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affronta con gli esperti e i lavoratori dei vari servizi tematiche sul’animazione socioculturale, l’arte dela progetazione, la
riabilitazione sociale delle dipendenze e i processi connessi alla
diffusione delle nuove droghe, i gruppi di auto - mutuo aiuto e il
lavoro di rete. “Animazione Sociale” èun completo intrecio di teoria epratica,
grazie alla collaborazione di numerosi interventi di accademici e ricercatori esperti eal’esperienza di persone comuni, di giovani
e di iniziative seguite da gruppi di aiuto.
La rivista si articola in rubriche: Intervista, Esperienze, Appunti,
Studi, Strumenti, Prospettive, Metodo, AnimazioneScuola,
Luoghi&professioni, Patchwork, Diari, e nella parte centrale è sempre presnte l’Inserto che contiene contributi su aspeti del
sociale.
Alcuni materiali comparsi sulla rivista sono stati raccolti e ne
sono nate la collana dei Quaderni di Animazione e Formazione
che conta una ventina di titoli e la collana de I Geki di “Animazione Sociale” che rielabora in forma di volumeti alcuni
percorsi tematici sul lavoro sociale.
Animazione Sociale è utile a tutti gli operatori che lavorano con
ragazzi, famiglie e anziani in difficoltà, con persone con
problemi di dipendenza o di sofferenza psichica che vogliono
ritornare protagonisti della propria vita, aiutandoli a riscoprire la propria identià atraverso percorsi struturati al’acoglienza e al’ascolto, carteristiche importanti n un contesto come quelo in cui viamo in cui si ha sempre l’impresione che le persone
non riescano a capirti e che siano sempre di fretta.
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LA RIVISTA
La rivsta èun’otimo strumento adisposizone degli operatori
che vogliono arricchire le proprie esperienze personali e che
lavorando sul territorio vogliono approfondire tematiche che “Animazione Sociale” afronta con sociolgi, educatori,
animatori, volontari, ricercatori sociali.
In prima persona ritengo di trovare la rivista molto utile
soprattutto a giovani che, come me, hanno ancora poca
esperienza sul campo, perché grazie alle interviste, agli inserti e
ai dialoghi presenti al’interno si riesce acoglier l’importanza
di una possibile linea guida.
Inizialmente ho deciso di affrontare la rivista nella sua parte
integrale, sono partita consultando il quinquiennio dal 2001 al
2005 per poter meglio seguire i processi e lo sviluppo di
numerose iniziative messe in atto anno per anno, per poter ora
meglio costruire un trascorso spazio - temporale completo.
Il lavoro è iniziato con la schedatura degli articoli, che ho poi unito in grupi aseconda del’argomento tratato.
Le tematiche che la rivista affronta sono a tutto campo ma il mio
lavoro si è concentrato sulla PRE – ADOLESCENZA e
ADOLESCENZA, FASCE DEBOLI con particolare
attenzione alla DISABILITA’, tutti argomenti che sono legati tra lor e che l’uno riconduce al’altro come vedremo dalla
tabella conclusiva.
Ho affrontato una prima lettura di tutte le riviste e poi ho proseguito con l’elaborazione di uno sguardo ale tematiche da
me scelte. Nel 201 “Animazione Sociale” ha posto la sua tenzione sul
metodo della ricerca – azione che permette il passaggio da
tecnica a progetto politico.
Il 2001 è un anno in cui la sfida è produrre nuove conoscenze, partendo da un’oservazione partecipante e percorendo con
gruppi in difficoltà le tappe di un percorso evolutivo della
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propria identità.
Il 2002 ha tra gli obiettivi principali quello del lavoro di strada che pone l’atenzione sula sfida dele nuove droghe, ritenuto
uno dei più grandi dibattiti del momento.
È necessario pertanto un lavoro a livello locale, sviluppando una
rete di comunicazione collettiva, alleanze, partnership in vista di
un miglioramento futuro. Sono necesari dialoghi tra culture, partendo da un’ipotesi di
prevenzione del tema della dipendenza per condurre a
sensibilizzare i giovani verso una maggiore consapevolezza e
cura di sé.
Cercare il legame tra autobiografia e marginalità è un lavoro
metodologico che porta anche a confrontarsi tra operatori per
costruire un filo logico che lega cause ed effetti. Il 203 è stao definto “Ano Europeo dei disabil” e “Animazione Sociale” non poteva dimenticarlo, infati uno dei quatro percorsi presntai è “la disabilità come sguardo che
interoga”. Al centro del’atenzione anche igiovani e il cambiamento,
entrambi temi delicati che richiedono operatori competenti
dotati di capacità critica.
