1
INTRODUZIONE
J ’ ai en v ie d e p ar ler d e la r o s e et d u r o s s ig n o l, d ’ u n e b elle n u it, d ’ u n e b elle j o u r n ée et d ’ u n e b elle
vie, du bonheur, et des drames fragiles , f ac iles e t in co n s i s ta n ts … Qu e la f e m m e s o it b elle , q u e l’ h o m m e
s o it g r an d et g é n ér eu x , q u e l ’ a ir a u to u r d ’ e u x s o it p u r et s an s d an g er s , q u e le s ea u x s o ie n t b leu es et tièd es
comme les cieux, que la terre soit fleurie sous le pas léger du couple, que le destin lui laisse le temps de
v o ir ch aq u e f e u ille s u r le s ar b r es, ch aq u e i n s ec te s u r s o n b r i n d ’ h er b e, ch aq u e m o u v e m en t d u cœu r , d e la
p en s ée … Ma i s m a v ie m e tie n t p ar le p o ig n e t et j e to m b e, j e to m b e co m m e s i j ’ av ai s une pierre au cou,
j u s q u ’ a u f o n d d e la r éa lité.
1
Con queste parole Elsa Triolet, una delle grandi scrittrici della Resistenza e
amica personale di Vercors, nonché moglie di Aragon, apre il racconto La vie privée ou
Alexis Slavsky, artiste et peintre, uno dei quattro contenuti nella raccolta Le premier
accroc coûte deux cents francs . È e vident e c ome f in dall’ini z io l ’a utric e po ng a l’a c c e nto
sulla realtà, quindi sulla guerra, che costituisce lo sfondo in cui ambientare le sue storie.
Come lei riferisce, vorrebbe trattare temi qua li l’a more e la na tura , sicur a mente più
disimpegnati, ma la situazione storica circostante le impedisce di occuparsi di tali
soggetti “ le gge ri” . Q ue sta sc rittric e , quindi , a l mom e nto de ll ’ invasione e
de ll ’oc c upa z ione ted e sc a , ha dovuto ope ra r e una sc e lt a c h e l’h a c ondott a a divent a re un’a utric e engagée nel disperato tentativo di mostrare, tramite la sua penna, al popolo
francese la retta via, quella cioè che porta a rifiutare e combattere il nemico e non ad
assecondarlo.
Elsa Triolet, tuttavia, non è la sola ad aver dovuto decidere quale
comportamento adottare nei confronti del regime e della Resistenza, ma tutti gli scrittori
de ll ’e poc a sono stati c ostre tt i a sc e g li e re se star e d a ll a pa rte d e ll ’inva sore o de i
resistenti, trala sc iando i n fr e tt a i temi “ du B e a u, du Vr a i e t du B ien”
2
che avevano
pr oli fe ra to n e ll ’ entre-deux-guerres . I d ra mm a ti c i fa tt i a vve nuti tr a l’inve rn o del 1939 e
la primavera del 1940 riportano gli scrittori sulla terra e li obbligano a schierarsi da una
pa rte o d a ll ’a lt ra . Ovvia mente , le opini oni e le re a z ioni de i letter a ti so no diver se e variano anche con il passare degli anni. Di seguito riportiamo le più diffuse.
Alcuni autori, tra i quali si annoverano Drieu la Rochelle, Giono, Morand e
Brasillach, si schierano apertamente a favore del regime hitleriano e, da esso, sono
1
Elsa Triolet, La vie privée ou Alexis Slavsky, artiste et peintre, in Elsa Triolet, Le premier accroc coûte
2 cents francs. Edition Denoel, Paris, 1945, pag 101.
2
Gérard Loiseaux, Littérature et guerre des mots, in Littérature et Résistance. Textes réunis par Ruth
Reichelberg et Judith Kaufmann. Presses universitaires de Reims, Reims, 2000, pag 199.
