2
Tuttavia, sebbene siano state trascritte, le loro componenti
stilistiche testimoniano ancora il loro legame con la tradizione
orale, come si legger� in seguito.
I. 1. La fiaba come genere letterario: origine e raccolte.
La fiaba � solitamente definita come �un racconto di una certa
lunghezza, costituito da una successione di motivi o di episodi
facilmente distinguibili, che si muove in un mondo irreale, popolato
da personaggi fantastici e dai poteri fantastici, dove manca una
precisa definizione dei luoghi, dell�epoca e dei personaggi�.
1
Stefano Calabrese
2
sostiene che la fiaba � una �narrazione breve in
prosa, di origine popolare o letteraria, priva delle intenzioni etico-
didascaliche della favola e in cui sono rappresentati personaggi e
azioni non verosimili�,
3
ma subito evidenzia l�imprecisione di
questa definizione, ricordando le lunghe rielaborazioni letterarie, la
presenza di fiabe in versi, la mutabilit� della percezione dell�irreale:
quando le fiabe si sono originate, infatti, gli uomini credevano
1
U.Fabietti, F.Remotti, Dizionario di antropologia, Bologna, Zanichelli, 1997.
2
Stefano Calabrese � ricercatore di Italianistica all�Universit� di Udine. Si occupa di
fiabe nella tradizione europea, satira e romanzi.
3
S. Calabrese, Fiaba, Scandicci, La Nuova Italia, 1997, pag. 1.
3
nell�esistenza dei personaggi fantastici che le popolano
4
e nel potere
magico di parole ed oggetti.
Italo Calvino
5
ne ricorda le caratteristiche principali: �tema pauroso
e truculento, particolari scatologici o coprolalici, versi intercalati
alla prosa con tendenza alla filastrocca�.
6
Anche questa per� non � una definizione precisa e, in effetti, �
difficile delineare i confini di questo genere: �Feeria non pu� essere
intrappolata in una rete di parole, una delle sue caratteristiche
essendo l�indescrivibilit�, ancorch� non l�impercettibilit��
7
e le
fiabe prendono parte ad essa, il reame della magia.
4
Si ricordi, come unico esempio che la caccia alle streghe ebbe termine solo nel XVIII
secolo.
5
Italo Calvino (Cuba, 1923- Siena, 1985), dopo gli esordi neorealistici (Il sentiero dei
nidi di ragno, 1947) si dedic� sempre di pi� ad opere allegorico simboliche (Il
visconte dimezzato, 1952, Il barone rampante, 1957, Il cavaliere inesistente, 1959).
Nel periodo successivo, coincidente col suo trasferimento a Parigi (1964), l�interesse
per le discipline scientifiche si intensific� e influenz� la narrativa e i racconti della
serie delle Cosmicomiche,1965, e di Ti con zero, 1967. L�ultima fase della produzione
di Calvino � detta �combinatoria� poich� tent� di dominare il disordine reale con
strutture razionalmente controllate; vi appartengono: Il castello dei destini incrociati,
1973, La citt� invisibile, 1975, Se una notte d�inverno un viaggiatore, 1979, Palomar,
1983. I suoi saggi non furono raccolti eccetto Sulla fiaba, pubblicato postumo nel
1988.
6
I. Calvino, Introduzione a Fiabe italiane, Torino, Einaudi, 1971, pag. XL.
7
J. R. R. Tolkien, Sulle fiabe, in Albero e foglia, Milano, Rusconi, 1998, pag. 21. John
Ronald Reuel Tolkien (1892-1973), massimo studioso di letteratura medioevale
inglese, scrisse la trilogia Il signore degli anelli.
4
La difficolt� di stabilire i caratteri di questo genere letterario trova
spiegazione nella sua origine di oralit�: bench� fabule
8
�fiabesche�
siano presenti in antichissime opere , la fiaba come genere letterario
autonomo nacque solo alla fine del 1600, quando Charles Perrault
9
raccolse i Racconti di mia madre l�Oca (Contes de ma m�re l�Oye,
1697), trascrivendo otto racconti popolari.
