3
1.1 Il teatro: origine e fondamenti
La parola “teatro” (dal greco theaomai, “guardo”, “sono spettatore”)
indica nel suo significato originario l‟assemblea degli spettatori, ma
successivamente è passato, per estensione, a designare sia il luogo dove
questa assemblea si riunisce sia la rappresentazione stessa.
Gli inizi teorici della tradizione drammaturgica europea sono da
ricercare nella Poetica di Aristotele, in cui si affermava che il dramma si
basa sul principio di “imitazione” (mimesis). Infatti, secondo questo
principio, per svolgere pienamente la sua funzione drammatica, un‟opera
teatrale deve essere messa in scena, ossia rappresentata. Ciò necessita di un
luogo dove rappresentare l‟opera - quindi di un teatro - e un pubblico in
grado di seguire con la vista e l‟udito il dramma messo in scena. L‟azione
del dramma si fonda sugli attori che recitano, usando gesti e dialogo come
mezzi per rappresentare i fatti e le emozioni dei personaggi interpretati.
Il teatro nacque inizialmente per celebrare festività religiose o
collettive, poi via via ci si servì di esso per soddisfare numerose funzioni,
come quelle educative, d‟intrattenimento, politiche, etc.; e proprio per
questa sua capacità di rappresentare quasi tutti gli aspetti della vita
collettiva, in periodi storici particolari, è stato oggetto di controllo politico,
portando alla censura di drammi compromettenti.
Quindi, esso riflette il modo di vivere di una comunità, la sua
organizzazione politica e sociale, la sua cultura e le sue credenze: ecco
perché attraverso il teatro si può conoscere l‟intera vita di un popolo.
Come documenta l‟etimologia stessa della parola, il teatro nella civiltà
occidentale è di origine greca e consiste primariamente in un fatto visuale,
in una manifestazione che richiede di essere “guardata”.
Questa manifestazione via via si arricchisce di elementi sonori,
musicali e verbali che ne divengono parte integrante, in proporzioni sempre
diverse di epoca in epoca: talvolta prevale la parola (come nel teatro
drammatico dell‟Ottocento), talvolta prevale l‟elemento musicale (come nel
4
melodramma) e talvolta l‟elemento figurativo (come nei grandi spettacoli
italiani del Seicento basati sulla scenografia).
Il teatro analizzato in questa tesi sarà il teatro arabo contemporaneo
che, nonostante si sia sviluppato grazie all‟influenza dell‟Occidente, si
distingue da esso per numerosi aspetti.
1.2 Cenni sul teatro arabo
Lo sviluppo del teatro arabo (masra|)
1
si deve all‟impatto con
l‟Occidente, così come è accaduto per il romanzo e il racconto dopo la
nahÿah
2
, movimento di rinascita sociale, politica e letteraria composito che
non apparve improvvisamente, bensì a seguito di un processo lento e
graduale, nel XIX secolo.
L‟arte drammatica araba pre-moderna non offre esempi di tipi di
dramma comparabili con quelli occidentali, tuttavia possiamo dire che
esistono dei generi autoctoni dotati di qualità teatrali. Tra questi vanno
annoverati: la ta„ziyyah (termine che indica sia lutto che consolazione).
Essa unisce la commemorazione religiosa e pubblico spettacolo, e
caratterizzava la rappresentazione che rievocava la morte del nipote del
profeta Mu|ammad, ðusayn, durante la battaglia di Karbal… nel 680
3
; la
|ik…yah, che ha come soggetti figure storiche e eroi leggendari le cui
avventure, raccontate da un cantastorie (|akaw…t† ) accompagnato da
strumenti musicali, sono più immaginarie che reali; il mad†| , narrato dalla
figura del madd…| che, a differenza del |akaw…t† , non celebra le avventure
degli eroi ma canta le storie e le azioni dei più importanti uomini di
1
Il termine deriva dalla radice araba SRð, che significa “andare via”, “partire”, “girovagare”.
Cfr. Traini Renato, Vocabolario Arabo-Italiano, Istituto per l‟Oriente, Roma, 1999, p. 566.