2
ampliamente sostenuti. Così facendo, alcuni di loro raggiungono una notorietà che, data
la loro sc a rsa qua li tà a rt ist ica , se nz a l’a ppo gg io de ll o stato non sa re bb e r o riusc it i a d
ottenere. Ben lungi, tuttavia, dal ritenere che la loro fama derivasse solo dal loro
appoggio ai Tedeschi, si vantano pure del loro supposto talento artistico, mentre dopo la
fine della guerra sono, per la maggior parte, andati dimenticati e non solo per il loro
contenuto antisemita. In realtà, la loro fortuna è garantita dal fatto che solo a loro era
permesso pubblicare e vendere libri, organizzare convegni ed erano spesso ritratti sulle
prime pagine di giornali e riviste come delle vere e proprie vedettes. Per sostenerli,
inoltre, la Nouvelle Revue Française (la rivista letteraria francese più rinomata
ne ll ’entre-deux-guerres) riapre i battenti dopo la chiusura in s e g uit o a ll ’inva sione. Ciononostante, essa viene svuotata di significato perché, sotto lo stretto controllo dei
tedeschi e del suo direttore Drieu la Rochelle, non si occupa più di scoprire nuovi talenti
letterari, ma solo di pubblicizzare quelli favorevoli al regime, senza tener conto delle
loro reali doti. I nf a tt i, se e sis te una letter a tur a c oll a bora z ioni sta, è solo pe rc hé “ l a pr opa g a nde a ll e mand e l’ a va it non se uleme nt a idé e à p a ra it r e , mais a v a it a ussi tra va il lé à sa pr omot ion”
3
. Hitler è infatti consapevole del ruolo giocato dalla letteratura per
vince re non solo mi li tar mente , ma a nc h e psicolog ic a mente i F ra nc e si, in qua nto “ la littérature constitue un phénomène social, un des canaux par lesquels transitent les idées
et, donc, un des facteurs qui interviennent dans le mécanisme de formation des opinions
e t de s menta li tés”
4
. P e r que sto mot ivo, a tt ra ve rs o la li sta “ Otto”, da l nome di Ott o Abetz, il potente ambasciatore di Hitler a Parigi, vengono eliminati tutti gli autori
contrari al regime: sugli scaffali delle librerie francesi vengono tolte le opere degli
scrittori inglesi (Shakespeare, Woolf), ebrei (Einstein), francesi (Aragon, Gide) e
tedeschi (Mann, Heine, Freud) contrari al regime, mentre tutti i nuovi libri sono
sottoposti a censura prima della pubblicazione. Ciò favorisce, di conseguenza, gli autori
sostenitori del regime, gli unici che possono essere liberamente acquistati e letti.
In risposta a tale lista di proscrizione, molti degli scrittori francesi, spesso i più
tale ntuos i, “ doivent se c onda mner a u sil e nc e , ou du moi ns, s’ils ne p e uve nt s’e mpêc h e r
d’ é c rir e , e nf e rme r leu rs manusc rits da ns d e s ti roir s e t pr ouv e r a insi que la sit ua ti on e st
inac c e pt a ble”
5
. Infatti, per loro
3
Ibid., pag 175.
4
Jean Louis Loubet Del Bayle, L’illusion politique au XXème siècle. Ed econimica, Paris, 1999, pag 8.
5
Françoise Calin, Au-delà du circonstanciel : une relecture du silence de la mer, in Vercors (Jean
Bruller) et son œuvre. Textes réunis par Georges Cesbron et Gerard Jaquin. L'Harmattan, Paris 1999, pag
370.
3
publier dans ces conditions- là , c’ est d éso r m ai s s e d is s o cier d es au te u r s s ac r if ié s , c ’ est ap p r o u v er l’ i n itiati v e f r an co - alle m an d e, c’ est p ar ticip er à ce tte lâch et é s o r d id e et s e m e ttre au g ar d e -à-vous sans
d ig n ité, éd iter d es f eu il les d o n t l’ i n s p ir atio n es t à m ille lieu x d e l’ ac tu ali té i m m éd iat e, c’ est lais s er entendre qu e to u t e s t d an s l’ o r d r e et q u ’ o n p eu t se v o u er à s e s Mu s e s .
6
Tramite il loro silenzio essi esprimono il dissenso nei confronti di un regime a
loro ostile e con il quale non vogliono avere alcun rapporto. Tuttavia, è fin da subito ben
evidente che il modo adottato per mostrarsi contrari a Hitler possa venire frainteso e
trasformarsi in un pericoloso boomer a n g a loro s va nta gg io: “ si les é c riva i ns se taisen t,
qui dira au monde leur colère? Qui témoignera de la seule liberté qui leur reste: celle de
pe nser ? ”
7
. Due sono perciò i rischi a cui può portare questa decisione: da una parte vi è
il pericolo di essere accusati, una volta terminata la guerra, di avere taciuto la scomoda
realtà per paura delle persecuzioni, cosa che gli scrittori francesi rimproverano ai loro
omologhi tedeschi, che non hanno saputo creare una letteratura anti-hitleriana sotto il
re g im e na z ist a ; da ll ’a lt ra “ de laisser la place libre à ceux qui avaient accepté de se
soum e tt re à la c e nsure a ll e mande ”
8
.
