubile ) , invece, si manifesta con lo
scorbuto uno-tre mesi dopo una dieta gravemente o
completamente carente. L assunzione delle vitamine con la
dieta spesso non Ł sufficiente per il loro reale assorbimento.
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L assorbimento delle vitamine liposolubili ( A, ed E ), infatti,
Ł possibile solo insieme a lipidi o ad acidi biliari; questo vale,
soprattutto, per il beta- carotene, presente nelle piante, che
sono prive di grassi. I livelli plasmatici delle vitamine
antiossidanti di un organisno dipendono da molti fattori (
alcuni a noi forse troppo poco noti), oltre che dai livelli di
vitamine ingeriti. Sia in vivo che in provetta, esiste un alto
livello di interazione fra le diverse sostante antiossidanti ( 64
). E anche grazie a queste interazioni che, basandosi su
modelli teorici, matematici e chimici, si stanno creando
antiossidanti di sintesi, alcuni gi datati ( probucolo ) e
studiati, altri del tutto nuovi ( BO-653 ). Queste interazioni, di
cui sopra, sono dovute al fatto che molti antiossidanti hanno la
capacit di rigenerare altre speci ossidate; questo sembrerebbe
essere dipendente in larga misura dal loro potenziale di
riduzione. Nell omogeneizzato di piastrine umane, infatti, la
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vitamina E ossidata Ł stata rigenerata dalla vitamina C o dal
glutadione ridotto ( 65 ). Anche altre sostanze, come il lipoate
e l ubiquinololo, si sono dimostrati capaci di rigenerare la
vitamina E ossidata ( 66 ). Ancora, l assunzione di acidi grassi
polinsaturi e di ferro Ł in grado di diminuire le scorte di
vitamina E. La vitamina C Ł molto ridotta nei fumatori e
alcuni fattori ambientali ( livello di ozono, e radiazioni UV )
sono anch essi in capaci di ridurre le scorte di vitamine
antiossidanti. Va anche ricordata l importanza dello stato
energetico del soggetto; negli stati di insufficienza energetica
( cachessia, anoressia ), infatti, vengono a mancare NADH e
NADPH, che sono prodotti dell ossidazione del cibo e che
sono donatori naturali di elettroni, indispensabili per le
reazioni di rigenerazione.
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Funzioni delle vitamine antiossidanti
Oltre alla loro capacit antiossidante, queste vitamine hanno
anche ruoli fondamentali per il buon funzionamento del nostro
organismo. La vitamina A Ł indispensabile per tutte le cellule
epiteliali e per la crescita dello scheletro; l aldeide della
vitamina A, il retinale, Ł parte essenziale della rodopsina, ed Ł,
quindi, indispensabile per la visione ( soprattutto per la
visione al buio ). La vitamina E previene l ossidazione degli
acidi grassi insaturi delle membrane cellulari ed Ł utile per il
corretto funzionamento del tessuto muscolare e nervoso; in
questi tessuti le membrane sono eccitabili ed hanno funzioni
particolari. Per quanto riguarda le vitamine idrosolubili, la
vitamina C, in particolare, Ł fondamentale per la formazione
delle sostanze intercellulari ( esempio: collagene, proteine
strutturali del tessuto connettivo), ed Ł coadiuvante nelle
idrossilazioni e nell incorporazione del ferro nella ferritina.
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Razioni giornaliere consigliate e
manifestazioni da carenza vitaminica
Gli apporti giornalieri raccomandati di queste vitamine sono:
per la vitamina A, l apporto raccomandato Ł di 0,8-1,1 mg e
di 1,6-2,2 mg di beta carotene, la dose massima Ł di 15 mg (
manifestazione da carenza di questa vitamina sono: disturbi
della crescita nei bambini, cecit notturna, corneificazione
atipica degli epiteli); per la vitamina E si raccomandano 12
mg (le tipiche manifestazioni da carenza: disturbi del
metabolismo muscolare e della permeabilit vascolare); per la
vitamina C l apporto giornaliero raccomandato Ł di 75 mg, a
cui va aggiunto un 40% in piø se si tratta di un soggetto
fumatore ( la manifestazione da carenza classica Ł lo scorbuto,
con disturbi del tessuto connettivo, emorragie gengivali,
sensibilit alle infenzioni, psoriasi, ecc; tali condizioni erano
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note da tempo ai navigatori, costretti a nutrirsi per mesi di
carne secca e di pesce salato, che nelle navi erano piø facili da
trasportare ed occupavano meno spazio di frutta e verdura).