L�interesse maggiore per le fiabe si manifest� per� solo all�inizio
del XIX secolo, favorito dal Romanticismo e dallo spirito di
�ritorno alle origini�, di rivalutazione delle proprie tradizioni
nazionali e popolari, dalla preminenza assegnata, sulla base della
filosofia idealistica, alla fantasia e all�immaginazione; nel 1812 usc�
in Germania il primo volume di Fiabe del focolare (Kinder und
Hausmarhen) di Jacob e Wilhelm Grimm.
10
8
La fabula � l�insieme degli avvenimenti e dei motivi di un testo.
9
Charles Perrault nacque a Parigi nel 1628 e vi mor� nel 1703. La raccolta pubblicata
nel 1697 a nome del figlio Pierre comprende La bella addormentata nel bosco,
Cappuccetto Rosso, Barbabl�, Il gatto con gli stivali, Le fate, Cenerentola, Rigattin
dal ciuffo, Pollicino cui si aggiunge la traduzione in prosa, non di Perrault, di Pelle
d�Asino, racconto in versi pubblicato nel 1694 dallo scrittore stesso.
10
Jacob (1785-1859) e Wilhelm (1786-1863) Grimm nacquero in una cittadina della
Germania Occidentale e cominciarono a studiare diritto all�universit� di Marburgo.
Dagli studi di storia del diritto trassero l�interesse per la storia nazionale e le tradizioni
popolari, che coltivarono insieme per tutta la vita. Oltre a Kinder und Hausm�rchen
(Fiabe del focolare) pubblicarono la Deutsche Safen (1816-1818) che contiene
frammenti delle leggende eroiche germaniche. Queste opere, la Deutsche
Rechsattent�mer (1828, Jacob), la Deutsche Mythdagie (1835, Jacob), la Die Deutsche
Heldensage (1829, Wilhelm), posero le basi per lo studio del folklore.
5
Un anno prima, pubblicando una raccolta di canti popolari, ballate e
fiabe,
11
Wilhelm aveva scritto che �i M�rchen
12
meritano una
maggiore considerazione di quel che per ora abbiano avuto, non
soltanto per la loro forma poetica, che ha un fascino particolare e
che ha lasciato in ciascuno che li ha intesi nella sua infanzia un
prezioso insegnamento insieme a un dolce ricordo, ma anche perch�
fanno parte della nostra poesia nazionale�: la raccolta del 1812 fu
per loro soprattutto una forma di impegno patriottico per potenziare
la coscienza nazionale del loro Paese minacciato dalle truppe
napoleoniche.
L�opera ebbe sette edizioni tra il 1812 e il 1858 e nel corso del
tempo il loro metodo di raccolta vari�: nella prima edizione essi
trascrissero i testi cos� come li avevano raccolti, mentre a partire
dalla seconda si impegnarono a ricostruire i testi con la collazione
delle diverse varianti reperite. Inoltre compirono modifiche e
aggiunte, creando la Buchmarchen,
13
usando uno stile vivo e toni
coloriti, anche se questo si perse quando le loro fiabe, dopo essere
11
W. Grimm Altd�nische Heldenlieder Balladen und M�rchen.
12
�Un M�rchen � una fiaba di una certa lunghezza, con una successione di motivi e di
episodi, che si muove in un mondo irreale, senza una precisa definizione di luoghi o di
personaggi ed � piena di cose meravigliose. In questa terra di nessuno umili eroi
uccidono i loro avversari, salgono al trono, sposano principesse� Stith Thompson, Le
fiabe nella tradizione popolare, Milano, Il Saggiatore, 1979, pag.24.
6
state lette, tornarono ad essere narrate oralmente, mostrando cos� la
vitalit� di questo genere letterario.
Intanto il successo del volume dei Grimm e il diffondersi dello
spirito romantico spinsero molti scrittori a raccogliere fiabe
popolari.
