Introduzione metodologica   -  2
 Aveva forse ragione il Prof. Richard Rose nel sostenere che gli unici valori incedibili 
– inesistenti nel Nord – sono la fedeltà e l’identità e che un Governo senza consenso può 
sopravvivere solo grazie a pratiche integrative od assimilative spesso repressive?
5
  
 Nel 1917 AE Russell scriveva che in Irlanda dominasse il principio della 
“maggioranza che impone la sua cultura e che sopprime le differenze” e che lo scopo 
ideale fosse “il raggiungimento di una diversità di culture e di libertà, di ricchezza e di 
varietà di pensiero oltre che di una conclusione politica ragionevole e sensata che 
scongiurasse il pericolo di una tirannia”
6
. Fu perciò di grande auspicio nel 1973 il grande 
appoggio dato dalla popolazione del Nord a favore dell’entrata della Gran Bretagna e 
dell’Irlanda nell’allora CEE, nella speranza di una risoluzione più facile del conflitto se 
posto in una più ampia cornice, come quella europea, in grado di poter “smagnetizzare la 
bi-polarizzazione anglo-irlandese”
7
: una grande possibilità per distaccarsi dal localismo e 
condividere una comune identità europea all’interno di una comune struttura funzionale. 
Ma un euroscetticismo ancora vivo sia a Sud che soprattutto a Nord dell’Irlanda ed 
un’Europa troppo occupata a crescere economicamente e politicamente ed a comporre le 
sue enormi differenze culturali intrinseche, persistono nel lasciare in mani britanniche 
l’arduo problema dell’interazione fra le due culture, le due tradizioni, le due identità.  
 Maggioranza o minoranza? Ma è realmente questo il dilemma? Nel 1971 Harold 
Jackson – in un duplice studio sulle tensioni sparse all’interno dei due gruppi – 
descriveva una “doppia minoranza”: quella cattolica timorosa ed incerta, quella 
protestante potente a Nord ma debole in una “All-Ireland situation”. Entrambe portano 
con sé le peggiori sfaccettature dei due termini: l’insicurezza dell’essere “minoranza” e 
l’arroganza e l’insensibilità del sentirsi “maggioranza”. Si potrebbero addirittura definire 
solo ed esclusivamente “minoranze” se le disponessimo all’interno dell’intero Regno 
                                                 
5
 RICHARD ROSE, Governing Without Consensus: An Irish Perspective, London, Faber and Faber, 1972. 
Il Prof. Richard Rose è l’eminente direttore del Centre for the Study of Public Policy della Strathclyde 
University of Glasgow. 
6
 AE RUSSELL, Thoughts for an Irish Convention, in AA.VV., The Irish Home Rule Question, New York, 
Macmillan, 1917. Citato in MAURICE HAYES, Whither Cultural… cit., pag. 4. George William Russell 
scriveva sotto gli pseudonimi Y.O., O.L.S. e Gad ma da tutti era conosciuto come AE. Fu uno dei più 
famosi poeti, saggisti, editori, giornalisti, drammaturghi, romanzieri irlandesi. Nato nel 1867 a Lurgan 
(Contea di Armagh) e personaggio di spicco dell’Agricultural Cooperative Movement, Russell fu nominato 
editore del giornale ufficiale del movimento The Irish Homestead. Pur essendo un gran sostenitore 
dell’Irish Home Rule, egli raccomandava la massima moderazione politica e la riconciliazione con la Gran 
Bretagna e sosteneva l’idea di in un governo con due assemblee rappresentative: la prima, quella generale 
(il Parlamento), si sarebbe occupata di tasse, istruzione, diritti dei cittadini; la seconda sarebbe stata 
composta da organizzazioni elette da agricoltori, manovali e professionisti. AE non giudicava l’Irlanda una 
potenza militare: “He ‘held firm beliefs about the necessity of the nation and its divine origin. What he 
objected to strongly was the tyrannical state which would deprive its members of the liberty to seek their 
own destiny’”. ANONIMO, AE: A Key Figure in Irish Leterature, <http://www.usna.edu/EnglishDept/ilv/ 
ae.htm> (ultimo accesso: 12 Dicembre 2004).  
7
 MAURICE HAYES, Whither Cultural.. cit., p. 4. 
 Introduzione metodologica   -  3
Unito
8
 e se notassimo la progressiva scomparsa dei simboli dell’Unionismo come i B-
Specials
9
, lo Stormont Parliament e l’appoggio del Governo Conservatore a Westminster 
o ascoltassimo semplicemente il punto di vista di un qualsiasi dublinese riguardo la parte 
mancante dell’isola… Ebbene egli ti risponderà che la soluzione non è riposta nella 
futura reintegrazione del Nord ma esclusivamente nel lasciare che la cosa scivoli da sé 
smorzando gradualmente i toni accesi della questione. Oppure ti dirà che sarà un 
referendum costituzionale a decidere legalmente. Ma i risultati dei recenti referendum 
sull’aborto e sul divorzio,
10
 potrebbero spingerci a pensare che l’indeprecabile pluralismo 
generato da una probabile unione è un prezzo che il Sud non è ancora disposto a pagare.  
 L’obiettivo dell’Unionismo dell’Ulster era preservare l’unione tra la Gran Bretagna e 
l’Irlanda. I suoi leader perciò si prefissero di creare all’interno della Provincia un 
movimento forte, unito e disciplinato con l’unico scopo di convincere il Governo 
Britannico a non concedere l’autonomia governativa all’isola 'verde smeraldo'. Fu molto 
difficile integrare gli oppositori del Nord, contrari all’Irish Home Rule, in 
un’organizzazione coesa. Essi erano profondamente divisi da passate affiliazioni 
                                                 
