1
Introduzione
In molte occasioni critici e studiosi hanno sottolineato come la Storia sia lo strumento e
il veicolo per eccellenza in grado di farci fare esperienza del passato per permetterci far
luce sul nostro presente.
«Historia vero testis temporum, lux veritatis, vitae memoriae, magistra vitae, nuntia
vetustais»,
2
dice Cicerone. La Storia è testimone dei tempi, luce della verità, vita della
memoria, maestra di vita e messaggera dell’antichità. Essa ci parla dell’uomo tramite
l’uomo stesso. All’interno di questo elaborato sarà possibile comprendere come la Storia
possa fungere da pretesto per parlare del presente, e di come essa sia un meraviglioso
strumento per comprendere il nostro tempo attraverso fatti ed eventi dell’antichità.
Una delle caratteristiche fondamentali del contemporaneo – e del cinema contemporaneo,
possiamo aggiungere - risiede proprio nella sua capacità di parlare del presente
scomodando il passato.
Come sostenuto da Michael Foucault, le indagini sul passato costituiscono un’ombra
portata dall’interrogazione del presente.
3
Da questa affermazione, è possibile notare
come ogni racconto del passato abbia una relazione inscindibile con il presente all’interno
del quale tale racconto viene proposto e fruito. Boehm parla di «visione rammemorante»,
per indicare quel lavoro mnemonico capace di rendere presenti allo sguardo i diversi strati
temporali dell’immagine, passato e presente insieme.
4
Ieri ed oggi, dunque, si mescolano
per elaborare e creare nuovi discorsi. Antichità e contemporaneità si uniscono per
parlarci, per dirci qualcosa di più sull’essenza dell’umanità, su cosa significhi essere
uomo e vivere nel proprio tempo.
Se la Storia è lo strumento che ci permette questo, il cinema è uno dei media che le
permette di mostrarsi, di ottenere spazio, visibilità e di tornare a vivere.
Francesco Casetti ha sottolineato come durante il secolo scorso, il cinema si sia offerto
come mnemotecnica, ossia luogo in cui il senso memoriale della società si stabilizza,
identificando il cinema come pratica archivistica dei reperti culturali.
5
Da questa
concezione è possibile collegarsi alla definizione di memoria cinematografica, ossia la
capacità propria di alcuni film di costituire un insieme di informazioni relative al passato.
2
Cicerone, De Oratore II, 9
3
G. Agamben, Che Cos’è Il Contemporaneo?, Nottetempo Collana I Sassi, Roma, 2008, p. 25
4
G. Boehm, La Svolta Iconica, Meltemi, Roma, 2009, pp. 247-276
5
F. Casetti, L’Occhio del Novecento, Bompiani, Milano, 2005
2
La pellicola cinematografia prima e le informazioni digitali dopo, sono diventati
strumenti di veicolo delle pratiche del passato e della Storia. Elementi che permettono la
formazione dell’identità e della costruzione di un immaginario culturale legato al passato,
consentendo maggiore accessibilità al sapere.
La Storia è un assemblaggio e una sequenza di azioni che ha impostato una forma di
intelligibilità delle azioni umane. Questa definizione mostra come siamo da sempre
abituati a leggere i processi storici e gli eventi del nostro passato in termini narrativi, sotto
forma di concatenazioni causali e come successioni temporali.
6
Il cinema storico-
mitologico è un perfetto esempio per sottolineare come la rappresentazione
cinematografica sia stata capace – e lo sia tutt’ora- di rafforzare i sentimenti di coesione
ed appartenenza nazionale.
Questo elaborato nasce proprio da una serie di interrogativi e questioni che hanno al
centro la Storia, la sua rappresentazione, ma soprattutto il cinema e la questione del genere
all’interno della produzione cinematografica italiana.
Esiste un genere che parla della nostra nazione, che fa emergere la nostra identità
nazionale, che parla della nostra Storia?
Dopo accurate ricerche, sono arrivata alla conclusione che anche in Italia esiste ciò che
negli Stati Uniti è stato il filone del western americano, ossia un genere capace di portare
a galla quel sentimento di identità nazionale, di parlare della nascita e dell’evoluzione
della nostra nazione, di definire tratti e caratteristiche del nostro popolo e paese.
Questo genere è lo storico-mitologico, e in particolar modo il sottogenere del peplum.
All’interno di questo elaborato sarà possibile notare come questo genere, all’interno del
cinema italiano – e non solo – sia stato in grado di adattarsi perfettamente all’epoca in cui
viene inserito, mutando le proprie caratteristiche con il trascorrere del tempo, e
fagocitando modelli produttivi diventando uno dei generi per eccellenza. La grandezza
dei film che trattano tematiche del passato è indiscutibile, e a parlare non è solo il successo
che tali pellicole hanno riscosso, ma il fatto che abbiano coniato un modello che ancora
oggi è vincente e apprezzato dal pubblico.
