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INTRODUZIONE
La presente tesi è incentrata sul rapporto tra Solaris, il romanzo di
Stanislaw Lem, e le due successive trasposizioni filmiche a cura di
Andrej Tarkovskij e Steven Soderbergh.
I tre capitoli di cui è composto il lavoro, sono dedicati ad ognuna
delle tre opere, e sono articolati in tale modo: nel primo capitolo è stata
condotta un’attenta analisi narratologica del romanzo di Stanislaw Lem,
presentando la trattazione da parte dell’autore degli elementi
narratologici (fabula, intreccio, sequenze e loro tipologia, schema
narrativo), del sistema dei personaggi, del tempo e dello spazio, delle
tecniche narrative (discorso diretto o indiretto, narratore). Inoltre è stato
analizzato il modo in cui è trattata la tecnologia, arrivando ad affermare
che il contesto fantascientifico è una pura cornice utilizzata da Lem per
parlare di un’opera sulla coscienza e sulla conoscenza. La fine del
capitolo presenta un paragrafo dedicato al significato effettivo dell’opera
di Lem, e alle varie interpretazioni ricavabili, il tutto in relazione alla
personalità artistica e non dell’autore polacco.
Il secondo capitolo affronta il confronto tra il romanzo e il film
omonimo del 1972 diretto da Andrej Tarkovskij, sempre corredato
dall’analisi dei personaggi, dei luoghi e delle varie tematiche del film. Si
è anche delineato un quadro sulla poetica di Tarkovskij e sul linguaggio
iconico utilizzato nei suoi film.
Nel terzo capitolo, infine, un confronto finale tra le due opere già
citate e il remake di Steven Soderbergh del 2002, centra il cuore del
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presente lavoro. Per Soderbergh è stato affrontato un excursus della sua
carriera, utile ad evidenziare la sua personalità artistica eclettica.
Viaggio-Contatto-Ritorno sono le tappe di un’ideale sequenza che il
romanzo e i due film seguono.
L’uomo sente l’esigenza di conoscere e scoprire mondi sconosciuti:
intraprende dunque un viaggio d’avventura, alla ricerca di un contatto,
un segno, una traccia, che lo rassicuri di non essere solo nell’universo.
Si imbatte dunque con l’Altro, l’Alieno e lotta contro la paura per la
propria sopravvivenza in quella situazione fuori dal normale.
Successivamente ritorna, intraprende la strada di casa, credendo di
poter tornare alla normalità. La verità è che si porterà dietro
un’esperienza che lo cambierà profondamente, ed una maggiore
conoscenza di se stesso e dei suoi limiti etici e scientifici. E quell’arrivo
a casa sarà invece una nuova partenza, in un senso ciclico, una ri-
partenza da se stesso.
Un affascinante viaggio nello spazio, orientato verso il mondo
interiore dell’uomo e non verso l’autoaffermazione delle proprie
conquiste materiali e scientifiche. Un oceano intelligente, pensante,
capace di far crollare le sicurezze di una vita, di restituire le angosce e i
drammi del passato. Così, il lettore-spettatore è condotto intorno a
tematiche quali la ricerca della verità, l’incontro-scontro con figure Altre
(gli “ospiti”), la perdita della razionalità, il ricordo e l’amore.
E proprio l’amore, sarà il perno del remake hollywoodiano di
Soderbergh, interpretato da George Clooney. L’ultimo Solaris, se non
valorizza l’influsso della magmatica massa oceanica del pianeta Solaris,
sceglie il racconto di una storia d’amore fantascientifica e di una “terza”
possibilità concessa ai due amanti.
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CAPITOLO 1
1.1 - Viaggio su Solaris: analisi narratologica del romanzo
Solaris è uno dei romanzi piø famosi di Stanislaw Lem. Scritto nel
1961, si configura come un’opera ben distante dai classici del genere.
Lem critica ampiamente la science fiction americana e inglese, in
quanto la considera un genere sacrificato alle esigenze di mercato,
sprecato per raccontare fiabe e altre trovate utili solo al puro
divertimento e intrattenimento.
In un articolo per Fiction Eye dell’agosto 1987, Bruce Sterling
afferma che “la roba che Lem chiama science fiction assomiglia alla
science fiction americana all’incirca quanto un delfino assomiglia a un
mosasauro”
1
.