8
 HAROLD JACKSON ed ANNE McHARDY, The Two Irelands.The problem of the double minority: a 
dual study of inter-group tensions, Manchester, Minority Rights Group Report No. 2, 1972. Citato in 
MAURICE HAYES, Whither Cultural.. cit., p. 3. 
9
 I B-Specials o Ulster Special Constabulary (USC) erano i carnefici di un corpo ausiliario della Royal 
Ulster Constabulary (RUC) formato nel 1920 reclutato tra l'Ulster Voluntary Force (UVF) – milizia 
addestrata nel 1912 dalle truppe d'occupazione inglesi e mantenuta dall'establishment militarista e dalla 
borghesia tirannica, per mantenere l'integrità del Regno Unito evitando la separazione dell'Irlanda e 
rispettando il Solemn League and Covenant Against Home Rule che 471,414 lealisti firmarono con il 
sangue – protagonisti dei pogrom e responsabili di una lunga scia di omicidi settari. Nei quartieri 
protestanti essi venivano considerati i difensori, i paladini della locale comunità e vi fu una mezza 
insurrezione quando, nell'aprile 1970, i 'B-men' furono smantellati; tuttavia questa milizia squadrista non 
scomparve del tutto dal momento che i suoi effettivi furono inseriti nei quadri della stessa RUC o dello 
Ulster Defence Regiment (UDR), reggimento dell'esercito britannico formato nei primi anni Settanta e 
reclutato nelle Sei Contee del Nord. SILVIO CERULLI, Irlanda del Nord, una lunga strada tra pace e 
guerra, Bolsena (VT), Massari Editore, Controcorrente n°35, 2000, Cap. 4 – Short Strand, p. 37 e Cap. 3 – 
Newtonards, p. 28. Cfr. sui B-Specials ANONIMO, Their Finest Hour, The Ulster Special Constabulary 
(B-Specials, 1921-1971), <http://free.freespeech.org/ovs/HTML/bspecials.html> (ultimo accesso: 20 
Gennaio 1994). 
10
 Il 6 Marzo 2002 si è votato in Irlanda in occasione del referendum costituzionale sull’aborto: 50.42% 
contrari, 49.58% favorevoli. Ha votato il 42.89% degli aventi diritto al voto. Il referendum riguardava la 
proposta governativa di inserire un emendamento nella Costituzione per rendere illegale e punibile con 12 
anni di galera l’aborto volontario anche nel caso in cui la donna incinta intendesse uccidersi per non portare 
a termine la gravidanza. La Costituzione Irlandese considera l’aborto come reato. In questi anni si è lottato 
per emendare la norma e permettere così alla donna incinta di informarsi al di fuori dell’Irlanda sulle 
modalità dell’interruzione volontaria. ANONIMO, Ambiguo risultato del referendum costituzionale 
sull’aborto nella Repubblica Irlandese (6 marzo 2002): sconfitti di misura governo e Chiesa cattolica, ma 
nessuno può cantare vittoria, a cura di Irlanda Notizie, <http://www.geocities.com/~info-
irlanda/ambiguo_risultato_del_ referendum.htm> (ultimo accesso: 12 Dicembre 2004). Il 25 Novembre 
1995 un referendum approva di strettissima misura la rimozione dalla Costituzione del divieto totale del 
divorzio, con una maggioranza del 50,28% soltanto; il che apre la via all'introduzione di una legge sul 
divorzio concordata tra i partiti. ANONIMO, Le radici storiche del conflitto nel Nord dell’Irlanda, a cura 
di Irlanda Notizie, <http://www.geocities.com/~info-irlanda/roots2.htm> (ultimo accesso: 12 Dicembre 
2004). Sconfitti perciò – ma solo di misura, a testimonianza del perpetrarsi di atteggiamenti reazionari 
nell’Eire  –  sia il Governo che la Chiesa cattolica. 
 Introduzione metodologica   -  4
politiche (conservatori o liberali), dalla diversità di classe sociale (proprietari terrieri, 
proprietari di immobili, working class media o bassa), dalle differenti sfumature del loro 
credo religioso (Chiesa d’Irlanda, Presbiteriani, Metodisti). La prima organizzazione nata 
come pronta reazione al primo Home Rule del 1886 era rudimentale e fu protagonista 
della morte di 32 persone in seguito a violenti scontri settari. Dopo il secondo Home Rule 
del 1893, nacquero i primi Unionist Clubs coordinati da un consiglio centrale, ma le 
divisioni riemersero sino al 1904, anno in cui alcuni proprietari terrieri del Sud 
dell’Irlanda chiesero un rafforzamento dei poteri locali per migliorare la qualità 
dell’amministrazione del Paese. A seguito di una conferenza straordinaria tenutasi nel 
Dicembre del 1904 nacque l’Ulster Unionist Council (UUC) diretto a difendere 
strenuamente l’Unionismo. Esso iniziò la sua attività nel Marzo del 1905 ed era formato 
da 200 delegati provenienti dalle nove Contee dell’Ulster (deputati unionisti, unionisti 
della Camera dei Lords, orangisti dell’Orange Order, rappresentanti delle circoscrizioni 
locali unioniste). L'UUC elegge un comitato permanente di 30 persone incaricato 
dell’amministrazione giornaliera. Da esso nacque l’indipendente Ulster Unionist Party 
(UUP) che tuttavia continuò a cooperare con l’UUC. Scopo primario del Consiglio fu 
tenere unito tutto ciò che avesse a che fare con l’unionismo, promuovendo dibattiti e 
raccogliendo le opinioni di tutti i suoi membri. Dopo aver resistito vigorosamente anche 
al terzo Home Rule del 1912-14 esso è rimasto ancora ai nostri giorni il punto di 
riferimento di tutte le strutture dei partiti unionisti.
11
  
 Popolari interpretazioni della questione irlandese si sono conformate e fermate alle 
mere differenze religiose considerando i Cattolici come Cattolici e non come Nazionalisti 
e la religione protestante come valore da difendere in un’eventuale Irlanda unita, senza 
rendersi conto che fosse l’”essere British” ad esortare a gran voce protezione. Inoltre le 
enormi (ma allo stesso tempo esigue) differenze intime tra le due comunità, sommate alle 
dissonanze nel settore dell’occupazione, della distribuzione degli alloggi, nei sistemi 
scolastici, ricreativi ed elettorali, nell’amministrazione della giustizia e dello sviluppo 
locale, hanno riportato in auge le due immagini stereotipate della stessa storia e della 
stessa guerra tramandate nel corso dei secoli, assimilate non solo da chi osserva 
dall’esterno ma inevitabilmente anche dagli stessi attori principali.
12
  
                                                 
11
 ANONIMO, Ulster Unionist Council, 1905, <http://www.bbc.co.uk/history/war/easterrising/profiles/ 
po19.shtml>  (ultimo accesso: 05 Dicembre 2004). 
12
 LOUIS MACNEICE, Autumn Journal, in AA.VV., Collected Poems, London, Faber and Faber, 1966, p. 
132. Louis MacNeice fu uno dei primi a non slegare il fattore religioso da quello politico. Jack Magee ha 
definito l’interpretazione storica popolare inizialmente come ‘ancestral voices, prophesying wars’ ma poi 
‘different ancestors, different wars’. CONOR CRUISE O’BRIEN, The Shaping of Modern Ireland, 
 Introduzione metodologica   -  5
 L’Irlanda del Nord è molto piccola ma molto complessa, una potenziale bomba 
perpetuamente in procinto di esplodere, fatta di tradizioni sovrappostesi nel tempo – 
quella Inglese impersonata nelle norme e nell’amministrazione, quella Gaelica, cattolica, 
rurale e pastorale, quella Anglo-Irlandese rappresentata dalle classi dei coloni 
costantemente al potere, quella protestante nata proprio nell’Ulster orientale – e di infiniti 
dualismi – ruralismo ed urbanesimo, est ed ovest (del fiume Bann), ricchi e poveri, 
irlandesi trapiantati ('planted') ed irlandesi nativi, senza considerare il classico stereotipo 
Cattolici-Nazionalisti/Repubblicani e Protestanti-Unionisti/Lealisti.
13
   
