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INTRODUZIONE
La pervasiva diffusione delle nuove tecnologie multimediali tra i giovani
non possono più essere ignorate dal sistema di istruzione, né tantomeno essere
considerate elementi perturbatori della tradizionale didattica ma opportunità per
trasformare e integrare i processi di insegnamento/apprendimento.
I cosiddetti nativi digitali sono cresciuti immersi nelle nuove tecnologie che
utilizzano quasi come estensione del proprio sé per socializzare e per esprimere
il proprio essere. Parallelamente, grazie ad una massiccia disponibilità di stru-
menti e ambienti, il Web 2.0 costituisce una preziosa risorsa di cui la scuola può
servirsi per disegnare proposte didattiche mirate, in linea con l’evoluzione tec-
nologica del XXI secolo.
La scuola italiana sta tentando di rapportarsi, seppure con fatica, alle sfide
che le nuove tecnologie impongono e si sta gradualmente impegnando a recepi-
re i suggerimenti e le richieste dell’Unone Europea. In particolare la Commissio-
ne europea, attraverso vari documenti cui facciamo riferimento in questo elabo-
rato, propone il potenziamento delle competenze digitali non solo per un miglio-
re inserimento dei giovani nel mondo del lavoro ma anche per consentire loro di
acquisire il diritto alla cittadinanza digitale, fondamentale per un’effettiva parte-
cipazione democratica alla società contemporanea.
Occorrerebbe, dunque, ripensare l’organizzazione dell’intero sistema scuo-
la in una prospettiva orientata all’integrazione del digitale nelle prassi didattiche
quotidiane. Ciò significa, per esempio, investire in infrastrutture (strutturazione
di reti, connettività efficiente, dotazione hardware adeguata), promuovere la
formazione dei docenti su nuove metodologie e strategie, ridefinire i percorsi
ma anche le possibilità e le modalità di valutazione.
L’iniziativa intrapresa da qualche anno dal MIUR propone la diffusione
progressiva e sistematica delle azioni del Piano Nazionale Scuola Digitale, tra le
quali Cl@sse 2.0 che prevede di erogare fondi ad una specifica classe (della
scuola che partecipa al bando e supera la selezione) per dotarla di strumenta-
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zione tecnologica. In questo contesto si colloca il progetto “Libri digitali e didat-
tica interattiva multicanale” del liceo scientifico Galilei di Belluno, nato dopo a-
vere riflettuto sulle considerazione precedentemente esposte con l’intento di ac-
cettare la nuova sfida pedagogica e progettare un percorso a breve, medio e
lungo termine.
A tale progetto sono stati destinati € 10.000,00 con l’obiettivo di realizzare
una progettazione rivolta alle classi terze, da proseguire fino al termine del cor-
so di studi. La progettazione prevede l’adozione totale di libri di testo digitali per
dotare la classe di un kit LIM o altri dispositivi destinati alla fruizione collettiva di
contenuti in situazione di didattica frontale e collaborativa e i docenti di un
tablet in comodato d’uso.
Il progetto presuppone il coinvolgimento diretto degli studenti e delle fa-
miglie alle quali è stato proposto di acquistare un tablet per ciascuno degli a-
lunni. L’istituzione scolastica, da parte sua, offre la possibilità che i tablet siano
collegati, durante l’orario scolastico, alla rete wireless in modo da potere costi-
tuire una rete intranet dentro la classe e di navigare all’esterno.
Per la realizzazione del progetto la scelta è ricaduta sulla classe terza del
liceo scientifico, Opzione Scienze Applicate (OSA). Le motivazioni che hanno
spinto verso questa decisione sono state la convinzione che il tipo di azione di-
dattica e gli strumenti presenti nel progetto fossero di grande aiuto per valoriz-
zare i criteri costruttivi ai quali sono ancorate le “Indicazioni nazionali” relative
ai Licei OSA.
L’elaborazione di percorsi a forte connotazione interdisciplinare tra Fisica,
Scienze, Matematica e Informatica (con agganci alla Filosofia), conformi alle in-
dicazioni nazionali, rappresentano l’asse su cui il consiglio di classe ha inteso
progettare il curricolo. Problem posing & solving, didattica laboratoriale, utilizzo
di Information and Communication Technology (ICT) sono le metodologie e gli
strumenti attuativi sui quali la progettualità è stata basata.
Il Dirigente Scolastico ha incaricato un nucleo di docenti e lo scrivente, do-
cente di filosofia e storia, di redigere il progetto oggetto di questa tesi. E’ da
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sottolineare che il Dirigente Scolastico era al corrente del fatto che lo scrivente
fosse iscritto all’università di Padova per il Corso di Laurea in Teorie e Metodo-
logie dell’e-Learning e della Media Education.
