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Università degli Studi di Catania
Facoltà di Architettura di Siracusa
Tesi di Laurea di Salvatore Valastro Inquadramento
Villa Bonajuto a Catania: Mitosi di un’ Architettura
Relatore: Fabio Ghersi
Correlatore: Angelo Di Chio
a.a. 2011 - 2012
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A Catania esiste una piccola opera d’architettura posta su uno degli assi viari di quello sviluppo urbanistico della
città avvenuto intorno agli anni Venti e Trenta, oggi Corso Italia.
E’ Villa Bonajuto, ubicata al civico 266. Il progetto, firmato ufficialmente dal geometra Corsaro, si pensa sia in
verità opera dell’architetto siciliano Paolo Lanzerotti (1875-1944).
Attualmente l’edificio è parzialmente demolito a causa di vicende di carattere politico-giudiziarie e si presenta
alla città come una ferita aperta non ancora risanata.
Prima di raccontare le varie vicissitudini che vedono protagonista Villa Bonajuto, è giusto soffermarsi sul luogo
in cui sorge l’edificio: Corso Italia.
Inquadramento e storia dell’edificio
Cap 1
Fase 1: costruzione
Intorno all’anno 1934 viene costruita villa Bonajuto- di stile tardo Liberty
con vaghe reminiscenze neo- stricistiche. Progetto firmato dal geometra
Corsaro, impiegato dello studio Lanzerotti, ma quasi unanimamente attri-
buita allo stesso Paolo Lanzerotti (1875-1944, architetto siciliano contem-
poraneo, ma anche antagonista di Francesco Fichera), che non avrebbe
potuto apporre la sua firma in calce al progetto in quanto membro, così
come risulta dai documenti dell’epoca, della commissione edilizia incari-
cata di esaminare il progetto e concederne il “certificato di nulla osta per
la costruzione”. Su questa vicenda s’inseriscono lunghissime pagine
giudiziarie e di storia urbana.
Fase 2: demolizione
Il propretario dell’immobile fece grande leva sul fatto che: essendo l’opera
firmata dal geometra Corsaro ed essendo un semplice assemblaggio di
parti stilistiche di repertorio, non presentava caratteri storico- architetto-
nici di pregio e conseguentemente non sottoponibili a vincolo monumen-
tale. E’ così che la mattina del 5 giugno 1985 vengono avviati i lavori di
demolizione della villa per costruire una semplice palazzina a più piani
destinata a residenze. Ma grazie all’apposizione di un tempestivo vincolo
paesaggistico unito ad un meccanismo di sospensione dei lavori in via
autotutelativa operata dalla Soprintendenza, i lavori di demolizione furono
bloccati in poche ore, ma non prima che l’edificio subisse la perdita di un
terzo della sua volumetria, dei suoi segni distintivi, delle sue pietre, della
sua presenza nel panorama urbano.
Fase 3: Puntellamento e messa in sicurezza
Non prima che trascoressero otto anni e quindi nel 1992, la Soprintenden-
za di Catania effettua i lavori di puntellamento e messa in sicurezza e
salvaguardia, anche se approssimativa, dagli agenti atmosferici,
dell’edificio nel suo complesso. Tutto questo è stato effettuato d’ufficio e
con un provvedimento di “somma urgenza” dopo che numerose intima-
zioni e diffide rivolte all’impresa costruttrice erano rimaste prive di rispo-
sta E’ solo grazie alla generosità strutturale ed alla capacità storica, da
sempre offerta dai procedimenti costruttivi in muratura tradizionale, di
mantenere nel tempo anche lo stato di rudere, che Villa Bonajuto conser-
va intatta la sua stabilità statica in tutte le parti restanti prive ormai del
concatenamento murario.
