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CAPITOLO 1: INTRODUZIONE
La scelta del tema di questa tesi, “VIDES: la sfida di cooperazione di una ONG
in Sud America”
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deriva dalla mia esperienza di tirocinio presso l’Associazione
VIDES, Volontariato Internazionale Donne Educazione Sviluppo, e dal mio forte
interesse nei confronti sia del tema che del territorio in questione, dal punto di
vista sia linguistico che culturale.
Il Sud America ha sempre attirato la mia attenzione.
Innanzitutto, quello che mi affascina è la lingua maggiormente parlata nelle
nazioni di riferimento. Un mio grande desiderio è sempre stato parlare lo
spagnolo perché lo ritengo una lingua divertente, musicale e anche di facile
apprendimento, essendo molto simile all’italiano sia nei fonemi che nella
grammatica. Per questo motivo, a partire dalle scuole superiori, ho iniziato a
studiare lo spagnolo e ho anche vissuto per un periodo a Barcellona, dove ho
frequentato un corso di lingua spagnola.
In secondo luogo, paesi come il Brasile, l’Ecuador, l’Argentina e altri, sono
territori geograficamente lontani dall’Italia, ma, con lo sviluppo del trasporto
aereo e delle relazioni culturali e turistiche, diventano facilmente
raggiungibili, basta avere tempo e denaro a disposizione. Questa lontananza mi
porta alla mente un mondo completamente diverso dal nostro da tutti i punti di
vista, culturale, politico, storico, economico e sociale. All’idea che oltre
Oceano ci siano luoghi meravigliosi che comunicano un senso di libertà e
rilassamento, realizza in me il desiderio di mettere uno zaino in spalla e
partire. Nei documentari che vengono trasmessi alla televisione sono mostrati
luoghi incantevoli, spiagge straordinarie, città sviluppate con stili prettamente
appartenenti alle popolazioni locali che rendono quelle località ancora più
affascinanti. Si ha la sensazione di poter scoprire un territorio dove solo la
natura domina e dove l’uomo ancora non ha posto le radici, in quegli spazi
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La definizione America latina allude ai paesi la cui lingua è neolatina, per cui geograficamente
comprende Sud e Centro America, escludendo i paesi di lingua anglosassone (oltre a Canada e Stati Uniti,
Belize, Guyana e Suriname). Diversamente, il concetto di Sud America fa riferimento unicamente alla
geografica del continente e non a lingue o storia dei paesi che la compongono: comprende tutti i paesi a
sud della Colombia (Colombia compresa)
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incantevoli vivono specie animali a noi sconosciute e libere di poter godere del
loro habitat naturale. Idealmente, si ha la sensazione che lì tutto possa essere
possibile, realizzabile, che regni un atmosfera di calma, felicità e tranquillità.
Naturalmente tutto ciò non rispecchia completamente la realtà perché, se si
vanno ad analizzare nel dettaglio le situazioni di ogni singola nazione, si scopre
che anche lì esistono problemi e difficoltà, come in tutto il resto del mondo.
Quando penso alle popolazioni sud americane, mi vengono sempre in mente
persone che ridono, che ballano, che hanno il senso di appartenenza alla
famiglia, che hanno molta considerazione dell’amicizia, del rispetto, delle
tradizioni e del senso di accoglienza. Mi incuriosisce come molte di loro siano
fortemente legate alle credenze del passato, trasmesse di generazione in
generazione, di come non si siano fatte influenzare dallo sviluppo mondiale,
dal tentativo di inculcare in loro valori e idee diversi, di come abbiano saputo
resistere e difendersi dalla globalizzazione che, se da un certo punto di vista,
ha portato effetti positivi, dall’altro, ha solo peggiorato l’esistenza umana.
Un’altra cosa che mi affascina del Sud America sono i racconti di tutti quegli
italiani che dall’inizio del Novecento sono emigrati in quei luoghi per trovare
“fortuna”, espressione tipicamente usata dai protagonisti, in modo tale da
poter inviare denaro alle famiglie rimaste in Italia e quindi contribuire al loro
benessere. I racconti sono pieni delle difficoltà, delle paure e degli ostacoli
affrontati, ma anche della soddisfazione di aiutare i familiari e della felicità al
ritorno in Italia. Per questo motivo ci sono molte persone che portano cognomi
italiani.