Tra il 1835 e il 1872 Hans Christian Andersen
14
pubblic� le sue
fiabe in Danimarca riprendendo, anche se solo parzialmente, temi
della tradizione popolare e leggende della sua infanzia e variandole
alla luce delle proprie convinzioni morali e religiose; nel 1842
Asbjornsen e Moe raccolsero le fiabe norvegesi (Norske
folkeeventyr) ricercando la propria cultura nazionale, avulsa da
impulsi stranieri e in particolare danesi;
15
nel 1859 John Francis
Campbell raccolse, personalmente e tramite l�aiuto di collaboratori,
racconti popolari in gaelico delle popolazioni dell�Highlands e delle
isole occidentali dell�Irlanda, che tradusse e pubblic� in quattro
volumi di Popular Tales of the West Highlands tra il 1860 e il 1862
13
�Fiaba libresca� Max L�thi, La fiaba popolare europea, Milano, Mursia, 1979,
pag.137.
14
Hans Christian Andersen (Odense 1805- Copenaghen 1875), figlio di un modesto
calzolaio, si trasfer� a Copenaghen in cerca di fortuna alla morte del padre. Grazie
all�aiuto di alcuni benefattori pot� frequentare il ginnasio e l�universit�. Dai numerosi
viaggi all�estero trasse materiale per libri di viaggi.
15
Nel 1814 si sciolse l�unione con la Danimarca (trattato di Kiel) e i Norvegesi
ricercarono una letteratura che testimoniasse la loro volont� di indipendenza.
7
In area russa inoltre Afanas�ev
16
pubblic� tra il 1855 e il 1863 otto
fascicoli di fiabe popolari russe, Narodnye Russkie Skazki, per un
totale di circa seicento fiabe, ma solo una piccola parte di esse fu
frutto di raccolta orale, poich� Afanas�ev si bas� soprattutto sulle
trascrizioni fattegli pervenire da governatori russi, ucraini e
bielorussi. Egli non rimaneggi� il materiale e pubblic� le diverse
varianti delle fiabe: per questo lo studioso Vladimir Propp
17
ritenne
la sua opera notevolmente superiore a quella dei fratelli Grimm.
Inoltre, nella seconda edizione delle fiabe popolari russe, uscita
postuma nel 1873, Afanas�ev cerc� una divisione scientifica tra le
fiabe, distinguendole in fiabe di animali, i cui protagonisti sono
appunto animali selvatici, fiabe di magia, le pi� numerose, e fiabe
novellistiche o realistiche, i cui protagonisti sono persone del
popolo che lottano contro un potente.
Asbjornsen era medico e naturalista e nel 1845 pubblic� le Norske Uldre-Eventyr og
folkesagn, raccolta di leggende popolari. Moe era un teologo.
16
Aleksandr Nikolaevič Afanas�ev (1826-1871), studioso e amante del folklore slavo,
pubblic� numerose leggende e fiabe russe. Per questo lavoro e per i suoi contributi
scientifici su tale materia ottenne diversi premi negli anni intorno al 1860.
17
Vladimir Jakovlevič Propp nacque a Pietroburgo nel 1895 da una famiglia di origine
tedesca e studi� filosofia slava, laureandosi nel 1918. Insegn�, nella stessa universit�,
dapprima germanistica poi etnologia. Pubblic� studi sulla lingua tedesca e soprattutto
sul folklore russo, tra cui Morfologija skazki nel 1928, tradotta in Italiano (Morfologia
della Fiaba) solo nel 1936 e Istiričeskie Korni vol�ebnoj skazki nel 1946, tradotto in
Le radici storiche dei racconti di magia nel 1949. Mor� nel 1970.
8
Per quanto riguarda l�Italia, alcuni scrittori raccolsero le fiabe nei
dialetti delle regioni in cui operarono (Vittorio Imbriani a Firenze,
in Campania e in Lombardia; Domenico Camporetti a Pisa;
Giuseppe Litr� in Sicilia, ecc�), ma solo nel 1956 Italo Calvino,
utilizzando materiale dei folkloristi dell�800, tradusse e risistem� le
duecento fiabe provenienti dall�area linguistica italiana
18
nel
volume delle Fiabe Italiane.
