INTRODUZIONE
Scopi e obiettivi
Lo scopo della tesi è quello di progettare tramite l’utilizzo del software Simulink un
modello del sistema ricevente TDR (Transponder Data Recorder). Il TDR è un
prototipo che riceve, digitalizza e registra i segnali trasmessi dagli aeromobili alla
frequenza di 1090 MHz. Questo verrà fatto partendo da un modello del sistema
TDR già implementato migliorandolo per cercare di arrivare ad avere un tool che
rispecchi il più fedelmente possibile la realtà. Infatti, dopo aver raggiunto questo
primo obiettivo, sarà poi possibile confrontare questo modello implementato per
mezzo delle risorse messe a disposizione dal software Matlab/Simulink, con il
prototipo già esistente. Quest’ultimo si trova nel laboratorio di Radar e Navigazione
(Radarlab), presso l’Università degli studi di Roma di Tor Vergata. Il confronto
avverrà per mezzo dei risultati ottenuti dalle simulazioni del modello, fatte tramite
Simulink con i dati ricavati dai segnali captati dal prototipo presente in laboratorio.
Una volta confrontati i dati, si apporteranno le dovute modifiche al tool di Simulink
per portare quest’ultimo agli stessi standard del modello reale. Lo scopo finale è,
quindi, quello di ottenere un modello del prototipo TDR fedele alla realtà e
utilizzabile in maniera semplice tramite il software Matlab. In questo modo si
potranno effettuare delle prove tramite il simulatore, prima di apportare modifiche
al prototipo reale.
Metodi e mezzi
Per raggiungere gli scopi descritti nel precedente paragrafo, si è partiti dalla teoria
per poi applicarla tramite il modello progettato con il software Matlab/Simulink
così da ottenere, i dati e il modello desiderato. Come si vedrà nel capitolo 2, la
teoria è servita per ottenere le conoscenze adatte per poter capire sia come
modificare e migliorare il sistema, sia per confrontare i risultati, ottenuti dalle
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successive simulazioni, con i riferimenti teorici elaborati precedentemente. Infatti,
se i risultati prodotti non rispecchiano quelli ottenuti in maniera teorica, vuol dire
che il modello non è attendibile, come è, appunto successo con quello di partenza.
La teoria riguarda, innanzitutto, lo studio dei segnali di modo S trasmessi alla
frequenza di 1090 MHz, che è la frequenza d’interesse per questo tipo di lavoro per
poi passare a capire come modellare il sistema dal punto di vista del rumore e
implementarlo tramite il software. Infine utilizzare alcuni dati messi a disposizione
dal laboratorio Radarlab, per studiare le caratteristiche di alcuni componenti per poi
riprodurli fedelmente con Simulink. Un esempio sono i filtri progettati e
implementati nel dispositivo.
Per raggiungere l’obiettivo preposto si è scelto di utilizzare il metodo basato sulla
simulazione di forme d’onda dei segnali che transitano all’interno del sistema.
Questo perché è risultato più semplice da eseguire e perché si ottengono risultati più
precisi. Infatti, inserendo in modo opportuno i vari parametri da utilizzare, si può
arrivare a qualsiasi livello di dettaglio che, sebbene sia virtuale, risulta comunque
vicino ai comportamenti reali dei vari dispositivi.
Lo svantaggio al quale si va incontro utilizzando un metodo come questo è il
notevole carico computazionale che il computer deve affrontare. Per ridurre questo
problema è necessario ottimizzare quanto più possibile il modello impiegato.
Sulla base di queste considerazioni, la scelta del software da utilizzare è ricaduta su
Matlab-Simulink. Si tratta di un programma di grande affidabilità, molto diffuso
nell’ambiente ingegneristico.
Nella versione Simulink utilizzata sono presenti gli strumenti adatti per la
simulazione di sistemi di nostro interesse e che permettono la simulazione in
oggetto e che riguardano la modellazione fisica dei vari dispositivi della catena.
Nel nostro caso è stato utile per vedere come il segnale viene ricevuto dall’antenna
del sistema TDR e come poi viene trattato prima di estrarre da esso le informazioni
utili. Questo è stato possibile grazie al fatto che Simulink permette di vedere a video
i grafici dell’andamento dei segnali nel tempo secondo le nostre esigenze, mentre
tramite poche righe di codice Matlab si possono effettuare le misure necessarie.
