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RIASSUNTO
Recenti dati INAIL dimostrano che le denunce per malattie dell’apparato
muscolo-scheletrico lavoro correlate sono raddoppiate nell’ultimo quinquennio,
tanto da essere attualmente le piø frequenti nel nostro Paese. Tra i gruppi
professionali piø a rischio vi è sicuramente il personale sanitario: le prime
osservazioni di un elevato rischio in questo gruppo professionale risalgono già
agli anni ‘70, quando Magora e coll. dimostrarono un’elevata prevalenza di
patologie al rachide lombare, ma i dati piø recenti stanno evidenziando alte
prevalenze anche per il collo e l’arto superiore.
Queste osservazioni mostrano la necessità di ricerche volte a meglio analizzare la
diffusione dei disturbi e patologie muscolo-scheletriche e delle disabilità nel
personale sanitario, a definire i fattori correlabili, a mettere a punto interventi
preventivi e valutare la loro efficacia. Per studi di questo tipo vengono spesso
utilizzati dei questionari standardizzati, ed in particolare quelli auto-
somministrati; uno dei piø diffusi è il Nordic Musculoskeletal Questionnaire
(NMQ, recentemente validato anche in lingua italiana).
E’ però da rilevare che la diagnosi di patologie muscolo-scheletriche deve essere
effettuata su base clinica.
A questo proposito, un aspetto importante, ma finora considerato in modo
insufficiente, è la rappresentatività dei risultati ottenibili tramite questionario
rispetto a quelli ottenibili con le visite mediche.
Su queste basi è stato avviato uno studio con lo scopo di:
- studiare, mediante questionario, le prevalenze di disturbi muscolo-scheletrici e
di disabilità in diversi gruppi di studenti e di operatori sanitari, al fine di
confrontare i risultati con quelli di studi analoghi riportati in letteratura;
- valutare la sovrapponibilità tra i risultati ricavati con il questionario con quelli
della visita medica effettuata nell’ambito del programma di Sorveglianza
Sanitaria.
Poichè la sovrapponibilità potrebbe variare anche in funzione di vari fattori,
quali l’esperienza lavorativa o fattori psicosociali, si è deciso di confrontare vari
4
gruppi di personale sanitario con differente esperienza, incluso un gruppo di
studenti del Corso di Laurea di Infermieristica.
Lo studio complessivo è attualmente ancora in corso, ma i risultati preliminari
finora ottenuti sono stati considerati sufficientemente rappresentativi, e pertanto
vengono presentati.
E’ stata presa in considerazione una popolazione composta da 26 studenti del
corso OSS, 24 infermieri/OSS neoassunti e 50 Infermieri/OSS/Tecnici di
radiologia con almeno 5 anni di attività lavorativa.
Tutti i soggetti hanno compilato il NMQ. Per ognuno dei gruppi descritti è stata
calcolata la prevalenza di disturbi e di disabilità a carico dei vari segmenti
muscolo scheletrici, sulla base delle risposte al NMQ.
Tutti i soggetti sono poi stati sottoposti a visita medica ed eventuali accertamenti
nell’ambito della normale attività di sorveglianza sanitaria.
Sono quindi stati confrontati i risultati ottenuti con il questionario con quelli
conseguiti con le visite mediche. A questo scopo sono state calcolate la sensibilità,
la specificità ed il valore predittivo positivo e negativo dei risultati del
questionario NMQ rispetto alle visite mediche, con i corrispettivi intervalli di
confidenza al 95%; infine la concordanza tra il questionario e la visita medica è
stata valutata mediante il test Kappa di Cohen.
I risultati dimostrano che le prevalenze di disturbi muscolo scheletrici, ottenute
con i questionari, non si discostano da quelle riportate in letteratura ed anche
l’andamento tendenziale delle prevalenze nei tre gruppi è coerente con quanto
atteso: le prevalenze di disturbi sono minori, e non è stata riferita disabilità
significativa negli studenti, mentre sono piø elevate, e con varie disabilità, nei
lavoratori con almeno 5 anni di attività; nei nuovi assunti i risultati sono invece
intermedi.
Per quanto riguarda il confronto questionario-visita, i risultati ottenuti appaiono
variabili da gruppo a gruppo; infatti per il “gruppo studenti” abbiamo rilevato
una Kappa di Cohen discreta/buona, dimostrativa di una buona concordanza tra
questionario e visita, e una sensibilità e specificità buona/ottima; nel “gruppo
neoassunti” invece, la K varia da mediocre a ottima, così come sensibilità e
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specificità variano da buona a ottima; infine, il “gruppo esposti”, è risultato
essere quello con una concordanza ed una sensibilità piø bassa, ma, con una
specificità che, pur variabile, è ancora da considerarsi complessivamente buona
(K compresa tra 0,04 e 0,67; Sensibilità tra 0 e 1; Specificità tra 0,5 e 0,9).
