III
Riassunto
Le insufficienze del mascellare sul piano trasverso (MTD)
rappresentano un aspetto clinico di frequente riscontro nelle
malocclusioni. Per la loro correzione forze ortodontiche ed
ortopediche vengono usate di routine nel caso di giovani
pazienti. In soggetti adulti, a causa della maggior resistenza
offerta dalle suture del cranio, è necessario ricorrere
all’espansione rapida del mascellare chirurgicamente assistita
(SARME), una tecnica combinata ortodontico-chirurgica che
oggi trova vasto impiego e ampi consensi in campo
internazionale.
Questo intervento trova la sua indicazione principale
nell’incremento del diametro trasverso del palato, in modo da
fornire spazio all’arcata per una occlusione funzionale; tuttavia
la SARME ha un impatto assai più esteso sulle strutture del
cranio, essendo in grado di modificare la forma e la funzione
delle prime vie aeree, la fisiologia dell’apparato uditivo, le
capacità di articolazione del linguaggio e la morfologia dei
tessuti molli del viso.
Scopo della trattazione è giungere, attraverso una attenta
revisione della letteratura, ad una valutazione globale della
SARME nei suoi aspetti clinici e tecnici, e soprattutto far luce su
quali siano le reali influenze a carico delle strutture del cranio
connesse con l’apparato stomatognatico e coinvolte nelle
modifiche delle dimensioni trasversali del mascellare.
IV
Abstract
Maxillary Transverse Deficiencies (MTD) represent a clinical
aspect frequently found in malocclusions. In young patients,
orthodontic and orthopedic forces are habitually used for their
correction. In adults, because of the higher resistance offered by
cranial sutures, it is necessary to appeal to Surgically Assisted
Rapid Maxillary Expansion (SARME), a surgical-orthodontic
treatment widely used by universal consent.
The main indication to this procedure is the increase of the
palatal width so as to provide space for a functional occlusion;
nevertheless SARME produces widespread effects on cranial
structures, being able to modify shape and function of upper
airways, as well as the physiology of the hearing system, the
speech articulation skill and the morphology of face soft tissues.
The aim of the present work, based on a systematic literature
review, is to propose a global evaluation of SARME clinical and
to shed light on the real outcomes upon some cranial structures
involved in changes of maxillary transverse dimension.
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Introduzione
Nella pratica clinica odontoiatrica accade frequentemente di riscontrare
casi di iposviluppo dei mascellari in una delle tre dimensioni dello spazio.
In particolare i deficit del mascellare in senso trasverso (indicati con
l’acronimo MTD, ovvero Maxillary Transverse Deficiency) sono
caratterizzati da una elevata incidenza nella popolazione e spesso da
manifestazioni cliniche non facilmente diagnosticabili. Questi deficit ossei,
affrontati con successo in età giovanile, nei pazienti adulti non possono
essere trattati con la semplice ortodonzia ma richiedono un accesso
chirurgico in grado di mobilizzare i segmenti ossei con delle osteotomie.
Nell’ambito delle tecniche combinate ortodontico – chirurgiche la SARME
(Surgically Assisted Rapid Maxillary Expansion) riveste un’importanza
particolare, in quanto rappresenta un intervento poco invasivo e al tempo
stesso di grande efficacia nel trattamento delle insufficienze mascellari sul
piano trasverso.
È riscontrabile in letteratura un certo entusiasmo e consenso quasi
unanime verso questa tecnica operatoria, largamente utilizzata e con
ottimi risultati, confortati anche da numerosi lavori che certificano i
miglioramenti a carico dell’osso mascellare e la loro stabilità nel tempo.
