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La presenza di una moltitudine di antenne di ogni tipo è associata
naturalmente a potenza irradiata nello spazio e nonostante gli schemi di
modulazione dei segnali trasmessi siano sempre più sofisticati, con un
conseguente abbassamento dei livelli di potenza (vedi standard IEEE
802.15.4 e IEEE 802.15.1), non si possono non affrontare i nuovi rischi
connessi alla compatibilità elettromagnetica.
In particolare, le reti wireless in via di sviluppo in ambienti industriali
così come in uffici, ospedali, laboratori ecc, prevedono l’operatività di
ogni sorta di antenna nelle vicinanze di apparecchiature elettriche ed
elettroniche tra le più disparate.
Sebbene siano presenti numerose norme riguardo l’EMC, è pur vero che
esse spesso non contemplano tutte le possibili casistiche di rischio e
spesso risultano troppo generiche. C’è anche da dire che la continua
diffusione di nuove tecnologie non facilita l’aggiornamento sul profilo
normativo da parte degli organi competenti.
Tuttavia i rischi ci sono e uno studio approfondito è all’ordine del giorno
come testimoniano i numerosi articoli divulgati anche da enti
internazionali come l’FDA e riguardanti persino problemi per la salute
umana; basti pensare alle conseguenze di un’interazione tra un telefono
cellulare e un pacemaker!
Oggetto di studio di questa tesi sarà in particolare, l’analisi
dell’immunità radiata di strumenti di misura operanti nelle vicinanze di
dispositivi wireless short-range. Attualmente essi prevedono frequenze
di clock che raggiungono e spesso superano i rates dei dispositivi
wireless a radiofrequenza.
Per di più le nuove tecnologie senza filo continuano ad affermarsi anche
in questo settore ed è sempre maggiore la tendenza a integrare tali
apparecchiature nella strumentazione stessa di misura.
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In particolare ci si chiede se la potenza irradiata da suddetti dispositivi
possa in qualche maniera interferire col corretto funzionamento di uno
strumento quale può essere un generatore di funzione, un oscilloscopio,
un multimetro ecc. Ad avvalorare quanto già detto, già in passato sono
stati effettuati test di suscettibilità, in accordo con gli standard EMC, che
hanno dimostrato un reale decadimento delle prestazioni di sistemi di
acquisizione dati PC-based.
Le norme vigenti stabiliscono il luogo e il modo in cui effettuare le prove
di immunità ma esse sono state studiate appositamente per radiotelefoni
digitali operanti tra gli 800 e i 900MHz, ritenuti i responsabili principali
di possibili disturbi sui DUT. Tuttavia anche i sistemi di nuova
generazione, come quelli basati su ZigBee e Bluetooth, sebbene siano
stati studiati per emettere bassi livelli di potenza, potrebbero interferire
con sistemi elettrici ed elettronici circostanti, in particolare con
strumentazione di misura, in genere molto sensibile a ogni sorta di
disturbo elettromagnetico.
Lo standard ZigBee, una delle tecnologie più diffuse nelle applicazioni
di misura, sarà considerato come fonte di disturbo per il DUT e sarà
valutata la sua influenza sul funzionamento e sulle prestazioni di un
analizzatore di spettro analogico e di un oscilloscopio digitale.
In conclusione, saranno effettuate alcune prove di suscettibilità in un
ambiente elettromagneticamente schermato al fine di assicurare
l’attendibilità dei risultati sperimentali e stabilire i rischi associati
all’interoperabilità tra strumenti di misura e dispositivi wireless.
Dopo aver esamintato le varie tecnologie wireless short-range
attualmente sul mercato e averne evidenziato alcune applicazioni nei
sistemi di misura (cap.1), nel secondo capitolo si porrà l’accento sulle
problematiche di compatibilità elettromagnetica relative ad
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apparecchiature elettriche/elettroniche operanti in prossimità di reti di
comunicazione senza filo. Nel terzo capitolo saranno prese in
considerazioni le attuali normative riguardanti l’immunità di dispositivi
di misura ai campi prodotti da sistemi wireless.