La differenza tra i due software sta nel fatto che Matlab è più flessibile in quanto
permette di fare ciò che vogliamo tramite il codice scritto dall’utente, mentre
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Simulink ha una libreria, molto vasta, che contiene dei blocchi già pronti per quasi
tutte le esigenze ma che non è possibile modificare, ma permette solo di inserire i
valori che il blocco stesso richiede. Quindi quest’ultimo risulta meno flessibile di
Matlab ma ha permesso di realizzare i vari componenti che sono stati utilizzati nella
catena che simula il comportamento del sistema TDR. Inoltre è molto utile per fare
le simulazioni, come nel caso che si sta esaminando e che ha permesso di
modificare e validare il progetto iniziale in modo tale da poter proseguire il lavoro.
Sviluppo del lavoro
Il lavoro svolto si sviluppa in 4 capitoli. Nel primo verrà fatta una descrizione
teorica dei segnali SSR di modo S a 1090 MHz, che sono tra quelli che possono
essere ricevuti con il TDR. Inoltre verranno brevemente illustrati anche i ricevitori
che si utilizzano in questo tipo di contesto. Una volta fatta questa panoramica,
verrà fatta una descrizione generale del sistema TDR e del prototipo presente in
laboratorio andando ad analizzare brevemente ogni suo componente esponendo
alcune principali caratteristiche. Infine un breve approfondimento riguardante il
processo di campionamento visto che il simulatore utilizza proprio un segnale
campionato.
Nel secondo capitolo, invece, verranno descritte le modifiche apportate al modello
iniziale, e le modalità con cui sono state effettuate le misurazioni, partendo dalla
teoria per poi arrivare a quelle ottenute dalle simulazioni. Infine, verranno presentati
i primi risultati che verranno confrontati per vedere il comportamento del
simulatore tramite confronto con le misure reali e capire se le misurazioni effettuate
sono corrette. In questo modo, se ce ne sarà bisogno, verranno effettuate le dovute
modifiche.
Nel terzo capitolo verrà presentato il modello TDR finale progettato tramite
Matlab/Simulink con le modifiche apportate in un secondo momento al prototipo.
Verrà effettuato un ultimo confronto tra le misure per validare in maniera definitiva
il simulatore. Ultimato quest’ultimo passaggio, verranno effettuate le dovute
valutazioni sul sistema progettato.
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Nel quarto è ultimo capitolo, invece, verrà fatta una descrizione di come bisogna
utilizzare il simulatore. Quindi, verrà fatto un piccolo manuale che aiuterà chi
volesse adoperare il modello.
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CAPITOLO 1
SEGNALI ATC A 1090 MHz
1.1 Sistemi e segnali a 1090 MHz
1.1.1 Sistemi
In generale un sistema di rilevamento ha due tipi di scopi: la sorveglianza e lo
studio dell’ambiente circostante. In base a come questi sistemi ricevono le
informazioni, attraverso i segnali, si dividono in sistemi passivi e attivi. La
differenza tra i due tipi sta nel fatto che i primi non inviano nessun segnale verso i
target ma analizzano semplicemente il segnale che viene emesso dall’oggetto
stesso; mentre i secondi inviano dei segnali per stimolare il target. A loro volta,
quest’ultimi, riemettono il segnale che viene ricevuto ed elaborato per estrarne le
informazioni utili.
Ci sono diversi sistemi che lavorano alla frequenza che ci interessa, ovvero 1090
MHz e sono:
- i radar secondari SSR (Secondary Surveillance Radar);
- i sistemi di multilaterazione MLAT;
- i sistemi ADS-B (Automatic Dependent Surveillance – Broadcast);
- i sistemi TIS-B (Traffic Information System – Broadcast);
- il T-CAS (Traffic – Collision Avoidance System)
L‘SSR è un sistema attivo. Serve per la sorveglianza del traffico aereo e si basa
sull’invio di segnali di interrogazione verso gli aeromobili che li captano e, tramite i
transponder montati a bordo, possono rispondere con delle repliche (replies). Le
interrogazioni possono essere di due tipi: convenzionali o di modo S.
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Invece i sistemi MLAT e ADS-B fanno parte della famiglia dei sistemi passivi visto
che non emettono nessun segnale ma captano le repliche che vengono inviate
spontaneamente dai transponder.
Il sistema TIS-B funziona tramite una stazione a terra che trasmette segnali di modo
S che contengono le informazioni riguardanti gli aeromobili che non hanno
installato il sistema ADS-B. Infatti, per poter compensare questa mancanza, le
informazioni vengono raccolte da altri sistemi, come per esempio SSR e MLAT,
per poi essere inviate agli aeromobili con sistema ADS-B IN.
