2
SRY region (Sex Determining Region of the Y
cromosome), codifica per un prodotto genico non ancora
ben definito che orienta la differenziazione della gonade in
senso maschile [1].
Nell'uomo l'abbozzo gonadico compare nella 4
a
settimana
di vita intrauterina sulla parete addominale posteriore; esso
è costituito dalle creste genitali che derivano dall'epitelio
celomatico e dal sottostante mesenchima. All'inizio della 6
a
settimana migrano verso questo abbozzo le cellule germinali
primordiali o gonociti che provengono dal sacco vitellino.
Durante tale migrazione, i gonociti aumentano di numero
per successive divisioni mitotiche; nel frattempo, nel futuro
ilo della gonade, cominciano a penetrare cellule
mesenchimali e vasi sanguigni attorno al quali si
cominciano a differenziare i cordoni sessuali. Queste,
anastomizzandosi tra loro, intrappolano alcuni gonociti che
daranno origine alla linea germinale. I cordoni sessuali
3
vengono quindi rivestiti da cellule mesenchimali che
successivamente si differenziano in cellule di sostegno o del
Sertoli. Le cellule mesenchimali che rimangono
nell'interstizio si differenziano in parte in cellule di Leydig,
mentre le più periferiche formano la tonaca albuginea. A
livello dell'ilo della gonade, i cordoni sessuali si
interrompono e si anastomizzano tra loro formando una rete
che darà origine alla rete testis. Dall'adiacente mesonefro si
dipartono 12-15 tubuli che, inosculandosi con i cordoni
della rete testis, diverranno i condottini efferenti. Dal dotto
mesonefrico di Wolff originano anche epididimo, dotto
deferente, vescichette seminali e dotto eiaculatore, in
direzione cranio-caudale.
Alla nascita il testicolo è ancora costituito da cordoni
solidi che rimarranno tali sino al 6° anno di vita, quando,
aumentando di diametro, cominceranno a trasformarsi in
tubuli; solo alla pubertà si avrà il quadro tipico del testicolo
4
maturo.
Negli embrioni con costituzione gonadica XY, quando la
gonade inizia a differenziarsi e a produrre ormoni maschili,
il dotto di Wolff, sotto l'influenza degli androgeni, dà
origine al sistema escretore sessuale maschile, mentre, nel
frattempo, le cellule del Sertoli producono il MIF (fattore
inibente mulleriano) che induce la regressione del dotto
paramesonefrico di Muller. Pertanto, si può concludere che,
mentre la differenziazione in senso femminile si instaura
spontaneamente, la differenziazione in senso maschile
richiede una specifica influenza ormonale da parte del
testicolo.
5
Discesa del testicolo: fisiopatologia
La sede originaria del testicolo è approssimativamente a
livello di T1O: il raggiungimento della sede definitiva
comporta una migrazione. Il processo della migrazione
testicolare ha costituito un problema classico dell'anatomia
evolutiva ed ancora oggi i meccanismi coinvolti nella
migrazione della gonade maschile non sono stati
completamente chiariti. Tale migrazione infatti, è regolata
da una complessa serie di fenomeni di natura meccanica ed
endocrina intimamente correlati. Gier e Marion nel 1969 [2]
descrivono tre fasi nella discesa del testicolo nell'uomo:
1) fase dello spostamento nefrico, caratterizzata dalla
contemporanea migrazione del rene primitivo (metanefro) in
direzione craniale e della gonade in direzione caudale.
Questa fase, che si verifica in entrambi i sessi, non sembra
regolata da alcun tipo di controllo ormonale e si completa
verso la 7
a
-8
a
settimana di gestazione. Nel corso di questa
6
fase si verifica la differenziazione della gonade;
2) fase della migrazione transaddominale, caratterizzata
dalla migrazione del testicolo che, alla fine della 12
a
settimana, si viene a trovare in corrispondenza dell'anello
inguinale interno;
3) fase inguino-scrotale, caratterizzata dal transito del
testicolo attraverso il canale inguinale fino al fondo dello
scroto. Questa fase inizia intorno alla 28
a
settimana di
gravidanza e si completa alla nascita, o in alcuni casi, nei
primi mesi di vita extrauterina.