In tempi più recenti, tuttavia, l’interesse degli operatori è passato ad
analizzare le modificazioni che la SARME induce non solo a carico del
palato, che resta il target primario dell’intervento, ma anche a carico di
altre strutture connesse anatomicamente e funzionalmente con l’apparato
stomatognatico: in particolare, le prime vie respiratorie, l’unità rino-tubo-
timpanica e la regione velofaringea. Diversi Autori hanno dimostrato, in
seguito a SARME, ripercussioni più o meno significative a carico di queste
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regioni funzionali con cambiamenti nella respirazione, nella funzionalità
tubarica e nell’articolazione del linguaggio; molti quesiti tuttavia restano
ancora senza risposta: questo filone di ricerca ha compiuto ancora pochi
passi e non è possibile tracciare conclusioni definitive su tutti i reali effetti
della SARME a carico delle strutture extraorali.
Da queste riflessioni prende spunto la mia tesi, che si presenta come
frutto di una accurata ricerca della letteratura più recente e di maggior
rilievo su questa tecnica operatoria. Il fulcro del lavoro sono, infatti, le
valutazioni morfologiche e funzionali delle modifiche indotte dalla
SARME su diverse funzioni ed apparati.
La tesi si apre con un capitolo introduttivo in cui si passano in rassegna
tutte le regioni di nostro interesse (mascellare, cavità nasali, tuba uditiva)
dal punto di vista dell’anatomia, dell’embriologia e della fisiologia.
Nel secondo capitolo si introduce il concetto di deficit trasverso del
mascellare e se ne elencano le più importanti caratteristiche cliniche. Un
paragrafo è interamente dedicato alla diagnosi, con la proposta da parte
dell’Autore di un iter diagnostico delineato in base all’analisi di tutta la
più recente letteratura sull’argomento.
Il terzo capitolo propone al lettore i vari aspetti della pianificazione di
un piano di trattamento e le varie possibilità terapeutiche a cui è possibile
affidarsi. Della SARME vengono analizzate in maniera dettagliata le
indicazioni, e viene descritto un confronto tra questa e le altre tecniche
disponibili.
Il capitolo dedicato all’aspetto tecnico è il quarto, che si apre con la
descrizione dell’intervento chirurgico e continua con la spiegazione delle
3
possibili varianti, delle complicanze e termina con un panorama sui
compiti dell’ortodontista e sugli apparecchi a sua disposizione.
Il quinto capitolo è una breve parentesi sui risultati ottenuti a carico
delle ossa e dei denti con la tecnica SARME, correlato di alcuni recenti
articoli sull’utilizzo della TC per questo tipo di analisi.
Il capitolo sei è il cuore della trattazione, in quanto analizza l’impatto
della SARME sulla morfologia e sulla funzionalità delle prime vie aeree.
Dopo una breve descrizione dell’ostruzione nasale, vengono analizzate
due tecniche diagnostiche particolarmente importanti nel nostro ambito
(Rinomanometria e Rinometria Acustica) e infine viene proposta
un’accurata review della letteratura più recente sulle modifiche a carico
della respirazione indotte dall’espansione chirurgica.
Il capitolo che chiude la tesi sposta l’attenzione su altre strutture e
funzioni che in qualche maniera risentono di modifiche apportate al
mascellare, come l’articolazione del linguaggio e i tessuti molli del viso.
Anche in questo caso vengono proposti alcuni lavori interessanti,
tracciando lo stato dell’arte alla luce delle scoperte più recenti.
Infine vengono tratte le conclusioni che emergono dalle varie analisi
condotte nel corso della tesi, tenendo conto dei pareri degli Autori citati e
del confronto tra gli articoli selezionati.
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Capitolo I
Cenni di anatomia ed embriologia
1.1 Cenni di embriologia
Se osserviamo un embrione umano intorno alla quarta settimana di
sviluppo si nota che attorno allo stomodeo, regione corrispondente alla
futura cavità orale, si sono formati:
la prominenza frontale, in posizione cefalica rispetto allo stomodeo;
i processi mandibolari, originati dal I arco faringeo;
i processi mascellari, in posizione laterale, originati anch’essi dal
primo arco faringeo.
Alla fine della quarta settimana ai lati del processo frontale appaiono
visibili due ispessimenti ectodermici: i placodi nasali. Col procedere dello
sviluppo due creste, i processi nasali esterno ed interno (o globulare), si
sollevano attorno ai placodi nasali trasformandoli in due depressioni o
docce olfattive.
