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1. UNO SGUARDO SULLA MEDICINA DEL GIORNO D’OGGI
1. La tutela della salute in Italia
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1.1 Il dispositivo di cura
Il dispositivo di cura in Italia, che costituisce la risposta istituzionale alle questioni di
salute e malattia, è rappresentato dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN), nato negli
anni ’80 sulla base del modello inglese. Tale servizio è orientato a garantire un livello di
cure minime fondamentali a tutti i cittadini, secondo il principio di solidarietà sociale, a
livello uniforme su tutto il territorio nazionale.
Tale principio è coerente con la Costituzione italiana, che sancisce nell’articolo 32 che
“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse
della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato
a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non
può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.
L’erogazione dei servizi previsti dal SSN compete allo Stato, alle Regioni e agli Enti
locali territoriali ed è guidata da principi quali:
Rispetto della dignità della persona
Rispetto dei bisogni di salute della persona
Garanzia di equità nell’accesso all’assistenza
Garanzia della qualità delle cure
Garanzia dell’appropriatezza delle cure sia sulla base delle esigenze personali del
soggetto sia sulla base dell’economicità dell’impiego di risorse
Le aree di intervento del SSN sono:
L’educazione sanitaria del cittadino e delle comunità, finalizzata alla promozione di
una coscienza sanitaria
La prevenzione
La cura degli eventi morbosi
La riabilitazione sia somatica sia psichica
1
Zannini L. (2001), Salute, Malattia e cura. Teorie e percorsi di clinica della formazione per gli
operatori sanitari. Franco Angeli Milano, pag.259 e successive
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La promozione della salute e dell’igiene negli ambienti di vita, di lavoro e degli
alimenti
La formazione professionale permanente degli operatori sanitari
Il SSN si articola su 3 diversi livelli, in cui si collocano differenti tipi di attività:
1. Lo Stato che, attraverso il Ministero della Salute, presidia il funzionamento del SSN
attraverso funzioni legislative, programmatorie, di controllo sui farmaci, di
collaborazione con le organizzazioni internazionali, come l’OMS (Organizzazione
Mondiale della Sanità)
2. Le Regioni, che hanno facoltà legislativa nell’attività di organizzazione e gestione
degli interventi sanitari, nonché piena autonomia nel darsi dei Piani Sanitari Regionali,
sulla base delle peculiarità e dei problemi di salute specifici di un determinato territorio,
che possono quindi essere molto diversi fra loro
3. Le Unità Sanitarie Locali o Aziende Sanitarie Locali che hanno bacini d’utenza sovra
comunali di circa 150000 abitanti e, insieme alle Aziende Ospedaliere rappresentano la
struttura fondamentale, tenuta ad erogare le prestazioni di prevenzione, cura e
riabilitazione previste dal SSN
I Distretti, che sono la sottoarticolazione della USL/ASL decentrati sul territorio,
dove si svolge il livello più immediato di assistenza sanitaria di base, più vicino alla
comunità. Ai Distretti di solito afferiscono servizi quali SerT (Servizi per le
Tossicodipendenze), Consultori familiari, Servizi di Alcologia, assistenza
domiciliare, servizi di salute mentale, servizi di riabilitazione per i disabili, strutture
semiresidenziali (come residenze per anziani e disabili, centri diurni, case famiglia e
comunità terapeutiche ecc.) ed operatori quali medici di medicina generale, pediatri,
assistenti sociali, educatori, personale infermieristico, psichiatri e psicologi.
Obiettivo dell’assistenza sanitaria di base è fornire prestazioni di primo livello e di
filtro ai successivi livelli assistenziali.
1.2 La centralità delle cure primarie
Il recente piano sanitario nazionale 2011-2013
2
sottolinea la centralità delle cure
primarie, per poter garantire una visione integrata ed olistica del benessere, dei problemi
2
Piano sanitario nazionale 2011-2013, pubblicato il 18/11/2012, reperibile al seguente indirizzo internet
www.agenas.it/agenas_pdf/181110_per_PSN.pdf
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di salute e dei relativi processi di cura; per poter fare ciò, occorre che i servizi e le
persone che afferiscono a tale livello di assistenza si integrino e sintonizzino fra di loro
in una logica di rete.
Le cure primarie, come definito dall’OMS sono costituite da “quelle forme essenziali di
assistenza sanitaria che sono basate su tecnologie e metodi pratici, scientificamente
validi e socialmente accettabili, rese accessibili a tutti gli individui e alle famiglie nella
comunità grazie alla loro piena partecipazione, realizzate a un costo che la comunità e la
nazione possono sostenere in ogni fase del proprio sviluppo in uno spirito di autonomia
e di autodeterminazione”
3
; centrale in questa definizione è la partecipazione della
comunità e degli individui alla loro salute, alle scelte sul loro benessere e al controllo
della propria vita.
Le cure primarie, come anche indicato dai più recenti indirizzi dell’OMS
4
:
costituiscono un hub (termine inglese che sta per perno, centro, fulcro) attraverso il
quale gli individui vengono guidati nell’intero servizio sanitario e garantiscono la
continuità longitudinale delle cure. Tali hub possono trovare configurazione, nel
contesto italiano, nei Punti Unici d’Accesso (PUA) e nell’ambito dei processi di
valutazione multidimensionali;
si fondano su un approccio centrato sulla persona, orientato all’individuo, alla sua
famiglia e alla comunità di appartenenza;
sono un luogo di relazioni fiduciarie tra pazienti e professionisti ai fini di rendere
partecipe l’assistito nelle decisioni riguardanti la propria salute e benessere;
promuovono la salute ed il benessere dell’individuo e della collettività mediante
interventi di prevenzione e di promozione della salute;
sono formate da team di lavoro multi professionali che trattano i problemi di salute
secondo un approccio olistico.
