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INTRODUZIONE
I tempi cambiano e noi mutiamo con essi, sostiene un detto popolare. La società è
cambiata. Famiglia, scuola e ambiente circostante hanno subito un’evoluzione. Gli
schemi educativi utilizzati in passato non sembrerebbero essere più sufficienti. Così,
anche nel campo dell’educazione religiosa fornita dall’ambiente parrocchiale. Se un
tempo bastava che il catechista fornisse al fanciullo un’infarinatura di base della propria
religione - perché alle spalle si poteva supporre una coppia di genitori responsabili della
formazione religiosa del figlio - oggi questo metodo non sembrerebbe più bastare. Nel
Sinodo dei Vescovi, celebrato a Roma nel dicembre del 1985, i Padri Sinodali avevano
già avvertito il pericolo in cui si trova la trasmissione della fede e dei valori morali
evangelici alle nuove generazioni: “Si richiede per questo un nuovo sforzo
nell’evangelizzazione e nella catechesi integrale e sistematica”
1
. Dal momento che la
famiglia moderna sembra avere rinunciato, in modo più o meno inconsapevole, al ruolo
di prima comunità naturale educatrice dei figli, sembrerebbe più che mai urgente
occuparsi in modo più approfondito della questione. Diversi i punti di vista dai quali il
tema della formazione religiosa a livello parrocchiale può essere indagata.
Sembrerebbe necessario l’avvio di un percorso di conoscenza, comprensione,
interpretazione delle azioni di catechesi, a partire dalla situazione familiare delle
persone che la ricevono. All’interno della Chiesa Cattolica, le ultime riflessioni al
riguardo della formazione catechistica a tutti i livelli – bambini, ragazzi, giovani e
catechisti - furono proposte negli anni Novanta
2
. Manca tuttavia una letteratura
pedagogico-scientifica che valuti gli effetti della catechesi, o che valuti l’azione
catechistica condotta diffusamente nelle parrocchie italiane. La letteratura pedagogico-
operativa esistente è in genere finalizzata al supporto ai catechisti, rispetto alle finalità e
ai metodi del loro lavoro. Se azioni di valutazione e monitoraggio sono state compiute
ai micro-livelli (cosa probabilmente accaduta), non esiste tuttavia una documentazione
accessibile, e quindi manca perfino la condivisione rispetto agli elementi specifici da
1
Citato da Giovanni Paolo II, Discorso ai membri della conferenza episcopale tedesca, 30 aprile 1987.
2
Giovanni Paolo II, Esortazione Apostolica Catechesi Tradendae, n. 68, 1979; Sinodo dei Vescovi del
1985, Relazione finale, B 2; 53
o
Assemblea Plenaria della Conferenza Episcopale Spagnola, Istruzione
Pastorale La Verdad os harà libres (La verità vi renderà liberi), sulla coscienza cristiana davanti
all’attuale situazione morale della nostra società; Congresso per il clero, Direttorio Catechistico
Generale, 1997; Il Conferenza Episcopale Italiana, Il rinnovamento della catechesi, 1970.
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analizzare e valutare, ai fini di un monitoraggio scientificamente fondato di questa
tipologia di azioni. Il presente studio ha quindi natura esplorativa, concentrandosi su un
singolo caso (una piccola parrocchia), che abbiamo cercato di analizzare nel dettaglio e
di descrivere, allo scopo di individuare gli elementi che avrebbero permesso una
valutazione scientifica delle attività complessive di catechesi. Spiegheremo procedendo
anche le difficoltà e i limiti che abbiamo incontrato.
La tesi descrive l’organizzazione della catechesi parrocchiale nel corso dell’anno,
analizzandone contenuti e metodi. Il metodo di lavoro seguito ha integrato interviste
informali, raccolte di dati, osservazioni dirette, come inevitabile in una ricerca
esplorativa, quando non sono ancora del tutto chiari gli elementi specifici che devono
essere individuati e valutati.
La riflessione in itinere ha indotto anche un lavoro di analisi e di approfondimento di
alcuni temi significativi emersi, che non si conclude con questa tesi. Il focus del lavoro
dovrebbe infatti concentrarsi su tre punti principali:
- il soggetto che riceve formazione e la sua percezione personale delle attività di
catechismo;
- la famiglia e la sua influenza educativa, le sue aspettative e motivazioni, o presunte
motivazioni, rispetto al catechismo;
- l’efficacia didattica del catechista, che include la sua capacità di osservazione e
conoscenza degli allievi e delle loro famiglie.