 Storici sostengono che la rovina dell’Irlanda sia stata l'arrogante autosufficienza 
culturale: una cultura distintiva non può esistere senza rapportarsi con l’esterno, una 
nazione non può essere creata grazie ad un approccio negativizzante, ossia fatto di 
esasperanti ritirate nel passato e di strategiche eliminazioni. I periodi fiorenti di ogni 
civiltà sono coincisi spesso e volentieri con mutue integrazioni tra popoli, condite da una 
propensione verso lo spirito del “contemporaneo”. La maggioranza della popolazione 
irlandese, soprattutto quella più giovane, non ha la sana abitudine di intraprendere viaggi 
all’estero – spesso non oltrepassa neanche i confini della propria città di residenza o 
addirittura del proprio quartiere – e ciò rende impossibile qualsiasi forma di scambio 
culturale e di confronto con la storia e le tradizioni estere. 
 La violenza scoppiata agli inizi degli anni settanta fu l’estrema conseguenza, secondo 
accademici, giornalisti, commissioni d’inchiesta, politici e politicanti britannici, della 
funesta risposta da parte della popolazione cattolica alle serie e sistematiche 
discriminazioni effettuate nei loro confronti dai Protestanti. Alternativamente la visione 
protestante, abbandonata dal resto dell’opinione pubblica, poggiava sull’accostamento 
distruttivo tra bigottismo cattolico/rigurgiti nazionalisti/radicali rivendicazioni di naturali 
libertà civili, fomentatore di violenza.
14
  
                                                                                                                                                                   
London, Routledge and Kegan Paul, 1960, p. 22. Cfr. .sull’interpretazione stereotipata del conflitto JACK 
MAGEE, The Teaching of Irish History in Irish Schools in AA.VV., The Northern Teacher, New York, 
Winter, 1970.  
13
 F.S.L. LYONS, The Ford Lectures: Culture and Anarchy in Ireland 1890-1939, Oxford, Clarendon 
Press, 1979. Citato in MAURICE HAYES, Whither Cultural... cit., p. 6. 
14
 CHRISTOPHER HEWITT, Catholic grievances, Catholic nationalism and violence in Northern Ireland 
during the Civil Rights Period: a riconsideration, in «British Journal of Sociology», 1981, n. 3, vol. 
XXXII, p. 362. Il dibattito sulle considerazioni di Hewitt continuò. Il pomo della discordia riguardava il 
livello di esagerazione raggiunto dalle discriminazioni nei confronti dei cattolici, che secondo altri 
sociologi (ad es. Kovalcheck ed O’Hearn) non era stato poi così elevato e che fossero state le inutili 
proteste cattoliche ad innescare la spirale di violenza, che ha poi condotto allo scoppio dei Troubles nei 
primi anni settanta.  
 Introduzione metodologica   -  6
 Lord Cameron
15
 – direttore nel 1969 della Commissione d’Inchiesta nominata dal 
Governo nordirlandese per studiare le cause che condussero al susseguirsi di eventi 
violenti nel Paese a partire dalla manifestazione tenutasi a Derry il 5 Ottobre 1969 [i 
lealisti la chiamano Londonderry, i nazionalisti semplicemente Derry; su molti 
documenti ufficiali, come ad esempio sui biglietti dei pullman e così via, compare 
l’abbreviazione L\Derry; per non schierarmi con una delle due parti, e soprattutto per fare 
prima (sic!), utilizzerò volentieri l’abbreviazione]
16
 – concluse così il suo famoso 
rapporto presentato lo stesso anno al Parlamento della Provincia
17
: 
 
“these social and economic grievances or abuses of political 
power… were in a very real sense an immediate and operative cause 
of the demonstrations and consequent disorders”; 
 
Liam de Paor compara (forse esagerando) la condizione degli Ulster Catholics al 
contrasto statunitense bianchi-neri: 
 
“In Northern Ireland Catholics are blacks who happen to have a 
white skin”
18
; 
 
Edward Hyams giustifica le campagne dell’IRA degli anni Settanta sulla base di una 
mera lotta di classe tra le due comunità: 
 
                                                 
15
 Kenneth John Cameron ha il titolo di Rt. Hon. Lord Cameron of Lochbroom PC ed è stato Giudice dal 
1989. Laureato all’Università di Oxford  (MA, Corpus Christi College) e di Edinburgo (LLB). Fu ammesso 
alla Facoltà degli Avvocati (The Scottish Bar) nel 1958 e fu Standing Junior Counsel (rappresentante dei 
dipartimenti del Governo) al Dipartimento dei Trasporti dal 1964 al 1971 ed al Dipartimento dell’Impiego 
dal 1971 al 1972. Fu nominato Consigliere della Regina nel 1972, fu Direttore e poi Presidente del 
Tribunale d’Appello per le Pensioni dal 1975 al 1984 e fu Direttore dei Tribunali Industriali dal 1966 al 
1981. Lord Cameron lavorò come Advocate Deputy (Consiglio per l’esercizio dell’azione legale contro i 
crimini) dal 1981 al 1984 e fu Lord Advocate (Senior Law Officer per la Scozia) dal 1984 al 1989, 
nominato dal Consiglio Privato della Regina. Ora è direttore della  Royal Fine Art Commission for 
Scotland e Presidente dello Scottish Council  of  Voluntary Organisations. ANONIMO, Rt. Hon. Lord 
Cameron of Lochbroom (Kenneth John Cameron) PC, <http://www.scotcourts.gov.uk/biographies/ 
cameron.htm> (ultimo accesso: 02 Gennaio 2004). 
16
 Cfr. sullimportanza del peso e della valenza demagogica e persuasiva dell'uso calcolato di determinate 
parole all'interno di un discorso politico su questioni estremamente delicate CHRISTOPHER WILLIAMS, 
A linguistic Analysis of Speeches by Tony Blair and Iain Duncan Smith on the 1998 Belfast Agreement, 
Bari, Università degli Studi, Atti del Convegno Internazionale "La Costituzione Britannica / The British 
constitution", Bari, 29-30 Maggio 2003. 
17
 CAMERON REPORT, Disturbances in Northern Ireland. Report of the Commission Appointed by the 
Governor of Northern Ireland, Cmnd. No.532, Belfast, HMSO, 1969, Chapter 12 – The Causes of the 
Disorder, parr. 128-29. Grassetto mio. 
18
 LIAM DE PAOR, Divided Ulster, Harmondsworth, Penguin, 1971, p. 13. Citato in CHRISTOPHER 
HEWIT, Catholic grievances… cit., p. 364. Nato a Dublino nel 1926 e morto nel 1998, Liam de Paor, oltre 
ad essere un politologo, storico ed un giornalista dell’Irish Times, si occupò anche di archeologia e dello 
studio della tradizione celtica e cattolica del suo paese. ANONIMO, Liam de Paor, <http://www.pgil-
eirdata.org/html/pgil_datasets/authors/d/dePaor,Liam/life.htm> (ultimo accesso: 02 Gennaio 2004). 
Grassetto mio. 
 Introduzione metodologica   -  7
“The sectarian struggle in Ulster masks a class war; speaking very 
roughly indeed, the Protestants can be thought of as the ‘bourgeoisie’ 
and the Catholics as the workers”
19
. 
 
