considerate come una risposta all'immane tragedia
che tocca l'Europa tra il 1914 e il 1918.1 Come
sottolinea d'altronde Perer Bürger che:
Le avanguardie vogliono dunque un superamento
dell'arte, nel senso hegeliano del termine:
l'arte non deve essere semplicemente distrutta,
ma trasposta nella vita concreta, dove si
conserverebbe, anche se in forma trasformata. E'
importante osservare che le avanguardie si
appropriano qui di un importante elemento
dell'estetismo.2
Oppure come osserva Jacques Brunius, che
l'avanguardia «consiste nel creare
incessantemente nuovi mezzi per esprimere
pensieri o sentimenti originali».3 Siamo agli
1 Cfr. ADA BIMONTE, Alle fonti dell'avanguardia, Roma,
La Navicella, 1979, pag. 71; CLAUDIO SINISCALCHI, Ri-
flessi del 900, Cinema, avanguardie, totalitarismo
(1895-1945), Catanzaro, 2008, Rubbettino Editore, pag.
53.
2 PETER BÜRGER, Teoria dell'avanguardia, Torino, Bollati
Boringhieri Editore, 1990, cit., pag. 59.
3 Cfr. RENÉ PRÉDAL, Cinema: Cent'anni di storia, Milano,
Baldini & Castoldi, 1996, pag. 72.
2
inizi degli Anni Venti, periodo in cui vi è un
grande fermento artistico e culturale e il
cinema, per la maggior parte degli intellettuali
è uno strumento di notevole importanza da
studiare, utilizzare e sperimentare.
I. Futurismo
Il futurismo è una delle avanguardie
cinematografiche che segna in modo incisivo gli
Anni Venti. Artisti e intellettuali di diversa
formazione, attribuiscono un grande valore alla
scoperta del cinematografo.4 La velocità è una
delle caratteristiche dell'estetica del cinema ed
è questa proprietà ad essere collegata al
movimento del futurismo. A dare credito a
4 Cfr. ANGELA MADESANI, Le icone fluttuanti, Storia del
cinema d'artista e della videoarte in Italia, Milano,
Bruno Mondatori Editore, 2002, pag. 3; RUDOLF ARNHEIM,
Film come arte, Milano, Il Saggiatore, 1960, pag. 151-
152.
3
quest'evento in ambito cinematografico è il
Manifesto della Cinematografia Futurista del
1916, firmato da Filippo Tommaso Marinetti, Bruno
Corra, Emilio Settimelli, Arnaldo Gina, Giacomo
Balla e Remo Chitti apparso sul numero IX del
giornale fiorentino ”L'Italia Futurista”
pubblicato a Milano l'11 settembre del 1916.5 Il
manifesto sottolinea alcuni temi della poetica
futurista come ad esempio gioia, velocità,
giovanilismo ed eroismo. Si constatavano «le
immense possibilità artistiche del cinema ancora
assolutamente innate» e si auspicava la
5 Cfr. ANDREA BALZOLA in ANDREA BALZOLA, ANNA MARIA MON-
TEVERDI, Le arti multimediali digitali, Milano, Garzanti
Libri, 2004, pag. 44; GIANNI RONDOLINO, Storia del cine-
ma italiano, Torino, 1995, Utet Libreria, pag. 158; GIAN
PIERO BRUNETTA, Cent'Anni di cinema italiano, Roma-Bari,
Editori Laterza & Figli, 1991, pag. 88; ARNALDO GINA,
BRUNO CORRA, Manifesti futuristi e scritti teorici, Ra-
venna,Longo Editore, 1984, pag. 11-12-211; CLAUDIO SI-
NISCALCHI, Riflessi del 900, pag. 53; ANTONIO COSTA, Il
cinema e le arti visive, Torino, Einaudi Editore, 2002,
pag. 164.