Infine i capitoli 4 e 5 comprenderanno una descrizione approfondita
delle prove sperimentali eseguite nella camera anecoica della facoltà di
Ingegneria di Cassino (FR) e un’analisi altrettanto dettagliata dei risultati
ottenuti sui “Device Under Test”.
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Tecnologie wireless short-range per la
realizzazione di sistemi di misura
distribuiti
1.1 Introduzione
Le comunicazioni wireless vanno oggi rapidamente diffondendosi in
molteplici applicazioni di ogni genere e settore.
Probabilmente meglio conosciuto in ambito di trasmissioni a lungo
raggio, in seguito alla nascita della telefonia cellulare e dei sistemi
satellitari, il mercato del wireless sta rapidamente diffondendosi anche
per sistemi a corto raggio (“short-range”).
In un canale wireless la trasmissione avviene principalmente via
radiofrequenza (RF)
1
, nella banda ISM attorno ai 2,45 GHz (utilizzando
segnali spread spectrum per ottenere una maggior robustezza nei
confronti delle interferenze), o via infrarosso (IR). Vengono infatti
utilizzate varie tecniche tra cui le principali sono: infrarosso, laser, via
radio. Nel collegamento via radio distinguiamo:
- trasmissione a banda singola che utilizza tutta l'ampiezza di
banda disponibile;
1
Tutte le sigle e relativo significato sono riportate nell’ Appendice A
11
- trasmissione a divisione di spettro con emissione contemporanea
di più segnali e lo spettro suddiviso in più canali.
Inoltre si impiegano tecniche a salto di frequenza (frequency hopping) e
a sequenza diretta (direct sequence) per il trasporto dei dati.
Dopo aver considerato i principali pro e contro dell’uso di sistemi “senza
fili”, in questo capitolo verranno prese in esame le attualmente più
diffuse tecnologie wireless “short range” sul mercato e le principali
applicazioni previste per le stesse.
12
1.2 Vantaggi e Svantaggi di un approccio “senza fili”
In via teorica, gli utenti di una rete locale wireless vogliono usufruire
degli stessi servizi e disporre delle stesse potenzialità a cui una rete
cablata li ha abituati. In pratica, l'equivalenza tra due reti wireless e
wired, è una sfida aperta. In particolare, a fronte di innegabili vantaggi, il
wireless è soggetto ad alcuni limiti non presenti in un sistema cablato.
Osserviamo i punti chiave del confronto tra i due approcci:
1.2.1Mobilità
La libertà di movimento è uno dei vantaggi maggiori dei terminali
wireless nei confronti di quelli cablati di per sé statici. La mobilità
impone peró la necessità di considerare, a livello di sviluppo di sistemi,
il problema dell' "handoff". In una wireless LAN infatti ogni terminale
ha un'area di copertura chiamata "cella", sfruttando un paradigma delle
reti di telefonia cellulare; in teoria, le celle di una stessa rete si
sovrappongono e quindi, per la maggior parte del tempo, un terminale si
trova all'interno della cella di uno o più terminali. Se i terminali sono
mobili, essi devono poter passare da una cella ad un'altra in maniera
"trasparente" e senza perdere la connessione alla rete. Questo processo di
passaggio è detto appunto handoff. Grazie alla mobilità dei terminali è
più facile la gestione della loro posizione ovvero è agevolata la
scalabilità delle reti. Di solito in fase di progetto di nuovi edifici , si
potrebbe considerare la possibilità di cablare gli ambienti dedicati alla
13
presenza di nodi di una rete locale (uffici, centri di calcolo e cosi via). È
ovvio che tutto diventa più difficile per edifici già esistenti e per cui non
è stata prevista la suddetta possibilità. Quest'ultima situazione è invece
facilmente gestibile con le reti locali wireless. È notevolmente più
semplice inoltre l'installazione di una rete wireless laddove limiti
ambientali e strutturali impedirebbero l'installazione e la gestione di un
cablaggio standard (ad esempio strutture culturali quali musei ed edifici
storici da salvaguardare).
1.2.2 Allocazione delle frequenze
Tutti gli utenti di una stessa rete locale wireless devono operare su una
banda di frequenza comune, a prescindere dal mezzo trasmissivo scelto.
