Ma procediamo per gradi. Il termine "controllo" può
assumere diversi significati, in particolare lo si può
intendere come ispezione o verifica dei comportamenti
aziendali o, nella sua definizione più ampia derivante dalla
traduzione del termine "control" anglosassone, che indica
invece governo, guida, dominio. Considereremo
quest'ultimo significato, cioè l'accezione di "control
management" in senso ampio. Controllare la gestione
significa, quindi, innescare un processo che consenta alla
direzione di guidare l'azienda verso traguardi prefissati.
Le fasi che contraddistinguono il processo di controllo di
gestione vanno, quindi, dalla pianificazione come
previsione del comportamento futuro dell'impresa al
controllo come verifica del raggiungimento dei risultati
previsti. (1)
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1 CON RIFERIMENTO A QUESTO ASPETTO PUO' ESSERE OPPORTUNO
CONSIDERARE L'OPINIONE DI R.N. ANTHONY. EGLI RITIENE, A DIFFERENZA
DELL'APPROCCIO DA NOI SEGUITO, CHE IL PROCESSO DI MANAGEMENT
CONTROL SI COLLOCA IN UNA POSIZIONE INTERMEDIA TRA LE ATTIVITA'
DI PIANIFICAZIONE E QUELLE DI CONTROLLO IN SENSO STRETTO.
Più nel dettaglio il processo evolve, assolvendo alle
funzioni di:
™ pianificazione e programmazione e quindi definizione
degli obiettivi e dei mezzi mediante i quali raggiungerli,
nonché degli standard di efficacia ed efficienza;
™ guida come strumento per finalizzare il comportamento
dei manager per il conseguimento degli obiettivi
stabiliti;
™ controllo e quindi rilevazione dei risultati conseguiti e
confronto con gli obiettivi per confermare la validità
delle condizioni di svolgimento dei processi in atto.
Uno studio sul processo di control management non può,
quindi, prescindere da alcune riflessioni sul complesso
sistema di pianificazione, come sua parte integrante.
Pianificare significa prevedere un certo futuro ed
individuare i mezzi o le risorse più validi per realizzarlo; si
stabiliscono gli obiettivi che si intende raggiungere in un
certo tempo, predisponendo i mezzi necessari e le modalità
d'azione indispensabili per il loro raggiungimento.
La pianificazione ha sempre come fondamento l'ipotesi che
si può fare qualcosa per migliorare il futuro anche se esso
rimane molto spesso incerto. Essa dovrebbe quindi stabilire
lo scopo, gli obiettivi, l'ordinamento dell'azienda stessa ed
il modo di utilizzare le sue risorse.
Originariamente si credeva che bisognasse prima
pianificare e programmare e poi controllare; si era soliti
tenere distinti i seguenti due processi: la pianificazione
strategica ed il controllo di gestione.
Solo in tempi relativamente recenti sia gli studiosi che i
manager hanno condiviso la necessità di vedere presenti
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cont. Nota 1 R.N. ANTHONY AFFERMA NEL TESTO "MANAGEMENT CONTROL IN
NONPROFIT ORGANIZATIONS" CHE: " IN MANAGEMENT CONTROL THE
GOALS AND STRATEGIES DECIDED ON IN THE STRATEGIC PLANNING
PROCESS ARE ACCEPTED AS GIVEN: MANAGEMENT CONTROL HAS TO
DO WITH THE IMPLEMENTATION OF THE STRATEGIES AND THE
ATTAINMENT OF THE GOALS. AS SUCH, THE MANAGEMENT CONTROL
FUNCTION ATTEMPTS TO ASSURE THAT THE ORGANIZATION
IMPLEMENTS ITS STRATEGIES EFFECTIVELY AND EFFICIENTLY".
simultaneamente questi due inscindibili momenti dell'agire,
essendo aspetti di un unico processo (quello del
management control), intimamente collegati.
Abbiamo rilevato quindi che il processo di controllo di
gestione si estrinseca attraverso diverse e caratterizzanti
fasi: queste possono essere identificate molto più nel
dettaglio come tre momenti diversi del controllo intesi
rispettivamente come:
➘ controllo antecedente (cioè valutazione a priori
dell'adeguatezza dei programmi di gestione con i
risultati attesi, esplicitati dalla pianificazione strategica).