È proprio per non incorrere in questi pericoli che Vercors e Pierre Lescure
decidono di fondare insieme Les Editions de Minuit, con lo scopo di stampare e
diffondere una letteratura in netto contrasto con quella ufficiale, perché libera, non
sottoposta a censura e contraria al regime di Vichy e di Berlino. Il primo libro ad essere
pubblicato è Le silence de la mer dello stesso Vecors, ma, dopo di lui, gli ideatori della
casa editrice riceveranno poesie e racconti, via via sempre più numerosi, da autori quali
Elouard, Aragon, Triolet e Mauriac, solo per citare i più celebri. Tra le raccolte
pubblicate spicca, inoltre, L’Honneur des poètes , un’a ntol og ia di poe sie di ve nti due autori a favore della Resistenza. La scelta del titolo è molto significativa: come ricorda
C ha rbit “ l’honne ur n’ e st plus d ans la solitude et le détachement mais dans le retour
pa rmi les siens souff ra nt inj usti c e e t mar t y r e ”
9
. Gli scopi di questi autori sono, secondo
Sapino,
10
la ria pp ropr iaz ione de ll ’ “ e sprit f ra nç a is” e la dif e sa de l p a trimo nio c ult ur a le
francese, entrambi det ur pa ti da ll ’inva sore e d a i c oll a bora z ioni sti . S opra tt utt o la pr im a assume un ruolo di primaria importanza: infatti, la tradizione francese era stata
6
Denis Charbit, Les revues littéraires de la Résistance : une lueur dans la nuit, in Littérature et
Résistance. Textes réunis par Ruth Reichelberg et Judith Kaufmann. Presses universitaires de Reims,
Reims, 2000, pag 137.
7
Françoise Calin, Au-delà du circonstanciel : une relecture du silence de la mer, pag 370.
8
James Steel, Littératures de l’ombre. Presses de la fondation nationale des sciences politiques, Paris,
1991, pag 12.
9
Denis Charbit, Les revues littéraires de la Résistance : une lueur dans la nuit, pag 140.
10
Gisèle Sapino, La guerre des écrivains 1940-1953. Librairie Arthème Fayard, France, 1999, pag 68.
4
deturpata da tagli e censure da parte dei Tedeschi che ne avevano indebolito il valore
artistico per sottometterlo ai loro scopi. È quindi necessario che gli scrittori engagés
riprendano pieno possesso della storia letterale francese e ne diffondano i più alti
successi. I nolt r e , la c ult ur a c osti tui sc e un “ point de ra ll ieme nt, d é nomi na teur c omm un entre tous les F ra nç a is d é sire ux de ' fa ire que lque c hose ' ”
11
. Per quanto le idee personali
dei singoli autori possano essere differ e nti , tut ti sono a c c omunati da un ’u nica “ madr e ” :
la g r a nde tr a diz ione c ult ur a le fr a nc e se . S e l’unit à de ll a R e sis tenz a non può a vve nire sul
piano politico, in quanto le idee sono troppe e contrapposte tra di loro, tutti devono però
riconoscersi in una stessa cultura. Non a caso, infatti, Vercors elenca attraverso la bocca
di von Ebrennac gli autori che compongono la biblioteca della coppia ne Le silence de
la mer . Esso c osti tui sc e un pr e testo pe r l’a ut or e pe r ric or d a re a i su oi lettori la magnificenza della letteratura francese.
Infine esiste una grande quantità di scrittori che trova un compromesso tra le due
posizioni: autori del calibro di Camus possono allo stesso tempo pubblicare opere o
articoli sotto il regime di Hitler e Pétain e far parte della Resistenza. Questo doppio
gioco può anche essere molto utile in quanto lo scrittore riesce a far credere alla censura
di essere un collaborazionista e, quindi, difficilmente sarà sospettato di essere un
dissidente. Di conseguenza, il controllo delle sue opere sarà più superficiale e potrà più
facilmente di altri far passare le sue idee nei suoi scritti pubblici.
Oltre alle opere letterarie in senso stretto non bisogna dimenticare le riviste
letterarie. Come sottolinea Charbit,
les revues témoignent à la fois de la permanence de la création française mais également et
surtout de la détermination des écrivains et poètes à protester contre le nouvel ordre imposé, ses
m en s o n g es e t s es in f a m ies. L es r ev u es s e d o n n e n t p o u r a m b itio n d e r elev er l’ h o n n e u r et f o n t u n e p ar t, à côté de la création, au recensement de tout ce qui dans la vie littéraire parisienne constitue une
d ég r ad atio n d e l’ esp r it e t d e la d ignité élémentaire.
