5
Il presente lavoro si propone di elaborare una valutazione ambientale strategica con
l’obiettivo di individuare le linee guida per una gestione ottimale del turismo
diportistico nel contesto della città di Cagliari.
Lo studio si pone l’obiettivo di stabilire l’eventualità di un ampliamento del numero di
posti barca del capoluogo destinati al turismo diportistico, al fine di poter gestire in
maniera ottimale la crescita della domanda alla quale ha assistito il settore della nautica
da diporto negli ultimi anni.
Il motivo che spinge verso la scelta di un contesto cittadino anziché di un piccolo centro
turistico è per lo più legato a ragioni di tipo economico ed ambientale. Si pensa infatti
che sotto l’aspetto economico si possano trarre maggiori benefici inserendo la struttura
portuale di cui sopra in un contesto urbano, il quale, già dotato di infrastrutture
strettamente legate all’ accoglienza e allo svago del diportista, possa in tal modo
instaurare un flusso netto di introiti distribuito tra tutti i soggetti, pubblici e privati, che
offrono dei servizi alle utenze turistiche; viceversa si può constatare che l’inserimento
del suddetto porticciolo in una realtà meno attrezzata dal punto di vista ricettivo (e di
fatto pochi comuni possono competere con il capoluogo regionale per quanto concerne
l’ampio ventaglio di servizi offerti al cittadino sia esso un turista o un residente)
apporterà sì dei benefici economici al comune in questione, ma saranno inesorabilmente
legati al porto stesso (costi di “vendita” o di “transito” dei posti barca) e a servizi di tipo
alberghiero-ristorativo, mancando infatti gli ampi spazi turistico-ricettivi e commerciali
di cui può disporre il capoluogo.
Dal punto di vista ambientale si intende invece perseguire l’idea di privilegiare
l’individuazione di un contesto urbano in quanto, essendo questo fortemente
antropizzato, l’inserimento di un’ulteriore struttura portuale non arreca danni
all’ecosistema marino di entità paragonabile a quelli provocati dall’inserimento della
stessa struttura in una costa poco o nulla antropizzata.
Preme inoltre sottolineare che in Sardegna, fin dalle origini del fenomeno turistico, la
risposta che le amministrazioni comunali hanno saputo dare nei confronti dei crescenti
flussi turistici è stata meramente quantitativa. Si è impostata una forte politica delle
seconde case, orientata verso l’accoglimento del maggior numero possibile di turisti,
con conseguente impoverimento delle risorse ambientali e paesaggistiche del territorio
sardo, a causa della cementificazione dei litorali.
Questo tipo di politica era peraltro giustificabile in un primo momento di sviluppo del
settore turistico, quando le infrastrutture di cui disponevano i comuni costieri erano del
tutto inadeguate per la gestione della crescente domanda di case, posti letto, viabilità e
servizi ricettivi di vario genere. Ma non si può protrarre questo modello a tempo
indeterminato se non si vogliono danneggiare inesorabilmente quelle stesse risorse che
sono alla base dello sviluppo turistico in Sardegna.
Senza voler essere integralisti in senso opposto (ossia proibendo ogni ulteriore
edificazione in ambito costiero) si può indicare la via della qualità quale principio
ispiratore dello sviluppo turistico; all’ atto pratico bisogna sostenere uno sviluppo del
6
settore che spinga verso la diversificazione dei servizi offerti al turista, verso la tutela
paesaggistica e verso la progettazione di nuove infrastrutture, non ritenendole fini a se
stesse, ma in un’ ottica di insieme in riferimento al contesto nel quale esse sono
inserite.
La nautica da diporto costituisce per l’ appunto una possibilità di diversificare l’ offerta
turistica in Sardegna; essa si ritaglia una posizione di rilievo, come strumento di
sviluppo per il settore turistico, sia per l’ aumento di domanda che la ha caratterizzata
negli ultimi anni, sia per le importanti ricadute in termini economici e occupazionali.
Tutti questi aspetti verranno trattati nel capitolo seguente, con un riferimento particolare
alla città di Cagliari.