Le bande di frequenza dedicate a particolari applicazioni devono di
solito essere approvate e necessitano di una licenza. Inoltre questa
regolamentazione può variare da paese a paese. Questo problema è stato
risolto dagli odierni standard per wireless LAN, i quali usano delle
particolari bande accessibili nella maggior parte dei paesi senza bisogno
di alcuna licenza. La tabella 1 riassume le frequenze “libere”:
Tabella 1: Bande tipicamente utilizzate per applicazioni WLAN
Banda Mezzo Trasmissivo Limiti Normativa
ISM
Onde Radio in
Spread Spectrum
2.400 - 2.4835 GHz
FCC CFR47 Part 15 in USA e
Canada, E.T.S. 300-328 in Europa,
Giappone ed altri paesi aderenti.
U-NII Onde Radio 5.725 - 5.850 GHz
FCC CFR47 Part 15 in USA e
Canada, E.T.S. 300-328 in Europa,
Giappone ed altri paesi aderenti.
N/A Infrarosso Spettro visibile, circa 850nm
Tutto lo spettro e' liberamente
utilizzabile in tutti i paesi.
14
1.2.3 Interferenza e affidabilità
L'interferenza nelle comunicazioni wireless può essere causata dalle
cosiddette collisioni, ovvero trasmissioni simultanee da parte di due o
più terminali nella stesso spettro. In realtà il problema dell'interferenza e'
più ampio e coinvolge anche dispositivi di uso comune che non hanno
nulla a che vedere con le wireless LAN ma che possono causare non
pochi problemi al funzionamento di queste ultime (ad esempio, un
comune forno a microonde che opera nella banda 2.4-2.5 GHz).
L'affidabilità del canale di comunicazione è misurata in BER. Questo
valore indica il numero di bit che hanno presentato un errore
relativamente al numero totale di bit ricevuti per una trasmissione. Di
solito viene espresso con una potenza negativa di dieci e dà un'
indicazione di quante volte un pacchetto (o un'altra unità informativa)
deve essere ritrasmesso a causa di un errore.
1.2.4 Riservatezza dei dati
In una rete cablata il mezzo di trasmissione può essere reso sicuro
fisicamente e l'accesso alla rete può essere controllato facilmente. In una
wireless LAN, invece il mezzo trasmissivo è aperto a tutti i terminali
wireless che si trovano nel raggio d'azione di un trasmettitore ed è perciò
più difficile gestire la sicurezza sia delle trasmissioni che dell' accesso
alle varie reti. La riservatezza dei dati e la protezione degli accessi sono
15
di solito realizzati tramite crittografia a vari livelli. Alcune conseguenze
dell' adozione di un certo grado di sicurezza si traducono generalmente
in una perdita di prestazioni e in un aumento dei costi dei dispositivi.
1.2.5 Consumo di potenza
I dispositivi di una rete cablata standard di solito sono alimentati dalla
tensione di rete. I dispositivi wireless invece, dovendo essere mobili,
sono di solito alimentati a batteria. Essi devono perciò essere progettati
con la massima attenzione per quanto riguarda il risparmio energetico.
1.2.6 Sicurezza degli utenti
Sono in corso da diverso tempo molteplici studi sui problemi che le
emissioni RF potrebbero causare alla salute dell'utente. Le reti devono
perciò essere progettate per minimizzare la potenza trasmessa dai
dispositivi di rete. Per quel che riguarda i sistemi wireless che utilizzano
la tecnologia IR, i trasmettitori ottici devono essere progettati, ed in
seguito installati, in modo da evitare danni alla vista.
1.2.7 Throughput
Dal punto di vista del throughput
le wireless LAN, a causa di limiti sia
fisici che di banda disponibile, partono svantaggiate rispetto alle reti
cablate ma, nel corso degli anni le tecnologie che ne consentono la
16
realizzazione sono migliorate, fino a poter disporre oggi di terminali che
possono comunicare a velocità discretamente elevate (decine di Mbit/s).