➘ controllo concomitante (cioè valutazione in itinere delle
condizioni di efficacia e di efficienza nello svolgimento
della gestione).
➘ controllo susseguente (cioè valutazione successiva che
consente di accumulare informazioni utili per la
seguente fase di programmazione).
1.2 LE CARATTERISTICHE DEL CONTROLLO DI
GESTIONE
Per poter analizzare nel dettaglio le caratteristiche del
controllo di gestione è utile partire da una sua definizione:
"Il controllo di gestione è l'attività svolta dai manager,
applicando il meccanismo di retroazione e fondandosi
sulla contabilità direzionale, per assicurarsi l'acquisizione
e l'impiego delle risorse in modo efficace ed efficiente al
fine di conseguire gli obiettivi prestabiliti" (2).
Il processo di controllo ha la sua ragione d'essere in uno o
più obiettivi che l'impresa si prefigge di raggiungere: in
altri periodi storici gli obiettivi erano praticamente
concentrati nella redditività dell'azienda; oggi un discorso
sugli obiettivi limitato al profitto non è più possibile.
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2 TRATTO DA "IL CONTROLLO DI GESTIONE IN CONDIZIONI AMBIENTALI
PERTURBATE" DI G. BRUNETTI
In coincidenza con il variare delle condizioni interne ed
esterne alle aziende, queste hanno dovuto ampliare il
campo dei loro obiettivi.
Abbiamo detto che la definizione delle finalità aziendali
rappresenta il punto di riferimento del processo di controllo
di gestione; ma a chi spetta la loro formulazione? E' di
competenza dei vertici dell'impresa, così come tutto il
processo del controllo di gestione; infatti dalla definizione
si evince che l'attività di guida viene svolta dai manager o,
per meglio dire, dalla Direzione ai vari livelli organizzativi.
Uno degli strumenti utilizzati per lo sviluppo degli obiettivi
e del controllo di gestione in generale è l'utilizzo di riunioni
tra i manager, opportunamente strutturate nella tempistica,
nei contenuti e nelle modalità di partecipazione. Solo in
questo modo il controllo può essere accettato e diventare,
quindi, strumento per influire sul comportamento delle
persone, verificare la direzione verso cui l'azienda si
muove e condurla nel senso voluto. Ovviamente l'efficacia
del controllo è subordinata ai legami che ha con la struttura
organizzativa, in quanto non è pensabile un processo di
controllo completamente autonomo e indipendente dagli
organi e dagli individui che formano l'impresa.
Il meccanismo attraverso il quale si realizza tale attività è
quello di retroazione, che consiste nella verifica della
congruenza dell'attività con gli obiettivi. Qui interviene
l'altro significato di controllo e cioè di attività di verifica;
infatti una volta definiti gli obiettivi, si svolgono le
operazioni, rilevando i connessi risultati: il confronto
tempestivo tra obiettivi e risultati mette in evidenza
eventuali scostamenti, dalla cui analisi scaturiscono le
opportune azioni correttive (sempre che gli obiettivi siano
ancora ritenuti congrui, in caso contrario l'intervento
riguarderà non le operazioni ma la ridefinizione degli
obiettivi stessi).
Gli strumenti di cui si avvale per effettuare queste
operazioni hanno prevalentemente natura contabile e
formano nel loro complesso la cosiddetta contabilità
direzionale. La maggior parte di tali strumenti ha lo scopo
di rilevare il valore delle risorse consumate, utilizzano dati
quantitativi - monetari, soprattutto per la natura del
controllo di gestione che è finalizzato al raggiungimento di
obiettivi prevalentemente economici. Il controllo si basa
soprattutto su due principi: l'efficacia e l'efficienza.
L'efficacia rappresenta il grado con cui gli obiettivi
vengono raggiunti, mentre l'efficienza è relativa al rapporto
tra risorse impiegate e risultati ottenuti.