È stato quindi seguito l’iter della partecipazione al progetto, al termine del
quale il liceo scientifico “G. Galilei” di Belluno ha ottenuto il massimo punteggio,
insieme ad altre quattro istituzioni scolastiche venete, per avere soddisfatto tutti
criteri di attribuzione del punteggio e cioè coerenza con avviso, obiettivi, moda-
lità di lavoro, innovazioni didattiche, attrezzature previste, uso di software/apps
didattici.
Sul piano didattico, relativamente all’interazione tra allievi e tra i docenti e
gli allievi, metodologie come le cooperative learning e il problem posing e sol-
ving rappresentano parte del quadro teorico di riferimento epistemologico su
cui poggia il progetto “Libri digitali e didattica interattiva multicanale”. L’altro
fondamento pedagogico del progetto è costituito dalla teoria del Connettivismo
di George Simmens. In particolare, l’approccio connettivista verso l’uso
dell’information computer technology consente di sviluppare sul piano cognitivo
l’abilità di individuare connessioni tra vari settori e concetti, abilità considerata
dal connettivismo una core skill, non solo per la propria formazione culturale ma
anche per lo sviluppo di una cittadinanza attiva e consapevole nel mondo del
digitale. Infatti, il significato di competenze nell'uso delle tecnologie ha subito
nel tempo una notevole trasformazione in funzione anche della diffusione del
Web. Siamo passati dall'ECDL all'e-citizenship basata su un percorso di informa-
tion literacy che indica le competenze tecniche indispensabili per accedere a in-
formazioni e servizi attraverso la Rete per potere esercitare i propri diritti di cit-
tadinanza digitale. Il concetto di digital literacy implica che le competenze in-
formatiche e telematiche siano affiancate da quelle di partecipazione alla co-
struzione e condivisione della conoscenza e già nel 2006 il Parlamento Europeo,
relativamente al concetto di cittadinanza attiva e consapevole, elencava una se-
rie di otto key competences for lifelong learning tra cui spiccano learning to le-
arn e la digital competence. Questa viene definita come the confident and criti-
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cal use of information society technology (IST) and thus basic skills in infor-
mation and communication technology (ICT).
Dunque, il progetto “Libri digitali e didattica interattiva multicanale” ha o-
biettivi formativi a tutto tondo che includono aspetti socio-educativi come l’e-
citizenship e l’e-democracy per esercitare la quale serve un uso consapevole dei
social media per imparare a sperimentare a scuola forme di apprendimento e
collaborazione, capaci di creare correlazioni tra la vita scolastica, la vita virtuale
e la realtà socio-politica.
Nonostante l’ottimo risultato conseguito, il progetto non prevede la
formazione dei docenti che però è stata sviluppata come parte integrante del
presente lavoro. Mancando anche la formazione sul piano psicopedagogico per
docenti, si è pensato di attingere all’esperienza scolastico-aziendale e agli studi
di business administration, human resource management e organizational
psychology compiuti negli Stati Uniti dallo scrivente. Il quadro teorico di
riferimento è quello dell’Instructional Coaching, elaborato dall’Università del
Kansas, negli USA, che prevede un approccio di partnership tra coach e
insegnanti. Questo approccio, opportunamente riadattato, è basato su sette
principi derivati da ricerche accademiche condotte in svariati campi tra cui
l’educazione degli adulti, l’antropologia culturale, le teorie sulla leadership, la
scienza delle organizzazioni con riferimento, in particolare, agli studi sul
pensiero sistemico effettuati da Peter Senge, presso il MIT di Boston, di cui è
stato allievo il professore Steven Cavaleri, mentore dello scrivente per l’MBA
conseguito negli USA presso la Central Connecticut State University.
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CAPITOLO 1 - Web 2.0 e nuovi lineamenti pedagogici
1. L’ apprendimento formale e informale
Nel disegnare il progetto oggetto di questa tesi si è tenuto conto delle
azioni poste in essere dalle generazioni giovani, in particolare delle forme di
scambio collaborativo delle informazioni e della tendenza ad aggregazioni sociali
“digitali” ovvero interazioni attive che tendono a costruire una nuova cultura
con propri significati attraverso opportunità di apprendimento formali e
informali.
Si è pensato, dunque, di poter conciliare le strategie di apprendimento
formali con le pratiche di apprendimento informali, basandosi sull’approccio che
i cosiddetti nativi digitali hanno verso le tecnologie computerizzate e i social sof-
tware.
Come sostiene il prof. Galliani
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, il glossario pubblicato dalla Comunità Eu-
ropea (Terminology of education and training policy: a multilingual glossary),
dice chiaramente che l’apprendimento “è un processo con cui un individuo as-
simila informazioni, idee e valori e acquisisce conoscenza, conoscenza applicata
(know-how, savoir-faire), abilità, attitudini e/o competenze (skills, aptitudes
and/or competences)”, che “può aver luogo in contesti non formali, informali e
formali”.