12
Inoltre, il loro obiettivo è quello di opporre una resistenza « legale ». Difatti,
dovendo essere sottoposte alla censura, gli editori devono ingegnarsi nel cercare degli
interlocutori indulgenti o nel pubblicare solo opere dalla doppia lettura, quei testi, cioè,
che apparentemente elogiano il regime di Vichy, ma che, in realtà, sono a favore dei
11
James Steel, Littératures de l’ombre, pag 26.
12
Denis Charbit, Les revues littéraires de la Résistance : une lueur dans la nuit, pag 131.
5
re sis tenti. C e nsori poc o pe rspic a c i possono c a de r e fa c il mente ne ll ’in g a nn o e da re il via libera alla pubblicazione di testi fortemente pro-resistenza.
In altre parole, gli scrittori si dividono in due grandi macrocategorie: da una
pa rte que ll i fa vor e voli a l re g im e , d a ll ’a lt ra que ll i c ontra ri. Tr a qu e sti ult im i, tut tavia , a lcuni riman g ono a tt a c c a ti a l mi to de c a de nti sti c o de “ l’a rt pou r l’ a rt” , mentre tutti gli
a lt ri ve ng ono de nomi na t i “ e nga g é s” , p e rc h é letter a lm e nte im pe g na ti ne l la R e sis tenz a con le loro opere. Questa conc e z ione de ll ’ a rte , tut tavia , non è tipica solamente del
periodo della Resistenza, ma rinchiude
u n e s ér ie d ’ éc r i v ai n s , q u i d e Voltaire et Hugo à Zola, Péguy, Malraux ou Camus, se sont
p r éo cc u p és d e la v ie et d e l ’ o r g an is at io n d e la C ité, s e s o n t f ait s le s d é f en d e u r s d e v al eu r s u n iv er s elles telles q u e la j u s tice et la lib er té et o n t, d e ce f a it, s o u v e n t p r is le r is q u e d e s ’ o p p o s er par l’ éc r itu r e a u x pouvoir en place.
13
Vediamo che gli autori sopra elencati hanno vissuto in vari secoli e sotto
differenti regimi, tuttavia, il compito della loro opera è sempre stato quello di
denunciare i soprusi e le ingiustizie di una società non ba sa t a sull ’ide a le de ll a Rivoluzione francese, Liberté, Fraternité, Egalité. È così che, solo per citare i casi più
importanti, Hugo si scaglia contro il dispotismo di Napoleone III e Zola descrive le
precarie condizioni in cui sopravvivono minatori e operai nelle fabbriche. Lontano dalla
torr e d’ a vo rio de i de c a d e nti sti e de i surr e a li sti , “ l’é c riva in e n ga g é e st c e l ui qui a pr is, e x pli c it e ment, une sé rie d’ e n g a g e ments pa r ra pport à la c oll e c ti vit é , qui s’e st, e n
quelque sorte lié à elle par une promesse et qui joue dans cette partie sa crédibilité et sa
ré putation”
14
. Di c onseg u e nz a , il suo c ompi to non è que ll o di pr odurr e un’a rt e il c ui fin e
è puramente estetico, ma di spingere i suoi lettori verso un determinato comportamento
o di svelare alcuni lati della realtà spesso e volentieri tenuti nascosti dai benpensanti.
Sebbene prima della guerra Vercors non fosse uno scrittore, egli è ben a
c onosc e nz a de l pot e re d e riva to g li da que sto m e sti e re : e g li sa c he l’ a rtist a “ a a ussi une dim e nsion socia le pa r l’ i nf luenc e qu’il e st s usc e pti ble d’ a voir sur la r é a li té, qui peut -être
plus ou moi ns g ra nde se l on le c a s, mais qui n’ e st pa s niable ”
15
. Attraverso la sua penna
egli può, infatti, influenzare le masse ad adottare un determinato comportamento e
plasmare i pensieri della gente. Per questa ragione egli crede fermamente che gli
13
Benoît Denis, Littérature et engagement : de Pascal à Sartres. Editions du Seuil, Paris, 2000, pag 17.
14
Ibid., pag 30.
15
Jean Louis Loubet Del Bayle, L’illusion politique au XXème siècle, pag 9.
6
scrittori abbiano una responsabilità enorme durante il conflitto mondiale. Egli scrive,
infatti, ne Le sable du temps:
De la tr ah is o n d e l’ in d u s tr iel, d e ce lle d e l’ éc r i v ai n , laq u el le est la p lu s grave ? Là-dessus, point
de doute : c elle d e l’ éc r iv ain .