L’ultimo motivo che mi ha spinto a scegliere l’America Latina come tema della
tesi è il fatto che mio cugino Giovanni da più di quindici anni vive lì. Ha vissuto
in diversi paesi, spostandosi in base al tipo di lavoro ma anche per il desiderio
di cambiare e di visitare luoghi diversi. Ha vissuto gli ultimi cinque anni in
Ecuador chiedendomi continuamente di andare a fargli visita ma purtroppo non
ho mai avuto la possibilità. Attualmente si sta spostando in Messico per creare
un’azienda agricola ex novo e naturalmente mi ha chiesto di andare lì per
aiutarlo. Ho sempre cercato sue notizie e ascoltato i suoi racconti a distanza,
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apprezzando la sua intraprendenza, il suo coraggio e il suo spirito di
adattamento e, grazie a lui, la mia attrazione verso il Sud America è cresciuta
ancora di più.
Dal punto di vista prettamente personale e un ulteriore importante motivo per
la scelta del tema della mia tesi è stata l’esperienza che ho vissuto presso
l’Associazione di volontariato internazionale VIDES.
Al fine di conseguire il titolo del Master Focsiv in Nuovi Orizzonti di
Cooperazione e Diritto internazionale, tra i requisiti richiesti c’è lo svolgimento
di uno stage. Il mio percorso di studi è partito con la triennale in Scienze
Politiche, Relazioni Internazionali, per poi continuare nel mondo della
cooperazione tramite la specialistica e il Master proprio in Cooperazione
Internazionale. Tra i vari partner è presente il VIDES, un’associazione di
volontariato internazionale costituita nel 1987 e successivamente divenuta
socia della Focsiv.
Ho svolto il tirocinio, della durata di tre mesi, all’interno del settore progetti
dell’Associazione dove affiancavo la progettista fornendo la mia collaborazione
nello studio di fattibilità di nuovi progetti di sviluppo e nella stesura di nuove
proposte, sia per quanto riguarda la parte descrittiva sia per quella relativa al
budget. Inoltre ho contribuito nella rendicontazione di progetti in corso di
sviluppo, nella raccolta della documentazione contabile e nel successivo
inserimento dei dati nei formulari per la rendicontazione dei progetti stessi.
Grazie a questo tirocinio sono riuscita ad ottenere un contratto di lavoro per
sostituzione di maternità all’interno dell’Organizzazione stessa dove il mio
ruolo è prevalentemente quello di occuparmi della rendicontazione dei
progetti.
Il mio tirocinio è stato sostanzialmente suddiviso in due periodi: durante la
prima parte ho svolto un lavoro di ricerca al fine di integrare i progetti redatti
dalla progettista tramite l’analisi di documenti e dati statistici e l’attività del
secondo periodo è stata la compilazione dei rendiconti per la verifica delle
spese di progetto.
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L’attività di ricerca è stata incentrata su piccole integrazioni da apportare ai
documenti di progetto già redatti dalla progettista nei quali ho dovuto fornire
dati mancanti o non completi. Per quanto riguarda la rendicontazione, ho
fornito il mio aiuto nel controllo dei documenti fiscali e nel completamento dei
materiali da inviare ai finanziatori.
Inizialmente, mi sono occupata di un lavoro di ricerca per la scrittura di un
progetto da svolgere in Africa, precisamente a Gumbo, in Sud Sudan, per lo
sviluppo di tecniche relative all’agricoltura e all’allevamento.
Le attività previste sul territorio riguardavano lo sfruttamento delle sementi
presenti nella zona e quindi la successiva vendita nel mercato locale dei
prodotti con il supporto di esperti agronomi ed esperti in marketing. Per quanto
riguarda l’allevamento, era prevista un’allocazione migliore o ottimale degli
animali. Il mio contributo è stato il verificare la situazione politica e
territoriale della regione di Gumbo per poi integrare questa parte nel
documento che descriveva il contesto del paese già redatto dalla progettista.