La prima fase è una tappa dell'embriogenesi in cui il
testicolo è interessato indirettamente; è un processo uguale
anche per l'ovaio ed è svincolato da fattori ormonali.
Per spiegare la seconda e la terza fase, invece, sono state
avanzate numerosissime ipotesi, tra le quali il modello
bifasico di controllo ormonale della discesa testicolare è
oggi tra le più accreditate [3].
7
Questa teoria considera la fase della migrazione
transaddominale,controllata dal MIS, che avrebbe come
organi bersaglio il gubernaculum testis e/o l'epididimo.
In un feto umano di 8 settimane, prima che si verifichi la
differenziazione sessuale, il gubernaculum è una struttura
molto piccola e sottile. La gonade si trova sul lato
anteromediale della cresta urogenitale. Il gubernaculum si
ingrossa in seguito all'intervento della "mullerian inhibiting
substance” (MIS), anche se la questione è alquanto
dibattuta [4], e contemporaneamente si verifica una
regressione del legamento sospensorio craniale per azione
del testosterone [5]. In un feto umano di 30 settimane il
gubernaculum si ingrandisce fino a diventare una struttura
della stessa dimensione del testicolo. La posizione del
testicolo al termine di questa fase, rappresenta la somma di
due processi: la trazione verso il basso del gubernaculum e
la trazione verso l’alto del legamento sospensorio craniale.
8
Il processo di ingrossamento del gubernaculum serve
proprio a contrastare la spinta verso l’alto del legamento
sospensorio craniale [5].
Durante la fase inguino-scrotale il testicolo migra
dall'inguine verso lo scroto nel processo vaginale che
rappresenta un diverticolo peritoneale all'interno del
gubernaculum. Il controllo di questa fase, secondo questo
modello, avviene per azione di androgeni e, attraverso il
rilascio di un peptide correlato al gene della calcitonina
(CGRP)[6], del nervo genito-femorale. Il testosterone
agirebbe sul nervo genito-femorale, inducendo un rilascio di
CGRP, che provocherebbe la migrazione del gubernaculum;
tale rilascio determina contrazioni del gubernaculum che
orientano il gubernaculum stesso verso lo scroto,
permettendo così l'allungamento di questa struttura ed il
verificarsi del processo che porta alla discesa dei testicoli
nello scroto [7].
9
Criptorchidismo: epidemiologia e fattori di rischio
È la più frequente malformazione dell’apparato
urogenitale, la sua incidenza è in aumento secondo gli ultimi
studi epidemiologici, verosimilmente a causa di alterazioni
ambientali determinanti un' aumentata esposizione agli
estrogeni, di origine prevalentemente alimentare.
L’incidenza è stimata tra il 3 e il 6% nei nati a termine,
intorno al 20 % nei prematuri [8]. Gli studi più recenti
sull’epidemiologia [9] sono tre, condotti in Svezia, in
Danimarca ed in Inghilterra. Sono tre studi caso-controllo,
studi retrospettivi basati su un gran numero di individui e su
informazioni raccolte alla nascita e conservate in un data
base, con lo scopo principale di valutare i fattori di rischio
per questa malattia. Lo studio Svedese di Akre et al. [10] ha
lavorato su un campione di 2782 bambini operati per
criptorchidismo; lo studio britannico di Jones et al. [11] si
basa su 1449 bambini sottoposti ad orchidopessi per
10
criptorchidismo; quello danese di Weidner et al.[12] è
quello con il campione più grande, 6177 bambini
criptorchidi.
Leggendo i tre studi è evidente che più che la prematurità,
il basso peso alla nascita è la caratteristica che è più
strettamente associata col criptorchidismo. In tutti e tre gli
studi infatti l’adattamento del peso all’età gestazionale ha
mostrato che l’effetto del peso alla nascita persiste a
differenza dell’ effetto dell’età gestazionale: cioè il
cosiddetto “piccolo per l’età gestazionale” è quello
maggiormente a rischio di criptorchidismo.
È ancora aperto il dibattito sul reale valore degli altri
fattori di rischio proposti, come la bassa classe sociale, la
preeclampsia. Di certo condizioni che portano ad un difetto
di crescita intrauterina sono in qualche modo associate al
criptorchidismo.