Anno ricco di percorsi educativi con gli adolescenti, sguardo
attento alla marginalità e alla cura attraverso numerose
autobiografie. Il 204 si pone come obietivo l’aumento di atenzione riguardo
al tema della donna che molto spesso si trova in situazioni di
difficoltà legati a problemi familiari, economici, lavorativi e non
trova il giusto sostegno.
Si intende inoltre approfondire il tema della gruppalità che sembra perder la prospetiva e tende al’omolgazione che
conduce i giovani verso incertezze e insicurezze causando
disturbi di crescita, a tale proposito si rinnovano quindi i centri
di aggregazione giovanile.
Sono pertanto necessari percorsi discussi e progettati a tavolino
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in grado di elaborare progetti diversificati e autonomi, in
sintonia con ciascun gruppo.
Il 2005 dedica la sua attenzione alla prevenzione dei
comportamenti a rischio, alle politiche di vita quotidiana, al’importanza dele relazioni d’aiuto, tema cruciale per ilavor
sociale.
Un altro obiettivo sono le reti tra famiglie, il loro ruolo al’interno di un proceso evolutivo ed educativo con il lavor
sociale. Ci sono anche altri temi come l’adolescenza, itavoli di lavor, i
centri di aggregazione giovanile e numerose iniziative sul
campo.
Per il 2006 si cerca una tematica deguat… ci si nteroga sule
possibili linee e si affronta un dibattito sulla ingiusta redistribuzione dela richeza, sul’emarginazione di quele
fasce di popolazione che affrontano povertà, miseria e degrado
sociale.
Attenzione all’imigrazione per ofrie un’aiuto acolro che si
trovano in condizioni precarie e per costruire attorno a queste
persone una rete di comunicazione per evitare che numerose
famiglie sperimentino la solitudine. Al’interno di ogni mensile sono presnti agiornamenti su
eventi, incontri, eventuali altre riviste che si occupano del sociale come può eser “Narcomafie”, gli apuntamenti
annuali, i contatti e le reperibilità dei produttori della rivista.
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CAPITOLO I
PRE – ADOLESCENZA ed ADOLESCENZA1
Fig. 1 vedi nota2
Il periodo adolescenziale si suddivide in due fasi: la pre -
adolescenza che va dai dodic ai quindic ani el’adolescenza
vera e propria il cui limite temporale potrebbe essere fissato atorno ai vent’ani anche se tale dato varia moltisimo a
seconda dei singoli individui.
La pre - adolescenza è quella fase caratterizzata da:
Un maggiore accrescimento sia in altezza che in peso e il
manifestarsi della maturazione puberale. L’acelrazione delo svilupo fisco ha conseguenze
psicologiche come la caduta della concentrazione, il rendimento
scolastico altalenante, la comparsa di timori legati al’improviso cambiamento.
Stimoli sessuali che si risvegliano sia a livello fisico che
emotivo, che si manifestano attraverso la masturbazione e tramite l’interse verso coetanei di seso posto con le prime
forme di innamoramento.
Pensiero ipotetico – deduttivo grazie al quale il ragazzo è
in grado di formulare ipotesi e verificarle attraverso operazioni
mentali astratte.
Il pensiero ipotetico – deduttivo favorisce la voglia di acquisire
maggiore autonomia, il pre – adolescente vuole imparare a ragionare con la propria testa al fine di formarsi un’opinone
1
Tratto da Alessandra Farneti, ELEMENTI DI PSICOLOGIA DELLO
SVILUPPO, novembre 2000, Carocci.
2
La figura è tratta da www.google.it, setore “ricerca imagin” sul’adolescenza. Esprime l’inocenza ela spensierateza del’infanzia, isuoi
modi per disegnarla e per rappresentare il ruolo femminile e maschile.
10
personale.
Rapporto conflittuale con gli adulti, in particolare i
genitori che facilita il trasferimento degli investimenti affettivi su persone strane al’ambiente familare.
Rapporto con i coetanei che assume un ruolo importante
diventando un punto di riferimento per il ragazzo, in questo periodo èdifusa la presnza del’amico del cuore.
Formazione del proprio sé e della propria identità, che è
condizionata dal giudizio dei genitori, degli insegnanti e dei
coetanei.
I pre - adolescenti rappresentano i propri cambiamenti corporei
in relazione a quelli degli altri e compiono confronti fra se stessi
e gli amici. Con ilgraduale pasagio al’adolescenza umentano le capacità
di analizzare e risolvere i problemi, il ragazzo acquisisce
maggiore fiducia in sé stesso e gestisce meglio le relazioni
conflittuali che gli si presentano. L’adolescenza èquel’età che va dai quindic ai vent’ani, n cui
il ragazzo è in grado di sperimentare la realtà esterna alla
famiglia molto più direttamente rispetto a prima.