Il genere storico-mitologico in Italia nasce poco dopo l’apparizione del primo film
italiano a soggetto, e segna l’inizio di una linea produttiva che porterà ad innovazioni sul
piano contenutistico, tecnico e linguistico, trasformando la Storia in oggetto scopico.
6
A. Cati, Immagini della memoria: Teorie e pratiche del ricordo tra testimonianza, genealogia,
documentari, Mimesis, Milano-Udine, 2013
3
Puntando sulla dimensione trasversale del genere, tali produzioni raggiungeranno un
successo esponenziale su territorio nazionale e internazionale.
Spesso ci si riferisce al cinema italiano come una cinematografia che non sa osare, una
produzione – specialmente quella odierna e contemporanea- che continua a reiterare i
medesimi modelli e i medesimi generi, focalizzandosi unicamente sulla realizzazione di
commedie dal basso spessore culturale e artistico. Questo elaborato nasce dalla volontà
di cercare di distruggere completamente questa visione, e di dare a coloro che sostengono
che il cinema italiano disdegni la nozione di cinema di genere, gli strumenti per credere
il contrario. Il cinema italiano è un cinema che da sempre cerca di distinguersi e di
sperimentare. Un cinema che è ancora legato alle sperimentazioni di genere. Nonostante
sia vero che il nostro sistema produttivo prediliga il genere della commedia – perché
dopotutto, l’Italia è figlia della Commedia all’Italiana- non dobbiamo dimenticarci che
siamo soprattutto figli di Roma, e che la rappresentazione dell’antichità ha sempre
continuato a circolare all’interno della produzione cinematografica del nostro paese.
A dimostrare la veridicità di queste affermazioni saranno le successive quattro parti di
questo elaborato. All’interno del primo segmento, il lettore verrà introdotto nel mondo
del peplum, verrà spiegata la storia e l’evoluzione del genere, e verranno elencate le
caratteristiche che permettono di distinguerlo e differenziarlo da altri.
Nella seconda parte invece si andrà ad analizzare la questione delle fonti, l’evoluzione
del tema del corpo e della figura dell’eroe, la rappresentazione dell’universo femminile e
infine la raffigurazione dello spazio all’interno di alcuni film selezionati.
La terza parte vedrà invece un approfondimento sulla produzione filmografica del peplum
americano, fenomeno che dimostra la potenza del genere e la grandezza dell’Italia, che è
stata in grado di abbattere ogni barriera e di esportare non solo un genere cinematografico,
ma usi, costumi e modelli di rappresentazione.
L’ultima parte dell’elaborato è invece dedicata ad un meraviglioso prodotto del cinema
contemporaneo. Il Primo Re di Matteo Rovere, uscito nelle sale il 31 Gennaio 2019 è un
esempio di come il cinema italiano non abbia abbandonato le sperimentazioni su questo
genere. È un film che testimonia come la produzione cinematografica odierna ritorni a
prendere spunto dall’antico e come alcuni registi e autori sentano il bisogno impellente
di affidarsi al passato, di tentare di ricostruirlo, di portarlo a galla, facendo emergere il
bisogno di parlare dell’antichità anche nella contemporaneità.
Il peplum è un genere che parla di noi italiani, della nostra storia, e lo fa attraverso la
rappresentazione dei nostri miti e delle nostre leggende.
4
All’interno di questo elaborato, Roma è intesa come la culla dell’umanità, luogo d’origine
di tutte le genti, espressione massima dell’italianità e del nostro carattere nazionale. Roma
è l’Italia che parla a se stessa di se stessa.
Roma ci ricorda chi siamo stati in passato, ed è solo tramite questo che possiamo sapere
chi siamo oggi. All’interno del film storico-mitologico, emerge la rappresentazione del
sé come di un uomo che ha bisogno costantemente di sapere chi è, e che per farlo, trova
l’unica soluzione nell’atto di guardarsi indietro.
5
La storia del cinema è quella di una capacità di fare storia.
Il Destino delle Immagini, Jacques Rancinière
7
Parte prima
HISTORIA MAGISTRA VITAE
1
1
Trad. «Storia Maestra di Vita. Cicerone», De Oratore II, 9
9
1. La nascita del genere storico-mitologico in Italia
Chi è privo di un mito è un uomo che non ha radici.
Carl Gustav Jung
1.1 La Presa di Roma e la nascita del genere storico- mitologico
Il primo film italiano ad essere considerato di genere storico-mitologico è La Presa di
Roma (Filoteo Alberini, 1905), la nostra Nascita di una Nazione.