I. 2. La critica.
I. 2. 1. Gli inizi.
Parallelamente alle raccolte di fiabe si impose la speculazione
critica su di esse: Wilhelm Grimm, infatti, nell�edizione delle Fiabe
del focolare del 1856, sostenne la teoria delle origini
indogermaniche della fiaba per le somiglianze che riscontrava tra i
racconti popolari fantastici dei popoli �affini� e consider� le
consonanze con le Mille e una notte dovute ad una comune
derivazione da fonte indiana.
18
Consider� infatti le fiabe del Nizzardo e di Zara, ma escluse quelle della Val
d�Aosta e dell�Alto Adige perch� vi reper� solo leggende locali legate all�area francese
e tedesca.
9
Anche gli studi di filologia,
19
che si venivano affermando in quel
periodo, confermavano le teorie di Wilhelm Grimm: le lingue
europee avrebbero avuto origine da trib� ariane, le quali avrebbero
inoltre creato i miti, trasformatisi poi nel patrimonio fiabistico.
Una forte opposizione alle loro teorie si ebbe solo intorno al 1870
con Andrew Lang,
20
il quale sostenne la comune derivazione del
mito eroico ed epico e delle fiabe letterarie moderne da fiabe molto
primitive e diffuse tra i contadini e parve affermare la poligenesi, -
l�origine contemporanea in pi� luoghi - della fiaba.
I. 2. 2. La scuola finnica.
Numerosi studiosi si impegnarono nello studio della favolistica, ma
le prime grandi teorizzazioni si ebbero con la scuola finnica, nata in
Finlandia con Julius Krohn.
Il figlio di Julius, Kaarle, applic� per primo il metodo storico-
geografico alle sue ricerche sulle fiabe, condotte su scala mondiale,
esaminando tutte le versioni reperibili di uno stesso motivo.
A tal fine, un importante strumento di lavoro fu il Verzeichnis der
M�rchentypen di Antii Aarne, pubblicato nel 1910, e,
19
Tra i maggiori studiosi vi furono Max M�ller, Angelo de Gubernatis, George Cox.
20
Etnologo inglese (1844-1912), fu presidente della Folklore Society, grande studioso
della mitologia, soprattutto quella greco-romana, comparata a quella afro-asiatica. Tra
10
successivamente ampliato e rimaneggiato da Stith Thompson, nel
1929 col titolo The types of the folk tales. Aarne defin� il �tipo�
come una narrazione completa e indipendente formata da pi� motivi
- unit� minima di un racconto, capace di persistere nella tradizione.
A Thompson si deve inoltre la pubblicazione, iniziata nel 1932 e
completata nel 1936, del Motif Index of Folk Literature, nel quale
raccolse elementi narrativi minimi ritrovabili in ogni forma di
narrativa tradizionale di tutto il mondo. Le due opere
complementari dovevano fornire una catalogazione indispensabile
per gli studi successivi della scuola storico-geografica, che si
proponeva di risalire alla versione, al luogo e al periodo di origine
di ogni motivo attraverso l�analisi percentuale delle sue variazioni
nei diversi tipi.
Tuttavia, proprio in questo consiste il limite della scuola finnica,
poich� non si possono reperire tutte le varianti e non si pu� stabilire
con certezza quale sia tra esse la forma originale.
Inoltre, come rilev� Vladimir Propp, il fallimento scientifico dei
repertori di Aarne e Thompson, dei quali tuttavia riconobbe l�utilit�
pratica per facilit� di reperimento di ogni favola, classificata con
una breve indicazione convenzionale, fu dovuto all�aver considerato
le sue opere maggiori vi � Costum and myth, 1884 che contiene il saggio
programmatico The method of folklore.
11
i motivi come unit� irriducibili, mentre invece essi erano episodi ed
intrecci ulteriormente scomponibili.
Ci� spiega anche la difficolt� rivelata da Aarne nell�attribuire i testi
ad un determinato tipo.
I. 2. 3. L�analisi strutturale di Propp.
Convinto che �il fine pi� alto di ogni scienza consiste nella scoperta
di leggi�,
21
Propp ricerc� quelle sottese alla fiaba popolare,
circoscrivendo il suo lavoro a cento fiabe di magia tra quelle
raccolte da Afanas�ev e i risultati della sua ricerca furono pubblicati
nel 1928 in un opera dal titolo Morfologija skazki (Morfologia della
fiaba).
