Vent’anni di evoluzione tecnologica nella scuola
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Occorre quindi preparare il docente ad assumere un ruolo diverso da
quello finora ricoperto di trasmettere il sapere tramite il linguaggio. Il
computer apre nuove possibilità di esplorare concretamente la realtà,
tramite i canali non-linguistici del vedere e del fare, per apprendere le
abilità manuali e non verbali che hanno un ruolo importante nella
formazione e che hanno ampia applicazione nell’ambito lavorativo.
Il docente deve essere la guida e il facilitatore all’uso dei nuovi mezzi
tecnologici per migliorare l’apprendimento tramite i vari linguaggi, anche
non verbali. Una specifica formazione in proposito è diventata sempre più
necessaria per sostenere la sfida lanciata dalla diffusione delle Nuove
Tecnologie.
L’evolversi di questa trasformazione, fin dalle sue premesse, si
evince dalle disposizioni normative contenute in Circolari, Direttive e
Decreti emanati dai competenti Ministeri e da alcune Leggi dello Stato. Il
Consiglio d’Europa ha sempre incoraggiato lo sviluppo di una cultura
tecnologica, considerata elemento unificante nella costruzione di
un’identità europea e base necessaria per competere economicamente sul
piano internazionale.
Un ruolo importante in questa trasformazione è senza dubbio
attribuibile alla scuola, in tutte le sue componenti, anche in
considerazione del notevole ampliamento del suo fronte di azione dovuto
al graduale innalzamento dell’obbligo scolastico.
La disponibilità di nuove tecnologie informatiche e della
comunicazione ha avviato un processo di avvicinamento delle diverse
culture per una reciproca integrazione fra “cultura umanistica” e
“cultura tecnica”.
Lo sviluppo e la rapida diffusione di media sempre più evoluti in
tutti i campi della comunicazione e della produzione hanno evidenziato
dapprima la necessità di coinvolgere gli insegnanti di matematica delle
scuole superiori; in un secondo momento e in maniera graduale anche gli
altri ordini di scuola.
Lo sviluppo tecnologico sempre più rapido e complesso ha però reso
necessarie competenze e abilità che erano state trascurate o poco
considerate.
Lo sforzo maggiore, ancora da compiere, è però la diffusione della
“cultura tecnologica” nella didattica della scuola media, là dove l’azione
educativa può far leva sulla spinta all’operatività tipica dei preadolescenti.
Vent’anni di evoluzione tecnologica nella scuola
5
Questo sarà possibile a seguito dell’azione di formazione dei docenti,
effettuata sia predisponendo opportunamente i percorsi di accesso alla
carriera, sia con la formazione in servizio che possa ridisegnare un nuovo
profilo di insegnante, più capace di utilizzare le nuove tecnologie per
migliorare l’apprendimento degli alunni.
La riforma della scuola, che sta per essere attuata, potrebbe dare una
curvatura più attuale ai programmi scolastici, soprattutto nella scuola
media dove sono ancora in vigore quelli del 1979.
La collaborazione fra la scuola e il settore del lavoro e della
produzione, ormai prassi abbastanza diffusa, secondo le direttive europee,
crea i presupposti per un’ulteriore apertura culturale delle nuove
generazioni, che oggi possono avvalersi di insegnamenti mirati all’uso
delle Nuove Tecnologie fin dalla scuola elementare.
La sfida da raccogliere, nell’affrontare il nuovo millennio, è quella
proposta dalla ulteriore accelerazione che i continui progressi tecnologici
imprimono al ritmo della vita, anche per stare al passo con l’Europa e per
mantenere la posizione che l’Italia ha conquistato fra i Paesi più
industrializzati del mondo.
Il presente lavoro, dopo una premessa relativa alla situazione
scolastica e professionale fino al 1978, affronta cronologicamente
l’aspetto normativo riguardante l’introduzione delle Nuove Tecnologie
nella scuola e le sue connessioni con la formazione professionale e
l’obbligo scolastico.
L’attenzione è poi rivolta particolarmente alla Scuola Media ed alla
formazione dei docenti dal 1979 ad oggi.
Nelle conclusioni si sottolinea il ruolo fondamentale della scuola
nell’imprimere accelerazione alle trasformazioni e nell’orientare le scelte
delle nuove generazioni, soprattutto in considerazione degli sviluppi futuri
della tecnologia che si prevedono pervasivi di tutta la quotidianità.
Desidero, infine, ringraziare tutti coloro che mi hanno incoraggiato
ad arrivare fin qui, soprattutto i miei familiari e gli straordinari compagni
“virtuali” del Corso di Laurea “Formatore Multimediale”.
Grazie.