Gli studi di filosofia, portano Lem ad intendere la letteratura
fantascientifica come una forma di esperimento del pensiero. In realtà
Lem crede fermamente nelle possibilità del genere fantascientifico ma
nella vecchia maniera di Wells: i romanzi di quest’ultimo, infatti,
appartengono ad una letteratura d’idee, utile proprio alla divulgazione di
idee, di diagnosi lucide sulle tendenze sociali e di critiche verso i
comportamenti dell’uomo e le conseguenze di tali comportamenti.
Storia, personaggi, drammatizzazione sono per Lem elementi
secondari, che corroborano l’elemento principale, il significato
1
L’articolo è l’attuale introduzione a Stanislaw Lem, L’invincibile, Oscar Mondadori, Milano 2003.
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dell’opera. La sua è una fantascienza interessata all’etica,
all’introspezione, alla possibilità che ha l’uomo di leggersi dentro e
comprendere il senso della propria esistenza.
Tutte le sue opere hanno tematiche comuni: lo sbarco in mondi
sconosciuti, che fa crescere nell’uomo il bisogno di porsi determinate
domande, e l’incontro con l’ignoto. Questo ha permesso all’autore di
creare lo scenario ideale per presentare al lettore dilemmi esistenziali e
conoscitivi e metterlo nella posizione di dover ricavare una propria
interpretazione.
1.1.1 - Elementi narratologici
Analizzando la suddivisione in capitoli del romanzo, ci rendiamo
immediatamente conto che è impossibile raggruppare la trama in
sequenze. Anzi, è piø corretto affermare che non è possibile la
suddivisione in macro-sequenze, è invece opportuno rispettare la
suddivisione in capitoli già elaborata dall’autore.
Gli avvenimenti si susseguono secondo il normale ordine
cronologico e l’organizzazione data dall’autore a tali avvenimenti, segue
tale ordine. Lem segue perfettamente l’ordine cronologico in cui
accadono gli eventi, dalla partenza di Chris Kelvin dalla Terra fino al
finale aperto con cui si conclude il nostro romanzo.
Possiamo dunque affermare che fabula e intreccio coincidono.
Nello specifico, i capitoli sono quattordici. Proveremo a spiegare
brevemente come sono suddivisi e di cosa tratta ognuno di essi.
Il primo capitolo racconta del viaggio sul Prometheus e dell’arrivo
di Chris alla stazione orbitante. Sbarcato sul pianeta misterioso, Kelvin
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incontra Snaut: l’accoglienza ricevuta non è come la immaginava, quindi
si rende conto che qualcosa non va, anche per il comportamento e la
reticenza di Snaut, che non perde tempo per dirgli della morte di
Gibarian e per metterlo in guardia da qualcosa che però non specifica.
Il secondo capitolo si apre con un breve excursus sulle scoperte e i
pensieri dei solaristi; Chris si reca nella stanza che era di Gibarian e trova
degli appunti indirizzati proprio a lui.
Nel terzo capitolo, Kelvin fa uno strano incontro: una donna nera
(“ospite” di Gibarian) cammina per i corridoi della stazione (Chi era
quella Venere mostruosa?
2
). La presenza di una quarta persona, a parte i
tre scienziati, è da escludere sulla stazione orbitante.
Nel quarto capitolo, Kelvin incontra Sartorius e successivamente
rivede la donna nera sdraiata accanto al cadavere di Gibarian rinchiuso
da Snaut e Sartorius all’interno di un frigorifero.
Nel quinto capitolo Kelvin si risveglia dopo aver dormito e, sul letto
in cui riposa, trova Harey, la sua ex moglie suicidatasi dieci anni prima.
Il tentativo di liberarsi di lei, spedendola a bordo di un missile nell’orbita
circolare intorno a Solaris, si rivela nullo.
Queste prime cinque sequenze hanno carattere dinamico, sono
veloci e tramite esse si sviluppa l’azione. La narrazione, dunque, è
“movimentata”.