11
Danno spermatogenetico
Mentre dal punto di vista clinico i testicoli criptorchidi si
presentano quasi sempre ipotrofici, dal punto di vista
istologico sono presenti vari quadri di ipo-atrofia tubulare,
riconducibili alla perdita dell'epitelio germinale [13]. La
compromissione della funzione spermatogenetica, e quindi
della fertilità, è una delle più frequenti alterazioni che si
possono osservare nel testicolo criptorchide in età adulta.
Nella sindrome criptorchide, la valutazione dei rilievi
istologici e della conseguente funzionalità specifica
d'organo è fondamentale per capire la correlazione tra
distopia testicolare e riduzione della capacità procreativa.
Nel testicolo ritenuto le alterazioni istologiche riguardano
prevalentemente i tubuli seminiferi.
E stato dimostrato che i testicoli endoaddominali sono
dotati di cellule germinali nei primi mesi di vita ma che
queste in seguito, fino all'epoca puberale, si riducono di
12
numero (anche del 91%).
Tale compromissione è meno significativa nel testicolo
intracanalicolare (41%) e ancora meno nel testicolo scrotale
alto (20%). La gonade controlaterale al testicolo ritenuto
presenta numero di cellule germinali inferiore rispetto a
quello delle gonadi di soggetti normali della stessa età.
Queste osservazioni hanno alimentato un dibattito, tuttora
in corso, sulla patogenesi del danno tubulare nei soggetti
criptorchidi.
Cioè: la patogenesi delle alterazioni istologiche è
imputabile alle alterazioni parenchimali indotte dal
malposizionamento gonadico, e alla conseguente
esposizione a temperature più elevate di quelle fisiologiche
scrotali o, viceversa, vi è una disgenesia testicolare primaria
che potrebbe essere responsabile sia della mancata discesa
del testicolo che delle sue alterazioni parenchimali?
Entrambe le tesi sono sostenute da varie osservazioni
13
cliniche e sperimentali.
Il posizionamento nello scroto precoce, fatto con terapia
medica o chirurgica, riduce il danno tubulare.
Nel 45% dei soggetti ex-criptorchidi vi è una temperatura
scrotale abnormemente elevata associata a ipotrofia
testicolare e oligozoospermia [14]. In questi casi non è ben
chiaro se l'aumento di temperatura sia il risultato di un
flusso arterioso immodificato per una massa testicolare più
piccola, o se sia un'anomalia che rientri nel quadro
disgenetico complessivo della gonade. La temperatura del
testicolo ex-criptorchide è comunque più elevata del
controlaterale disceso normalmente.
Numerose evidenze sperimentali condotte su animali da
laboratorio hanno chiarito cosa succede in un testicolo che
viene sottoposto a temperature inidonee :
degenerazione delle cellule nell'epitelio seminifero
arresto maturativo
14
incremento del flusso ematico scrotale
alterazioni microcircolatorie gonadiche
alterazioni funzionali e ultrastrutturali dell’epididimo
aumento dei livelli ematici di gonadotropine
(conseguenza del danno spermatogenetico)
Il meccanismo con cui l'elevata temperatura determina
queste alterazioni non è del tutto chiaro. Probabilmente c'è
un effetto diretto della temperatura sulle cellule germinali
con alterazione del metabolismo e diminuita sintesi di DNA,
RNA e proteine, mancata disgiunzione X-Y negli
spermatociti e conseguente disturbo della mitosi. Inoltre un
aumento di temperatura testicolare porterebbe a difettosa
biosintesi proteica da parte delle cellule di Sertoli ed alterata
steroidogenesi da parte delle cellule di Leydig [15].
A sostegno dell'ipotesi di un danno indipendente dalla
precocità del riposizionamento del testicolo, e quindi di un
danno disgenetico, casi di oligozoospermie estreme, fino
15
alla azoospermia, in soggetti con criptorchidismo
omolaterale [16], di oligo-azoospermie in ex criptorchidi
corretti precocemente, nonché la frequente insorgenza di
tumori testicolari anche nel testicolo controlaterale,
normalmente disceso[17].