Oltre alle tematiche di tipo prevalentemente ambientale ed economico verrà posta
particolare attenzione allo studio della normativa relativa alla valutazione ambientale
strategica, sia in ambito europeo che in ambito nazionale e regionale. Parte dello studio
consisterà infatti nella definizione degli aspetti critici della normativa e dei suoi criteri
di applicazione.
7
1 ASPETTI ECONOMICI
8
1.1 Panorama economico Cagliari
Si è accennato precedentemente, in fase introduttiva, alle ricadute economiche e
occupazionali che il turismo diportistico potrebbe generare per i comuni costieri.
Nelle pagine successive verrà effettuata una breve analisi di tipo economico-
occupazionale del capoluogo, con particolare attenzione al settore turistico alla quale
farà seguito una panoramica sulla nautica a Cagliari e sui benefici che questa può
generare nel contesto cittadino.
In prima analisi si può definire, in base al “Censimento dell’Industria e dei Servizi”
quali siano i settori portanti dell’ economia cagliaritana. Si tratta di uno studio molto
vecchio (datato al 1991) ma ancora coerente con il quadro economico odierno come
dimostreranno gli altri indicatori riportati nelle pagine seguenti.
Al primo posto,in base al censimento di cui sopra, come numero di unità locali, si trova
il Commercio con 5.550 unità e 13.767 addetti (pari al 17,7 % del totale addetti); mentre
con riferimento agli addetti, il settore di gran lunga prevalente è quello della Pubblica
Amministrazione per la quale si censiscono circa 2700 unità locali con 28.941 addetti. Il
37% degli addetti è quindi attivo nella Pubblica Amministrazione; Pubblica
Amministrazione e Commercio assorbono congiuntamente il 55% degli addetti.
Il settore Trasporti, con 8.669 addetti (11%) precede i Servizi alle imprese, Immobiliari
e Imprenditori che si attesta sul 10% (7.837 addetti); seguono, con il 7% (5.547 addetti)
il settore delle Costruzioni; le Industrie Manifatturiere con il 6,3% (4.969 addetti); il
Credito e Assicurazioni con il 3,7% (2.917 addetti) e Alberghi e pubblici esercizi con il
2,9% (2.248 addetti)
1
.
In base ai dati del censimento risulta che circa un terzo dell’ economia di Cagliari si
regge sulla P.A. e, secondariamente, sul commercio.
A Cagliari si è dunque in presenza di una forte rappresentatività del settore di servizi
derivante dalla presenza di servizi primari ed alla persona.
Dall'analisi dei dati censuari forniti dall'ISTAT (Censimento dell'Industria e dei Servizi
– 2001) emerge che nell'ultimo decennio (1991-2001), il settore industria ha mutato di
poco la propria tendenza, mantenendo stabile il valore relativo medio con un numero di
addetti pari a 26.291 nell’Ambito considerato (dati relativi all’area vasta di Cagliari-
ambito 1 del PPR ).
Il tasso di crescita medio annuo provinciale per gli addetti per i settori dell’industria, dei
servizi vendibili (es. commercio) e delle istituzioni risulta in diminuzione, per il primo
con un decremento dello 0,9% , mentre i servizi risultano in crescita con un valore pari a
+1,5%.
Gli addetti nell’industria sono maggiormente presenti nelle aree tradizionalmente
dedicate, legate al petrolchimico e al manifatturiero meccanico in genere. In particolare,
nelle aree in cui si è in presenza di agglomerati industriali (Macchiareddu) e strutture di
1 Fonte: ottavo censimento dell’ industria e dei servizi
9
servizio portuali (porto Canale) ed aeroportuali (Elmas) è leggibile un effetto nelle
attività d’indotto
2
.