Come vedremo procedendo, in pratica il nostro lavoro si è focalizzato sul terzo
elemento, per una serie di difficoltà che non ci hanno permesso di intervistare
adeguatamente i soggetti coinvolti e le loro famiglie.
L’assenza di interviste è dovuta principalmente alla nostra natura di osservatore
partecipante; se questo status da un lato consente di attingere a dati non rilevabili da
osservatori totalmente esterni e neutrali, dall’altro impedirebbe ai soggetti intervistati di
affrontare con la dovuta sincerità gli aspetti più delicati della materia trattata. Inoltre, la
mole di dati da raccogliere ed elaborare avrebbe impedito di concentrarsi su altri aspetti,
più specifici, della ricerca.
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L’esplorazione condotta dimostra comunque che i catechisti costituiscono il punto di
raccordo effettivo più significativo, dentro l’attività catechistica. Diciamo subito però
che, solo teoricamente, si può assumere che i catechisti costituiscano un gruppo
relativamente omogeneo, almeno quanto alle convinzioni etico-religiose e la formazione
ricevuta. In realtà anche nel piccolo contesto parrocchiale che abbiamo studiato si può
osservare che i catechisti costituiscono piuttosto un gruppo articolato e differenziato al
proprio interno, segnato anche da dinamiche relazionali specifiche, presumibilmente
influenti sull’azione educativa da essi svolta. Le differenze d’età fra i catechisti
costituiscono già una variabile rilevante, giacché contrassegnano le rispettive capacità
decisionali, le modalità di interazione fra loro, e le influenze sociali e psicologiche
generate in essi dall’ambiente culturale e locale d’appartenenza.
I contenuti della catechesi. Le attività che la parrocchia propone sono sostanzialmente
azioni didattiche di contenuto specifico, rispetto al quale tuttavia appare più importante
la tipologia delle relazioni che si instaurano fra i vari “attori”: soggetti che ricevono
formazione catechistica, i catechisti/educatori e i genitori. E’ importante la tipologia di
organizzazione che si realizza, in quanto la caratteristica tipologia di volontariato che
segna la catechesi parrocchiale esige comunque, e in qualche modo determina, la
struttura organizzativa.
La catechesi può quindi essere indagata, come qualsiasi altra tipologia di formazione/
insegnamento, con due fondamentali tipologie di obiettivo, che ne determinano anche la
metodologia. Le azioni di monitoraggio di norma implicano uno studio e una
valutazione dell’azione finalizzata alla sua implementazione e miglioramento in genere.
In questo caso le metodologie più efficaci sono quelle del tipo ricerca/azione,
coinvolgendo attivamente i soggetti che già operano nella struttura/istituzione, allo
scopo di rendere la loro azione più efficace ed efficiente.
Questa tesi, viceversa, pur nei limiti di una ricerca esplorativa, persegue obiettivi di
conoscenza e comprensione di tipo scientifico. Abbiamo tentato di studiare l’attività
parrocchiale con il fine di comprenderne la fenomenologia. Naturalmente siamo
consapevoli che qualunque nostro risultato potrebbe essere successivamente finalizzato
ad azioni di miglioramento e implementazione della catechesi: sotto questo aspetto i
confini tra le azioni di monitoraggio e quelle di studio/ricerca non possono essere netti e
invalicabili.
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Abbiamo usato, come principale strumento di ricerca, il questionario a risposta chiusa.
Come forma d’intervista condotta sulla carta, il questionario, da un lato è un valido
strumento e si rivela la tecnica adatta per raccogliere rapidamente una massa notevole di
informazioni da un certo numero di persone, dall’altro è uno strumento molto rigido che
non lascia intravedere le sfumature. Per questo si è deciso di fare ricorso ad una
struttura a scelta multipla che comprendesse anche l’opzione “altro” (cioè l’espressione
di un commento da parte del soggetto compilatore). In quest’ultimo caso si è cercato di
codificare le risposte in modo da ridurre il più possibile il rischio di errori. Naturalmente
si tratta di un rischio che non può mai essere del tutto scongiurato, perciò desideriamo
dichiarare fin da ora i limiti dello studio effettuato.