4
«liberazione del cinema, mezzo di espressione più
adatto alla plurisensibilità di un artista
futurista, per farne lo strumento ideale di una
nuova arte immensamente più vasta e più agile di
tutte quelle esistenti». Gli esordi del cinema
d'avanguardia, collegati al gruppo di Marinetti,
appartengono ai fratelli ravennati Arnaldo e
Bruno Gianni-Corrandini, più noti oggi con gli
pseudonimi futuristi di Arnaldo Gino e Bruno
Corra. Nel 1910 Gina e Corra decidono di
ricorrere al nuovo mezzo, dando vita alle prime
immagini animate grazie al kineograph, uno
strumento approntato nel 1865 da Thomas Linnet. I
cortometraggi nati da queste ricerche, purtroppo
oggi sono perduti: il primo Accordo di colore,
trattava uno svolgimento tematico di un accordo
di colore tolto da un quadro di Giovanni
Segantini, Studio di effetti a quattro colori, è
uno studio di effetti tra quattro colori, rosso,
verde, azzurro e giallo, il terzo è una
traduzione del Canto di primavera di Felix
Mendelssohn-Bartholdy intrecciato con un tema
5
preso da un valzer di Fryderyk Chopin, il quarto,
è una traduzione in colori della poesia Les
Fleurs di Stépane Mallarmé6
Un caso isolato, come sostiene Gian Pietro
Brunetta e Giovanni Lista, rimase il film Mondo
Baldoria, del 15 febbraio 1914, di Aldo Molinari.
«Musica futurista! Fotografie futuriste! Affissi
futuristi!» sono solo alcune delle voci presenti
nella locandina del film, che era presentato come
«il primo soggetto futurista in cinematografia»,
il film venne subito stroncato – come del resto
ogni altro tentativo anteriore o successivo
effettuato al di fuori del controllo o del nulla
osta da parte di Marinetti, che operò nel cinema
in tre modi come scrittore, attore e teorico.
6 Cfr. ARNALDO GINA, BRUNO CORRA, Manifesti futuristi e
scritti teorici, pag. 9; GIANNI RONDOLINO, Storia del
cinema italiano, pag. 159; GIVANNI LISTA, Cinema e foto-
grafia futurista, Miano, Skira Editore, 2001, pag. 19-
23; MARIO VERDONE, Le avanguardie storiche del cinema,
Torino, Società Editrice Internazionale, 1977, pag. 27,
55.
6
L'incontro ufficiale tra cinema e futuristi
avviene con i film Vita Futurista (1916), di
Arnaldo Gina e Thaïs di Anton Giulio Bragalia,
realizzati ambedue nel 1916.7
Il film Vita Futurista è considerato un'opera
collettiva in quanto alla sua collaborazione
parteciparono oltre a Marinetti, Corra,
Settimelli, Chiti, Balla, Nanneti, Vena e Spina.
Del film prodotto in vari episodi nulla è
rimasto, salvo pochi fotogrammi come sostiene
Bertetto:
7 Cfr. ANTONIO COSTA, Il cinema e le arti visive, 165-
168; ANGELA MADESANI, Le icone fluttuanti, Storia del
cinema d'artista e della videoarte in Italia, pag. 5;
ARNALDO GINA, BRUNO CORRA, Manifesti futuristi e scritti
teorici; GIAN PIERO BRUNETTA, Cent'Anni di cinema ita-
liano, pag. 87; ENZO N. TERZANO, Film sperimentali futu-
risti, Lanciano, Carabba Editore, 2007, pag. 37; GIVANNI
LISTA, Cinema e fotografia futurista, pag. 31-32; MARIO
VERDONE, Le avanguardie storiche del cinema, pag. 19-20;
GIACOMO MANZOLI, Cinema e letteratura, Roma, Carocci,
2003, pag. 16.
7
Di Vita futurista conosciamo inoltre la trama e i
diversi episodi in cui si vede «la storia d'amore
del pittore Balla con una sedia», o «come dorme un
futurista», o «le scene di danza dello splendore
geometrico» […] La proiezione del film è posta alla
fine di una serata di performances dal vivo dei
poeti e artisti futuristi […] Il futurismo
progredisce perché il pubblico si è un po'
avvicinato a lui.8
Gli episodi sono stati realizzati riprendendo
scene raffiguranti azioni provocatoriamente
futuriste con un esito al di sotto delle
aspettative e generalmente la gente assistette in
silenzio senza reazioni aggressive. Il solo film
rimasto è Thaïs (1917), di Bragalia, il quale si
è avvalso della collaborazione di Enrico
Prampolini per le scenografie e i costumi,
un'opera in cui si fa riferimento alla situazione
artistica contemporanea, alla poetica futurista e
agli elementi di un cinema estetizzante e
8 GIAN PIERO BRUNETTA, Cent'Anni di cinema italiano,
cit., pag. 90.
