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(Campania e Puglia). Naturale, laddove possibile, tali metodi tendono ad essere sostituiti con
altri più efficienti.
L’irrigazione per aspersione è effettuata utilizzando soluzioni impiantistiche, studiate e
realizzate al fine di imitare una pioggia naturale di intensità costante è compatibile col sistema
terreno-vegetazione. L’irrigazione a pioggia può essere utilizzata per quasi tutte le colture ad
eccezione delle colture che possono essere attaccate da malattie che interessano la parte
epigea della pianta o che si avvantaggiano dei microclimi umidi formatisi in questa zona a
seguito di un intervento irriguo (p.es. Peronospora della vite). Con l’irrigazione per aspersione
l’efficienza di irrigazione è più alta rispetto ai metodi tradizionali, e si può quindi realizzare
un risparmio di acqua; di contro l'irrigazione a pioggia richiede soluzioni impiantistiche più
sofisticate che fanno talvolta aumentare sia i costi di impianto che i costi di esercizio, specie
per gli impianti ad alta pressione per i quali è quasi sempre necessario effettuare il
sollevamento dell’acqua.
Nell’irrigazione localizzata, che è stata introdotta da oltre venti anni e che si va sviluppando
sempre più, non viene erogata acqua sull’intera superficie del terreno, ma soltanto in una serie
di punti, posti in prossimità delle piante, in modo da umettare soltanto il volume di terreno
interessato dall’apparato radicale delle piante.
Il metodo di irrigazione localizzata consiste infatti, nell’erogare piccole portate nella zona
radicale, in modo da creare e mantenere in essa uno stato idrico di basso potenziale matriciale,
nel quale le radici possano attingere acqua e sostanze nutritive con il minimo sforzo.
L’applicazione dell’acqua sul terreno avviene sotto forma di gocce, utilizzando i gocciolatori,
oppure sottoforma di getto, utilizzando gli spruzzatori. Con la microirrigazione i volumi
relativi ai singoli adacquamenti si riducono notevolmente, mentre ovviamente aumenta il
numero di adacquamenti necessario.
La notevole diffusione della microirrigazione è dovuta soprattutto ai notevoli vantaggi che
essa offre; in particolare:
• si realizza economia di acqua, dato che si irriga solo una porzione dell’area totale in
modo tale che le perdite per ruscellamento superficiale, per infiltrazione profonda e
per evaporazione risultino trascurabili;
• si riduce la presenza di erbe infestanti, che consentono di limitare la spese necessarie
alle operazioni di diserbo;
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• si mantiene l'umidità nel suolo a valori che creano condizioni ottimali per le piante in
relazione al processo di assorbimento dell'acqua e delle sostanze nutritive presenti nel
terreno, evitando la saturazione del suolo che può determinare condizioni di asfissia
radicale;
• si possono irrigare terreni in pendio ed anche accidentati, senza alcuna sistemazione
della superficie raggiungendo valori elevati dell’uniformità di distribuzione;
• si realizzano, durante l'irrigazione, altre operazioni colturali quali la fertilizzazione;
L’irrigazione a goccia inoltre consente alle foglie di rimanere asciutte e non si crea intorno
alla pianta un ambiente umido che favorisce lo sviluppo di malattie e non si dilavano le
sostanze antiparassitarie che bagnano la foglia.
Con tale metodo irriguo si realizza un certa economia di manodopera, dato che l’impianto di
microirrigazione di tipo fisso si può automatizzare completamente con apparecchiature e
strumenti elettronico-idraulici, con i quali si può controllare il regime idrico nel terreno, alla
profondità considerata, cosi da intervenire al momento opportuno.
Nell’esame delle peculiarità connesse al metodo della microirrigazione occorre considerare
anche alcuni svantaggi quali ad esempio: l’occlusione degli erogatori dovuta a cause fisiche
(argilla, limo, sabbia fine, trucioli di polietilene prodotti nella non accurata installazione, ecc),
chimiche (concrezioni saline), biologiche (alghe, batteri e altri microrganismi).
Nel caso di utilizzo di acque caratterizzate da elevati valori della salinità, si possono
manifestare alte concentrazioni saline in corrispondenza del fronte umido. In tale circostanza
può verificarsi che le precipitazioni del periodo conseguente la stagione irrigua sia sufficiente
per la lisciviazione dei sali ovvero, in carenza di precipitazioni, occorre fornire un surplus di
acqua di irrigazione che costituisce il cosiddetto fabbisogno di lisciviazione.
Gli alberi da frutto irrigati fin dall’impianto con la microirrigazione presentano il sistema
radicale meno profondo e con una ridotta espansione laterale. In alcuni casi, come
conseguenza di questo fatto sono stati osservati fenomeni di sradicamento dovuti al forte
vento. Questo inconveniente può essere superato, nel caso degli arboreti, ad esempio
posticipando l’esecuzione dell’impianto di microirrigazione di almeno cinque anni dal
trapianto. Un altro si può adottare ponendo intorno a ciascun albero una condotta erogatrice
ad anello con più punti di erogazione.