Altri indicatori più recenti, riportati sotto, sottolineano altri aspetti economici, rilevati su
scala non comunale ma provinciale:
Tab. 1.1- Andamento dei principali indicatori economici nella provincia di Cagliari, in
Sardegna e in Italia (Anni
2006-2007, variazioni percentuali)
Cagliari Sardegna Italia
PIL +6,7 +4,5 +3,8
Imprese registrate -2,2 -0,5 0,0
Occupati +2,6 +0,9 +1,0
Presenze turistiche* -1,5 +3,2 +3,2
Esportazioni +5,0 +8,0 +9,2
Importazioni +4,8 +7,6 +4,6
(*) Le variazioni fanno riferimento al periodo 2006/2005
Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati propri, Unioncamere-Movimprese, Istat e Banca
d’Italia
Una prima constatazione permette di osservare, relativamente all’andamento del PIL, le
differenze tra la provincia cagliaritana, la regione Sardegna e il resto del territorio
nazionale, negli ultimi anni.
Nel complesso, la variazione dell’indice relativa alla provincia di Cagliari, in tutti gli
anni osservati, è superiore a quella mediamente rilevata a livello nazionale,
evidenziando la presenza di una fase dell’economia provinciale più favorevole; inoltre,
osservando le variazioni annuali, si rileva a partire dal 2005 un accentuarsi del processo
di crescita, con un Pil in aumento a Cagliari del 2,9% (a prezzi correnti) nel primo dei
tre anni osservati, del 4,9% nel 2006 e del 6,7% nel 2007
3
. Il buon andamento della
produzione di ricchezza è determinato principalmente dal settore dei servizi, che risulta
nella provincia particolarmente sviluppato per l’attività portuale e la presenza della
Pubblica Amministrazione, ma anche dall’industria in senso stretto e dalle costruzioni.
2
Fonte: Scheda d’ ambito n° 1 del PPR
3
Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati propri, Unioncamere-Movimprese, Istat e Banca
d’Italia
10
Cagliari dimostra inoltre, come si può evincere dalla tabella successiva, una crescita del
PIL nettamente superiore sia al dato regionale che a quello provinciale, considerando il
periodo temporale compreso tra il 2003 e il 2007.
Tab.1.2 - Pil dell'intera economia nelle province sarde, in Sardegna, nel Mezzogiorno e in
Italia, a prezzi correnti (Anni 2003-2007; valori assoluti in milioni di euro e variazioni
percentuali)
2003 2004 2005 2006 2007 Var %
2007/2006
Var %
2007/2003
Sassari 8.471 8.697 8.941 9.259 9.659 4,3 14,0
Nuoro 4.405 4.255 4.431 4.451 4.460 0,2 1,2
Oristano 2.671 2.464 2.518 2.547 2.500 -1,8 -6,4
Cagliari 13.745 15.202 15.649 16.423 17.524 6,7 27,5
Sardegna 29.291 30.617 31.539 32.680 34.143 4,5 16,6
Mezzogiorno 328.518 333.013 342.777 353.964 363.083 2,6 10,5
Italia 1.335.352 1.391.530 1.428.375 1.479.981 1.535.540 3,8 15,0
Fonte: Istituto Guglielmo Tagliacarne
Cresce inoltre anche il PIL pro capite, che passa dal valore di 17.992 euro nel 2003 a
22.721 euro nel 2007
4
; in questi anni si è quindi assistito ad un rafforzamento dell’
economia che ha avuto delle ripercussioni importanti anche in termini occupazionali,
con un progressivo aumento del tasso di occupazione che passa dal 61,8% del 2004
(peggior dato tra le quattro province) al 68% del 2007 per gli uomini, e dal 49,8% al
53,3% per le donne nello stesso periodo
5
.
Un approfondimento dell’analisi fino ad ora condotta è realizzabile grazie agli indici di
specializzazione produttiva (ISP). A Cagliari, il terziario avanzato risulta diffuso a
causa della presenza di servizi territoriali superiori che evidenziano e rafforzano la città
come centro di aggregazione e preminenza economica non solo su scala provinciale ma
anche regionale
6
.