Ho inserito un’aggiunta rilevando che nonostante l’indipendenza conquistata,
le tensioni politiche tra le etnie Dinka e Neur si sono riaccese a partire dal 2013
e ciò a portato alla guerra civile e, nonostante la fine ufficiale degli scontri
avvenuta nel 2015, a molte difficoltà nella gestione del paese
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.
Successivamente il mio lavoro di ricerca si è spostato verso un’altra tematica,
ovvero le energie rinnovabili e il risparmio energetico, per un progetto in
Libano in fase di fattibilità.
Lo scopo era l’istallazione di pannelli solari sui tetti delle abitazioni nella
municipalità di Kahale, al fine di sopperire ai continui black-out, fornendo un
servizio elettrico costante. Lo sfruttamento di un sole sempre presente e,
quindi, l’utilizzo di fonti rinnovabili, sono stati parametri fondamentali al fine
di contribuire agli obiettivi di sviluppo sostenibile riguardanti il rispetto
dell’ambiente, in particolare l’obiettivo 7, 8 e 13
3
. In questo modo, si
prevedeva di dare lavoro a elettricisti, tecnici e imprese e anche di rendere un
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http://www.caritas.it/materiali/Mondo/Africa/Sudan/sudsudan_dossierluglio2016.pdf,
3
https://sustainabledevelopment.un.org/?menu=1300
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risparmio alle casse del comune, non più costrette al pagamento della fornitura
elettrica tradizionale, reinvestendo questi soldi nella struttura sociale della
municipalità.
In merito a questo progetto, mi sono occupata di analizzare le politiche
energetiche, sia a livello locale nella città di Kahale, che a livello nazione del
Libano, per poi confrontarle con le politiche energetiche internazionali e
soprattutto con gli SDGs, gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Il progetto è stato
pensato perché il governo libanese pose l’obiettivo di raggiungere il 12% della
sua fornitura elettrica da energie rinnovabili, in particolare l’energia solare,
entro il 2020 e perché la nazione soffre in media di un blackout di 6 ore al
giorno
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.
Un’altra ricerca che ho effettuato si è rivolta a Wau, un’altra cittadina del Sud
Sudan, per un progetto in ambito sanitario.
L’idea di progetto era quella di rendere migliore l’ospedale tramite tutta una
serie di interventi. Prima di tutto, una ristrutturazione, al fine di fornire la
possibilità di installare pannelli solari per assicurare la fornitura elettrica. In
secondo luogo, il miglioramento del dispensario, attraverso l’attivazione di
sportelli medici per le vaccinazioni, l’assistenza, il supporto e la
sensibilizzazione della popolazione locale, sia sulla prevenzione e sulla cura
delle malattie, che sulle procedure da seguire in fase di gravidanza.
Per far fronte a tutte queste idee di progetto, con lo scopo di renderle
effettivamente attuabili, ho dovuto analizzare molti dati, tra cui le politiche
sanitarie come “The Reproductive Health Policy”
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, l’esistenza di progetti simili
presenti in loco come ad esempio “AMREF Flying Doctors – Africa’s Air
Ambulance Services Progetto assistenza medica e specialistica per le aree
remote e in emergenza - Sud Sudan”
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e i tassi relativi alle diverse malattie
4
Photovoltaic plants in Lebanon, CEDRO, Country Energy Efficiency and Renewable Energy Demonstration Project for
the Recovery of Lebanon, Settembre 2013.
5
Government of the Republic of South Sudan, Ministry of Health, The Reproductive Health Policy, Present and Fture
Prosperity through Safe Motherhood and Healthy Childhood.
6
RAPPORTO FINALE, APPELLO "AGIRE PER L'AFRICA", AMREF, AMREF Flying Doctors – Africa’s Air Ambulance Services
Progetto assistenza medica e specialistica per le aree remote e in emergenza - Sud Sudan.