Nel sesto capitolo, Snaut e Kelvin hanno un colloquio, in cui fanno
un po’ chiarezza su ciò che sta accadendo. Kelvin trova il famoso
Piccolo apocrifo (“Si trattava di una raccolta di articoli e memorie di
qualche valore, a cura di un tal Otto Ravintzer…”
3
), custodito da Snaut e
lo legge. Dalla lettura di Kelvin conosciamo un racconto irto di
2
Stanislaw Lem, Solaris, Oscar Mondadori, 2010, pag. 36
3
Stanislaw Lem, Solaris, Oscar Mondadori, 2010, pag. 86
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particolari sui fenomeni di Solaris a cui aveva assistito Berton, un
ricercatore, sottoposto poi ad un interrogatorio da una commissione che
avrebbe poi dovuto esprimere il proprio parere. I particolari del racconto
sono minuziosi, le dinamiche sembrano studiate appositamente da Lem
per far sembrare tutto realmente accaduto e non immaginario. Non si
tratta di un flashback, è semplicemente un lettura nella lettura. Il lettore
legge il rapporto Berton attraverso la lettura dello stesso da parte di un
personaggio, Kelvin.
Alla fine del capitolo Harey ritorna da Kelvin.
I cinque capitoli dal settimo all’undicesimo, potrebbero essere
raggruppati in un’unica sequenza, caratterizzata dal susseguirsi di eventi
simili che in ognuno di questi capitoli si combinano diversamente.
Piø precisamente, succede che i tre scienziati hanno diversi colloqui
in cui si consultano e decidono infine come comportarsi e come agire nei
confronti degli “ospiti” e quindi del pianeta. Decidono infatti di inviare
alle acque dell’oceano pensante, l’encefalogramma di Kelvin. Nel
frattempo, Harey acquista sempre piø umanità: si rende conto di non
essere la vera Harey e di far star male Kelvin. Tenta dunque il suicidio
ingerendo dell’ossigeno liquido ma naturalmente non riesce nel suo
intento.
Il dodicesimo capitolo racconta brevemente dei quindici giorni in
cui gli abitanti della stazione aspettano una risposta da parte dell’oceano.
Nulla però accade, tranne il fatto che Kelvin si innamora nuovamente di
Harey e capisce che non riuscirà a staccarsene.
Un mattino però, Kelvin si sveglia e non trova piø Harey al suo
fianco. Scoprirà da Snaut, che lei stessa ha chiesto che fosse usato
l’annichilitore creato da Sartorius. Dopo giorni di pura apatia all’interno
della stazione, Kelvin decide di mettere piede sul suolo di Solaris. Preso
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l’elicottero, Kelvin vola sull’oceano e si dirige verso un mimoide che
aveva avvistato dalla finestra della sua stanza. Vi atterra e da lì osserva
l’oceano; protrae la mano verso un’onda e l’acqua gelatinosa segue i
movimenti della sua mano e delle sue braccia ma senza toccarlo. Poi
l’oceano, stanco di questa nuova esperienza, di questo nuovo contatto,
resta indifferente a Kelvin e si ritira in se stesso.
L’opera di Lem si chiude con le parole strazianti di Kelvin, a cui
non resta altro da fare che sperare, come recita l’ultima frase del
romanzo, che “l’epoca dei miracoli crudeli” non fosse terminata.
Così raccontano gli ultimi due capitoli del romanzo. Dal sesto
all’ultimo capitolo, le sequenze presentano un carattere piø statico.
Tendenzialmente l’azione non è movimentata, succedono poche cose ma
decisive per la svolta degli eventi. Spesso in questi capitoli Lem si
sofferma a descrivere le scoperte della solaristica e fornisce dunque al
lettore una chiara visione su cos’è Solaris e sul motivo che ancora spinge
allo studio di un pianeta così misterioso.
Lo schema narrativo dei romanzi tradizionali è pressochØ fisso: vi è
una situazione iniziale di equilibrio (detta esordio) che viene poi turbata
e, dopo varie peripezie, in un crescendo di tensione che raggiunge il
massimo, si arriva fino alla conclusione che ristabilisce l’equilibrio
(detto scioglimento che non è necessariamente positivo).
Solaris, segue perfettamente lo schema narrativo classico: l’esordio
è la partenza e l’arrivo di Kelvin sulla stazione orbitante. Il nostro
protagonista non sa cosa lo aspetta, quindi vi è una situazione di
equilibrio iniziale.
Tale situazione di equilibrio iniziale viene però turbata dalla
comparsa degli “ospiti”, dal rapporto anomalo tra Kelvin e i sui colleghi,
dall’amore di Kelvin per Harey che si rinvigorisce sempre di piø.