2
Il termine deriva dalla radice araba NHþ, che significa “risorgere” “alzarsi” “risvegliarsi”.
Cfr. ibid., p. 1573. Su questo complesso movimento si veda: Camera d‟Afflitto Isabella,
La letteratura araba contemporanea: dalla nahÿah a oggi, Carocci Editore, Roma, 2002.
.
3
Allen Roger, La letteratura araba, Il Mulino, Bologna, 2006, p. 235.
5
religione; infine, vi è il karagöz, parola di origine turca, che indica una
forma d‟intrattenimento molto popolare e diffusa, caratterizzata da un solo
esecutore che, dopo essersi avvolto in una specie di tenda, manipola dei
burattini sulla scena, sistemata sopra la sua testa
4
.
1.3 Il teatro in Siria e in Egitto
A partire dal 1798 con l‟invasione napoleonica in Egitto si gettarono le
basi per la creazione di una concezione moderna di teatro
5
. Nel periodo
1798-1801, ossia negli anni della presenza francese sul suolo egiziano,
accanto alle tipiche rappresentazioni arabe (cit. sopra), furono messi in
scena spettacoli allestiti da compagnie occidentali per i residenti europei e
per l‟élite colta locale che poteva parzialmente seguire tali rappresentazioni
in una lingua europea.
La nascita del teatro arabo moderno viene comunemente fatta risalire
al libanese M…r™n al-Naqq…š (1817-1855). Nato a Sidone e membro di una
famiglia che aveva dato i natali a molti uomini d‟affari, la sua attività di
mercante gli permise di viaggiare spesso all‟estero e, proprio in uno di
questi viaggi in Italia, nacque in lui una forte passione per il teatro. In
seguito, formò una compagnia teatrale, e nel 1847 mise in scena, a casa
propria, al-Ba²† l, un adattamento de L‟avaro di Molière.
La sua passione per il teatro fu trasmessa al nipote Sal† m al-Naqq…š
che formò una compagnia a Beirut, successivamente trasferita ad
Alessandria. Questa fu la prima compagnia teatrale araba in Egitto.
4
Per queste forme di spettacolo si veda Corrao Francesca Maria, Il riso, il comico e la festa al
Cairo nel XIII: il teatro delle ombre di Ibn Daniyal, Istituto per l‟Oriente, Roma, 1996.
5
Il 1799 è stato l‟anno della nascita del teatro in Egitto, grazie alla spedizione militare di
Napoleone Bonaparte. Egli fece costruire il primo teatro al Cairo, dove però si allestivano
rappresentazioni solo per l‟esercito francese. Questo teatro aveva lo scopo di divertire, distrarre e
creare un‟aura di normalità per i soldati francesi che erano stati mandati in Egitto.
6
L‟Egitto garantiva un‟atmosfera più propizia per i pionieri del teatro
arabo. Il Khedivé Ism…„† l
6
, che governava il paese dal 1863, aveva come
obiettivo quello di introdurre quanti più aspetti della cultura occidentale
nella società egiziana. Nella città del Cairo, ad esempio, erano stati distrutti
antichi quartieri per aprire una grande piazza e far posto al Teatro
dell‟Opera; inoltre, non distante da esso, nei giardini di Azbakiyyah,
compagnie straniere mettevano in scena opere teatrali su di un palcoscenico
all‟aperto. Fra queste compagnie, vi era quella di un altro grande pioniere
del teatro arabo : Ya„q™b Ÿan™„
7
.
Ya„q™b Ÿan™„ (in altra grafia James Sanua), di religione ebraica, noto
con lo pseudonimo di Ab™ Na©©…rah (L‟occhialuto), aveva viaggiato
all‟estero ed era stato mandato in Italia, a Livorno, per migliorare la sua
istruzione. Tornato in Egitto, nel 1870 fondò una sua compagnia di attori
che recitava non più in lingue occidentali ma in arabo. Le opere recitate
mescolavano dialoghi a intermezzi musicali e canzoni, con la caratteristica
però che i dialoghi erano nel dialetto del Cairo. La notizia delle
rappresentazioni attrasse l‟attenzione del Khedivé, e Ÿan™„ fu invitato a
mettere in scena una serie di commedie nel teatro privato di questi, a Qa¡r
al-N† l. Le opere inizialmente divertirono il sovrano, finché poi non si rese
conto di essere egli stesso oggetto di alcune delle satire rappresentate; ciò
portò alla chiusura del teatro di Ÿan™„ e al suo successivo esilio in Francia
8
.
