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Definire morfologia e fisiologia di
Pseudomonas aeruginosa, batterio
oggetto della ricerca, oltre che
caratterizzarne le nicchie ecologiche
occupate in siti naturali ed in ambienti
condivisi con la specie umana, è stato
fondamentale per poter comprendere a
fondo le motivazioni che consentono
l’ubiquitaria presenza di questo
microrganismo ambientale.
Determinarne la virulenza, oltre
che le patologie provocate ed i correlati
meccanismi di patogenesi, ha invece
permesso di percepire l’estremo rischio
per la salute di alcune particolari fasce
di popolazione.
Infine, valutare la risposta di Ps.
aeruginosa nei confronti delle diverse
sostanze antibiotiche, ha consentito di
confermare l’estrema difficoltà
riscontrata nel trattare patologie
correlate con questa diffusissima
specie microbica.
Fig. 1: Ps. aeruginosa al microscopio
elettronico
1.1.1 INQUADRAMENTO TASSONOMICO
Pseudomonas aeruginosa è un batterio appartenente alle Pseudomonadaceae,
famiglia inclusa nell’ordine Pseudomonadales, a sua volta incluso nella classe dei
Gammaproteobacteria.
Il termine “Pseudomonas aeruginosa” significa in latino “falsa unità (pseudo =
falso, monas = unità) piena di ruggine color rame o verde (aeruginosa)”, in chiaro
riferimento ai pigmenti diffusibili prodotti dal batterio.
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1.1.2 FISIOLOGIA E MORFOLOGIA
I microrganismi appartenenti alla specie Ps. aeruginosa sono bacilli asporigeni
negativi alla colorazione di Gram, che possiedono morfologia a bastoncello dritto o
leggermente ricurvo, di lunghezza variabile tra 1,5 e 5,0 μm e larghezza compresa tra
0,5 e 1,0 μm, tipicamente appaiati o singoli.
Fig. 2: Ps. aeruginosa vista al M.O. dopo colorazione di Gram
Risultano essere dotati di pili in numero variabile e, in generale, di motilità
mediante uno o più flagelli unipolari, anche se sono stati isolati ceppi privi di flagelli.
Spesso i ceppi di questa specie sono caratterizzati da un optimum di
temperatura ai fini della crescita intorno a 37 °C, alcuni ceppi riescono, però, a
riprodursi ad una temperatura di 42 °C, ma la maggior parte di essi arresta la sua
moltiplicazione a 4 °C.
Fino a pochi anni fa, Ps. aeruginosa veniva ritenuto un microrganismo aerobio
stretto, caratterizzato da un metabolismo respiratorio inscindibile dalla presenza di
molecole di ossigeno
biologicamente disponibili; invece, il batterio si è dimostrato in
grado sopravvivere e di riprodursi in ambienti anaerobi, se in questi sono presenti
nitrati, nitriti o, in ultima istanza, L-arginina.
Infatti, tale microrganismo è capace di impiegare i nitrati come accettori di
elettroni alternativi all’ossigeno, producendo nitriti e, successivamente, azoto come
cataboliti di scarto. Nel caso ossigeno o nitrati non siano sufficientemente presenti, è
altresì in grado di impiegare L-arginina come accettore alternativo di elettroni, mediante
l’enzima arginina deidrolasi.
Oltre a quest’ultimo enzima, Ps. aeruginosa include nel proprio patrimonio
enzimatico anche la citocromossidasi, la catalasi e molte proteasi idrolitiche. Circa il
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20% dei ceppi possiede l’enzima ureasi, mentre in generale non possiede enzimi per la
produzione di indolo ed enzimi idrolitici quali la β-glucosidasi e la β-galattosidasi (Para-
NitroFenil-βD-Galattopiranosidasi).
Per quanto concerne il metabolismo, è possibile affermare che Ps. aeruginosa
rientra tra i microrganismi non fermentativi dotati di ridotte necessità nutrizionali.
Inoltre, risulta capace di assimilare fonti energetiche quali D-glucosio, D-
mannitolo, N-acetil-glucosamina, potassio gluconato, acido caprico, acido adipico,
acido malico e citrato trisodico; mentre non riesce ad assimilare e sfruttare molecole
come L-arabinosio, D-mannosio, D-maltosio e acido fenilacetico; infine possiede la
capacità di produrre ammonio a partire da acetamide.
Molti ceppi di Ps. aeruginosa sono caratterizzati da una cospicua produzione di
pigmenti diffusibili quali la piocianina, sostanza fenazinica idrofila di colore verde-blu,
la piorubina, idrofoba di colore rossastro-marrone, e la fluoresceina (o pioverdina),
idrofila di colore variabile dal giallo-verde al giallo-bruno e capace di emettere
fluorescenza alla luce ultravioletta.