In questo momento della vita si conclude il passaggio al
pensiero adulto e, secondo Piaget, si ha il completo equilibrio
fra le strutture logiche e il definitivo rapporto fra il soggetto epistemico e l’ogeto dela conoscenza, il ragazo diventa
capace di riflettere sul pensiero proprio e altrui. L’adolescente è carterizato da una grande capacità di
riflessione ma anche da grande instabilità affettiva che lo rende
molto vulnerabile.
La caratteristica che accomuna tutti gli adolescenti è il forte
senso di appartenenza ad un gruppo di pari, la cui funzione è di
permettere una riorganizzazione del Sé. L’adolescenza èquindi un periodo molto delicato, in cui si è più
soggetti a condizionamenti e si è più suscettibili a essere
trasportati.
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Si segnalano particolari condizioni di difficoltà nei processi di
crescita che si esprimono sia in manifestazioni sociali di
particolare ampiezza sia in espressioni di sofferenza individuale
di particolare gravità.
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PERCORSI EDUCATIVI CON PRE - ADOLESCENTI3
Oggi da parte del mondo adulto vi è una sostanziale
disattenzione nei confronti della pre - adolescenza, definita speso come un’ ”età negata”, un’ “età sconosciuta”.
La pre - adolescenza viene spesso rimandata alla condizione di dipendenza del’età infantile, ma invece è importante renderci
conto che è un periodo molto distinto e delicato, compresto tra l’infanzia e l’adolescenza, in cui il ragazo e la ragaza
attraversano grandi trasformazioni e profondi squilibri, che
raramente sono in grado di comprendere e dominare.
I pre - adolescenti assistono al mutamento del proprio corpo, si
guardano attraverso gli altri e si sentono guardati dai loro pari,
ma vedono anche cambiare ilor raporti sia con l’altro seso,
sia con i familiari e sia la percezione di se stessi. Riconoscer questi momenti èun percorso che l’educatore non
può tralasciare, spesso si può trovare a dover ridefinire la
propria posizione, a dover trovare un canale comunicativo
diverso per ogni ragazzo, ma deve sempre essere in grado di
mettersi in discussione in prima persona per aiutare il pre -
adolescente in questa fase della vita in cui gli manca la stabilità
e in cui i rapporti con le figure predominanti stanno cambiando. Dal punto di vista educativo l’ogeto di nterse èla domanda
educativa che affiora dal mondo dei pre - adolescenti, domanda
che può manifestarsi raramente in forma esplicita e molto
frequentemente in forma del tutto implicita, ma che sta ad un buon educatore coglier, ein racordo ad esa fornire l’oferta
educativa adeguata che deve essere gestita nei luoghi di
educazione intenzionale.
Per creare un clima di scambi comunicativi e di condivisione è
necessaria la centralità del soggetto pre - adolescente.
Non mancano però i problemi che questa relazione può far
3
Tratto da Mario Delpiano (a cura di), L’EDUCATORE ALA PROVA
DELLA PREADOLESCENZA, in “Animazione Sociale”, giugno/luglio
1999, pp. 29-64.
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nascere, per questo è fondamentale che come punto di partenza si formi la costruzione di un’imagine suficentemente
adeguata, di una rappresentazione corretta e rispetosa del’altro.
Successivamente è importante non commettere lo sbaglio di
pensare il pre - adolescente come quel bambino cresciuto ma pur sempre bambino, perché un’erore di questo tipo può far scaturie nel’educatore la sensazione di inadeguateza dei
propri ed altrui interventi, della impossibilità di definire l’evoluzione.
Il pre - adolescente è colocato in quel’età di transizone, in quel’ambiguità di un eser che non è “né carne né pesce”
cosicchè alla fine ogni intervento occasionale non può che rivelarsi nadeguato evotao al’insuceso. L’educatore si troverà pertanto in dificoltà adefinre se steso
nella relazione con il pre - adolescente, e questo periodo della
vita risulta essere perciò particolarmente destabilizzante dal
punto di vista educativo per entrambe le figure.
Ci sono molti aspetti che caratterizzano la domanda educativa
dei pre - adolescenti:
È una domanda esplosiva e disorganizzante, quasi una sfida e provocazione al’intenzionalità ordinatrice di qualsiasi
educatore.
I pre - adolescenti appaiono soprattutto capaci di sconvolgere i progeti ei piani d’intervento degli educatori.