Enrica Muzzarelli
GIGIGIGI
Vent’anni di evoluzione tecnologica nella scuola
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CAPITOLO 1
Excursus storico delle tappe percorse per l’introduzione
delle Nuove Tecnologie nella scuola
Le premesse
“La nostra tradizione si è caratterizzata per una profonda scissione tra
le “due culture”, quella umanistica e quella tecnico-scientifica”
1
Partendo da questa considerazione di Antonio Calvani nel suo libro
“Educazione, comunicazione e nuovi media” (2001) cap.IV 4.1, appare
importante rintracciare il percorso normativo che ha portato all’instaurarsi
di una cultura tecnologica nella scuola degli ultimi vent’anni.
La scuola rispecchia la cultura di un paese: modificandone la struttura e
l’organizzazione si possono creare le condizioni di una trasformazione
culturale.
Nonostante le numerose azioni ministeriali miranti ad operare tale
cambiamento, la distinzione permane fino agli anni ’80, quando “è proprio
nelle tecnologie della comunicazione che si assiste ad un avvicinamento tra
pensiero scientifico ed umanistico”
2
Legge 27 dicembre 1947: entra in vigore la Costituzione Italiana,
3
che
stabilisce le linee generali del sistema formativo. Essa afferma la centralità
della Repubblica nel curare che la scuola sia aperta a tutti e sancisce
l’obbligatorietà e la gratuità dell’istruzione per almeno otto anni. (art. 34).
Al Titolo III (art. 35) si dichiara che la Repubblica tutela il lavoro e “cura
la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori”. Al Titolo V art.
117 si sottolinea la distinzione tra la determinazione dei principi
fondamentali dell’istruzione scolastica, di competenza dello Stato, e potestà
legislativa su materie concorrenti, di competenza delle Regioni.
1
A.Calvani 2001 “Educazione, comunicazione e nuovi media” – Torino - UTET
2
Calvani (op.cit)
3
www.quirinale.it/costituzione/costituzione.htm
Vent’anni di evoluzione tecnologica nella scuola
7
Nel 1957, con la nascita della CEE, il trattato di Roma istituisce il
Fondo sociale europeo (articolo 123) e formula «principi generali per
l’attuazione di una politica comune di formazione professionale»
finalizzata, tra l’altro, a favorire lo «sviluppo armonioso delle economie
nazionali e del mercato comune».
L’Italia si confronta con gli altri Paesi Europei anche sotto il profilo
istruzione. L’analfabetismo e l’evasione dell’obbligo scolastico ancora
troppo diffusi costituiscono fattori di arretratezza ed ostacolo allo sviluppo
del Paese.
La Riforma della Scuola Media Inferiore
La Riforma della scuola media inferiore (Legge 31 dicembre 1962, n.
1859)
4
porta all'estensione dell'obbligo scolastico al 14° anno di età. (Capo
III art. 8) La nuova scuola “secondaria, unitaria, obbligatoria e gratuita”
abolisce (Tit. III, art.16) le preesistenti scuole inferiori, le scuole secondarie
di avviamento professionale, i corsi inferiori delle scuole d’arte e dei
conservatori di musica, le classi post-elementari “a sgravio” previste dal
T.U. 577/1928.
Le intenzioni sono di dare a tutti la stessa preparazione di base,
soprattutto teorica. La parte pratica viene relegata ad un ruolo marginale e
facoltativo. Anche la dattilografia, abilità importantissima prevista nei
programmi della Scuola di Avviamento Commerciale, sparisce nella Scuola
Media unica; permane solo negli Istituti secondari professionali. Oggi
proprio la mancanza di tale abilità costituisce a volte un ostacolo forte al
primo approccio col computer.
Gli insegnamenti sono condotti nel modo tradizionale per tutti e da tutti
si pretende l’apprendimento teorico, senza l’ausilio dell’esperienza che
invece ne è il canale principale.
Negli anni Settanta c’è un timido suggerimento da parte del Ministero
all’utilizzo dei sussidi audiovisivi nella prassi dell’insegnamento: le scuole
si arricchiscono di proiettori per diapositive e poi di video-registratori.
Vengono anche organizzati corsi di aggiornamento per il personale della
scuola finalizzati all’acquisizione di abilità nell’uso dei sussidi audiovisivi.
4
www.edscuola.it/archivio/norme/leggi/l1859_62.pdf
Vent’anni di evoluzione tecnologica nella scuola
8
Vengono istituiti gli Organi Collegiali nella scuola col D.P.R. n. 416 del
31 maggio 1974
5
, al fine di realizzare “la partecipazione della gestione
della scuola dando ad essa il carattere di una comunità che interagisce con
la più vasta comunità sociale e civica”
Il D.P.R. n. 419 del 1974 , art. 3
6
, introduce la possibilità di organizzare
attività di sperimentazione nelle scuole di ogni ordine e grado. La
sperimentazione, definita dal legislatore delegato quale "espressione
dell'autonomia didattica dei docenti", si realizza sostanzialmente, avuto
riguardo al supporto legislativo posto dal D.P.R. 419, in due diverse forme
ed articolazioni, vale a dire nella ricerca di innovazioni metodologico-
didattiche (art. 2)
Questa necessità viene percepita un po’ in tutte le scuole da un certo
numero di docenti che introduce nella didattica forme di operatività che
permettono di “aprire” un po’ le quattro pareti dell’aula.