Quest’ultima, insieme alla piochelina, fa parte di quel gruppo di molecole
siderofore indispensabili nell’acquisizione di ioni ferro da matrici proteiche
extracellulari. Il processo avviene mediante chelazione del ferro da parte del sideroforo
e successiva veicolazione del complesso costituitosi all’interno del citoplasma
batterico. Si ritiene che la piorubina sia implicata nella riduzione dello stress ossidativo
in condizioni avverse per il microrganismo. Per quanto concerne invece il pigmento
respiratorio piocianina, essa viene prodotta da oltre il 70% dei ceppi di questa specie e
sembra intercorra una stretta connessione tra la sua produzione e il tasso di crescita
microbica. Infatti, a decrementi di quest’ultimo, corrisponderebbero incrementi
nell’anabolismo del pigmento.
Fig. 3: Pigmenti diffusibili prodotti da Ps. aeruginosa
Ceppo produttore di
fluoresceina
Ceppo produttore
di piocianina
Ceppo produttore
di piorubina
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1.1.3 EPIDEMIOLOGIA
Questa specie microbica è pressoché ubiquitaria in nicchie ecologiche ad alto
tasso di umidità che spaziano da ambienti marini ad acque reflue o stagnanti.
Un elevato grado di versatilità, unito ad esigue necessità nutrizionali,
permettono a Ps. aeruginosa di colonizzare anche acque oligotrofiche o
demineralizzate. Altresì le consentono di sopravvivere in ambienti altrimenti ostili quali
cosmetici, disinfettanti a base di ammonio quaternario e acque clorate con
concentrazione di cloro inferiore ad 1 mg/L; questa specie è infatti classificata nel
gruppo dei “microrganismi ambientali”.
Inoltre, risulta molto elevata la probabilità di reperire colonie di Ps. aeruginosa
anche in:
punti critici di condutture ed apparecchiature per l’impiego di acqua potabile
quali autoclavi, depuratori o depositi;
supporti e superfici che con l’acqua vengono a contatto, come taglieri, piani
d’appoggio o posate;
svariati siti di una comune cucina quali acquai, rubinetti, rompi-getto o filtri per
la potabilizzazione dell’acqua.
Questo accade perché Ps. aeruginosa rappresenta uno dei microrganismi tipicamente
riscontrabili in quelle patine microbiche che si vengono a formare sulle superfici spesso
in contatto con fluidi, denominate biofilm. Infatti, il batterio è dotato della capacità di
aderire a queste tipologie di superfici, grazie alla secrezione di un polimero dell’acido
mannuronico e dell’acido glucuronico, chiamato esopolisaccaride mucoide (o
rivestimento di alginato o glicocalice). Nei ceppi definiti mucoidi, la produzione
dell’esopolisaccaride è ingente e sono proprio questi ceppi che costituiscono gran
parte della patina batterica.
Nel biofilm si verranno quindi ad avere colonie incapsulate in una matrice
polisaccaridica, irrorate da canalicoli interstiziali. In tal modo, si consente un continuo
flusso d’acqua, onde permettere un corretto apporto trofico per la colonia ed un
allontanamento di metaboliti eventualmente tossici. Si costituisce così una perfetta
matrice extracellulare protettiva nei confronti di elevata pressione, pulitura meccanica,
disinfettanti ed antibiotici.
Liquidi scarsamente dinamici, elevate concentrazioni di carbonio organico
biodisponibile, irregolarità ed idrofobicità delle superfici favoriscono la formazione di
questa tipologia di biofilm.
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Fig. 4: Biofilm di Ps. aeruginosa in via di formazione
Un altro importante fattore che influenza l’adattabilità di Ps. aeruginosa è senza
dubbio la capacità del microrganismo di “percepire” lo stato e la densità della
popolazione dell’intero biofilm (processo chiamato quorum-sensing). Il fenomeno
avviene mediante l’espressione del gene LuxI che porta alla produzione di acil-
omoserina-lattoni (AHL), impiegati come molecole segnale. Un’analoga
interconnessione sembrerebbe avere luogo con la produzione di pigmenti fluorescenti
diffusibili come la pioverdina. Mediante il quorum-sensing, Ps. aeruginosa può
coordinare nell’intera popolazione la riproduzione cellulare, la secrezione
dell’esopolisaccaride mucoide e l’espressione degli altri fattori di virulenza, portando a
numerosi benefici collettivi della popolazione microbica stessa.
La presenza del batterio in acque potabili messe in vendita, in bottiglie o
contenitori similari, è ritenuta indice di errata procedura di confezionamento. Come
gruppo microbico dominante della matrice, infatti, è in grado di raggiungere un’elevata
e potenzialmente pericolosa concentrazione in un periodo di tempo relativamente
breve.
Occorre aggiungere che nell’uomo sano Ps. aeruginosa può essere riscontrata
nelle vie respiratorie superiori nel 6% degli individui; mentre può colonizzare il tratto
digestivo inferiore ed essere isolata nel 10% dei campioni fecali, specie se l’individuo è
stato sottoposto a terapia antibiotica. Occasionalmente è stata rinvenuta nella saliva,
nella cute e nell’epidermide della regione ascellare ed ano-genitale.
Tenendo presente quanto detto finora, sono individuabili in ambiente
nosocomiale siti critici quali lavandini, recipienti per le urine, disinfettanti, tubazioni per
la ventilazione forzata, vari tipologie di cateteri e di strumentazione per la dialisi oltre
che per l’endoscopia, dove Ps. aeruginosa può facilmente creare biofilm.