Visualizziamo ora il numero di imprese attive iscritte al Registro delle Imprese della
Camera di Commercio di Cagliari (fonte: “Annuario Statistico Cagliari 2009”),
classificate per tipologia. Si può osservare che i settori prevalenti delle attività operanti
nel capoluogo sono il settore manifatturiero, il commercio, servizi ricettivi, trasportistici
e il settore delle costruzioni.
4 Fonte: Istituto Guglielmo Tagliacarne
5 Fonte: Istat
6 Fonte: scheda d’ ambito n° 1 del Piano Paesaggistico Regionale
11
Tab.1.3 - Imprese attive, suddivise per settore di attività tra il 2006 e il 2009
2006 2007 2008 2009
Class.ne
C.C.I.A.
A.
Settore di attività Totale Di cui
artigiane
Totale Di cui
artigiane
Totale Di cui
artigiane
Totale Di cui
artigiane
A Agricoltura,
caccia e silvi-
coltura
404 18 391 20 406 20 442 10
B Pesca piscicoltura
e servizi connessi
71 - 77 - 75 - - -
C Estrazioni di
minerali
19 2 19 2 16 - 16 -
D Attività
manifatturiere
1.871 1.208 1.840 1.189 1.816 1.178 1.360 869
E Produzione e
distribuzione
energia elettrica,
gas e acqua
16 - 13 - 14 - 44 2
F Costruzioni 1.699 621 1.728 625 1.757 625 1.815 631
G Commercio
ingrosso e
dettaglio;
riparazione beni
personali e per la
casa
6.671 428 6.590 411 6.468 403 6.156 339
H Alberghi e
ristoranti
811 37 837 35 846 34 1.118 260
I Trasporti,
magazzinaggio e
comunicazioni
631 254 631 250 627 239 1.262 368
J Intermediazione
monetaria e
finanziaria
439 3 446 3 463 3 448 2
K Attività
immobiliari,
noleggio,
informatica,
ricerca
2.583 410 2.617 402 2.697 393 2.179 279
M Istruzione 130 11 133 12 127 12 147 12
N Sanità e altri
servizi sociali
184 1 184 1 188 1 181 1
O Altri servizi
pubblici, sociali e
personali
880 546 895 541 902 540 979 656
NC Imprese non
classificate
113 4 106 2 98 4 104 14
Totale 16.522 3.543 16.507 3.493 16.50
0
3.452 16.25
1
3.443
Fonte: Annuario Statistico Cagliari 2009
Visualizziamo ora il numero di unità locali e di addetti alle stesse delle imprese per
settore di attività economica, sistema locale del lavoro in riferimento al triennio 2005-
2007 (fonte: “Annuario Statistico Cagliari 2009”).
12
Tab.1.4 - Unità locali delle imprese per settore di attività economica
Anno di
riferimento
COMUNE Industria
in senso
stretto
Costruzioni Commercio Alberghi e
ristoranti
Altri
servizi
Totale
2005 Cagliari 1.348 1.417 5.549 992 9.939 19.245
2006 Cagliari 1.325 1.441 5.518 992 10.202 19.478
2007 Cagliari 1.280 1.386 5.405 991 10.155 19.217
Fonte: Annuario Statistico Cagliari 2009
Tab.1.5 – Addetti alle unità locali delle imprese per settore di attività economica
Anno di
riferimento
COMUNE Industria
in senso
stretto
Costruzioni Commercio Alberghi e
ristoranti
Altri
servizi
Totale
2005 Cagliari 6.355 5.569 14.392 3.754 33.253 63.323
2006 Cagliari 6.597 5.886 14.744 3.933 34.095 65.255
2007 Cagliari 6.492 5.946 14.272 3.867 34.251 64.828
Fonte: Annuario Statistico Cagliari 2009
1.2 Settore turistico
I flussi turistici che interessano la Sardegna non sono equamente ripartiti tra le diverse
zone del territorio regionale. Esaminiamo alcuni dati, aggregati a livello provinciale,
relativi al 2006.