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diffuse come ad esempio nel documento “Health Cluster Bullettin # 9, 31
December 2016”
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.
L’ultima analisi che mi è stata assegnata, aveva come argomento principale la
migrazione.
In merito a questo tema e grazie al successo ottenuto con un altro progetto
svolto in Etiopia contro la migrazione e ancora in corso, il VIDES ha come
obiettivo quello di realizzare un intervento contro il traffico di esseri umani in
Africa, fornendo supporto e sensibilizzazione alla popolazione, soprattutto nei
confronti di tutti quei giovani che vogliono intraprendere il viaggio verso
l’Europa. Scopo di questa azione è il convincerli a rimanere nel loro paese di
origine.
Il mio compito è stato quello di analizzare i principali studi riguardanti le tratte
della migrazione. Nello specifico, era fondamentale definire tutta sua serie di
parametri importanti, quali i punti di transito, le destinazioni, l’età e le
motivazioni che spingono le persone a migrare. Tutti dati rilevanti e necessari
al fine di una buona comprensione di una situazione tanto complessa. Il paese
sul quale ho dovuto focalizzare la mia attenzione è stato il Mali, ritenuto il
secondo paese africano nel quale si registra un alto tasso di migrazione, nello
specifico il 19% della popolazione totale. Inoltre ho potuto rilevare che il Mali è
un paese di transito per i migranti africani, di cui il 95% uomini, che desiderano
raggiungere l’Europa e sfruttano la città di Goa o Benena come punto di
partenza
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.
Al termine di questa iniziale fase di ricerca, nella seconda parte del tirocinio,
mi sono occupata di attività più pratiche, ovvero della rendicontazione di
alcuni progetti.
Il fine ultimo di questa seconda fase è stato analizzare le diverse fatture
relative alle voci di spesa del budget di progetto, precedentemente previsto,
inviate dai diversi partner, sia per poterle inserire nei formulari di rendiconto e
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HEALTH CLUSTER BULLETIN # 9, 31 December 2016, South Sudan, Emergency type: Complex Emergency
Reporting period: 27 November – 31 December 2016.
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https://www.iom.int/sites/default/files/situation_reports/file/IOM-Mali-Migration_Sitrep9_EN.PDF
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quindi verificare che i finanziamenti inviati siano stati spesi in modo adeguato,
sia per poter inviare la documentazione ai finanziatori e quindi per poter
ricevere ulteriori finanziamenti e, ovviamente, per controllare che il progetto
sia stato implementato come stabilito in principio.
Naturalmente, in corso d’opera, ho potuto apprendere che c’è sempre la
possibilità di modificare un progetto, sia per quanto riguarda le attività
previste che per quanto riguarda il denaro necessario. Nel secondo caso ci può
anche essere una modifica non onerosa che comporta un prolungamento del
periodo del progetto senza richiesta di ulteriori finanziamenti.
In merito a questo secondo tipo di attività, mi sono occupata di rendicontare il
primo periodo di un progetto in Albania riguardante lo sviluppo
dell’imprenditoria femminile per la quale era prevista la creazione di un
laboratorio tessile, la produzione di materiali tessili, la successiva vendita e la
partecipazione a fiere.
I successivi rendiconti sono stati su due microprogetti in Siria.
Il primo era mirato a fornire sostegno all’ospedale di Damasco per la
distribuzione dei medicinali, mentre il secondo aveva come scopo pratico la
creazione di pigiami per i bambini durante il periodo natalizio.
Un terzo rendiconto, riguardava un progetto nelle Filippine per il
potenziamento delle attività agricole e per la formazione sul tema in oggetto.
Un ulteriore rendiconto ha riguardato Gumbo, un villaggio del Sud Sudan, per
un progetto a sostegno degli sfollati costretti ad abbandonare le loro abitazioni
a seguito della guerra civile scoppiata nel paese. Le fatture da inserire nei
documenti contabili si riferivano all’acquisto di kit alimentari e sanitari da
distribuire alla popolazione.
Infine ho affiancato la progettista per la rendicontazione di un importante
progetto in Etiopia.