Per apprendimento non formale intendiamo un apprendimento connesso
ad attività pianificate ma non esplicitamente progettate come apprendimento,
ad esempio quello che non è erogato da una istituzione formativa e non sfocia
normalmente in una certificazione, ad esempio una giornata di approfondimen-
to su un problema lavorativo nella propria professione.
L’apprendimento informale nasce dalle molteplici forme dell'apprendimen-
to mediante l'esperienza risultante dalle attività della vita quotidiana legate al
lavoro, alla famiglia, al tempo libero e non è organizzato o strutturato e non
conduce ad una certificazione.
1
Galliani L., CONVEGNO: APPRENDIMENTO IN ETA’ ADULTA E ICT, APPRENDIMENTO IN ETÀ ADULTA, CONTESTI E
RETI, Torino 24.09.2013, p. 1
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Un ambiente formale per l’apprendimento implica, invece, un luogo fisico
o virtuale, intenzionalmente attrezzato per rispondere ad esigenze formative,
attraverso strategie pedagogiche e dispositivi didattici mirati a promuovere, di-
rezionare e sviluppare processi di apprendimento. Le nuove tecnologie digitali
consentono, oltre all’apprendimento formale, pratiche formative e organizzative
condotte nei luoghi di lavoro (contesto non formale), con attivazione di comuni-
tà di apprendimento e/o di pratica costruite liberamente dai corsisti e spesso
trasmigrate nei Social Software (contesto informale di Facebook e Linkedin).
Il progetto “Libri digitali e didattica interattiva multicanale” è in sintonia
con le linee guida di alcuni documenti ufficiali dell’Unione Europea che mette in
evidenza la ratio dell’apprendimento formale e informale.
In un documento intitolato “Realizzare uno spazio europeo dell'apprendi-
mento permanente” del 21 novembre 2001 la Commissione Europea presenta
alcune priorità e strategie tra cui il riconoscimento dei titoli di studio sull’intero
territorio europeo, l’orientamento verso la qualità, soluzioni pedagogiche inno-
vative; l’ampliamento delle competenze di base e la valorizzazione
dell’apprendimento formale, informale, non formale.
Nel 2009 la Commissione e il Cedefop hanno pubblicato le linee guida eu-
ropee per la convalida dell'apprendimento non formale e informale, che forni-
scono a decisori politici e operatori strumenti tecnici sulla convalida.
Le linee guida affrontano la convalida da prospettive diverse (individuale,
organizzativa, nazionale, europea) e costituiscono uno strumento pratico da ap-
plicare su base volontaria.
Insieme ad altri strumenti i sistemi di crediti basati sui risultati di appren-
dimento facilitano la convalida dell'apprendimento non formale e informale.
Nel 2012, in un ulteriore documento della Commissione Europea, la “Pro-
posta di Raccomandazione del Consiglio sulla convalida dell'apprendimento non
formale e informale”, leggiamo:
Le opportunità di apprendimento sono oggi senza limiti, senza
frontiere e immediatamente accessibili. Gli individui imparano e acquisi-
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scono nuove abilità e competenze non solo nel tradizionale contesto sco-
lastico (apprendimento formale) ma anche, sempre più spesso, in conte-
sti alternativi.
Una parte importante dell'apprendimento avviene al lavoro, con la
partecipazione alle organizzazioni della società civile o nell'ambiente vir-
tuale di Internet e dei dispositivi mobili, individualmente o tra pari.
Sempre più spesso le aziende offrono ai dipendenti opportunità di
formazione per portare le loro competenze a un livello superiore median-
te un apprendimento organizzato ma non formale.
La globalizzazione e l'interconnessione stanno inoltre rendendo
sempre più importante l'apprendimento informale grazie alle tecnologie
che consentono agli individui di apprendere in molti modi diversi, ad e-
sempio mediante le risorse educative aperte e l'apprendimento a distan-
za.
Coinvolgere i discenti nell'esperienza di apprendimento e renderli
autonomi e responsabili è essenziale per far fronte al rapido cambiamen-
to economico e tecnologico, alle transizioni professionali sempre più nu-
merose nella vita degli individui e per incoraggiare le persone ad acquisi-
re competenze più elevate e suscettibili di aumentare l'occupabilità, la
produttività e la crescita economica.
Nell'attuale situazione di crescente disoccupazione - particolar-
mente grave tra i giovani - e di stagnazione economica è urgente coglie-
re le nuove opportunità di apprendimento al di fuori del sistema formale
e utilizzare le competenze che esse permettono di acquisire: l'Europa de-
ve sviluppare la giusta combinazione di competenze e migliorare la corri-
spondenza tra competenze e posti di lavoro per contribuire a stimolare la
competitività e la prosperità.
In tale contesto i sistemi di istruzione e di qualificazione devono
dare un'opportunità a tutti i cittadini di rendere visibile quanto appreso in