6
Nato nel 1830, Ism…„†l Pascià, come il suo predecessore, Sa„†d Pascià, compì gli studi in Francia,
acquisendo un‟istruzione pienamente occidentale. Egli fu nominato Governatore e in seguito
Khedivé d‟Egitto, carica che tenne dal 9 gennaio 1863 al 26 giugno 1879. Già con Sa„†d, furono
realizzate delle importanti riforme culturali: l‟arabo divenne la sola lingua ufficiale, e l‟unica ad
essere ammessa nell‟istruzione pubblica. Ma fu con Ism…„†l che si ebbe la vera svolta verso il
modernismo: il numero delle scuole primarie crebbe dalle 185 del 1863, alle 4685 del 1875.
Crebbe anche il numero delle scuole secondarie e degli istituti di istruzione specializzata; vennero
fondate la Biblioteca nazionale egiziana, un museo, società scientifiche e l‟Opera del Cairo. Sorse
anche un rinnovato interesse verso la storia e la letteratura araba: apparvero traduzioni e opere
originali di poeti, scrittori e drammaturghi egiziani. Anche se molti scrittori dipinsero il Khedivé
Ism…„†l come un pascià orientale pigro e ignorante , in realtà, egli è stato un grande uomo politico,
colto ed energico. Cfr. Lutsky Vladimir, Storia moderna dei paesi arabi, a cura di Massimo
Massara, Teti Editore, Milano, 1975, pp. 173-176.
7
Allen Roger, La letteratura araba, cit., p. 238.
8
Camera d‟Afflitto Isabella, La letteratura araba contemporanea..., cit., pp. 249-250.
7
Con il passare del tempo, il pubblico egiziano si vide offrire
un‟amplissima varietà di scelte in campo teatrale. Si rappresentavano,
infatti, opere tratte da racconti tradizionali, recitate in una lingua letteraria,
oppure opere di tipo più popolare, sia dal punto di vista dei temi che della
lingua, in modo da compiacere ogni ceto sociale.
In Egitto, dove le prime compagnie che si esibirono erano formate da
attori improvvisati e le rappresentazioni erano per lo più adattamenti delle
opere di Molière, Corneille, Racine, Voltaire e Shakespeare, con il passare
del tempo si iniziarono a comporre opere originali e si andarono formando
compagnie di attori professionisti, come quella di Ğ™r ğ Abyad (1880-1959).
Questi, nato a Beirut, da giovane si trasferì ad Alessandria, dove recitò
in alcune compagnie straniere; in seguito, si recò a Parigi per studiare
recitazione, poi, al suo rientro in patria, formò una propria compagnia
influenzata dai suoi studi europei
9
.
Altro precursore del teatro arabo è sicuramente il siriano A|mad Ab™
³al† l al-Qabb…n† (1833-1902). A Damasco, egli fu incoraggiato dal
governatore ottomano Subh† P…sh… a mettere in scena alcune sue opere che
furono accolte con grande successo; tuttavia, quando mise in scena
un‟opera dedicata al famoso califfo abbaside H…r™n al-Rash† d, dove i ruoli
femminili venivano recitati da donne e non da ragazzi, come era avvenuto
fino ad allora, la classe religiosa conservatrice di Damasco, si infuriò a tal
punto da ottenere da Istanbul un decreto che ordinava la chiusura del teatro.
Nel 1884, al- Qabb…n† si trasferì in Egitto con la sua compagnia, dove diede
un grande impulso al nascente teatro egiziano
10
.
Uno dei massimi esponenti della drammaturgia araba fu Tawf† q
al-ðak† m, che si dedicò soprattutto al problema che, da decenni, interessava
drammaturghi, critici e pubblico, ossia se era più opportuno usare l‟arabo
9
Ibid., pp. 250-251.
10
Ibidem.