Si rilevano notevoli differenze nella ripartizione dei flussi con una più alta
concentrazione turistica sulla costa settentrionale rispetto a quella meridionale, e sul
litorale orientale rispetto a quello occidentale; nel complesso la principale provincia
sarda per numero di visitatori è quella di Olbia Tempio, che raccoglie da sola circa un
terzo dei turisti dell’intera regione (34%); in seconda posizione si colloca Cagliari, con
oltre mezzo milione di turisti (pari al 28,1% della regione), seguita da Sassari (16,1%),
Nuoro (8,4%), Oristano (5,9%); le restanti provincie accolgono flussi turistici di entità
molto minore.
Comportamento analogo per quanto riguarda le presenze turistiche: la principale
provincia per numero di presenze si conferma Olbia Tempio (39,5%), seguita a distanza
da Cagliari (26,2%), Sassari (13,4%) e Nuoro (10%).
Relativamente alle presenze turistiche Cagliari si attesta nel 2004 a quota 302.625 (di
cui 58.000 stranieri), più del doppio delle presenze registrate a Quartu, che a livello
provinciale è il secondo centro attrattore di turisti
7
.
Ulteriori analisi sono state effettuate dall’ Ente Provinciale per il turismo di Cagliari -
Settore Offerta Turistica - Ufficio Statistica e poi sviluppate nell’“Annuario statistico di
Cagliari 2009” . In base alla serie storica del movimento turistico di Cagliari (in
7 Fonte: scheda d’ ambito n° 1 del Piano Paesaggistico Regionale
13
riferimento agli esercizi alberghieri ed extralberghieri) si rileva un netto aumento sia
degli arrivi che delle presenze nel capoluogo tra il 2001 e il 2009. Gli stessi dati
mostrano che anche tra i turisti stranieri, l’interesse verso Cagliari è in continuo
aumento; particolarmente rilevanti, nello specifico, le percentuali di crescita degli arrivi
e delle presenze di stranieri registrate nel biennio 2008-09.
Tab.1.6 – Addetti alle unità locali delle imprese per settore di attività economica
Anni Italiani Stranieri Totale
Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze
2001 119.538 251.414 25.790 62.194 145.328 313.608
2002 115.241 242.479 25.145 61.600 140.386 304.079
2003 117.724 245.526 22.691 54.408 140.415 299.934
2004 118.817 244.600 25.848 58.025 144.665 302.625
2005 117.913 249.782 27.397 60.822 145.310 310.604
2006 121.324 248.617 31.242 70.475 152.566 319.092
2007 133.754 276.681 39.634 93.905 173.388 370.586
2008 145.970 307.599 49.116 123.299 195.086 430.898
2009 148.433 301.716 74.968 167.544 223.401 469.260
Fonte: Annuario statistico Cagliari 2009
Dati molto interessanti, soprattutto per la città di Cagliari, son quelli che riguardano gli
indici della qualità alberghiera (calcolata come il numero di alberghi a 4 e 5 stelle sul
totale) per la quale Cagliari si colloca in ottava posizione in Italia, grazie ad una elevata
incidenza di alberghi aventi alti standard qualitativi, rispetto al complesso delle strutture
alberghiere (28,2% a fronte del 12,4% nazionale); in questo contesto è interessante
rilevare come larga parte del territorio regionale si collochi sopra la media nazionale,
evidenziando la presenza di un sistema ricettivo di qualità, con effetti positivi in termini
di valore aggiunto e ricchezza prodotta.
Nelle tabelle seguenti viene riportata la consistenza degli esercizi alberghieri e di quelli
complementari di Cagliari (fonte: “Annuario Statistico Cagliari 2009”); si può notare
che la componente maggioritaria, nell’ offerta di posti letto è costituita dagli alberghi a
4 stelle mentre i “bed and breakfast” sono in continua crescita nel triennio di studio.