L ’ in d u s tr iel n ’ a, d an s s a tr a h is o n , p r o d ig u é q u e lu i -même. Eût-il refusé de trahir, la seule
différence eût été celle-ci : u n au tr e q u e l u i s e f û t en r ic h i. C ’ e s t to u t. I l n ’ es t co u p ab le q u e p o u r s a p er s o n n e. S ’ il m ér ite la m o r t , c’ est p o u r s a p er s o n n e. P o u r r ien d ’ au tr e q u e s a s o r d id e, m ép r is ab le et
dérisoire personne.
C e q u e l ’ éc r i v ain a o f f er t à l ’ en n e m i, ce n ’ est p as l u i : c ’ es t s a p en s ée . E t av ec s a p e n s é e ce lle
d ’ au tr u i. C e lle d e to u s ce u x q u e ce tte p e n s ée v a co n v ai n cr e, s éd u ir e o u i n q u iéter . C o m p a r er l’ in d u s tr iel à l’ éc r iv a in , c ’ es t co m p ar er C aï n et le d iab le. L e cr i m e d e C aïn s ’ ar r ête à A b el. L e p ér il d u d iab le et s a n s limite.
16
I nolt r e , se mpre se c ondo Ve rc o rs, “ [ p] ubli e r un é c rit e st un a c te. L ’é c riva in e st re sponsable d e s c onséq u e nc e s d e c e t a c t e ”
17
, soprattutto quando i pensieri di un autore
non possono essere smentiti o confutati da quelli di un altro perché sotto il regime
nazista manca la libera circolazione delle idee. Secondo Camus, inoltre, agli scrittori la
g ue rr a h a inse g na to “ l e p rix de s mot s”
18
, perché ha mostrato loro quanto le parole siano
importanti in un contesto in cui si deve rischiare la vita se si vuole far stampare le
proprie opere. Di c onse g ue nz a , “ e n br isant le si lenc e p a r leurs écrits et leurs poèmes
diff usés da ns la c l a nde sti nit é , les é c riva ins du R e f us ont g a g né l a g ue r re de s mot s”
19
, un
conflitto nel conflitto che ha visto come protagonisti letterati più o meno talentuosi e
come terreno di combattimento i lettori francesi da convincere con le loro idee, mentre
“ se uls c e ux qui n’ ont rie n risqué ont sur c e sujet a busé de s mot s”
20
. Ciò vale appunto
per gli scrittori collaborazionisti che, però, alla fine della guerra, saranno in gran parte
condannati alla pena di morte: in particolare Brasillach sarà giustiziato dopo un
brevissimo processo, mentre Drieu la Rochelle si toglierà la vita in carcere.
C ome a bbiamo riba dit o più volt e a l’int e rno di qu e sta int roduz ione, quindi , e sis te uno strettissimo legame tra la Seconda guerra mondiale e la Resistenza, da una parte, e
la letter a tura d e ll o stesso pe riodo, da ll ’a lt ra . Dif a tt i, tut ti g li sc rittori de l tempo ha nno
16
Vercors, Responsabilité de l’Ecrivain, in Vercors, Le sable du temps. Imprimeries Bellenand,
Fontenay-aux-Roses, 1945, pag 159.
17
Ibid., pag 159.
18
Konrad F. Bieber, L'Allemagne vue par les écrivains de la résistance française; préface d'Albert
Camus. Géneve : Librairie E. Droz ; Lille : Librairie Giard, 1954, pag 5.
19
Gérard Loiseaux, Littérature et guerre des mots, pag 199.
20
Konrad F. Bieber, L'Allemagne vue par les écrivains de la résistance française; préface d'Albert
Camus, pag 5.
7
dovuto scegliere se collaborare con Pétain e Hitler o schierarsi dalla parte dei dissidenti
per lottare al fine di avere una patria libera e indipendente dal giogo nemico. In
entrambi i casi, comunque, una decisione doveva essere presa in tempi rapidi.
Que sto studi o si pone l’ obietti vo di dim ostra re l o stre tt o le g a me e sis tente tra l a Resistenza (in tutte le sue forme) e alcune delle opere di Vercors. La scelta di trattare
questo autore piuttosto che altri deriva dal fatto che probabilmente egli, più di molti
altri, ha saputo incarnare il vero spirito della Resistenza. Con i suoi racconti ha descritto
le vicende di persone che rappresentano simbolicamente tutti i Francesi e ha denunciato
lo squallore che si cela dietro la disfatta e il collaborazionismo, incitando i suoi
compatrioti ad agire imitando i comportamenti dei suoi personaggi. Con la creazione
della casa editrice Les Editions de Minuit ha invece dimostrato che è possibile
diff onde re sull ’inte ro ter r it or io na z ionale una lette ra tura li be ra d a ll a c e nsu r a im post a da i Tedeschi ed ha partecipato attivamente e concretamente alla lotta per la liberazione del
suo Paese. In entram bi i c a si Ve rc or s è stato il pr im o a d a v e re l’idea c he si poteva aiutare i dissidenti per mezzo di testi letterari e a mettere in pratica quella che sembrava
una mera utopia.