L�uso del termine �morfologia�, col suo significato di �studio delle
forme e delle leggi� si ricollega alle opere di botanica di Goethe
22
e
dimostra l�impegno col quale Propp si accinse a compiere una
21
Vladimir Propp, Morfologia della fiaba, Torino, Einaudi, 1977, pag. 205.
22
Johan Wolfgan Von Goethe (Francoforte sul Meno, 1749 - Weimar,1832) ebbe
interessi molteplici: scienze naturali, chimica, arte, politica, poesia. Inizi� a scrivere
nel 1767 (Libro di Annette) e fu uno dei promotori del Romanticismo tedesco, il
movimento dello �Sturm und Drang�, comp� numerosi viaggi in Italia, importanti per
la sua formazione artistica. Tra le sue opere principali si ricordano I dolori del giovane
Werther (1774), Ifigenia (1784), le Ballate (1787), La figlia naturale (1802), Il Faust
(1808), Le affinit� elettive (1808).
12
critica strutturale
23
della fiaba, �con la stessa precisione con cui
studia la morfologia delle formazioni organiche�.
24
Dallo studio delle cento fiabe raccolte da Afanas�ev tra il numero
50 e il 151, Propp individu� la presenza di costanti e di variabili nel
loro intreccio.
Le costanti sono le azioni dei personaggi, non i soggetti, e Propp
diede ad esse il nome di funzioni e le defin� con un sostantivo
indicante un�azione. Analizzando ulteriormente le fiabe, Propp
individu�, dopo una situazione iniziale di mancanza, trentuno
funzioni, che rappresent� con i simboli riportati nella seguente
tabella 1.
23
La critica strutturalista nasce dalla confluenza di:
• Formalismo: movimento culturale fiorito in Russia tra il 1914 e il 1917, afferma
che l�autonomia dell�arte consiste nel fatto che le forme (metriche, retoriche,
grammaticali) hanno valore autonomo, slegato da altri obiettivi (politici,
morali,�). Intreccio, personaggi,� sono da considerare per se stessi.
• Strutturalismo linguistico: fondato da Ferdinand De Saussure: studia la dimensione
sincronica della lingua (rapporti tra le parole, gli elementi verbali nel sistema
complessivo della lingua).
Lo strutturalismo critico assume dal formalismo il principio di autonomia degli
elementi formali dell�opera, come sistema composto da specifiche strutture i cui
rapporti devono essere messi in relazione al sistema complessivo, anche tramite l�uso
di termini geometrico-matematici.
Lo strutturalismo cui fa riferimento Propp nella Morfologia � una corrente
rigidamente formalistica poich� individua con l�aiuto di tabelle e formule matematiche
i rapporti della struttura, ma non ne studia le relazioni con l�ambiente storico-culturale
e psicologico cui si svilupparono le fiabe.
24
V. Propp, Morfologia della fiaba, op. cit., pag. 3.
13
T A B E L L A 1
Funzione Simbolo
1. allontanamento
2. divieto
3. infrazione
e
k
q
4. investigazione
5. delazione
6. tranello
7. connivenza
8. danneggiamento, mancanza
9. mediazione
10. inizio della reazione
11. partenza
12. prima funzione del donatore
13. reazione dell�eroe
14. fornitura e conseguim. del mezzo magico
15. trasferimento nello spazio tra due reami
16. lotta
17. marchiatura
18. vittoria
19. rimozione della sciagura o mancanza
20. ritorno
21. persecuzione e inseguimento
22. salvataggio
23. arrivo in incognito
24. pretese infondate
25. compito difficile
26. adempimento
27. identificazione
28. smascheramento
29. trasfigurazione
30. punizione
31. nozze
v
w
j
y
X/x
Y
W
↑
D
E
Z
R
L
M
V
Rm
↓
P
S
0
F
C
A
I
Sm
T
Pu
N
Ogni funzione si realizza in modi e forme diverse nei racconti
concreti: Propp tenne conto di questa variabilit� e distinse delle
sottofunzioni, indicandole con il simbolo della funzione affiancato
da un esponente.