Piano Regolatore e d’Ampliamento della città di Catania del 1905 (Giannotta)
1800
1900
1934
Villa Bonajuto, dopo aver fermato l’opera di demolizione
Villa Bonajuto, durante il processo di demolizione
1985
Villa Bonajuto, stato attuale. (prospetto nord- ovest)
Villa Bonajuto, stato attuale. (prospetto est)
1992
Villa Bonajuto prima della demolizione. ( prospetto nord- est) Villa Bonajuto: pianta piano 1: copia del progetto originario
Pianta della città di Catania del 1870 (Gentile Cusa)
Edifici demoliti
52_ Villa Simili- v. Simili
53_ Sport Club- v. S. Euplio, 168 (Inail)
54_ Olimpia- piazza Stesicoro
55_ Villa D’Ajala- c.so Italia (Banca)*
56_ Villa Farnè- Barriera*
57_ Birreria Svizzera- v. Etnea*
58_ Birreria Svizzera- v. Etnea, 141 (Upim)*
59_ Villa Priolo- v. Androne, 73*
60_ Palazzo Modica (Pretura unificata)*
61_ Cinema Hall- v. Etnea (Rinascente)*
62_ Palazzo Terranova- piazza Trento (Albergo Jolly)
63_ Palazzina- v.le M. Rapisardi, 397
* Edifici costruiti da Paolo Lanzerotti
Edifici liberty nella città di Catania:
1_ Tondo della raffineria trinacria- v.le Africa
2_ Teatro Sangiorgi- v. Sangiuliano, 229
3_ Villa Manganelli- c.so Italia, 37
4_ Villa Miranda- v.le XX Settembre, 64
5_ Clinica Vagliasindi- piazza Cavour, 19
6_ Palazzina della Soc. Elettrica- piazza Trento
7_ Villa Majorana- v. Androne, 36
8_ Garage Musmeci- Piazza Bovio
9_ Villino Citelli- v. S. Tomaselli, 31*
10_ Villa Del Grado- c.so Italia, 211*
11_ Palazzina- v. V. Giuffrida, 35*
12_ Palazzo Benenati- v. G. Oberdan, 119*
13_ Palazzo Lanzerotti- v. G. Oberdan, 141*
14_ Cinema Diana- v. Umberto, 11*
15_ Villa Bonajuto- c.so Italia, 266*
16_ Villa Pancari- v. Acque Casse, 34
17_ Palazzo Zingali Tetto- v. Etna, 742
18_ Palazzo Marano- v. Umberto, 272
19_ Palazzo- piazza Duca di Camastra
20_ Negozio Frigeri- v. Manzoni, 95
21_ Palazzo Abate- v. Carmelo Abate, 12
22_ Palazzo- v. VI Aprile, 19
23_ Villa Ardizzone- v.le M. Rapisardi, 114
24_ Clinica Clementi- piazza S. M. di Gesù
25_ Palazzo- v. Caronda, 90
26_ Palazzo Monaco- v.le XX Settembre, 39
27_ Palazzo- v.le XX Settembre, 35
28_ Palazzo- v. Papale, 36
29_ Palazzo- v. Conte Ruggero, 38
30_ Villa Tringali- v. Duca degli Abruzzi, 50
31_ Facciata- v. Monte S. Agata, 5
32_ Villa Fichera- v. Ardizzone Gioeni, 1
33_ Palazzo- piazza Cavour, 14
34_ Palazzo- c.so Italia, 14
35_ Villa Wackerlin- v. Guzzardi, 9
36_ Palazzo- piazza Iolanda, 1
37_ Palazzo- v. Ughetti, 5
38_ Villetta- v. V. Casagrande, 50
39_ Palazzo- via Plebiscito, 158
40_ Palazzo- via Plebiscito, 623
41_ Palazzo- via Plebiscito, 697
42_ Palazzo- v.le XX Settembre, 70
43_ Palazzo- v. Vanasco, 9
44_ Palazzo- v.le Libertà, 15
45_ Palazzo- v.le Libertà, 139
46_ Palazzo- v. Monserrato, 69
47_ Palazzo- v.le M. Rapisardi, 175
48_ Palazzo Zappalà Asmundo- v. Etnea, 544
49_ Palazzo- c.so Italia, 4
50_ Palazzo- v. Duca degli Abruzzi, 158
51_ Villette- v. Bronte
Corso Italia
Il Piano regolatore per il risanamento e per l’ampliamento della città di
Catania di Bernardo Gentile Cusa è il primo piano della città che ne affronta
le problematiche in modo organico, prestando attenzione e proponendo
delle soluzioni alla situazione esistente e a quella dei nuovi quartieri in fase
di formazione. La nuova struttura urbana auspicata dall’ingegnere presen-
ta come spina dorsale la <magnifica via Etnea>, parallelamente alla quale
sono previsti due grandi viali, a est e a ovest. Il primo ha inizio di fronte la
stazione ferroviaria; il secondo di fronte all’ospedale Vittorio Emanuele che
era stato appena realizzato all’interno del giardino dei Benedettini. L’asse
più importante dal punto di vista urbano è il viale Regina Margherita il cui
progetto di massima era stato approvato dal consiglio municipale nel 1882
e prevedeva che essa divenisse (cosa che si è verificata) la strada più
grande e rappresentativa della città.
All’epoca esisteva già il tratto che, tagliando il giardino Bellini, aveva isola-
to il triangolo dell’attuale piazza Roma, ma un gran numero di case povere
ne ostruivano il prolungamento verso il mare, a est. Già nel 1880 era stato
tracciato un tratto del viale dal giardino verso ovest e, in seguito, si era
data ai proprietari terrieri la possibilità di lottizare. Il raggiungimento del
lungomare ha, nelle idee del Gentile, una funzione estetica (il belvedere
della città), una funzione igienica (l’arezaione), una funzione, molto impor-
tante, di rappresentazione della nuova condizione sociale ed economica di
Catania trattandosi di una promenade pubblica connessa con l’ingresso
per le carrozze del giardino Bellini.