I nolt r e , l’a c c e nto non è post o solame nte sull a re sis tenz a a rma ta, ma a nc he e soprattutto sui tanti mezzi adottati dai Francesi che non possedevano armi. Ogni forma
di rifiuto è presa in considerazione. È così che accanto alla resistenza militare troviamo
que ll a infor mativa, que ll a umanitar ia e que ll a si mbol ica . C he si tra tt i de l l’a z io ne di un
maquis, della stampa di volantini, della protezione degli Ebrei o di una manifestazione
di piaz z a poc o im porta poiché sono tut ti a tt i c he si pong ono l’obie tt ivo di dim ostra re che la maggior parte del popolo francese non vuole sottomettersi a Hitler e per questo
motivo farà tutto il possibile per impedirgli di avere vita facile sul loro territorio. Anche
nel trattare la Resistenza, quindi, Vercors si discosta da molti altri autori interessati
solamente nel glorificare i resistenti, ma poco interessati alle sorti della gente comune.
Per far risaltare la connessione tra storia e letteratura, si è scelto di suddividere
questo studio in due parti ben contraddistinte. La prima tratterà le vicende storiche,
soffermandosi, nel primo capitolo, sui grandi personaggi e sugli avvenimenti più
im porta nti e ne l se c ondo sull a noz ione di “ re sis tente ” , a nc or a o gg i a lung o dibattut a ; inoltre si darà spazio non solo alla resistenza militare, ma anche a quegli atti (simbolici,
umanitari e informativi) spesso trascurati. Nella seconda parte, invece, verrà dato ampio
spazio alle opere di Vercors che trattano questo tema (sono stati scelti, infatti, solo i testi
più sig nific a ti vi, in qu a nto l’a utore svil uppa , ne l s uo lung o c a mm ino di sc r it tore , a nc h e
8
molte altre tematiche). Dopo una breve analisi dei récits in ordine cronologico (primo
capitolo), si passa ad uno studio (secondo capitolo) ben più minuzioso delle varie forme
di resistenza sopra citate. In particolare, è necessario ricordare che vengono esaminati
non solo i casi in cui vi è stata resistenza da parte dei francesi, ma anche quelli in cui
non vi è stata, per dimostrare che Vercors vuole fornire un quadro completo della
situazione, senza tralasciare nemmeno i dettagli più (apparentemente) insignificanti, ma
mira ad essere esauriente.
9
PARTE PRIMA
LA RESISTENZA FRANCESE
10
CAPITOLO PRIMO
SECONDA GUERRA MONDIALE E
RESISTENZA IN FRANCIA
1.1 Dal drôle de guerre allo stato di Vichy (settembre 1939 – novembre 1942)
I l 1° se tt e mbr e 1939, c on l’a tt a c c o de ll a Ge rma nia a ll a P oloni a , sc op pia la
Seconda guerra mondiale. In tutto il mondo, tuttavia, vi sono già da tempo sentori che
qualcosa sta accadendo nei palazzi di Berlino e tutti gli stati europei hanno iniziato ad
allertare le loro truppe: ad esempio, a Parigi il 23 agosto
21
la classe politica si riunisce
pe r a pprov a re il sost e g n o a Va rsa via. P oc he or e dopo l’inva sione, la F ra n c ia de c r e ta la
mobilitazione generale e il 3 settembre, con la dichiarazione di guerra a Hitler, entra
ufficialmente in guerra. Da questo momento fino al maggio 1940, pur trovandosi in uno
stato di g ue r ra , niente s e mbra mi na c c ia re i suoi c onfini: è la c osidd e tt a “ st ra na g ue rr a ” –
“le drôle de guerre ” . Mentr e , infa tt i, la Ge r mania oc c up a in poc he settimane una
Polonia incapace di difendersi, non vengono condotte azioni militari degne di nota sul
confine tedesco occidentale. La rete di fortificazioni che circonda la frontiera francese
(dalla Svizzera al Belgio) elaborata dal maresciallo Pétain e dai generali Weygand e
Gamelin sembra essere in grado di proteggerla in caso di una lunga guerra di posizione
c ome que ll a de l ’14 - ’18. F ra n c e si e I n g l e si si li mi tano a c ompi e re solo a tt a c c hi indi re tt i
c ontro l’Unione S ovietica (a ppo gg io a ll a F inl a ndia, ten tativo di occupazione della
Svezia) per cercare di impedire che la Germania possa trovarvi materie prime, tutti con
esiti decisamente negativi. Al suo interno, il clima politico francese è instabile: il partito
comunista, che non ha rinnegato la sua vicina nz a a ll ’U R S S , è messo fuor i legge e i suoi parlamentari vengono considerati decaduti dal mandato, mentre a causa di una fiducia
non ottenuta, il governo cade e ne viene formato un altro con a capo Reynaud. La
popolazione, colpita dal razionamento di alcuni g e n e ri a li menta ri, da ll ’a umento incontrollato dei prezzi e dalla repressione antisindacale inizia a sentire il peso della
21
È il giorno della firma del trattato tedesco - sovietico, conosciuto anche con il nome di Ribbentrop -
Molotov, dal nome dei suoi firmatari. Questo patto sancisce la spartizione della Polonia tra i due stati in
caso di attacco tedesco e la non aggressione tra i due paesi.