Bernadette Devlin – madre del ‘68 nordirlandese, ex-esponente della causa dei diritti 
civili dei cattolici a Westminster ed autrice di The Price of my Soul, manifesto del suo 
intenso e sanguigno impegno apolitico – puntualizza che anche i cattolici effettuassero 
discriminazioni ma che queste fossero state meno assennate o meno prese sul serio 
poiché era troppo scarsa la presenza di capi cattolici o amministrazioni locali nella 
posizione favorevole per poterle praticare.
20
   
 Tutto ciò potrebbe fornirci una visione distorta della società nordirlandese dell’epoca 
pre-violenta, una società nella quale segregazione social-residenziale e solidarietà 
comune fossero insieme rappresentate dall’atteggiamento dei Cattolici nonché Protestanti 
che, dove possibile, spadroneggiavano in tutti gli affari, negozi e professioni fedeli al 
proprio credo. 
 Il mio intento è quello di analizzare tutte le fonti   –   tesaurizzando tutte le sensazioni 
ed il materiale non solo cartaceo ma anche umano, visivo ed olfattivo accumulati in 14 
intensi giorni trascorsi nelle due capitali nordirlandesi – che esaminano 
approfonditamente tutte le disfunzioni della società che dal periodo di calma apparente 
del secondo dopoguerra hanno trascinato l’Irlanda del Nord in un sanguinario ed inutile 
conflitto tuttora in corso e che ebbe come solenne momento iniziale la manifestazione 
organizzata dalla Northern Ireland Civil Rights Association (NICRA) del 5 Ottobre 1969 
e come conferma la Strage di Derry, una domenica bagnata dal sangue di 30 civili (14 
morti e 16 feriti) trovatisi nel posto giusto al momento sbagliato.  
 Spesso la carenza argomentativa e l’assenza di prove evidenti ha generato e genera 
tuttora l’incapacità a comprendere le ragioni per le quali alcune questioni vengano poste 
in primo piano e altre totalmente ignorate, nel tentativo scientifico di riaggregare i tasselli 
di un puzzle disseminati tra documenti ufficiali e testimonianze insabbiate, documenti 
segreti non ancora declassificati.
21
  
 
“Presumption is like a fortress on a hill. If it is unattacked, then it 
remains standing, so those who wish to attack fortress presumption 
must assume the ‘burden of proof’ for the attack. Equally, if a fortress 
is undefended it can succumb to a weak attack – therefore defenders of 
                                                 
19
 EDWARD HYAMS, Terrorists and Terrorism, New York, St Martins Press, 1974, p. 179. Citato in 
CHRISTOPHER HEWIT, Catholic grievances… cit., p. 364. Grassetto mio. 
20
 BERNADETTE DEVLIN, The Price of My Soul, London, Deutsch, 1969, p. 54. 
21
 KASSIAN A. KOVALCHECK, Catholic grievances in Northern Ireland: appraisal and judgment, 
«British Journal of Sociology», 1987, n. 1, vol. XXXVIII, p. 78. 
 Introduzione metodologica   -  8
fortress presumption have the ‘burden of rebuttal’. If it can be assumed 
that the conventional view of Northern Ireland – that discrimination 
against Catholics was a causal agent in creating violence – has the 
advantage of presumption, then it can be argued that neither the 
‘burden of proof’ nor the ‘burden of rebuttal’ were well met. It may 
take as long to resolve the issue on the causes of violence as it will 
take to resolve violence itself.“
22
 
 
  La mia tesi si propone perciò di mostrare la situazione sociale e politica della 
Provincia nella quale le truppe britanniche si sono trovate invischiate all’inizio degli anni 
Settanta, precisamente allo scoccare della mezzanotte del 30 Gennaio 1972. Tenterò di 
comprendere, analizzando i principali dibattiti senza distinzione di credo religioso o 
politico sugli argomenti più delicati intercorsi tra gli anni ‘50 e ’70, quale fosse lo stato 
d’animo prevalente tra la popolazione interamente considerata – se quello vittimista, 
tribolante e tormentato nazionalista-cattolico o quello insofferente, esasperato e ed 
irritato lealista-protestante – e se la degenerazione di questo fosse ragionevolmente 
giustificabile alla vigilia della manifestazione tragicamente più famosa del Civil Rights 
Movement (CRM) nella quale 15,000 (forse addirittura 30,000) tra uomini, donne, 
anziani e bambini, quasi tutti disoccupati, marciarono pacificamente contro la 
reintroduzione dell’internamento senza processo avvenuta il 9 Agosto del 1971. A 
trentadue anni dalla seconda Bloody Sunday
23
 il regista inglese Paul Greengrass ha 
ripercorso, in perfetto stile visivo da reportage che gli è valso l’Orso d’Oro al Festival 
cinematografico di Berlino del 2002, tutto ciò che è accaduto in quelle ventiquattro ore. 
Pur senza spiegare le concause della decisione da parte governativa britannica di 
militarizzare i nascenti Troubles, Greengrass ha diretto l’opposizione politica ottimistica 
ed idealistica che spinse poi con ardore i ragazzi ad entrare in massa nell’Irish 
                                                 