2
Primo prodotto
italiano ad essere proiettato in pubblico il 16 Settembre 1905, i 250 metri di pellicola della
Presa di Roma sono un esempio perfetto per introdurre il genere storico e dimostrare la
sua importanza all’interno del mercato cinematografico italiano.
La cinematografia italiana sceglie il genere storico per compiere i primi passi nella neo-
nata industria cinematografica e per iniziare le sperimentazioni sul nuovo medium,
andando a sancire una relazione e una connessione con questo genere, che avrà
lunghissima vita.
Lo storico-mitologico è basato su una coincidenza di elementi opposti ma allo stesso
tempo complementari: il nazionalismo borghese e la sua controparte popolare, la
concezione elitaria dello spettatore e quella di massa, un sistema di valori conservatore,
la spettacolarità più statica fondata sui valori scenografici o sull’esibizione del corpo
maschile.
3
La modalità di rappresentazione è semplice ed elementare, tipica del cinema delle origini.
In questo primo esempio di cortometraggio storico italiano, vediamo sette inquadrature
fisse che si alternano
4
, all’interno delle quali i differenti personaggi si muovono e
compiono delle azioni. La macchina da presa che registra l’azione è fissa e frontale,
modalità che appartiene alla rappresentazione teatrale, in cui lo spettatore è dotato di un
unico punto di vista durante tutta la durata dell’azione, che coincide con l’obiettivo della
2
Riferimento a Bird Of A Nation, D.W. Griffith, Epoch Producing Corporation e David W. Griffith Copr.,
1915 cfr G. Lasi, La presa di Roma 20 settembre 1870 (Filoteo Alberini, 1905). La nascita di una nazione,
Mimesis, Milano 2015
3
F. Di Chiara, Il Cinema italiano alle prese col mondo antico, Donzelli editore, Roma, 2016
4
1. Il parlamentario Generale Carchidio a Ponte Milvio. 2. Dal Generale Kanzler – Niente resa!. 3. Al
campo dei bersaglieri – All’armi!. 4. L’ultima cannonata. 5. La breccia a Porta Pia – All’assalto!.
6. Bandiera bianca. 7. Apoteosi. Cfr. www.ilcinemamuto.it
10
macchina da presa, e ci inserisce all’interno di una cornice statica e piatta. Occorre però
sottolineare l’elemento di complessità che viene inserito all’interno di questo prodotto
audiovisivo, ossia la frammentazione in più inquadrature e l’unione di esse in un primo e
rudimentale esempio di montaggio.
Tale suddivisione in più campi è necessaria per lo sviluppo della narrazione, e ci mostra
come La Presa di Roma si allontani dalla logica di semplice e pura registrazione di azioni
fini a se stesse, e testimonia che già nel 1905 in Italia il cinema ha intrapreso la sua svolta
verso la narrazione, in cui più campi e più piani vengono articolati per raccontare e narrare
una storia seguendo un primo e rudimentale soggetto: realizzato per i 35 anni della presa
di Roma, il film mostra la ricostruzione dell’assalto di Porta Pia del 1870 e la nascita dello
stato italiano.
5
La scelta tematica di questo prodotto permette di sottolineare come, già
agli arbori delle prime sperimentazioni cinematografiche, una casa di produzione
nascente e un pioniere del cinema emergente, decidano di rappresentare e trattare un tema
che abbia a che fare con l’identità nazionale, sancendo un legame indissolubile tra
rappresentazione cinematografica e realtà storica.
1.2 La nascita del peplum
Coniato dalla critica francese nel 1961 in seguito alla recensione apparsa sui Cahiers Du
Cinéma a firma di Michel Mardone, che si riferiva alla pellicola I giganti della Tessaglia
(Riccardo Freda, 1960) utilizzando tale espressione,
6
il termine peplum deriva dal peplo,
veste femminile utilizzata dalle donne greche e romane fino al VI secolo.
Il genere peplum è un sotto-genere del film storico, il quale si promette di offrire una
rappresentazione coerente della storia, ottenuta grazie ad un’accurata analisi e una
ricostruzione del passato. Tale genere è di fondamentale importanza all’interno della
produzione cinematografica italiana.
Quando parliamo del peplum, ci riferiamo a differenti contesti produttivi dal punto di
vista cronologico, geografico, culturale e contenutistico.
Sotto a questo genere si possono trovare differenti modelli di rappresentazione, ma ciò
che persiste è l’allusione ad un universo ispirato all’antichità. È proprio questa la
protagonista indiscussa del genere, che appare in forme diverse a seconda dei differenti
5
G. Lasi, La presa di Roma 20 settembre 1870 (Filoteo Alberini, 1905). La nascita di una nazione,
Mimesis, Milano 2015
6
C. Aziza, Le Péplum: un mauvais genre, Klincksieck, Paris 2009, pp. 7-16