Tab.1.7– Consistenza degli esercizi alberghieri
Anno/Consistenza
Alberghi
Alberghi 5
stelle
Alberghi 4
stelle
Alberghi
3 stelle
Alberghi
2 stelle
Alberghi
1 stella
Residenze
alberghiere
Totale
2007 Esercizi - 7 4 2 5 1 19
Camere - 773 324 28 43 127 1.295
Posti letto - 1.572 746 49 86 316 2.769
Bagni - 802 335 25 26 127 1.315
2008 Esercizi - 7 6 2 3 1 19
Camere - 773 361 28 44 127 1.333
Posti letto - 1.572 786 49 86 316 2.809
Bagni - 794 382 22 26 129 1.353
14
2009 Esercizi - 7 5 2 4 1 19
Camere - 773 348 28 37 127 1.313
Posti letto - 1572 764 49 76 316 2.777
Bagni - 794 369 21 20 129 1.333
Fonte: Annuario statistico 2009
Tab.1.8– Consistenza degli esercizi complementari
Anno/Consistenza
Es. Compl.
bed and
breakfast
Case
vacanze
Case
per
ferie I
cat.
Case
per
ferie
II
cat.
Case per
ferie III
cat.
Affitta-
camere
I cat.
Affitta-
camere II
cat.
2007 Esercizi 87 1 - - 3 2 14
Camere 171 3 - - 94 9 62
Posti Letto 323 3 - - 154 18 121
Bagni 87 3 - - 83 7 62
2008 Esercizi 115 1 - - 3 2 16
Camere 233 3 - - 104 9 71
Posti Letto 436 3 - - 175 18 139
Bagni 171 3 - - 103 7 67
2009 Esercizi 127 1 - - 3 2 17
Camere 248 5 - - 104 9 73
Posti Letto 458 5 - - 175 18 141
Bagni 192 5 - - 103 7 71
Fonte: Annuario statistico 2009
L’elevata qualità delle strutture alberghiere e l’alto tasso di infrastrutture di ogni genere
presenti nel capoluogo fanno di Cagliari una località particolarmente idonea ad ospitare
strutture portuali destinate alla nautica da diporto.
1.3 Aspetti economici legati alla nautica da diporto
In questo sottocapitolo verranno studiate le ripercussioni economiche legate al settore
della nautica da diporto nelle more dell’analisi di un eventuale accrescimento del
numero di posti barca destinati ai diportisti.
La portualità turistica esistente a Cagliari annovera 1.350 posti barca disponibili al
2010
8
suddivisi tra i sei porti turistici del capoluogo come mostra il grafico sottostante.
8 Fonte: dati estratti dai siti internet dei corrispondenti porti turistici
15
Fig. 1.1 - Suddivisione dei posti barca tra i porti turistici di Cagliari
Fonte: Siti internet dei corrispondenti porti turistici
Dei sei porti turistici di Cagliari due (Motormar Sarda e Portus Kalaris) si trovano
all’interno del porto commerciale, in centro città; i porti di Marina del Sole, Marina
S.Elmo e Marina di Bonaria si trovano, a breve distanza l’uno dall’ altro, in località Su
Siccu. In posizione defilata rispetto alle altre strutture portuali si trova il porto di Marina
Piccola, ubicato a ridosso del lungomare del Poetto.
Il nuovo piano regolatore portuale prevede nuovi 2.200 posti da ubicare tra il pennello
di Bonaria e il molo di levante. Seguirà un’ analisi di tipo economico volta ad analizzare
le ripercussioni economiche di una proposta che si spinga in tale direzione.
In primo luogo bisogna considerare che, in base alle stime di crescita del turismo
diportistico in Sardegna, non si corrono forti rischi di investire in un settore non
remunerativo; il settore mostra percentuali di crescita attese pari al 4%, nel periodo
compreso tra il 2007 e il 2020. Tra il 2005 e il 2006 la Sardegna ha fatto registrare un
tasso di crescita del parco nautico del 5.6%, più che doppio rispetto a quello registrato a
livello nazionale (pari al 2.7%). L’importanza della nautica nell’isola è testimoniata
dall'elevato numero di immatricolazioni (nel 2007 il 3.9% del totale nazionale con un
valore di circa 3.833 unità)
9
.