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Aterosclerosi e malattie cardiovascolari
All inizio di questo secolo, Marchand introdusse un nuovo
termine in medicina, aterosclerosi appunto, per indicare
quelle lesioni, riscontrate nei vasi, di consistenza poltigliosa (
aterosclerosi deriva dal greco αθυρα , che significa proprio
pappa, poltiglia). La definizione dell Organizzazione
Mondiale della Sanit Ł basata su elementi descrittivi e recita:
combinazione variabile di alterazioni dell intima delle arterie
consistente nell accumulo focale di lipidi, carboidrati
complessi e prodotti del sangue, tessuto fibroso e depositi di
sali di calcio che possono essere associate con alterazioni
degenerative della media . L aterosclerosi, in sŁ, Ł bene
ricordarlo, non pu essere definita una malattia vera e propria;
essa Ł, infatti, il processo patologico, che causa l infarto e la
cardiopatia ischemica, le cerebropatie vascolari, come l ictus,
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le arteriopatie obliteranti degli arti inferiori e anche alcune
patologie renali. Come tale, l aterosclerosi Ł responsabile di
piø del 50% delle morti in USA, Europa e Giappone, i paesi a
piø alto tenore di vita e piø industrializzati (3). L ipotesi sulla
patogenesi dell aterosclerosi, introdotta da Ross nel 1986 e
oggi universalmente accettata, Ł quella della risposta
all insulto (4). Questo spiega il processo aterosclerotico
come un infiammazione cronica, indotta da insulti, che
danneggiano l endotelio vasale; ad essa conseguono molte
interazioni, cellulari e molecolari, fra cellule endoteliali,
cellule di muscolo liscio e cellule presenti nel sangue come
macrofagi, T-linfociti, piastrine ecc. Questa infiammazione,
che in condizioni fisiologiche Ł protettiva, porta alla
formazione di una lesione ateromasica, a causa dell eccessivo
e continuato insulto, che pu essere di tipo meccanico
(ipertensione), chimico (LDL ossidate,
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omocisteina,tossine), immunologico, virale, ecc. La lesione
aterosclerotica Ł una struttura dinamica, in continua
evoluzione, come evidenziato in molti studi su uomini ( rilievi
autoptici ) e su animali ( 5, 6, 7 ).
Formazione della placca ateromasica
Schematicamente Ł possibile identificare tre momenti, nella
formazione e successiva evoluzione della lesione
aterosclerotica ( 8 e fig.1 ) .
1) La stria lipidica, o fatty streak degli autori anglosassoni,
che Ł il segno piø precoce dell aterosclerosi. Essa Ł costituita
da cellule schiumose cariche di lipidi, per lo piø ossidati;
queste sono il risultato della trasformazione dei macrofagi,
che, attraverso i recettori scavanger, inglobano al loro interno
particelle lipidiche ossidate come le LDL. Questi macrofagi,
dopo aver attraversato l endotelio leso, che avevano
raggiunto, ancora come monociti, grazie agli stimoli
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chemiotattici, prodotti dall infiammazione, pervengono allo
spazio subendoteliale, per mezzo di specifiche molecole
d adesione superficiali, anch esse prodotte in seguito
all infiammazione cronica. La stria lipidica Ł una lesione
estremamente frequente: infatti, essa Ł stata riscontrata nelle
arterie coronariche nel 50% dei bambini di et compresa fra i
10 e i 14 anni ( 5,6,9 ). Questa lesione, comunque, non
produce sintomi o segni e non sembra dare nessun tipo di
problema, se non quello di poter evolvere verso lesioni piø
gravi con il tempo e le giuste condizioni.
2) Alla stria lipidica segue una lesione, caratterizzata da strati
sovrapposti di cellule schiumose e fibrocellule muscolari
lisce; queste, in risposta ai fattori di crescita e citochine,
prodotti da cellule endoteliali, monociti, macrofagi,
proliferano e transmigrano dalla media allo spazio
subendoteliale.