L’ultimo sistema, il T-CAS è un sistema utilizzato per evitare collisioni tra gli
aeromobili che sono in volo. Il T-CAS prevede uno scambio di segnali di modo S
tra aeromobili in visibilità elettromagnetica.
1.1.2 Segnali SSR di modo convenzionale e modo S
L’ICAO (International Civil Aviation Organization) ha standardizzato i tipi di
messaggi che vengono usati per realizzare le interrogazioni e le caratteristiche dei
segnali stessi, sia in fase di uplink sia in fase di downlink.
I segnali per le due fasi possono essere di due modi:
- modo A: il segnale di interrogazione consiste in coppie di impulsi intervallati di 8
µs. Viene utilizzato per richiedere l’identità del target con il quale si sta
interagendo;
- modo C: il segnale di interrogazione consiste in coppie di impulsi intervallati di 21
µs. Viene utilizzato, combinato con il modo A, per richiedere al transponder di
trasmettere le informazioni riguardanti il livello di volo.
Figura 1 Modi di interrogazione
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Esisterebbero altri due modi (B e D) ma non vengono utilizzati. Per questo motivo
il radar secondario è detto anche di modo A/C.
Logicamente le interrogazioni effettuate hanno una frequenza diversa dalle repliche.
Infatti, le prime vengono trasmesse ad una frequenza di 1030 MHz, mentre le
seconde vengono inviate ad una frequenza di 1090 MHz.
Le repliche non sono altro che le risposte alle interrogazioni che vengono fatte.
Queste risposte hanno una determinata struttura convenzionale che serve, appunto,
per essere riconosciute come tali. La struttura è mostrata in fig.2:
Figura 2 Struttura di una replica di modo A/C
La durata complessiva della replica, compreso l’impulso SPI (Special Identification
Pulse) è pari a 25,10 µs. Oltre a questo impulso il segnale consiste, come si può
vedere sempre in fig.2, in una successione di impulsi codificati, alla frequenza di
1090 MHz, che, una volta captato dal ricevitore di terra, viene inviato ad un display.
Quindi il transponder invia a terra, per ogni interrogazione, un treno di impulsi,
come quello rappresentato sempre in fig.2. Il primo e l’ultimo impulso (F
1
e F
2
),
escluso l’SPI, non trasportano informazioni ma servono solo a delimitare la replica,
sono chiamati brackets. All’interno di questo intervallo possono essere inviati fino a
12 impulsi. Ognuno di essi rappresenta una cifra del sistema binario. Quindi se si
riceve 0 vuol dire che non è stato inviato nessun segnale mentre se si riceve 1, allora
è stato ricevuto un segnale. Se si utilizzano tutti e 12 gli impulsi si possono avere
fino a 2
12
= 4096 combinazioni o codici. Questi equivalgono al numero massimo di
identificatori assegnabili ad un aeromobile. Oltre a questi impulsi ne è presente un
altro (X) che però non viene utilizzato. Infine come si è detto poc’anzi, si ha un
ulteriore impulso (SPI) posto a 4,35 µs dopo F
2
che viene attivato dal pilota tramite
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un comando posto sulla plancia di controllo dell’aereo. Ogni impulso ha una durata
di 0,45 µs ± 0,1 µs.
Una risposta di modo A/C deve rispettare le specifiche che sono state definite
dall’ICAO e che possono essere viste nella tabella 1:
Tempo di salita Tempo di discesa Durata
dell’impulso
Tolleranza
sulla durata Min Max Min Max
0.45 ±0.1 0.05 0.1 0.05 0.2
Tabella 1 Specifiche sulle caratteristiche delle SSR reply di modo A/C
Per accordi internazionali, tre dei 4095 codici disponibili sono riservati, ad uso
esclusivo del pilota per speciali esigenze come:
-codice 7500: interferenza illegale nella condotta del volo (atti di pirateria aerea);
-codice 7600: avaria radio;
-codice 7700: emergenza.
Il sistema SSR di modo S rappresenta l’evoluzione del radar secondario. Infatti,
differentemente dal dispositivo di modo A/C, utilizza solamente delle interrogazioni
selettive. Tramite questo accorgimento si è riusciti a risolvere alcuni problemi che
davano molti fastidi al sistema iniziale. Tra i più importanti si ricordano il garble e
il FRUIT (False Replies Unsynchronized In Time).