11
g ue rr a . “ Ma il de te rior a mento mate ria le è po c a c osa rispe tt o a l de gr a d o mora le: in
mancanza di una volontà e di un preciso progetto politico capace di mobilitare gli animi,
la r isol utez z a de ll ’iniz io se mbra e sse rsi si ng ola rme nte a tt e nua ta ”
22
.
I l 10 ma gg io 1940 l’inva sione de ll a F ra n c ia pone fine a l “ drôle de guerre ” . C o n una guerra lampo (Bliztkrieg), i Tedeschi, che non possiedono un armamento
quantitativamente migliore rispetto a quello dei Francesi, ma più adatto per un attacco di
tale tipo, sconfiggono in cinque giorni i Paesi Bassi, mentre Francesi e Inglesi a fatica
fr e na no l’ a va nz a ta de ll a W e hr mac ht in B e l g io. Tuttavia , è ne ll e Ar d enne che avviene la
disfatta: pochi soldati francesi, mal equipaggiati e addestrati, per di più colti di sorpresa,
non rie sc ono a d oppo rr e re sis tenz a a ll ’a rma t a tede sc a , c h e oc c up a P a ri g i il 14 g iu g no. A
peggiorare le cose, Mussolini, ormai certo della cap it olaz ione fr a nc e se , sf e rr a l’a tt a c c o il 17 giugno, senza, tuttavia, riuscire a sfondare il fronte delle Alpi. A nord i militari
sono in ritirata o cadono nelle mani del vincitore, mentre i civili, impauriti dal ricordo
della Prima guerra mondiale, fuggono in massa dalle città del Nord e da Parigi per
raggiungere le regioni a sud della Loira. Come sottolinea Sirinelli, questo esodo di
massa “ ha c ontribui to non poc o a disorienta re gli a nim i, a se pa ra re le fa mi g li e e a fa r desiderare che al più presto fosse p osta fine a ll e osti li tà”
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. È questo il frutto non tanto
della mancanza di materiale quanto piuttosto di una classe dirigente militare incapace di
capire che la concezione della guerra fondata sulla difesa e sulla fanteria è ora superata
da una logica di attacco combinato tra aerei e carri armati. Scrive Marc Bloch,
pr of e ssor e univer sit a rio ma sopra tt utt o c a pit a no di stato ma gg iore du ra nt e la g u e rr a : “ I nostri comandanti, o coloro che agivano in loro nome, non hanno saputo pensare questa
guerra. Il trionfo dei Tedeschi, in altre parole, fu essenzialmente una vittoria
int e ll e tt ua le e d è qu e sto, for se , l’ a spetto più inqui e tante ” .
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Le cause della sconfitta sono
mol teplici: a ll ’e ff icie nz a de ll ’a rma ta hit ler iana e a ll ’a rr e tra tez z a de ll e tatti c he di g ue r ra bisogna aggiungere la mancanza di informazioni precise, di organizzazione e di
collegamenti con gli alleati inglesi, la pesante burocrazia e la già citata incapacità degli
or ga ni di c omando, do vuta e ssenz ialmente a l fa tt o c he a ll ’inte rno de ll a ge ra rc hia militare è possi bil e fa re c a rr ier a solo c on l’e tà, e non c on il mer it o, di c onseg u e nz a sono
g e n e ra li se ss a ntenni c on idee a nti qua te c oloro c h e g uidano l’ e se r c it o ve rso la sc onfitt a .