22
 RICHARD WHATELY [Church of Ireland Bishop], Elements of Rhetoric, Whately R., Elements of 
Rhetoric, D. Ehninger, Ed, 1828, Carbondale, So. Ill. Press, 1963; Citato in KASSIAN A. 
KOVALCHECK, Catholic grievances… cit., p. 86. 
23
 “Il 21 novembre 1920 fu la prima “Domenica di sangue” irlandese del XX secolo. La giornata cominciò 
alle nove del mattino con un colpo spettacolare messo a segno da Michael Collins. Collins era riuscito a 
scovare il nascondiglio di un certo numero di agenti clandestini inglesi a Dublino, alcuni dei quali si 
facevano passare per sostenitori del Sinn Fein. Quattordici di questi agenti vennero uccisi dagli uomini 
della sua squadra, alcuni dei quali erano regolarmente andati a messa poco prima. Quel pomeriggio era 
prevista un’importante partita di calcio tra Dublino e Tipperary a Croke Park, che prendeva il nome da un 
grande arcivescovo irlandese di tendenze nazionaliste. Era stato appena fischiato un fallo contro il 
Dublino ed uno dei giocatori del Tipperary, Tommy Ryan, si accingeva a tirare quando dal fondo del 
campo partì una raffica di mitra e dei colpi di fucile. Ryan, che era anche un ufficiale dell’IRA, capì subito 
che non si trattava di colpi a salve e si gettò a terra. Un altro giocatore del Tipperary fu meno fortunato e 
venne colpito alla testa rimanendo ucciso sul colpo insieme ad altre dodici persone.”. ROBERT KEE, 
Ireland: a History, London, Abacus, 1993, tr. it. a cura di Vitorio Beonio Brocchieri, Storia dell’Irlanda. 
Un’eredità rischiosa, Milano, Bompiani, 1993, p. 157. 
 Introduzione metodologica   -  9
Republican Army (IRA). Egli ha tratto spunto dal libro di Don Mullan
24
, Eyewitness 
Bloody Sunday, che in occasione della decisione di Tony Blair del 1998 di riaprire 
l’inchiesta dell’inglese Lord Widgery (poi Lord Chief of Justice) del 1972 – che scagionò 
da qualsiasi colpa i militari sostenendo che la responsabilità fosse di chi avesse 
partecipato ad una manifestazione vietata e si fosse messo così in una situazione 
pericolosa – per affidarla nelle mani indipendenti di Lord Saville
25
, ha estratto dal 
cassetto tutte le deposizioni “a caldo” dei civili, amici e parenti delle vittime o semplici 
manifestanti e passanti: più di 60,000 pagine di prove raccolte dalla NICRA, dal National 
                                                 
24
 Don Mullan è nativo di Derry e a soli 15 anni fu testimone del massacro del 1972. Ciò lo condusse a 
supportare per tutto il mondo la causa dei diritti civili, come portavoce dell’organizzazione Action From 
Ireland (Afrl) e come volontario in Brasile, Ruanda e Zaire. Egli ebbe un ruolo cruciale nella decisione di 
Blair di riaprire l’inchiesta sulla Bloody Sunday. Autore anche dei libri The Dublin & Monaghan Bombings 
e A Gift of Roses: Memories of the Visit to Ireland of St. Therese. DON MULLAN, Eyewitness Bloody 
Sunday. The Truth, Dublin, Merlin Publishing, 2002 (ma ed. originale: 1997). Cfr. su una fresca 
descrizione degli eventi CIVIL RIGHTS MOVEMENT, Massacre at Derry, Derry, Civil Rights 
Movement, 1972. Anche in <http://cain.ulst.ac.uk/events/bsunday/mad.htm> (ultimo accesso: 07 Febbraio 
2004). "…to tell the world, through the eyes of Derry citizens, what happened in their city on Sunday, 
January 30, 1972". All'interno anche il prezioso contributo del nostro Fulvio Grimaldi, nonché la mappa 
degli eventi. Diviene perciò fondamentale anche l'accurata lettura del testo FULVIO GRIMALDI, Blood in 
the Street, Derry, First Ed., Peoples’ Democracy and Lotta Continua, 1972, Last Ed. Guildhall Press, 
Northern Ireland, 1998. Agghiacciante è la lettera – posta dal giornalista in coda al testo – indirizzata dal 
Capitano del Primo Battaglione dei paracadutisti M. V. Stevens presumibilmente alle mogli di tutti gli 
ufficiali dal centro di interrogatorio di Holliwood, nella Contea di Down: "1 PARA will surely emerge from 
close scrutiny of the events of Sunday with colours flying honourably as usual. The wicked propaganda 
directed against us may well be turned to increase our professional reputation. [… ] The reminder of the 
Battalion are staying at "DERRY" until at least Wednesday evening. This is to cover any reaction from the 
BOGSIDE during the first of the funerals which is planned for tomorrow.". Ironica la reazione di Grimaldi: 
"Much of what helped me detect, in my human and professional experiences, the difference between right 
and wrong, justice and injustice, valour and cowardice, love and contempt, slavery and freedom, I owe to 
you, 1
st
 Battalion.". Splendide le sue foto all'interno della sua opera che si possono anche ammirare in  
TRISHA ZIFF, Hidden Truths, <http://www.cmp.ucr.edu/photography/hidden/> (ultimo accesso: 07 
Febbraio 2004). 
25
 Lord Saville of Newdigate è dal 1997 Lord of Appeal in Ordinary nella House of Lords, dopo aver 
ricoperto il ruolo di Queen’s Counsel e di Lord Justice of Appeal nella High Court. ANONIMO, Lord 
Saville of Newdigate, <http://elj.warwick.ac.uk/jilt/biogs/saville.htm> (ultimo accesso: 02 Gennaio 2004). 
Dal 1 Agosto 2001 Lord Saville of Newdigate, William L. Hoyt e John L Toohey, secondo i dettami del 
Tribunals of Inquiry (Evidence) Act del 1921, sono i giudici incaricati della nuova inchiesta sulla strage di 
Derry, in vista del nuovo materiale rinvenuto in questi anni e della scadenza del periodo di chiusura di 
alcuni dei documenti governativi. Scopo principale di questa nuova indagine è convogliare tutte le 
testimonianze dei soldati e dei civili, evitandone la fuga al di fuori di L\Derry, per rimpiazzare i risultati 
ambigui, probabilmente pilotati del Rapporto Widgery (1972). ANONIMO, Regina (A and others) v Lord 
Saville of Newdigate and others, QBD Divisional Court: Rose LJ and Sullivan J: 16 November 2001, 
<http://www.lawreports.co.uk/qbnovb0.1.htm> (ultimo accesso: 14 Dicembre 2003). Il professore di legge 
americano Samuel Dash – esponente di spicco della politica americana delle ultime due decadi come 
testimonia il suo impegno nell'inchiesta sul Watergate – è stato uno dei primi a condurre un'inchiesta 
indipendente, parallela a quella di Widgery. Nel suo rapporto sugli incidenti Dash scrisse: "It is not enough 
to set the record straight, as this report attempts to do. There remains the unfinished business to see that a 
full measure of justice is provided for those who were killed and wounded, as well as their families. Great 
Britain and the world cannot walk away from Bloody Sunday." SAMUEL DASH, Justice Denied: A 
Challenge to Lord Widgery's Report on 'Bloody Sunday', London, Liberty, 1972, anche in 
<http://www.ilhr.org/ilhr/reports/bsunday/> (ultimo accesso: 08 Febbraio 2004).  
 Introduzione metodologica   -  10
Council for Civil Liberties (NCCL)
26
 e da egli stesso, abilmente ignorate dallo stesso 
Widgery nonostante i buoni propositi iniziali.
27
  