Nelle aziende che ricadono all’interno di comprensori irrigui con esercizio alla domanda,
spesso risulta difficile conciliare il momento dell’irrigazione con la consegna dall’acqua da
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parte dell’ente gestore. Questo problema può essere superato realizzando, a livello aziendale,
delle riserve idriche (vasche di accumulo, laghetti, ecc.)
Nel mercato sono in vendita numerosissimi tipi di erogatori, intendendo con questo termine
sia i gocciolatori che gli spruzzatori.
I gocciolatori sono realizzati in materiale plastico e sono installati su tubazione in polietilene
generalmente di piccolo diametro.
I gocciolatori sono tra i componenti più importanti di un impianto; tra i requisiti richiesti, un
buon erogatore dovrebbe erogare una portata pressoché costante al variare della pressione e
della temperatura, essere caratterizzato da sezioni di passaggio ampie in modo da ridurre il
pericolo di ostruzione, oltre che di un basso costo e di una lunga durata .
I gocciolatori possono essere del tipo a lungo percorso (erogatori a spirale ad a labirinto),
installati fuori linea (on-line) o in linea (in-line). Essi inoltre possono essere del tipo comune o
autocompensanti.
La prima tipologia di impianti per la microirrigazione introdotta era quella che prevedeva
l'utilizzo di gocciolatori on-line. In particolare gli erogatori vengono installati su tubazioni
nelle quali l’agricoltore pratica dei fori nei quali vengono inseriti i gocciolatori. La distanza
tra i fori è condizionata dall’interdistanza tra le piante in modo tale che ad ogni pianta può
corrispondere uno o più gocciolatori. Nel caso di terreni in pendenza è preferibile utilizzare
questo tipo di gocciolatori che hanno il pregio che le singole gocce erogate si distaccano
dall'apparecchio e cadono in direzione verticale bagnando aree di terreno sottostanti e
perfettamente corrispondenti alla disposizione planimetrica degli apparecchi. Sempre nei
terreni caratterizzati da elevati dislivelli, questi tipi di gocciolatori devono essere del tipo
autocompensanti, al fine di evitare fenomeni di disuniformità della distribuzione irrigua lungo
l’ala erogatrice.
Un'evoluzione delle linee erogatrici con gocciolatori in-line sono le cosiddette linee
gocciolanti integrali, costituite da tubazioni in polietilene nelle quali i gocciolatori sono
inseriti nel tubo durante la fase di estrusione dello stesso. Questa nuova tecnologia ha
semplificato molto le operazioni di istallazione delle tubazioni in campo, rendendo possibile
anche la meccanizzazione di questa operazione. Le ali gocciolanti integrali sono molto
versatili e grazie alla possibilità di poterle stendere sul suolo, lungo il filare, è possibile
adattare al meglio l’impianto irriguo alle più diversificate forme di allevamento e densità di
piante. Utilizzando dei gocciolatori in-line posti sulla superficie dei terreni in pendenza, si
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corre però il rischio che le gocce aderiscano alla condotta e scivolino lungo la sua superficie
esterna distribuendosi sul terreno in modo eterogeneo. Per evitare ciò basta sospendere l’ala
erogatrice con tanti ganci quanto sono gli erogatori. Il gancio, infatti svolge il ruolo di
rompitratta.
Nei terreni sabbiosi, al fine di evitare una eccessiva localizzazione dell’area bagnata occorre
intensificare il numero dei gocciolatori per pianta oppure utilizzare apparecchi spruzzatori.
Obbiettivo del seguente lavoro di ricerca è quello di valutare le performance di impianti per la
microirrigazione sia di tipo tradizionale (spruzzo e goccia superficiale) che mediante la
cosiddetta “subirrigazione capillare“, ossia utilizzando ali erogatrice installate al di sotto del
piano di campagna, sull’efficienza di distribuzione irrigua, oltre che sui parametri colturali
ottenuti sperimentalmente su vigneto.
Sono confrontati in particolare impianti a spruzzo, a goccia superficiale e per subirrigazione
con ali erogatrici interrate a diversa distanza dalle piante.
Dopo aver presentato le peculiarità degli impianti per la microirrigazione ed averne illustrato i
criteri di dimensionamento idraulico, si riportano alcune delle metodologie previste in
letteratura per la valutazione dei parametri di uniformità ed efficienza di distribuzione irrigua
che possono consentire l’ottimizzazione dell’uso dell’acqua.
Viene quindi presentata la metodologia sperimentale e i risultati conseguiti nel corso della
stagione irrigua 2004.
2. IMPIANTI PER LA MICROIRRIGAZIONE
In generale un impianto per microirrigazione è costituito da:
• una testata di comando posta solitamente a valle del gruppo di consegna o
dell’impianto di sollevamento aziendale.
• una condotta principale che alimenta più condotte secondarie.
• le condotte secondarie dislocate una per ogni settore irriguo, ciascuna delle quali
alimenta un certo numero di ali erogatrici sulle quali sono inseriti gli apparecchi
erogatori.
In figura 2.1 è schematizzato un impianto per l’irrigazione localizzata.
La testata di comando costituisce la più importante parte dell'impianto. Essa è costituita da
tutte le apparecchiature che regolano il funzionamento dell'impianto.