Un passo avanti importante nella valorizzazione della cultura
tecnologica viene fatto con i Programmi per la Scuola Media (Legge 16
giugno 1977, n. 348)
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Gli insegnamenti di Applicazioni tecniche maschili
e di Applicazioni Tecniche Femminili, di fruizione fino a quel momento
facoltativa, ma anche alternativa al Latino nella classe terza, vengono
inseriti nel normale curricolo obbligatorio col nome di Educazione Tecnica
(art.1). E’ da notare l’art. 2 comma c) che raccomanda la “valorizzazione,
nei programmi di educazione tecnica, del lavoro come esercizio di
operatività unitamente alla acquisizione di conoscenze tecniche e
tecnologiche”
E’ da notare come, ormai, le condizioni del progresso tecnologico siano
completamente cambiate per tutti, studenti e lavoratori. Ogni lavoratore ha
necessità di conoscenze teoriche, ma anche di competenze tecniche e di
abilità pratiche. Tali esigenze vengono recepite dal Ministero del Lavoro e
considerate dal Ministero della Pubblica Istruzione.
Infatti la Legge 21 dicembre 1978, N. 845 ,Legge-quadro in materia di
formazione professionale,
8
ribadisce l’importanza della “crescita della
personalità dei lavoratori attraverso l'acquisizione di una cultura
5
www.edscuola.it/archivio/norme/decreti/dpr416_74.html
6
www.edscuola.it/archivio/norme/decreti/dpr419_74.pdf
7
www.edscuola.it/archivio/norme/leggi/l348_77.html
8
www.spazio-lavoro.it/03formazioneprofessionale/L.845-78.htm
Vent’anni di evoluzione tecnologica nella scuola
9
professionale”(punto 1) . Al punto 2 “(…) tende a favorire l'occupazione,
la produzione e l'evoluzione dell'organizzazione del lavoro in armonia con
il progresso scientifico e tecnologico”. Al comma f) del punto 3 prevede la
consultazione fra i Ministeri del Lavoro e della Pubblica Istruzione ai fini
della programmazione.
GIGIGIGI
Vent’anni di evoluzione tecnologica nella scuola
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Capitolo 1.1
Dai nuovi programmi della Scuola media del 1979 ad oggi.
Col Decreto Ministeriale 9 febbraio 1979 (GU 20 febbraio 1979, n. 50)
vengono definiti i nuovi programmi, orari di insegnamento e prove di
esame per la Scuola media statale. E’ un punto basilare di riferimento.
anche per l’introduzione delle Nuove Tecnologie sia nella didattica che nei
curricula.
9
I Programmi indicano il compito dell’Educazione Tecnica: “iniziare
l'alunno alla comprensione della realtà tecnologica e all'intervento tecnico
mediante processi intellettuali ed operativi resi significativi da costanti
riferimenti ai contesti socio-produttivi, culturali e scientifici.”
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E’ interessante notare quanto è indicato in premessa al programma della
disciplina come ” riflessione preliminare sui fondamenti culturali”. Viene
definita anche una distinzione fra tecnica “l'insieme dei metodi e dei mezzi
utilizzati in qualsiasi processo produttivo” e tecnologia “scienza che
studia i processi produttivi, i metodi ed i mezzi in essi impiegati.” C’è la
tendenza ad ignorare gli aspetti pratici che si limitano all’operatività, anche
perché gli spazi e le attrezzature disponibili sono inadeguati alle effettive
necessità di un momento in cui le scuole ricevono il grande afflusso di
alunni del boom demografico.
Si afferma anche che “L'educazione tecnica nella scuola media intende
contribuire alla costruzione di questa cultura attraverso una iniziazione ai
metodi della tecnica ed alla riflessione tecnologica.”
Uno degli obiettivi indicati è “valorizzare il lavoro come esercizio di
operatività, unitamente all'acquisizione di conoscenze tecniche e
tecnologiche”. Fra le Conoscenze e capacità da conseguire vengono
indicati, al punto c), ”- i linguaggi artificiali”.
Ci si riferisce alle precedente riforma osservando che “ha perfezionato
il processo di unificazione eliminando il principio della facoltatività,
estendendo in pari tempo l'area delle discipline obbligatorie tutte aventi
9
www.edscuola.it/archivio/norme/decreti/dm9279.html
10
Decreto Ministeriale 9/02/1979- Programmi Scuola Media