14
Si riportano nella tabella 2 a titolo di esempio le variet� della ottava
funzione in cui l�antagonista danneggia qualcuno (v. tabella 1,
simbolo X)
T A B E L L A 2
Variet� di X Simbolo
1. rapimento
2. trafugamento/estorsione di mezzo magico
*
3. saccheggio devastazione del raccolto
4. trafugamento della luce del giorno
5. altre rapine
6. mutilazione
7. scomparsa
8. esige la vittima
9. cacciata di qualcuno
10. ordine di gettare qualcuno in mare
11. fattura su qualcuno o qualcosa
12. sostituzione
13. ordine di uccidere
14. assassinio
15. imprigionamento
16. pretese di nozze forzate
**
17. pretese di pasto cannibalesco
***
18. tortura notturna
19. dichiarazione di guerra
X
1
X
2
X
3
X
4
X
5
X
6
X
7
X
8
X
9
X
10
X
11
X
12
X
13
X
14
X
15
X
16
X
17
X
18
X
19
* Una sottospecie � l�eliminazione dell�aiutante magico X
II
** Tra parenti X
XVI
*** Tra parenti X
XVII
Non tutte le funzioni si trovano in ogni fiaba, ma la combinazione
di quelle presenti segue sempre un ordine fisso: ad esempio ad un
15
divieto segue sempre un�infrazione, ad una lotta una vittoria, ad una
persecuzione un salvataggio.
Inoltre le prime sette funzioni costituiscono la fase preparatoria
della fiaba; con il danneggiamento inizia l�esordio, con la partenza
si sviluppa la vicenda e si prepara l�incontro con il donatore.
Dopo aver superato delle prove e ottenuto un mezzo magico, l�eroe
vince la lotta con l�antagonista e supera la mancanza iniziale.
Sulla base di questa costanza Propp concluse che tutte le fiabe di
magia hanno struttura monotipica, intendendo appunto la
successione sempre identica delle funzioni.
Anche la grande variet� dei personaggi delle fiabe � raggruppabile
in sette ruoli costanti:
1. donatore,
2. antagonista,
3. aiutante � che comprende anche i mezzi magici,
4. principessa,
5. mandante,
6. eroe,
7. falso eroe.
Le trentuno funzioni sono distribuite fra i personaggi tramite sfere
di azioni che possono coincidere con un personaggio o essere
ripartite tra pi� personaggi o essere cumulate da uno di essi.
16
Anche le modalit� di presentazione dei personaggi sono fisse:
• l�antagonista appare di nascosto e deve poi essere rintracciato,
• il donatore � incontrato per caso,
• l�aiutante � donato,
• gli altri appaiono gi� nella situazione iniziale.
Due diverse funzioni sono realizzate da personaggi differenti e nelle
fiabe si trovano elementi di raccordo (simbolo �) tra di esse: un
personaggio viene a sapere qualcosa, vede qualcosa, giunge da
qualche parte.
Le motivazioni e le finalit� delle azioni dei personaggi sono
considerate componenti instabili e incostanti e non sempre sono
indicate.
I. 2. 4. Il contrasto con Levi-Strauss.
L�opera di Propp, cos� importante per la comprensione della
struttura che sottost� agli svariati intrecci delle fiabe, rimase a lungo
sconosciuta, finch� non venne tradotta in inglese e pubblicata,
seguita in appendice dal saggio di Claude Levi-Strauss
25
La
25
Claude Levi-Strauss (Bruxelles, 1908) insegn� sociologia all�universit� di San
Paolo dal 1934 al 1939 ed ebbe cos� occasione di effettuare due spedizioni
etnografiche nel Mato Grosso e in Amazzonia e di specializzarsi in antropologia
americana. Nel 1941 si trasfer� a New York dove mise a punto il suo metodo di analisi
strutturale fondato sull�analogia tra linguistica e antropologia: le societ� sarebbero
insiemi di individui messi in comunicazione da diverse forme di linguaggio. Applic