I principali obiettivi ad esse affidati sono:
Promuovere il benessere e affrontare i principali problemi di salute nella comunità,
inteso come processo che supporta le persone nell'aumentare il controllo sulla propria
salute e nel migliorarla al fine di raggiungere uno stato di completo benessere fisico,
mentale e sociale. Tale azione non è una responsabilità esclusiva del settore sanitario
3
WHO (1978), Primary health care report of the international conference on primary health care, Alma
Ata 1978, Health for all, series 1, Geneva.
4
WHO (2008), Primary Health Care, The World Health Report
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bensì coinvolge tutte le aree determinanti della salute, come indicato dall’OMS, ovvero
la dimensione sociale e quella psicologica, con i rispettivi servizi.
• Prendere in carico i pazienti in modo globale e completo. Il medico di medicina
generale (MMG) e le altre professionalità della rete devono assumersi la responsabilità,
in modo organico e progettuale, della salute dei pazienti e della loro famiglia lungo due
direttrici: una multi-dimensionale (farsi carico della salute nella sua dimensione fisica,
psicologica, sociale, culturale e ed esistenziale), una temporale (farsi carico della
domanda del paziente nelle diverse fasi di evoluzione della sua salute). Ciò comporta lo
sviluppo di un tipo d'assistenza basata su un rapporto multidisciplinare (con il
coinvolgimento e la corresponsabilizzazione di più professionisti) che promuove
meccanismi di integrazione delle prestazioni sociali e sanitarie, di cura e riabilitazione.
• Favorire la continuità assistenziale tramite il coordinamento dell'assistenza nel tempo
e tra programmi, unità organizzative e professionisti, in modo che non si abbiano
l'interruzione dell'assistenza e/o il cambiamento ingiustificato del trattamento o dei
professionisti che assistono il paziente. I professionisti devono condividere con il
distretto la responsabilità circa l'accessibilità alle cure sanitarie, commissionando e
coordinando queste cure quando impossibilitati a fornirle personalmente.
• Concorrere ai processi di governo della domanda mediante l'azione di gatekeeping
del MMG che consiste nel: conoscere i bisogni autentici di salute della popolazione
(intesa a livello di sistema), anche quelli non espressi; valutare la migliore risposta
clinico-terapeutica, in termini di efficacia e di appropriatezza; scegliere il percorso
assistenziale più conveniente in rapporto ai costi e ai risultati. I servizi di cure primarie
devono cioè avere un ruolo di filtro e orientamento verso i livelli successivi di cure, in
un’ottica di efficacia, efficienza ed economicità.
• Valutare gli esiti di salute generata, ovvero misurare il mantenimento ed il
miglioramento dello stato di salute del singolo e della comunità direttamente collegato
al processo assistenziale.
• Favorire l'empowerment dei pazienti nel processo di cura.
La funzione delle cure primarie deve essere riconosciuta nelle strategie aziendali
mediante la definizione, nei momenti istituzionali e nei documenti di pianificazione, di
programmazione territoriale e di strategia aziendale, del ruolo e degli obiettivi assegnati
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ad esse e al distretto. A quest’ultimo è, inoltre, affidata la governance del sistema per
l’erogazione di livelli appropriati di cure.
In relazione ai macro obiettivi sopra indicati e ai diversi contesti socio-economici la
programmazione regionale definisce i modelli organizzativi delle cure primarie più
rispondenti ai bisogni del proprio territorio e attiva, ove necessario, modelli sperimentali
per i PLS (piano locale sanitario), ai fini di adeguare il servizio ai nuovi bisogni.
Il potenziamento delle strutture e dei servizi territoriali, nello specifico delle cure
primarie, porta a riequilibrare il focus tra la “sanità d’attesa” e “sanità d’iniziativa”. La
prima, demandata tradizionalmente all’ospedale, deve definirsi all’interno di un alveo
preciso per operare con eccellenza sulle acuzie e sulle emergenze; la seconda, espressa
dai servizi territoriali, è rivolta sia agli aspetti di prevenzione/counselling/informazione
della popolazione sana, sia alle attività necessarie per una migliore gestione dello stato
di salute di tutte le tipologie di assistiti, con grande attenzione alla loro partecipazione,
come sottolineato prima.
Figura 1: Le differenze tra Sistema ospedaliero e Sistema delle cure primarie
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Le differenze tra Sistema ospedaliero e Sistema delle cure primarie
Assistenza Ospedaliera
"Paradigma dell'attesa"
Cure Primarie
"Paradigma dell'iniziativa"
Intensività tecno- assistenziale ed elevata
standardizzazione dei processi
Estensività socio-assistenziale e modularità della
risposta
Orientato alla produzione di prestazioni e alla cura
dell'episodio acuto
Orientato alla gestione di processi assistenziali e
alla continuità delle cure
Presidia l'efficienza Presidia l'efficacia e i risultati
Tende all'accentramento e alla verticalità per
realizzare economie di scala
Tende al decentramento e alla orizzontalità per
valorizzare il capitale sociale
Punta all'eccellenza Punta all'equità
L'integrazione tra i due sistemi avviene attraverso la costituzione di una unica rete assistenziale
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http://www.salute.gov.it/curePrimarie/paginaInternaMenuCurePrimarie.jsp?id=496&lingua=italiano&me
nu=cure