La larghezza del viale aumenta man mano che esso procede verso il mare:
in principio, per uno sviluppo di 372 metri, ha una larghezza di 16,40 metri
pari a quella di via Etnea. Il secondo tratto fino a piazza d’Armi ha una
larghezza di 25 metri; il terzo tratto, fino al mare (corso Italia) è largo 40
metri.
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Edifici ancora esistenti
Edifici demoliti
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Università degli Studi di Catania
Facoltà di Architettura di Siracusa
Tesi di Laurea di Salvatore Valastro
Cenni Storici
Villa Bonajuto a Catania: Mitosi di un’ Architettura
Relatore: Fabio Ghersi
Correlatore: Angelo Di Chio
a.a. 2011 - 2012
Fonti
Rocca, Antonio, Il Liberty a Catania, Catania, Magma- La Terra del Sole, 1991
Di Gregorio Giuseppe (1995), Villa Bonaiuto a Catania un’esperienza di rilievo
integrato, in “Dal rilievo dell’immagine all’immagine del rilievo: ricerche sul
patrimonio culturale architettonico, Andreozzi Luigi e Restuccia Franca, Catania,
D.A.U. Università degli Studi di Catania, documenti 13, 1995
Nigrelli, Fausto Carmelo, Catania: il piano d’ampliamento della città del 1888, in
“Storia urbana”, XVI(58), 1992, pp. 119
Di Chio Angelo, Villa Bonajuto a Catania- Architettura e Tecniche costruttive tra il
XIX e il XX secolo, Napoli, Luciano Editore, 2002
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Il Piano Regolatore per il risanamento e per l’ampliamento della città di Catania redatto da Bernardo Gentile
Cusa è il primo piano della città che ne affronta le problematiche in modo organico, prestando attenzione e
proponendo delle soluzioni alla situazione esistente e a quella dei nuovi quartieri in fase di formazione. La nuova
struttura urbana auspicata dall’ingegnere presenta come spina dorsale la magnifica via Etnea, parallelamente
alla quale sono previsti due grandi viali, a est e a ovest. Il primo ha inizio di fronte alla stazione ferroviaria, mentre
il secondo inizia all’ospedale Vittorio Emanuele che era stato appena realizzato all’interno del giardino dei Be-
nedettini. L’asse più importante dal punto di vista urbano è il viale Regina Margherita, il cui progetto di massima
era stato approvato dal Consiglio Municipale nel 1882 e prevedeva che essa divenisse (cosa che si è verificata)
la strada più grande e rappresentativa della città.
All’epoca esisteva già il tratto che, tagliando il giardino Bellini, aveva isolato il triangolo dell’attuale piazza Roma,
ma un gran numero di case povere ne ostruivano il prolungamento verso il mare, a est. Già nel 1880 era stato
tracciato un tratto del viale dal giardino verso ovest e, in seguito, si era data ai proprietari terrieri la possibilità
di lottizzare. Il raggiungimento del lungomare ha, nelle idee del Gentile, una funzione estetica (il belvedere della
città), una funzione igienica (l’arezaione), una funzione, molto importante, di rappresentazione della nuova con-
dizione sociale ed economica di Catania, trattandosi di una promenade pubblica connessa con l’ingresso per
le carrozze del giardino Bellini.
La larghezza del viale aumenta man mano che esso procede verso il mare: in principio, per uno sviluppo di 372
metri, ha una larghezza di 16,40 metri pari a quella di via Etnea. Il secondo tratto fino a piazza d’Armi ha una
larghezza di 25 metri; infine il terzo tratto, fino al mare (corso Italia) è largo 40 metri.
Corso Italia
Villa Bonajuto prima della demolizione
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Nella prima metà degli anni ‘30 viene costruita villa Bonajuto in uno stile tardo Liberty. Come già detto il progetto
fu firmato dal geometra Corsaro, ma si ha come l’impressione che il vero progettista sia Paolo Lanzerotti. Sono
vari i motivi che portano a credere a questa ipotesi. In quegli anni l’architetto Lanzerotti era membro della com-
missione edilizia che aveva l’incarico di far approvare i progetti e quindi non avrebbe potuto appore la sua firma
su un suo progetto. Inoltre, confrontando gli elaborati del Lanzerotti con quelli di villa Bonajuto, troviamo molte
similitudini sia nella grafica sia nella calligrafia della scrittura.
Anche se può sembrare una banalità o una prassi spesso usata, quella di far apporre la firma ad un altro pro-
gettista, nel caso specifico di Villa Bonajuto è un elemento da non trascurare, che, come vedremo in seguito,
cambierà per sempre le sorti del fabbricato.
Costruzione dell’edificio