 
“The Northern Ireland Civil Rights Association collected a large 
number of statements from people in Londonderry said to be willing 
to give evidence. These statements reached me at an advanced stage 
in the Inquiry. In so far as they contained new material, not 
traversing ground already familiar from evidence given before me, 
I have made use of them”
28
 
 
  Il 4 agosto del 1995 fu scoperta una lettera “confidenziale” nel Public Record Office 
di Londra, nella quale era contenuto un memorandum sull’incontro tenutosi dall’allora 
Primo Ministro Edward (Tead) Heath
29
, il Cancelliere Lord Hailsham
30
 e Lord Widgery 
                                                 
26
 Il Liberty o National Council for Civil Liberties è una delle maggiori organizzazioni (o gruppo di 
pressione) in difesa delle libertà civili e dei diritti umani e lavora tramite una combinazione di arringhe 
legali, campagne di massa, associazionismo, assidue frequentazioni dei corridoi del Parlamento (con lo 
scopo di influenzarne i membri), ricerca scientifica, pubblicazione di opuscoli, di newsletter ed 
organizzazione di conferenze. E’ la più grande organizzazione europea di questo tipo ed è gestita in 
maniera democratica. ANONIMO, Liberty (the National Council for Civil Liberties). Proceeds of crime, 
<http://www.liberty-human-rights.org.uk/resources/policy-papers/policy-papers-2001/pdf-documents/june-
proceeds-crime-ireland.pdf> (ultimo accesso: 10 Dicembre 2003). 
27
 Nel 1997 l’emittente privata Independent Television News (ITN) intervistò quattro soldati presenti quel 
giorno per una serie televisiva trasmessa poi da Channel 4. Furono mostrate fotografie e registrazioni (The 
Bloody Sunday Tape) e Tony Blair fu costretto a riaprire le indagini affidandole alla corte presieduta da 
Lord Saville che ordinò all’emittente di rivelare i nomi dei soldati intervistati, nonostante essa avesse 
garantito ai soldati l’anonimato pena la reclusione dei suoi giornalisti in caso di violazione della privacy. 
ANONIMO, ‘Bloody Sunday’, corte ordina a reporter di rivelare nomi fonti, <http://it.news.yahoo.com 
/020502/58/1toad.html> (ultimo accesso: 02 Maggio 2002). Il vice-comandante e responsabile sul terreno 
di L\Derry del Primo Battaglione paracadutisti di Sua Maestà era l’allora colonnello Michael Jackson in 
seguito generale e condottiero NATO in Jugoslavia. Fulvio Grimaldi ci racconta i retroscena della famosa 
frase pronunciata quel 30 gennaio dal generale, “Trenta è il limite”. Jackson nell’inchiesta Widgery 
testimonierà la “provocazione dei cecchini dell’IRA” . L’inchiesta assolverà gli stragisti e i loro mandanti 
politici conferendo ai soldati la medaglia al valore. La radio militare ordinò di arrestare Fulvio Grimaldi 
testimone dell’accaduto nonché scomodo fotografo degli eventi più drammatici della giornata… “un parà 
che monta sopra un ragazzo caduto e gli spara in testa… il ragazzo che sbianca, occhi che spariscono 
nella fronte, petto nudo, inerme, forato; un prete (oggi il vescovo di Derry) che lo soccorre, un infermiere 
che rischia la vita, le pallottole che ci schizzano sopra la testa, il prete che singhiozza, si alza, solleva il 
ragazzo, leva un fazzoletto bianco invocando pietà almeno per i morti”. Fortunatamente grazie all’aiuto 
dell’allora ventenne Martin McGuinness – oggi personaggio di spicco del Sinn Fein, Ministro 
dell’Educazione a Stormont e negoziatore nordirlandese per la pace – riuscì a fuggire nella repubblica 
irlandese. Tutto il materiale raccolto dal giornalista italiano (e non solo), all’epoca inviato di Giorni – Vie 
Nuove dell’Irlanda del Nord nel grande sommovimento per i diritti civili, venne sequestrato e proibito. 
Come abbiamo notato, solo nel 1997 è stato mandato in onda. Michael Jackson potrebbe ora essere 
condannato come Priebke se l’inchiesta Saville dovesse andare a buon fine. FULVIO GRIMALDI, Do You 
remember Michael Jackson?, in «Liberazione», 06 Giugno 1999.  
28
 WIDGERY REPORT, Report of the Tribunal appointed to inquire into the events of Sunday, 30 
January, 1972, which led to loss of life in connection with the procession in Londonderry on that day by 
The Rt. Hon. Lord Widgery., O.B.E., T.D. H.L 101, H.C. 220, April 1972, London, HMSO, 1972, par. 8. 
29
 Edward Heath fu Primo Ministro dal 1970 al 1974 e segnò l’entrata della Gran Bretagna nella Comunità 
Europea (1971). Pur essendo un grande Conservatore, egli fu uno dei più acerrimi oppositori della politica 
reazionaria della Tatcher. ANONIMO, Edward Heath, <http://www.britannia.com/gov/primes/ 
prime53.html> (ultimo accesso: 02 Gennaio 2004). 
30
 Quintin McGarel Hogg (1907-2001) è morto con il titolo di Lord Hailsham of St Marylebone. Storico 
esponente del partito Conservatore, lasciò poi tale carica ad Heath per diventare Cancelliere del suo 
 Introduzione metodologica   -  11
del 1 febbraio del 1972. Essa rivela una discussione tra il futuro capo del tribunale 
d’inchiesta ed il premier sul contesto politico nel quale egli avrebbe dovuto operare: 
Heath raccomandò Widgery di non dimenticarsi che: 
 
“we [the British Army] were in Northern Ireland fighting not only a 
military war but a propaganda war” 
 
Il memorandum dimostrava anche le due scomode facciate della stessa medaglia, le 
buone intenzioni di Widgery 
 
“It would help if the Inquiry could be restricted to what actually 
happened in those few minutes when men were shot and killed; this 
would enable the Tribunal to confine evidence to eye witnesses” 
   
nonché il veto governativo su ogni tentativo di investigare sui piani che condussero allo 
spiegamento dei Paras contro i dimostranti e la decisione di classificare come ‘closed’ 
nel Public Records Office le 13 pratiche documentarie relative agli omicidi, 3 di essi per 
30 anni e 10 per 75.
31
 