L’ambiente analizzato è costituito da una piccola parrocchia immersa nella campagna
bolognese, unica di un paese che conta millequattrocento anime e di cui parleremo
meglio in seguito nel secondo capitolo.
I soggetti che attualmente frequentano la parrocchia e ricevono lezioni di catechismo
sono circa duecento, numero che risulta ridotto anche rispetto alla consistenza
dell’intera popolazione presa in considerazione. Si stima comunque, da parte dei
responsabili della catechesi, che solo il 20% dei bambini che sono destinatari potenziali
della catechesi frequenti di fatto tali attività. Sappiamo bene che l’esiguità dei numeri
esaminati non permette di acquisire alcuna rappresentatività, ma come abbiamo detto la
nostra è una ricerca esplorativa, uno studio di caso singolo, per il quale non ci pone per
il momento il problema di quanto la parrocchia studiata possa essere rappresentativa, o
almeno emblematica, della situazione globale delle parrocchie italiane di analoga
consistenza, problema che apparterrà ad altre successive fasi della ricerca
3
.
Per un altro verso, la piccolezza del gruppo esaminato ha ridotto le difficoltà di
osservare e descrivere le dinamiche che sembrerebbero sottostare a certe scelte e ad
alcuni comportamenti, come anche definire in modo più chiaro e netto le difficoltà che
in questo momento si riscontrano anche su scala più ampia. Naturalmente ci sono
lacune specifiche derivate dall’impiego del questionario. In primo luogo, i dati rilevati
3
La presente tesi si inserisce in una tematica di ricerca sui dinamismi della religiosità in corso presso
l’Università di Bologna in questi anni. Cfr. M.T. MOSCATO, R. GATTI, M. CAPUTO, Crescere fra
vecchi e nuovi dei, Roma, Armando, 2012.
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si basano sull’osservazione sistematica e diretta del comportamento del soggetto da
parte del catechista, compilatore del questionario. Ciò comporta che il ricercatore debba
servirsi del giudizio di altri (etero-valutazione) e dunque di un giudizio sempre
influenzato sia dalle caratteristiche personali di colui che viene “raccontato”, sia dallo
“sguardo pregiudiziale” di chi tramite il questionario descrive e “racconta”. Ci sono
inoltre molte mancate risposte ad alcune domande dei questionari
4
.
In prospettiva, la presente tesi intende iniziare un percorso di conoscenza che possa
portare, attraverso l’individuazione dei problemi che attualmente caratterizzano la
formazione religiosa delle parrocchie, all’ideazione di una nuova possibile efficacia
educativa e didattica all’interno di esse. La ricerca si propone di rispondere a diversi
quesiti e di avviare un lavoro di analisi e approfondimento rispetto alle tematiche più
rappresentative in merito al lavoro quotidiano nelle parrocchie.
4
Nisbet J. D., N. J. Entwistle, S. Cellamare (a cura di), Metodologia della ricerca socio-psicopedagogica,
Armando Editore, Roma, 2000, pp. 246-256.
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1 LO SCOPO DELLA RICERCA
Questo studio consiste in un’esposizione breve del contesto analizzato, in modo da
definire le condizioni ambientali dell’indagine, per poi fornire le linee generali del
lavoro compiuto e gli interrogativi (tanti) che sono sorti man mano che si procedeva nel
lavoro. Questo lavoro – ovviamente – non pretende di dare delle soluzioni, o di
rispondere a delle domande, ma piuttosto intende porre una serie di domande. Alcune di
queste riguardano – ad esempio – la reale frequenza dei soggetti alle attività proposte, la
loro effettiva partecipazione durante le lezioni di catechismo, l’incidenza delle rispettive
situazioni familiari, l’esistenza di una relazione d’interdipendenza tra la situazione
familiare e la frequentazione della vita parrocchiale, gli esiti educativi remoti di queste
attività. Sono domande per le quali è difficile anche l’ideazione della ricerca, ma
abbiamo lavorato nell’ottica di poter, un giorno, approfondire e sviluppare ricerche
ulteriori e ottenere risultati più significativi.