9 Fonte: Rapporto sul turismo nautico n°2- anno 2010
25%
17%
13%
23%
12%
9%
Marina Piccola-Poetto
Marina S. Elmo
Marina del Sole
Marina di Bonaria
Portus Kalaris
Motormar Sarda
16
Il “Terzo rapporto sull’economia del mare 2006” sottolinea alcuni aspetti interessanti
in relazione al settore del turismo nautico; l’indotto derivante dal turismo nautico è
stimato in 4.600 milioni di euro.
L’analisi del settore permette di evidenziare quanto, al netto del turismo nautico, il
diporto presenta una dimensione produttiva limitata, la più piccola di tutta l’industria
marittima, mentre se lo si considera includendo l’indotto turistico risulta il secondo
settore del cluster marittimo con un Pil pari a 7.044 milioni di euro. I rapporti
caratteristici, ad eccezione del coefficiente di importazione, non risultano variare se si
considera o meno l’indotto turistico. La differenza è invece rilevante per le misure di
impatto. L’incidenza del turismo si ripercuote sull’impatto a valle che da 0,123 passa a
2,224 e nel moltiplicatore del reddito, che da 2,165 passa a 4,546. Così considerata nel
suo complesso la nautica da diporto è il comparto con la più alta capacità di attivazione
a valle fra tutti i settori dell’industria marittima e conseguentemente con la maggiore
capacità di generare ricchezza: per 1.000 euro investiti in questo settore, si mette in
moto una produzione di 4.546 euro.
L’occupazione generata a valle senza l’indotto turistico è di 4.019 Ula mentre se si
considera l’indotto turistico le unità di lavoro a valle sono 72.744. L’impatto a valle
senza indotto turistico è pari a 0,343 e con l’indotto esso raggiunge un valore di 6,207.
Tali differenze si riscontrano in modo speculare anche per il moltiplicatore totale
dell’occupazione, il più alto (7,900) fra i cinque settori analizzati del cluster marittimo.
Complessivamente la nautica si presenta come il comparto potenzialmente più dinamico
in termini di creazione di nuova forza lavoro: per 100 unità di lavoro addizionali si
attivano complessivamente – a monte e a valle – 790 Ula.
Dal lato degli indicatori di produttività, la produzione per addetto di 186.830 euro e il
valore aggiunto per addetto di 74.600 euro, collocano il settore in una posizione al di
sotto della media dell’industria marittima, valori che si ripercuotono sulla relativa
consistenza in termini quantitativi delle Ula direttamente utilizzate dal comparto
(11.719). Analizziamo ora le più recenti dinamiche di sviluppo. La nautica da diporto
continua a registrare una fase di crescita sostenuta comprovata da un incremento del
fatturato (produzione a prezzi correnti), tra il 2001 e il 2004, del 20,7%.
Si sono rivelate positive anche le dinamiche occupazionali, tanto che le Unità di lavoro
dirette sono aumentate nell’arco di tre anni del 4%, ma soprattutto è stata accentuata
l’accelerazione dell’occupazione a monte e a valle, cresciuta del 13% in questi ultimi
anni.
I rapporti caratteristici fotografano un comparto che non ha registrato sostanziali
trasformazioni nei rapporti a monte e a valle del processo produttivo, ma che si è
riposizionato nel contesto internazionale aumentando leggermente la propria dipendenza
dalle importazioni e registrando un lieve rallentamento nel valore delle esportazioni. Il
moltiplicatore del reddito varia considerevolmente, come più volte affermato, a seconda
che si prenda o meno in considerazione l’indotto turistico connesso alla nautica da
diporto. Sia in un caso che nell’altro tale misura di impatto si è leggermente ridotta, tra
il 2001 e il 2004 a causa di un rallentamento dell’impatto a valle della nautica.
Il moltiplicatore dell’occupazione invece è aumentato, quasi a sottolineare la capacità
del comparto nautico di connettersi in modo sempre più ampio con molteplici attività
17
soprattutto a valle di tale sistema produttivo. Infine, le buone performance della nautica
sono sottolineate dall’incremento della produttività: a fronte dell’aumento del 4%
dell’occupazione, la produzione per occupato è passata da 161.000 euro a 186.000 euro.