  La ferita è ancora aperta e va sanata; probabilmente nessuno, neanche i parenti delle 
vittime vorrebbero vedere in carcere i paracadutisti che spararono al corteo ma almeno il 
riconoscimento dell’illegittimità e della brutalità di tale azione. L’inchiesta di Saville sarà 
un atto di “pulizia” a due binari. In tre anni sono state ascoltate circa 500 persone per un 
costo di quasi 90 milioni di euro, la più costosa inchiesta nella storia legale del Regno 
Unito.  
  Nei giorni e nei mesi immediatamente successivi alla strage di Derry, manifestanti a 
Dublino bruciarono l’ambasciata britannica; l’IRA fece esplodere una bomba nel quartier 
generale dei paracadutisti di Aldershot, in Inghilterra, uccidendo sette civili; in massa 
aderirono all’IRA (perché all’occupazione delle truppe britanniche i giovani cattolici si 
sentirono chiamati a rispondere col terrore) ed Heath sospese il parlamento di Stormont 
(Belfast) ripristinando il governo diretto di Londra sulla Provincia. Doveva durare solo 
12 mesi, ma solo nel 2000 è nata la nuova Northern Ireland Assembly, risospesa nel 2002 
e rieletta nel 2003 con il trionfo dei partiti radicali sia lealisti (DUP) che repubblicani 
(SF) che per il momento ne ha nuovamente bloccato il suo funzionamento. Estremamente 
difficile la convivenza tra estremisti.   
                                                                                                                                                                   
Governo, carica riassunta nel Governo Tatcher (1979-1987). ANONIMO,  Lord Hailsham,  
<http://en2.wikipedia.org/wiki/Lord_Hailsham_of_St_Marylebone> (ultimo accesso: 12 Dicembre 2003). 
31
 HO (Home Officer), Warrant of Appointment, with press cuttings on reactions to setting up Tribunal, 
1972, 219 (numero che indica i documenti riguardanti la Londonderry Inquiry: Papers and Evidence)/20, 
item 13, London, Public Record Office, <http://catalogue.pro.gov.uk/ExternalRequest.asp?Request 
Reference=ri2083> (ultimo accesso: 12 Dicembre 2003). 
 Introduzione metodologica   -  12
  Il 13 marzo del 2002, alla vigilia dell’apertura della nuova inchiesta, il The Guardian 
descrisse a sorpresa la memoria segreta indirizzata al tenente generale Harry Tuzo
32
 da 
parte del generale di divisione e capitano delle truppe di terra Robert Ford, il 7 Gennaio 
1972, tre settimane prima della strage. Essa rilevò che i proiettili di plastica e i gas 
lacrimogeni avessero avuto poco effetto sui manifestanti nelle così dette 'no-go areas'
33
 e 
suggerì una politica di 'shoot-to-kill' nei confronti dei capibanda, raccomandando prima 
di usare fucili ad alta velocità con proiettili calibro 7.62 (capaci di bucare una lastra di 
ferro e quindi di ammazzare una persona passando attraverso le ossa di un'altra), poi di 
modificare 30 di questi per dotarli di munizioni meno letali da poter sparare a 
manifestanti rissosi in seguito a preliminari avvertimenti:   
 
“The minimum force necessary to achieve a restoration of law and 
order is to shoot selected ringleaders among the DYH, after clear 
warnings have been given."
34
 
                                                 
32
 Il tenente generale Harry Tuzo venne nominato General Officer Commanding (GOC) del Britsh Army 
(BA) in Irlanda del Nord il 2 Marzo del 1971, a causa della malattia cardiaca di Vernon Erskine-Crum 
nominato GOC il precedente 4 Febbraio. MARTIN MELAUGH, A Chronology of the Conflict – 1971, 
<http://cain.ulst.ac.uk/othelem/chron/ch71.htm> (ultimo accesso: 02 Gennaio 2003). Tuzo sostenne alla 
BBC, l’8 Giugno 1971, che una soluzione militare permanente del conflitto non sarebbe stata 
irraggiungibile poiché metà della popolazione cattolica avesse aspirazioni repubblicane ed un quarto di 
essa stess spiritualmente e/o materialmente aiutando l’IRA. Un messaggio chiaro che avrebbe esacerbato 
l’atteggiamento delle sue truppe duranto le  operazioni di internamento. CELTIC LEAGUE PRESS 
INFORMATION, Tuzo – A Clear Message Sent Prior to Internment, <http://groups.yahoo.com/group/ 
celtic_league/message/593> (ultimo accesso: 14 Dicembre 2003). “The 1971 British Cabinet papers 
revealed that Harry Tuzo, the then GOC in Northern Ireland, warned Ted Heath that internment may not 
work and in fact might prove counter-productive. Tuzo's misgivings were justified: the newly-formed 
Provisional IRA remained largely intact; the Catholic community became further alienated; the British 
military was now seen as the armed guarantor of the unionist regime. In his desire to preserve Faulkner, 
Heath proceeded with this disastrous policy and we were left its legacy: another 24 years of terrorism and 
sectarian violence.”. HENRY MCDONALD, Bin Laden’s victory, in «The Observer», 06 Gennaio 2002 
(Observer Ireland), anche in <http://observer.guardian.co.uk/libertywatch/story/0,1373,628331,00.html> 
(ultimo accesso: 02 Gennaio 2004). 
33
 Quartieri ultra-nazionalisti-repubblicani controllati dall’IRA (sia Officials che Provisionals) piuttosto che 
dalla polizia o dalle forze di sicurezza. A L\Derry i distretti barricati erano Bogside e Creggan e l’IRA 
secondo Ivan Cooper, all’epoca deputato (MP, Member of Parliament) e principale organizzatore della 
marcia, assicurò la sua ritirata da quelle zone durante la dimostrazione. Le forze di sicurezza britanniche 
erano sfiduciate rispetto a questa situazione e cercarono l’opportunità di soddisfare gli ordini inoltrati il 26 
Ottobre 1971 dal Generale Ford nei confronti del brigadiere McLellan che aveva il comando totale delle 
truppe presenti durante la Bloody Sunday: “so far as possibile, to ricreate the state of law in the Creggan 
and Bogside as and when he could” (Gen. Ford). ANONIMO, Insight, «Times», 23 Aprile 1972. Citato in 
DON MULLAN, Eyewitness… cit., Preface, p. XXVII. 
34
 Il memorandum di Ford ha schiarito i misteri sulla recente distruzione di tre fucili usati dall’esercito 
durante la Bloody Sunday, avvenuta due mesi prima della pubblicazione di questo articolo. Durante 
l’inchiesta del tribunale capeggiato da Lord Widgery, i fucili a disposizione della commisisione erano 29, 
14 dei quali  vennero in seguito distrutti e 10 venduti a compagnie private. Fu così raccomandato a Saville 
di fare attenzione sui cinque fucili sopravvissuti a 28 anni di storia. JOHN MULLIN, Shoot to kill – army’s 
general’s plan before Bloody Sunday, in «The Guardian», 13 Marzo 2000 (Northern Ireland Special 
Report), anche in <http://www.guardian.co.uk/bloodysunday/article/0,2763,184917,00.html> (ultimo 
accesso: 12 Dicembre 2003). Cfr. sulla questione ROSIE COWAN, Derry shootings were not my idea, 
says general, in «The Guardian», 10 Ottobre 2002 (Northern Ireland Special Report), anche in 
<http://www.guardian.co.uk/bloodysunday/article/0,2763,822104,00.html> (ultimo accesso: 04 Gennaio 
2004). Grassetto mio. 
 Introduzione metodologica   -  13
 