1.3 Wi-Fi (“Wireless Fidelity”)
Nel 1997 nasceva il primo standard di riferimento l' IEEE 802.11 che
dettava le specifiche a livello fisico e datalink per l’implementazione di
una rete LAN wireless. Tale standard consentiva un data rate di 1 o 2
Mbps usando la tecnologia basata su onde radio nella banda 2.4 GHz o
su raggi infrarossi. La limitata velocità ne determinò uno scarso successo
e diffusione. L'evoluzione di tale tecnologia diversi anni dopo, portò alla
sua evoluzione IEEE 802.11b (denominato anche Wi-Fi) consentendo
una trasmissione dai 5.5 agli 11 Mbit/s e un raggio di copertura da 50 a
100m, oltre a mantenere la compatibilità con lo standard precedente.
Questo standard ha avuto e sta avendo successo perché molte industrie
leader nel settore Nokia, 3Com, Apple, Cisco System, Intersil, Compaq,
IBM, ed altre, lo hanno riconosciuto e hanno fondato nel 1999 il
WECA (Wireless Ethernet Compatibility Alliance) con l' obiettivo della
certificazione, dell' interoperabilità e compatibilità tra i prodotti. Piccole
reti wireless costituite da un terminale e una o più periferiche vengono
indicate con il termine WPAN, mentre reti di più terminali senza fili es.
notebook o palmari possono costituire una WLAN.
Una rete wireless può essere un' estensione di una normale rete cablata,
supportando tramite un acces point, la connessione a dispositivi mobili
(notebook con scheda PCMCIA) o palmari predisposti, e a dispositivi
fissi (pc con scheda wireless interfacciata via PCI o recentemente via
USB). In generale le architetture per sistemi wireless sono basate su due
tipologie di dispositivi :
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- Access Point (Ap);
- Wireless Terminal (WT).
Gli access point sono bridge (ponti) che collegano la sottorete wireless
con quella cablata, mentre i wireless terminal sono dei dispostivi che
usufruiscono dei servizi di rete. Gli AP possono essere implementati sia
in hardware (esistono dei dispositivi dedicati) che in software
appoggiandosi per esempio ad un pc o notebook dotato sia
dell’interfaccia wireless sia di una scheda ethernet. Gli AP sono
equipaggiati con antenne omnidirezionali o direzionali che consentono di
aumentarne la loro portata. Esistono inoltre soluzione integrate con AP e
router facilitando così le implementazioni di reti ibride wireless
(WLANn) e wired (LAN).
I WT possono essere qualsiasi tipo di dispositivo come per esempio
notebook, palmari, pda, cellulari, o apparecchiature che interfacciano
standard IEEE 802.11, o sistemi consumer su tecnologia Bluetooth.
Mode Ad-hoc indica l'impostazione nelle reti wireless dei terminali in
modo da poter comunicare direttamente tra loro senza l'utilizzo di un
Access Point (AP). Nella modalità infrastruttura, Infrastructure Mode,
invece i terminali comunicano tra loro tramite un AP.
Volendo garantire una connettività il più possibile distribuita tra
ambienti di una stessa sede, si sfrutta una tipologia Client-Server. Questo
modo consente a più dispositivi di rete di appoggiarsi ad un Access Point
che agisca da ponte tra gli stessi e la rete wired, quindi una rete comune
con maggior possibilità di collegamenti sia wireless che via cavo, in una
struttura stabile.
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Similmente ad una rete di telefonia cellulare è possibile all'interno di una
Wlan il roaming tra access point. Il collegamento al network attraverso
un'altro AP che risiede in un diverso punto della WLAN, garantisce una
mobilità operativa su un raggio di decine di metri (vedi figura1).
Nel workgroup gli utenti possono stabilire una connessione di
trasferimento dati o di accesso ai dati in modalità peer to peer.
In tale configurazione più unità WT (wireless terminal) possono
comunicare tra loro direttamente, realizzando una “net” paritetica,
generalmente impiegata quando si necessita di una piccola rete per breve
tempo ad es. nel caso di riunioni, convegni, stand, dimostrazioni.
IEEE 802.11 usa come protocollo MAC il CSMA/CA che utilizza un
algoritmo specifico per evitare collisioni, implementando un
meccanismo di ascolto virtuale del traffico sulla portante. L' AP assegna
una priorità ad ogni client, in modo da rendere più efficiente la
trasmissione dei pacchetti.