Il primo si verifica quando, nell’area coperta da un interrogatore, ci sono più
velivoli che inviano il proprio segnale verso di esso. Il sistema a terra riceve questi
segnali e può capitare che essi siano sovrapposti, il che li rende difficili da
decifrare. Questo fenomeno si verifica se i due oggetti, che trasmettono, si trovano
ad una distanza relativa (slant range) inferiore a 3 Km, pari a 20.3 µs, all’interno del
fascio (lobo) principale d’antenna. Logicamente il fenomeno diventa molto
frequente se nell’area in cui lavora l’interrogatore c’è molto traffico aereo. Il tempo
di 20.3 µs corrisponde proprio alla durata del messaggio che viene inviato dal
transponder. Il segnale di modo S sappiamo avere una durata maggiore (64 µs o 120
µs rispettivamente se si invia un messaggio di 56 o di 112 bit ) ma in quel periodo
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di tempo c’è la possibilità che le repliche si sovrappongano. La conseguenza è che il
sistema di decodifica posto a terra non sempre riesce ad eseguire una decodifica
corretta perché il messaggio arriva disturbato.
Il secondo problema, ovvero il FRUIT, riguarda le risposte che arrivano da
transponder posti a bordo dei velivoli ma che sono interrogati da altri radar rispetto
a quello preso in considerazione. Infatti, sappiamo che le risposte alle
interrogazioni, inviate dagli aeromobili, vengono inviate in tutte le direzioni. Il
disturbo può essere eliminato in quanto le risposte che il radar riceve sono asincrone
rispetto alla sua PRF (Pulse Repetition Frequency, ovvero il numero di impulsi
trasmessi per unità di tempo). I segnali inviati sono sincronizzati rispetto al radar a
cui sono diretti e non verso gli altri e quindi, presentandosi a distanze variabili
rispetto all’interrogazione d’interesse, possono essere eliminati utilizzando
un’interrogazione in azimut. Un altro accorgimento per limitare questo fenomeno
consiste nel limitare le interrogazioni che un sistema di terra può effettuare ogni
secondo. In generale questo numero corrisponde a 450 interrogazioni al secondo.
Tornando al segnale di modo S, il formato dei messaggi in down link ha una
struttura che viene mostrata in figura 3:
Figura 3 Struttura di una reply di modo S
Come si può osservare in figura 3, prima del messaggio vero e proprio, si ha un
preambolo costituito da 4 impulsi. Dopo di questo si ha un treno di 56 o 112 impulsi
sui quali viene utilizzata la codifica Manchester. Questa codifica prevede che il
tempo di bit, che risulta essere pari a 1 µs, venga suddiviso in due sottointervalli. Di
questi solo uno viene occupato dall’impulso. Nel caso in cui l’impulso occupi il
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primo dei due sottointervalli, allora il bit trasmesso corrisponde al valore logico 1,
altrimenti vale 0.
Ogni replica è formata almeno da due campi:
- Downlink Format (DF): è un campo formato da 5 bit. La sua funzione è quella
di descrivere il formato del messaggio che è stato emesso.
- L’altro campo, invece, può assumere due diversi nomi a seconda della funzione
che svolge:
Address/Parity (AP): se il campo contiene il codice di parità. Questo serve per
effettuare la rivelazione e la correzione degli errori. Quest’ultima è possibile
solo se viene combinato con l’indirizzo dell’aeromobile che a trasmesso la
replica.
L’altro nome che può assumere è Parity/Interrogator (PI) se si è di fronte al caso
di All Call Reply. In questo caso il codice di parità viene combinato con
l’Interrogator Code (IC), in modo tale che il transponder risponda solamente
alla stazione che lo ha interrogato. In questo caso è necessario trasmettere
l’identità del velivolo in oggetto tramite il campo Address Announced (AA). I
restanti bit, che sono 27 o 83, a seconda della configurazione, contengono delle
informazioni specifiche che variano in riferimento al tipo di messaggio che si
sta inviando.
Anche in questo caso, l’ICAO, ha standardizzato le caratteristiche di questi
impulsi, come si può vedere dalla tabella in tabella 2:
Tempo di salita Tempo di discesa Durata
dell’impulso
Tolleranza
sulla durata Min Max Min Max
0.5 ±0.05 0.05 0.1 0.05 0.2
1.0 ±0.05 0.05 0.1 0.05 0.2
Tabella 2 Specifiche sulle caratteristiche degli impulsi delle repliche di modo S
L’impulso utilizzato per questo tipo di segnali è di forma trapezoidale. La distanza
che intercorre tra due successivi impulsi deve essere di 0.5 o 1 µs. Si può accettare
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