Nel corso della quinta settimana avviene la fusione dei processi
mandibolari sulla linea mediana, che forniscono così un pavimento allo
stomodeo. Allo stesso tempo i processi mascellari si accrescono
medialmente e spingono i processi nasali fino a causarne la fusione tra
loro e con gli stessi processi mascellari. Dalla fusione dei due processi
nasali mediani e dei due mascellari si costituisce il labbro superiore,
mentre i processi nasali laterali formano le ali del naso; tra i processi nasali
esterni e quelli mascellari, inoltre, si forma il dotto naso-lacrimale.
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Ad un livello più profondo la fusione dei processi mascellari porta alla
formazione del segmento intermascellare o premaxilla, in cui si
distinguono le diverse componenti:
a) labiale, da cui si forma il filtro del labbro superiore;
b) mascellare superiore, da cui eromperanno gli incisivi;
c) palatina, da cui origina il palato primitivo;
Cefalicamente, invece, la premaxilla si unisce con la porzione rostrale del
setto nasale, formatosi dal processo frontale. La parte principale del palato
definitivo deriva da due prominenze a forma di mensola, originate dal
versante posteriore dei mascellari: si tratta dei processi palatini. La loro
unione sulla linea mediana definisce la formazione del palato secondario;
anteriormente invece la fusione avviene tra questi e il palato primitivo: il
forame incisivo resterà ad indicare il punto di unione.
Contemporaneamente a questi spostamenti, anche il setto nasale completa
la sua fusione con la faccia superiore del palato neoformato, e la
separazione delle due cavità nasali si realizza nello stesso momento in cui
la cavità orale viene separata da quella nasale.
1.2 Il mascellare superiore
L'osso mascellare⁽²⁷⁾ è un voluminoso osso pari che contribuisce a
delimitare le cavità orbitarie, le cavità nasali e la cavità buccale, entrando
anche nella composizione della fossa infratemporale. Le due ossa
mascellari si riuniscono in avanti, sotto l’apertura anteriore delle cavità
nasali. Nell’insieme, l’osso mascellare si articola superiormente con l’osso
frontale, con l’etmoide e col lacrimale, medialmente con l’osso palatino ed
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il cornetto inferiore, lateralmente con l’osso zigomatico e posteriormente
con lo sfenoide. Si considerano in ciascun osso mascellare un corpo e
quattro processi denominati: frontale, zigomatico, palatino e alveolare.
Il corpo assume una forma paragonabile a quella di una piramide
triangolare: vi si descrivono pertanto un apice e quattro facce: la mediale o
base, la faccia anteriore, la faccia superiore e quella posteriore. L’apice di
questa piramide corrisponde al processo zigomatico dell’osso; al loro
interno, le pareti circoscrivono un’ampia cavità, il seno mascellare; questo,
attraverso lo hiatus mascellare, sbocca nel meato medio della cavità nasale
dello stesso lato.
La faccia mediale (o nasale o base del corpo) forma la maggior parte della
parete laterale delle cavità nasali, pur essendo incompleta per la presenza
di un’ampia apertura a contorno irregolare, lo hiatus mascellare, che
immette nel seno mascellare. Al davanti del contorno anteriore dello
hiatus si trova il solco naso-lacrimale su cui si applicano in alto l’osso
lacrimale e in basso il cornetto inferiore; in tal modo, il solco si trasforma
nel canale naso-lacrimale che va a sboccare al di sotto del cornetto inferiore,
cioè nel meato inferiore della cavità nasale. Al di dietro dello hiatus, la
faccia nasale del mascellare presenta la doccia pterigopalatina e le superfici
articolari per l’osso palatino su cui si applica la faccia esterna della parte
perpendicolare di quest’ultimo osso che si estende inoltre sul processo
pterigoideo dello sfenoide e chiude la fossa pterigopalatina.