I risultati sono ancora preliminari, ma quelli finora ottenuti sembrano confermare
che i questionari auto-somministrati possano essere un utile strumento per
studiare i disturbi muscolo scheletrici e le disabilità nei lavoratori, ma che
tendano a sovrastimare le prevalenza di patologie muscolo scheletriche lavoro
correlate. Tuttavia, in relazione al numero complessivamente ridotto di falsi
negativi, possono essere utilmente applicati per interventi di screening
preliminare.
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INTRODUZIONE
Le Patologie muscolo-scheletriche (MSDs) costituiscono attualmente
una delle piø frequenti problematiche sanitarie nella popolazione:
episodi di dolore muscolo-scheletrico cronico sono lamentati dal 30 al
50% della popolazione adulta e rappresentano di conseguenza una
delle piø frequenti cause di assenza dal lavoro (
1
).
Già nel 1700 Bernardino Ramazzini da Carpi si rese conto che non era
possibile attribuire le malattie di tutti i lavoratori a sostanze chimiche
o agenti fisici ed osservò che queste malattie potessero anche essere
originate o da posture innaturali prolungate (ad esempio nei fornai,
negli scribi e nei tessitori) o da attività che richiedono una pesante
performance muscolare (ad esempio nei facchini e nei falegnami). Si
può quindi dire che Ramazzini individuò correttamente l’esistenza di
fattori lavorativi in grado di indurre patologie nei lavoratori, ma anche
intuì l'importanza della prevenzione, che in questo caso era costituita
in una riduzione delle ore lavorative per quei lavori che richiedevano o
una posizione eretta o un grave sforzo muscolare (
2
).
Precisamente le MSDs indotte o aggravate da fattori di rischio
lavorativi vengono definite Work Related Muskolo-skeletal Disorders
(WMSDs) e sono attualmente ai primissimi posti tra le malattie
professionali in vari paesi, ed anche nel nostro Paese si riscontrano
significative associazioni tra entità dell'esposizione ai fattori di rischio
lavorativo ed occorrenza di queste patologie muscolo-scheletrico (
3, 4
).
Per quanto riguarda il personale sanitario, le piø alte prevalenze di
WMSDs si riscontrano in personale odontoiatrico, infermieri,
7
ecografisti, endoscopisti, tecnici di laboratorio e fisioterapisti, ma,
come emerso dalle ricerche di Magora del 1970 (
5
), la categoria piø
colpita è sicuramente rappresentata dal personale sanitario addetto
all'assistenza ed alla movimentazione manuale dei pazienti non
autosufficienti e questo accade perchè il paziente rappresenta un
“carico” atipico per vari motivi: l'elevato peso, l'instabilità, la
difficoltà nella presa, la sua estrema mobilità nel corso di ogni
manovra.
Tutto ciò fa sì che in questo lavoratore si generino compressioni
assiali ai dischi intervertebrali lombari ben superiori al valore di 350
Kg che è, secondo il NIOSH (“National Institute of Occupational
Safety and Health”), il limite delle forze compressive da non superare
per evitare danni alla colonna vertebrale (
6
).
Secondo i dati Inail del 2008 si ha che, se da un lato si riscontra una
diminuzione nell'incidenza di malattie professionali “tradizionali”
come l'ipoacusia, dall'altro lato si nota un'escalation delle WMSDs
come:
• le tendiniti, le cui denunce sono state oltre 4.000 (di cui 3.883
riguardanti coloro che lavorano nell'industria e nei servizi);
• le affezioni dei dischi intervertebrali, le cui denunce sono state
circa 3.800 (di cui 3.371 riguardanti coloro che lavorano
nell'industria e nei servizi);
• le artrosi, le cui denunce sono state circa 1.900 (di cui 1.717
riguardanti coloro che lavorano nell'industria e nei servizi);
• la sindromi del tunnel carpale, le cui denunce sono state circa
1.500 (di cui 1.326 riguardanti coloro che lavorano nell'industria e
8
nei servizi).
Da quanto visto si evince facilmente che l'industria e i servizi
accentrano il 93% dei casi di tecnopatie ed, inoltre, se si analizza il
quinquennio 2004-2008, si può notare come queste WMSDs citate
siano molto aumentate in tutti i settori e, in particolare, come le
tendiniti e le affezioni dei dischi intervertebrali nell'industria e nei
servizi siano all'incirca triplicate.
Bisogna inoltre dire che questi WMSDs, nel personale sanitario, si
riscontrano per entrambi i sessi in una fascia d'età compresa tra i 35 ed
i 49 anni e, coerentemente alla distribuzione degli occupati, c'è una
netta prevalenza nel sesso femminile, che si può dire interessi l'80%
dei casi; inoltre, volendo poi localizzare queste patologie sul territorio,
si rileva una distribuzione legata anche alla maggior presenza di
strutture ospedaliere in alcune regioni piuttosto che altre; infatti il 54%
si trovano al Nord, il 20% al Centro ed il restante 26% distribuito tra
Sud e Isole.