  Se alcune recenti dichiarazioni affermano che i soldati cominciarono a sparare poiché 
convinti di essere sotto evidente e tangibile assedio nel momento in cui un sergente 
venne apparentemente colpito dai dimostranti (in realtà a colpirlo accidentalmente fu una 
cartuccia del fucile di uno dei suoi uomini), in una sua deposizione durante l’inchiesta un 
colonnello in pensione, allora capitano del Parachute Regiment 1st battalion, sostenne 
che alcuni soldati fossero “degli animali”, incontrollabili e sadicamente capaci di gioire 
fieramente alla fine della propria azione.  
  Persino Lord Widgery espresse timidi dubbi sulle deposizioni dell’esercito 
britannico: 
  
“Soldiers under attack, or expecting to be attacked, might well be 
quick to identify as nail bombs bangs otherwise unexplained. 
Conversely the civilians, hearing bangs at a time of confusion and 
panic and to the accompaniment of shouts and other loud noises, 
might be just as quick to attribute the bangs to the Army. Although 
a number of soldiers spoke of actually seeing firearms or bombs in 
the hands of civilians none was recovered by the Army. None of the 
many photographs shows a civilian holding an object that can with 
certainty be identified as a firearm or bomb. No casualties were 
suffered by the soldiers from firearms or gelignite bombs. In 
relation to every one of the deceased there were eye witnesses who 
said that they saw no bomb or firearm in his hands. The clothing of 
11 of the deceased when examined for explosive residues showed 
no trace of gelignite. The two others were Gerald McKinney, whose 
clothing had been washed at the hospital and could not be tested, 
and Donaghy, in the pockets of whose clothing there had, on any 
view, been nail bombs and whose case is considered later”
 35
 
 
mentre sui soldati inglesi affermò che  
 
“In the Parachute Regiment, at any rate in the 1st Battalion, the 
soldiers are trained to take what may be described as a hard line 
upon these questions. The events of 30 January and the attitude of 
individual soldiers whilst giving evidence suggest that when 
engaging an identified gunman or bomb-thrower they shoot to kill 
and continue to fire until the target disappears or falls. When under 
attack and returning fire they show no particular concern for the 
safety of others in the vicinity of the target. They are aware that 
civilians who do not wish to be associated with violence tend to 
make themselves scarce at the first alarm and they know that it is 
the deliberate policy of gunmen to use civilians as cover. Further, 
when hostile firing is taking place the soldiers of 1 Para will fire on 
a person who appears to be using a firearm against them without 
always waiting until they can positively identify the weapon. A more 
restrictive interpretation of the terms of the Yellow Card by 1 Para 
                                                 
35
 WIDGERY REPORT, Report of the Tribunal appointed to inquire… cit., parr. 65, 94, anche in 
<http://cain.ulst.ac.uk/hmso/widgery.htm> (ultimo accesso: 12 Dicembre 2003).   
 Introduzione metodologica   -  14
might have saved some of the casualties on 30 January, but with 
correspondingly increased risk to the soldiers themselves.” 
 
  La rivelazione del memorandum di Ford è arrivata proprio nel giorno in cui il 
governo di Dublino cercava, con poco successo, di convincere Londra ad avviare almeno 
un parziale ritiro dei 15,000 uomini che ancora presidiano l’Ulster.
36
  
  Il 30 Ottobre del 2002 il Generale Ford, spietato sostenitore del piano governativo di 
reintroduzione dell’internamento senza processo, coniò la definizione di Derry Young 
Hooligans (DYH), “un gruppo di 500 scalmanati esagitati che utilizzavano regolarmente 
tattiche sofisticate per attaccare le security forces con bombe al petrolio ed a chiodi”.In 
occasione della Bloody Sunday i DYH avrebbero, secondo Ford, sfruttato la presenza di 
70 cecchini dell’IRA con i loro 1,000 simpatizzanti ed si sarebbero biecamente serviti 
della marcia come copertura per innescare una sommossa a grandi livelli. Ford affermò 
nella Methodist Central Hall di Westminster, luogo ufficiale della nuova inchiesta, che fu 
una sua idea quella di inviare i paracadutisti a L\Derry ma con l’intento di operare una 
serie di arresti a larga scala senza il bisogno di dover sparare per uccidere, proposito “da 
idioti” vista l’abbondante presenza di mass media prevista per quel giorno maledetto. 
Dichiarò inoltre di essere stato presente nella Bogside solo come osservatore vista la 
presenza attiva del sergente maggiore Patrick MacLellan, comandante dell’8th Infantry 
Brigade, e l’assenza di una specifica formulazione di piani che includessero la possibilità 
di un confronto a fuoco con l’IRA. Arresti di massa avrebbero facilitato il controllo totale 
della situazione da parte delle forze di sicurezza ed acquietato le ansie dei protestanti, 
abituati ad intendere la politica come antiguerriglia senza sapersi adattare a confronti 
pacifici, come dimostrato anche dall’evidente differenza di contenuto nei messaggi 
lanciati dai murales dipinti dalle due comunità e che capeggiano sui muri di tutte le città 
nordirlandesi: provocatori, offensivi, minacciosi quelli protestanti, commemorativi, 
evocativi, nostalgici quelli cattolici.
37
  
 
“[…] you cannott – if you are British – possibly understand the 
Troubles unless you visit Derry and feel the lasting bitterness 
engendered by the events of Bloody Sunday” .
38
 
 
                                                 
36
 ANONIMO, “Bloody Sunday, strage pianificata ventuno giorni prima”, <http://www.lapadania.com/ 
2000/ marzo/14/14032000p10a02.htm> (ultimo accesso: 12 Dicembre 2003). 
37
 ROSIE COWAN, Derry shootings... cit. 
38
 TERENCE MCCAUGHEY, Foreword to the Third Edition, in DON MULLAN, Eyewitness…. cit., p. 
XV.