Verrà ora riportata un’ analisi (tratta dal “Rapporto sul turismo nautico del 2010”)
relativa ai costi sostenuti dal diportista medio. Tra i costi sostenuti dal diportista si
differenziano i costi relativi ai servizi portuali e costi sostenuti nel territorio (trasporti,
acquisti, ristorazione, intrattenimento e cultura)
10
.
Tra i primi si distingue tra i costi di ormeggio e i costi di manutenzione, che a loro
volta si differenziano in base al tipo di ormeggio (porto turistico, approdo, darsena,
porto canale o spiaggia attrezzata) e in base alla dimensione dell’ unità distinguendo in
natanti, imbarcazioni e navi da diporto.
Tab.1.10 – Costo medio annuale dei servizi portuali per i natanti
TIPOLOGIA DI
STRUTTURE
NATANTI
2.5-5 m 5-7.5 m 7.5-10 m
Porto turistico - - 2104
Porto - 1120 1631
Approdo - 1049 1732
Darsena - 988 1550
Porto canale - 841 1390
Spiaggia attrezzata - 732 1298
Valore medio pesato 300 827 1375
Fonte: Rapporto sul turismo nautico n°2-anno 2010
Tab.1.11 – Costo medio in euro, annuale dei servizi portuali per le imbarcazioni
TIPOLOGIA DI
STRUTTURE
IMBARCAZIONI
10,01-17m 17,01-24 m
Porto turistico 4.597 7.875
Porto 4.091 7.009
Approdo 3.930 6.733
Darsena 4.093 6.961
Porto canale 3.309 -
Spiaggia attrezzata 2.988 -
Valore medio pesato 4.011 7.250
10 Fonte:Rapporto sul turismo nautico n°2-anno 2010
18
Fonte: Rapporto sul turismo nautico n°2-anno 2010
Tab.1.12 – Costo medio annuale dei servizi portuali per le navi da diporto
Fonte: Rapporto sul turismo nautico n°2-anno 2010
Particolare attenzione va inoltre rivolta alla delineazione del profilo del diportista
(fonte: “Rapporto sul turismo nautico 2009”). Il 66% dei diportisti ha un’ età compresa
tra i 41 e i 65 anni mentre solo il 15% del campione ha un’ età inferiore ai 30 anni; le
donne rappresentano solo il 15% del totale dei diportisti, seppure in costante aumento. Il
diportista medio ha un titolo di studio elevato, l’88% è diplomato, più del 40% è
laureato mentre solo il 5% dispone della sola licenza media.
Il 30% dei diportisti è costituito da imprenditori, il 27% da liberi professionisti; il resto
del campione è per lo più costituito da impiegati e pensionati. In media in ogni unità da
diporto trovano posto 4 persone, per tempi di permanenza pari a circa due mesi
(considerati come somma delle vacanze continuative e delle escursioni giornaliere); i
tempi di permanenza crescono con la dimensione dell’imbarcazione.
Analizziamo ora la spesa annua del diportista stanziale ripartendola in 4 categorie:
o Trasporto via terra
o Ristorazione (comprensiva delle spese sostenute per i pasti consumati all’interno
dell’ imbarcazione)
o Acquisti
o Intrattenimento e cultura
Nello studio dell’Osservatorio Nazionale della Nautica la Sardegna fa parte dell’alto
Tirreno assieme alla Liguria e alla Toscana. Le spese pro capite sono così ripartite:
Tab.1.13 – Spese medie pro capite del diportista, ripartite per categoria
COSTI ( euro/giorno)
Trasporti via terra 5,2
Ristorazione 68
Acquisti 47
Intrattenimento e cultura 3,2
TIPOLOGIA DI
STRUTTURE
NAVI DA
DIPORTO
Porto turistico 18.000
Porto 14.000
Darsena 17.000
Valore medio pesato 16.610