1.3 IL SISTEMA DI CONTROLLO DI GESTIONE
Le fasi del processo di management control
(pianificazione, programmazione e controllo) sono spesso
presenti nella mente dell'imprenditore in quanto
costituiscono le fondamenta su cui si basa la conduzione di
una qualsiasi attività; spesso però è necessario che queste
fasi vengano esplicitate per rendere partecipe tutta la
struttura aziendale del cammino che si intende percorrere.
Ecco che quando le suddette attività non sono più confinate
nella mente dell'imprenditore, ma vengono formalizzate
mediante strumenti e procedure varie, allora si è in
presenza di un sistema di controllo di gestione.
1.3.1 GLI ELEMENTI CARATTERIZZANTI
Un sistema formale di controllo di gestione è un "sistema
globale" nel senso che esso abbraccia tutti glia aspetti
dell'operare dell'impresa: la globalità assicura l'equilibrio
ed il coordinamento di tutte le parti dell'organizzazione.
Per poter analizzare nel dettaglio questo complesso
sistema è utile far riferimento ad uno schema che
rappresenta tutti gli elementi fondamentali.
IL SISTEMA DI CONTROLLO DI GESTIONE
TRATTO DA "IL CONTROLLO DI GESTIONE IN CONDIZIONI AMBIENTALI
PERTURBATI" G. BRUNETTI
Il sistema si compone di tre elementi ( struttura
organizzativa, tecnica contabile e processo) che sono
condizionati da tre fattori esogeni (le variabili input) dalla
cui interazioni scaturiscono i risultati (le variabili output).
Analizziamo in primo luogo gli elementi costituenti i
sistema di controllo di gestione:
- la struttura organizzativa. Riguarda la distribuzione
della responsabilità economica nell'ambito
dell'organizzazione. L'azienda deve essere suddivisa
in centri di responsabilità al cui vertice deve essere
♦ FATTORI
ORGANIZZATIVI
♦ FATTORI
UMANI
♦ FATTORI
SOCIALI
♦ STRUTTURA
ORGANIZZATIVA
♦ STRUTTURA
TECNICO-
CONTABILE
♦ PROCESSO
♦ EFFICIENZA
DIREZIONALE
♦ MOTIVAZIONE
♦ MORALE O CLIMA
ORGANIZZATIVO
possibile riconoscere una persona che si fa carico di
raggiungere gli obiettivi prefissati. Nel definire le
caratteristiche di questo elemento del sistema occorre
delineare lo spazio di azione consentito ad ogni
responsabile, individuando il tipo di responsabilità
assegnata, le leve su cui è possibile agire e i parametri
tramite i quali misurare le attività svolte.
- La struttura tecnico - contabile. Si traduce nella
contabilità di controllo, cioè in quel complesso di
strumenti nei quali si esprimono sia gli obiettivi che i
consuntivi. Più nel dettaglio possiamo dire che si
compone di un insieme di metodologie che servono a
raccogliere e ad elaborare i dati mediante cui è
possibile produrre le misure economiche utili per
programmare la gestione, per controllare se lo
svolgimento dell'attività aziendale è congruente con
gli obiettivi stabiliti ed eventualmente introdurre le
azioni correttive.
- Il processo. E' la metodologia in base alla quale si
svolge il controllo e riguarda i criteri secondo cui
vengono svolte le fasi di definizione degli obiettivi, di
controllo del loro raggiungimento e di
predisposizione delle azioni correttive.
In secondo luogo analizziamo le variabili input e cioè:
• I fattori organizzativi: s'intende la struttura organizzativa
di base, i meccanismi operativi già presenti o da creare,
la strategia perseguita e si include anche lo stile di
direzione, ossia l'insieme dei comportamenti della
direzione nei riguardi dei collaboratori.
• I fattori umani: s'intendono le variabili come le capacità,
le conoscenze, le motivazioni, i valori e le aspettative
degli uomini che fanno parte dell'organizzazione.
• I fattori sociali: si fa riferimento alla composizione e
alle caratteristiche in termini di valori, aspirazioni ect.
dei gruppi che operano nell'ambito dell'organizzazione.