Lo standard IEEE 802.11b supporta un meccanismo per criptare il
traffico dati e autenticare i nodi di connessione col nome di WEP (Wired
Figura 1 Esempio di una tipica WLAN
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Equivalent Privacy, sistema di crittografia basato su una chiave
condivisa ai fini della sicurezza contro le intercettazioni).
IEEE 802.11 consente due possibili interfaccie RF della categoria SSS,
nella banda dei 2,4 GHz, realizzate con due tecniche di modulazione
distinte :
- FHSS, dispersione di spettro a salto di frequenza;
- DSSS, dispersione di spettro in banda base.
Le tecniche SSS sfruttano una maggior banda di trasmissione radio ma
consentono una miglior ricezione dei segnali deboli, garantiscono
l'efficienza della trasmissione e una maggior sicurezza, distribuendo il
segnale attraverso l'intero spettro di frequenze. Il segnale non rimane
stabile su una singola frequenza, consentendo a più utenti di operare
simultaneamente. L'uso dell' SSS è particolarmente importante poiché
permette a molti utenti di occupare il canale per tutto il tempo assegnato
su frequenze separate, compatibilmente con la larghezza di banda
disponibile.
Nell' FHSS il segnale ad una data frequenza viene fatto "saltare" da una
canale all'altro, distribuendosi sullo spettro disponibile. Il vantaggio di
tale sistema, in condizioni di elevato rapporto fra la larghezza di banda
originale del segnale e quella del segnale di diffusione, è di offrire una
grande immunità all' interferenza. La tecnologia consente a più utenti di
condividere lo stesso spettro cambiando automaticamente la frequenza di
trasmissione fino a 1600 volte al secondo, al fine di una maggiore
stabilità di connessione e di una riduzione delle interferenze tra canali di
trasmissione. Lo spectrum spreading consiste in una continua variazione
di frequenza utilizzando una modulazione di frequency hopping. Gli
hops corrispondono ai salti di frequenza all' interno della gamma
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assegnata (2,402 GHz - 2,480 GHz salti di 1 Mhz, complessivamente 79
hops set , canali).
Viene impiegata una modulazione gaussiana di tipo FSK o GFSK. Nello
specifico sono previste due tipologie di modulazione GFSK : a 2 livelli
con data rate 1Mbps e a 4 livelli con data rate 2Mbps.
DSSS è una tecnologia di trasmissione a "frequenza diretta" a banda
larga. Tale metodo è indicato per la trasmissione e ricezione di segnali
deboli e consente l'interoperabilità tra le reti wireless attuali a 11 Mbps e
le precedenti a 1-2 Mbps. L' interfaccia DSSS utilizza un sistema con
dispersione in banda base che si avvale di un chipping code (codice di
dispersione), ossia il dato viene modulato prima di essere inviato sul
canale; ogni bit viene disperso su una sequenza a 11 bit (sequenza
Barker). Il segnale trasmesso consumerà una maggior larghezza di banda
consentendo la ricezione di segnali deboli.
I vantaggi che l'interfaccia DSSS assicura contro l'interferenza sono
piuttosto scarsi. Questa limitazione insidia significativamente il valore di
DSSS come metodo per resistere a possibili disturbi nelle applicazioni
reali delle WLAN. Il sistema FHSS risulta molto sicuro contro l’
interferenza e l'intercettazione in quanto risulta statisticamente
impossibile poter ostruire tutte le frequenze che possono essere usate,
inoltre prevede l'implementazione di sistemi di filtri selettivi su bande
diverse da quella del segnale trasmesso.
Dunque il Wi-Fi è usato prevalentemente per la connessione di laptop ad
internet ed è totalmente compatibile con applicazioni IP-based come
Voice Over IP (VoIP). Le WLAN’S sono sistemi di comunicazione
flessibili e implementabili nella loro estensione, o alternativamente, ad
una rete fissa (“Wired LAN”) (figura 2). In una WLAN viene utilizzata
una tecnologia di radio frequenza RF per la trasmissione e la ricezione