Infine, volendo fare una stratificazione di questi WMSDs sulla base
della qualifica professionale, si osserva che al nel 50% dei casi
riguardano gli infermieri, dopodichè seguono in ordine decrescente
gli operatori, i portantini, gli assistenti sanitari e, per ultimo, una
piccolissima percentuale raggruppa impiegati e dirigenti (
7
).
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1. I DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICI
CORRELATI AL LA VORO (WMSDs)
I WMSDs vengono correttamente classificati tra le evenienze
multifattoriali nelle quali, cioè, piø di un fattore di rischio, spesso non
sufficiente se preso singolarmente ed a volte neppure specifico, entra
in gioco e deve essere analizzato.
A complicare poi ulteriormente l'inquadramento e la valutazione dei
rischi di comparsa di WMSDs è la presenza di un importante
componente individuale e non lavorativa (spesso riassunta nei
cosiddetti fattori psicosociali) che va identificata e correttamente
pesata, non solo per piø corretti percorsi di diagnosi delle evidenze,
ma soprattutto per una corretta individuazione delle misure
preventive.
I principali fattori occupazionali (movimenti ripetitivi ad alta
frequenza, forza, posture incongrue, recupero insufficiente,
compressione di strutture anatomiche, vibrazioni, strumenti di lavoro
non ergonomici) sono stati messi a fuoco attraverso diversi modelli di
studio come quelli di analisi integrata, ma ciononostante non sono
stati interamente validati, o unanimemente riconosciuti da tutti gli
autori, a causa della loro insufficiente verifica diagnostica ed
epidemiologica (
8
).
10
I WMSDs possono essere definiti come quella sensazione di peso, di
fastidio, di intorpidimento e di rigidità a carico di :
• RACHIDE (cervicale, dorsale e lombare),
• ARTI SUPERIORI (spalla,gomito e polso-mano),
• ARTI INFERIORI (ginocchio e piede)
e sono spesso la conseguenza della degenerazione dei dischi della
colonna vertebrale, dell'affaticamento muscolare o dell'infiammazione
delle strutture tendinee.
1.1 RACHIDE (
8
)
Il rachide, o colonna vertebrale, è la struttura portante del corpo
umano che si estende dalla base del cranio fino alla base del tronco e
consta di un insieme di segmenti scheletrici, di nome vertebre, che
hanno un numero che può variare da 32 a 34 e sono impilate le une
sulle altre e fra loro articolate.
Ognuna di queste vertebre è suddivisa da quella adiacente mediante
l'interposizione del disco intervertebrale che è una struttura
fibrocartilaginea che funge da cuscinetto e rende così la colonna
vertebrale in grado di sopportare gli sforzi di compressione a cui è
costantemente soggetta.
Questo disco intervertebrale è però una struttura soggetta ad alterarsi
poichØ, dovendo sopportare carichi notevoli, con l'avanzare dell'età,
tende a perdere la sua capacità ammortizzante e, di conseguenza, la
schiena diventa piø soggetta a disturbi.
Questo invecchiamento può paradossalmente essere accentuato sia da
una vita sedentaria sia da sforzi eccessivi che, in ambito lavorativo, si
11
hanno maggiormente quando si rimane a lungo in una posizione fissa
(in piedi o seduti), o quando si sollevano pesi flettendo o torcendo la
schiena, o quando si svolgono attività di traino o di spinta.
Le alterazioni piø comuni a carico del rachide sono:
1. BECCHI ARTROSICI (ARTROSI): sono piccole
protuberanze ossee che si formano sul bordo della vertebra e
possono così provocare dolore locale; inoltre, se vanno a
comprimere un nervo, determinano la comparsa di formicolii e
dolori alle braccia o alle gambe (ad es. i formicolii alle mani
nell'artrosi cervicale o la sciatica nell'artrosi lombare);
2. LOMBALGIA ACUTA (COLPO DELLA STREGA): è un
dolore acutissimo che compare nel giro di poche ore, poichØ si ha
una reazione immediata da parte di muscoli ed altre strutture della
schiena a gesti di movimentazione scorretti o sovraccaricanti;
3. ERNIA DEL DISCO: si verifica quando il nucleo polposo del
disco intervertebrale (parte centrale) attraversa l'anello fibroso che
lo racchiude e fuoriesce dal disco, andando a comprimere il nervo.
Questa ernia del disco è frequentemente la conseguenza di
movimentazioni manuali sovraccaricanti, che possono dare luogo a
gravi disturbi fra cui la lombo-sciatalgia, che è una patologia che si
manifesta con dolore alla regione lombare irradiato al gluteo ed
alla coscia;
4. ALTERAZIONI DELLE CURVE DELLA COLONNA:
- scoliosi
- iperlordosi
- ipercifosi (o dorso curvo)