8
dannunziano come ad esempio donne fatali, drammi
psicologici e ambienti di eleganza alto-borghese.
Fotogrammi del film Thaïs (1917)
Altri film futuristi sono Il mio cadavere (1917),
di Francesco Mastriani e il Il perfido incanto.9
I futuristi, come afferma Zanetti e Tolomeo sono:
9 Cfr. GIAN PIERO BRUNETTA, Cent'Anni di cinema italia-
no, pag. 32.; GIANNI RONDOLINO, Storia del cinema ita-
liano, pag. 160; LORENZO TAIUTI, Arte e media, avanguar-
die e comunicazione di massa, pag. 33-35.
9
fra i primi a indagare la “percezione del moderno”
attraverso l'immedesimazione con la macchina
produttiva e comunicativa portata fino alla
simbiosi robotica.10
Il cinema ha ai loro occhi, potenzialità
superiori rispetto ad ogni altra arte, quindi
pone da subito la problematica del cyborg e
dell'innesto e della struttura corpo/macchina e
la necessità dell'integrazione. Questa posizione
impiegata sulla macchina, sull'industria, sulla
comunicazione e sui linguaggi di massa è di forte
rilievo rispetto alle altre avanguardie e le va
giustamente riconosciuta la paternità di un
movimento tra i più importanti nella storia delle
avanguardie artistiche. Le idee espresse
dall'estetica del futurismo penetrano in tutte le
avanguardie europee determinando una prima
catalogazione delle nuove realtà e possibilità
10 PAOLA SEGA SERRA ZANETTI, MARIA GRAZIA TOLMEO, La co-
scienza luccicante, Roma, 1998, Gangemi Editore, cit.,
pag. 42.
10
del mezzo filmico. Anche se il movimento
futurista non ebbe successo a livello
internazionale, le loro idee provocheranno una
serie di effetti a catena nel cinema d'artista in
Francia, in Germania e sopratutto in Russia.
Il cinema sognato dai futuristi è poi quello
realizzato durante gli Anni Venti sovietici: il
cinema russo è il proseguimento straordinario
delle idee futuriste sul cinema. Dizga Vertov,
Pudovkin, Ejsenštejn etc., saranno loro gli
esecutori materiali delle idee che non hanno
trovato spazio operativo in Italia. Vladimir
Majakovskij, futurista e appassionato ammiratore
del cinema scrive scenografie e partecipa a film
che esprime in poesia la sua fede nel mezzo
cinematografico.11 Majakovskij esprime con
entusiasmo la sua fede nel mezzo cinematografo:
11 Cfr. LORENZO TAIUTI, Arte e media, avanguardie e co-
municazione di massa, cit., pag. 39; GIAN PIERO BRUNET-
TA, Cent'Anni di cinema italiano, pag. 88; GIVANNI LI-
STA, Cinema e fotografia futurista, pag. 91.
11
“Per voi il cinema è spettacolo./Per me è quasi una
concezione del mondo./Il cinema è portatore
di/movimento./Il cinema svecchia la/letteratura.
[...]Il cinema è diffusione di idee” (1922).12
II. Dadaismo
Mentre in Italia si stava sviluppando il
futurismo in Svizzera a Zurigo nasce un altro
movimento d'avanguardia, si tratta del dadaismo
nato ufficialmente il 14 luglio 1916 nella sala
Zur Waag, in una serata che prevedeva uno
spettacolo che ci sarebbe stato di tutto e allo
stesso tempo niente: musica, danze, manifesti,
lettura di poemi, presentazione di quadri e
maschere secondo un rituale predisposto da Hugo
Ball, organizzatore del Cabaret Voltaire. Lo
spettacolo che proponevano non era quello
12 Cfr. LORENZO TAIUTI, Arte e media, avanguardie e co-
municazione di massa, cit., pag. 39-40.
12