La faccia anteriore (o laterale) è di forma irregolarmente triangolare e
prosegue in alto nella superficie laterale del processo frontale,
lateralmente nel processo zigomatico e inferiormente nella parte anteriore
del processo alveolare. Sulla sua superficie si trova il foro infraorbitario,
sbocco dell’omonimo canale attraverso cui emerge il nervo infraorbitario,
7
ramo del nervo mascellare. Il margine anteriore di questa faccia separa la
faccia anteriore da quella nasale; presenta l’incisura nasale che, insieme con
quella dell’osso contro laterale, delimita l’apertura anteriore (o piriforme)
delle cavità nasali; l’incisura termina inferiormente e forma, insieme con
un analogo processo di forma appuntita del lato opposto, la spina nasale
anteriore.
La faccia superiore (od orbitaria) forma gran parte del pavimento della
cavità orbitaria, proseguendo lateralmente nel processo zigomatico. Nella
sua parte posteriore presenta il solco infraorbitario diretto anteriormente e
medialmente, che continua approfondendosi nel canale infraorbitario, fino
allo sbocco nel foro omonimo della faccia anteriore. Dal tratto anteriore di
tale canale si distaccano i canali alveolari anteriori che decorrono nello
spessore dell’osso fino a raggiungere gli alveoli dei denti incisivi e del
canino superiore; vi decorrono i vasi e i nervi alveolari anteriori (rami del
nervo mascellare).
La faccia posteriore (o infratemporale) prosegue in fuori nel processo
zigomatico e in basso nella parte posteriore del processo alveolare; essa volge
verso la fossa infratemporale lateralmente e verso la fossa pterigopalatina
medialmente. Appare convessa e sollevata al centro nella tuberosità
mascellare. Nella sua parte inferiore presenta alcuni forami alveolari che
immettono nei canali alveolari posteriori; in questi canali passano i vasi e i
nervi alveolari posteriori (rami del nervo mascellare) destinati ai denti
molari.
Il processo frontale è invece una lamina ossea verticale, appiattita in senso
trasversale, che si dirige in alto per raggiungere l’osso frontale e si trova
fra l’osso nasale che gli sta anteriormente e l’osso lacrimale
posteriormente.
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Il processo zigomatico rappresenta la continuazione laterale dell’apice del
corpo mascellare. Presenta tre facce (anteriore, posteriore e superiore) tre
margini e un apice. L’apice tronco del processo si articola con l’osso
zigomatico (sutura zigomatico-mascellare).
Il processo palatino prende origine nella parte inferiore della faccia nasale
del corpo e, sotto forma di una lamina quadrilatera, si porta medialmente
per incontrarsi con il processo controlaterale, formando in tal modo la
maggior parte del palato duro. Presenta due facce, superiore e inferiore, e
quattro margini. La faccia superiore forma il pavimento della cavità nasale
e prosegue nella faccia nasale del corpo. La faccia inferiore forma gran
parte del tetto della cavità buccale; trapassa gradualmente nel processo
alveolare e presenta, nella sua parte posteriore, due solchi palatini divisi
dalla spina palatina, in cui decorrono rami dell’arteria palatina maggiore.
Questo vaso è accolto nel canale pterigoideo che si apre appunto nella
volta della cavità buccale. Il margine laterale è fuso con il corpo dell’osso
mascellare; il margine anteriore continua con la parte anteriore del
processo alveolare; il margine posteriore si articola con quello anteriore
della parte orizzontale dell’osso palatino (sutura palatina trasversa); il
margine mediale si congiunge con quello opposto nella sutura palatina
mediana, su cui ci soffermeremo più dettagliatamente in seguito. Le
suture trasversa e mediana formano insieme la sutura palatina crociata.
Dall’unione dei due processi palatini sulla linea di mezzo si forma un
rilievo sulla faccia superiore, la cresta nasale che termina in avanti nella
spina nasale anteriore. La cresta nasale si articola con il vomere.
All’estremità anteriore della sutura palatina mediana si trova il forame
incisivo che immette nel canale incisivo; quest’ultimo decorrendo verso
l’alto si biforca per aprirsi nelle due cavità nasali, a lato della cresta nasale.