Oltre a que sti mot ivi , B loch pone l’a c c e nto a nc he sul c li ma c ult ur a le fr a nc e se in c u i
22
Jean-François Sirinelli, Robert Vandenbussche, Jean Vavasseur-Desperriers, Storia della Francia nel
Novecento. Traduzione di Renato Riccardi. Società editrice il Mulino, Bologna, 2003, pag 138.
23
Ibid, pag 142.
24
Marc Bloch, La strana disfatta. Testimonianza del 1940. Traduzione di Raffaella Comaschi, Giulio
Einaudi editore s.p.a., Torino, 1995, pag 37
12
pr e va le l’a c c e tt a z ione de ll a disfa tt a , piut tost o c he la vog li a di risc a tt o e la manc a nz a da parte di tutti i Francesi di lottare con i mezzi a loro disposizione per vincere gli invasori.
Sul banco degli accusati vi sono quindi non solo i soldati, ma anch e i “ c ivi li ”
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che
avrebbero dovuto far di più per il loro Paese. Tra questi anche i sindacati e gli operai
che si sono mostrati più interessati ad aumentare il loro salario e a lavorare meno ore
piuttosto che a produrre armamenti utili al fronte.
L ’ e ff e t to sull ’opinione pubbli c a è se nz a pr e c e d e nti : “ L a dé f a it e a pr oduit un choc terrible. Les Français ont du mal à imaginer que 'la meilleure armée du monde',
c omm e il s a im a ient à se le dire , a é té ba tt ue e n si pe u de jours”
26
e “ que les pr omesse s du Front pop ulaire n’ ont pa s é t é tenu e s”
27
. La stagione della III Repubblica è oramai
terminata : questa forma di governo, invece di garantire una pace lunga e stabile dopo la
Grande guerra, ha condotto la nazione alla débacle. In quel momento di smarrimento di
tutto i l popolo fr a nc e s e solo P é tain, l’e roe di V e rdun, se mbra poter e sser e in g ra do di
restituire alla Francia quella pace tanto agognata, mentre la democrazia appare debole e
incapace di risolvere i problemi attuali.
Nel frattempo, il Neopresidente del Consiglio Reynaud modifica più volte
l’a ssetto de l g ov e rno e a sse g na a n c he l’inc a ric o di Vic e pr e sident e de l C onsi g li o a l Mar e sc iallo P é t a in, c h e , in qua nto e ro e di Ve rdu n, è vist o in buon a luc e da ll ’opinione
pubblica. Tra le altre cariche, quella di maggior rilievo per gli eventi futuri è la
designazione di de Gaulle a sottosegretario alla Guerra con la delega a intrattenere le
relazioni con gli Inglesi. Il 16 giugno, la vittoria dei sostenitori alla fine delle ostilità
porta alle dimissioni di Reynaud, che viene immediatamente sostituito da Pétain, il
quale forma un nuovo governo composto da tutti i parlamentari favorevoli a firmare
l’a rmist iz io
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c on la Ge rma nia (22 g iug no ) e l’ I tali a . Alc uni uomi ni poli ti c i sa lpano p e r
l’Af ric a , ma a l loro a r rivo a C a sa blanc a ve n g ono arrestati e accusati pubblicamente da
Pétain di essere dei fuggiaschi. Charles de Gaulle, invece, è già approdato in Inghilterra
da dove, il 18 giugno dai microfoni della BBC lancia il primo di una serie di famosi
appelli a continuare la lotta armata.
Les chefs qui, depuis de nombreuses années, sont à la tête des armées françaises, ont formé un
g o u v er n e m e n t. C e g o u v er n e m en t, allég u an t la d éf aite d e n o s ar m ée s , s ’ e s t m i s en r ap p o r t av ec l’ en n e m i
25
Sulla sua definizione di “ ci v il i” s i v ed a il c ap ito lo s u cc es s i v o
26
Robert Belot, Eric Alary e Bénédicte Vergez-Chaignon, Les Résistants. L’histoire de ceux qui
refusèrent . L ’ Oe il d es A r ch i v e s , Larousse, Espagne, 2006, pag. 10.
27
François - Georges Dreyfus, Histoire de la Résistance 1940-1945. Préface de l’abbé de Naurois,
Compagnon de la Libération. Editions de Fallois, Paris, 1996, pag 29.
28
I l test o d ell’ ar m is tizio v ien e f ir m ato d al g en er ale H u n tz i n g er a R et h o n d es, lo s tes so villaggio in cui
il’ 1 1 s ette m b r e 1 9 1 8 er a s tato f ir m a t o quello che aveva posto fine alla Prima guerra mondiale.