Si esprime in maniera ancora implicita ed inconsapevole, tuta da decodifcare, atraverso il or “fare” eil corpo “agito”
nel movimento e attraverso lo spazio fisico.
È accompagnata da risonanze soggettive che si esprimono
in un euforico gusto della vita, voglia di vivere e di avventura.
La riceca di protagonismo, per cercare uno spazio in cui
vivere in prima persona.
Non trascurabile è la fragilità di questa domanda.
La domanda dei pre - adolescenti è una vera e propria sfida al’educazione, ma quest’ultima deve eser capace di
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valorizzarla per la crescita di individui responsabili, ricchi di
valori e di senso di solidarietà.
Per decodificare adeguatamente la domanda è necessario capire l’importanza degli ntersi degli adolescenti, la lor acoglienza e valorizazione nel’otica del’educazione. La ricerca e lo svilupo del’interse apaiono come la
modalità attraverso cui il pre - adolescente di oggi si colloca
sulla via della realizzazione del valore.
Oggi gli interessi dei pre - adolescenti sembrano oscillare tra i mondi vitali el’universalismo dei consumi di masa, èquesto l’interogativo dierno, la relazione che c’è tra intersi ecultura
perché sembrano più un disancoronamento dalle cose della vita che reali mediatori del’incontro con la realtà.
La domanda educativa si può ritenere specificata quando si è
trasformata in bisogni, che possono essere:
Legati alla corporeità, al contatto, al’esplorazione ala
misurazione dello spazio;
Affettivi – relazionali atraverso un’elvat vitalità
emotivo – affettiva, necessità di provare forti emozioni, di essere
amati e desiderati, di trovare calore in un gruppo di pari, di amic eal’interno della famiglia;
Di riconoscimento e di conferma solitamente espresso in
stima, dignità e valore, senza dimenticare la rassicurazione di
contare davanti agli altri;
Di autonomia attraverso i tentativi di indipendenza dalla figura dulta perchè l’adolescente vuole gestire da solo questa
fase di cambiamento. In una fase dela vita così delicat è compito del’educatore permeter al’adolescente, così fragile e insicuro, di condurlo
verso una crescita ricca di valori e di ideali, ancorandolo alla
realtà concreta delle cose, della natura, delle persone e dei
legami vitali. L’educazione èun fato di comunicazione tra sogeti difernti,
ed è questa la questione su cui dobbiamo soffermarci.
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Il pre - adolescente vive in prima persona il disagio della
differenza perché è in continuo cambiamento e sempre in
paragone con i suoi pari.
Proprio per questo i problemi presenti oggi sono, per lo più,
legati alla gestione della differenza nel rapporto educativo e nascono atorno al’aspeto relazionale dela comunicazione.
Il percorso educativo con i pre - adolescenti non è facile
nemmeno per gli educatori che affrontano momenti di disagio
relazionale, devono reinventare nuovi modelli di comunicazione
e si trovano di fronte alla minaccia di destabilizzazione della
comunicazione educativa.
Se le differenze non vengono trasformate in ricchezza per
entrambi i soggetti presenti nella relazione non si può dire di
aver raggiunto una comunicazione educativa. L’educatore si può trovare di fronte ad un momento di cris,
difficile da elaborare, però da quello che possiamo vedere non è
solo una crisi per una comunicazione difficile ma è piuttosto una
crisi della cultura degli adulti.
La sfida da cogliere per superare questo momento di crisi
globale di comunicazione culturale è migliorare alcuni aspetti:
Una comunicazione che non sia più solo ridotta e
impoverita, che lascia passare solo contenuti informativi;
Una comunicazione che non sia muta, privata della parola
ma giocata sulla relazione e sui contenuti di questa;
Una comunicazione che sia ricca di messaggi e non
distorta, ambigua.
Nella nostra società identifichiamo come soggetto educativo il
gruppo dei pari nteso come luogo in cui si dà l’evento dela relazione ducativa, infati al’interno di un gruppo è importante
che sia presente una buona qualità delle relazioni interpersonali.
Il gruppo nasce sotto la guida di un animatore che viene visto
come il leader, ci sono poi diversi momenti che attraversa chi ne
fa parte.
Inizialmente sono punti fermi la capacità aggregante della
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proposta di gruppo, la coesione minima da assicurare perché i
ragazzi non vadano altrove e la struttura della comunicazione, incentrat inzialmente sul’animatore, sula definzione dei ruoli e sul’organizazione.
Possiamo veder che il ruol del’animatore èal centro di tuti
questi momenti del processo, mentre nella fase avanzata le
relazioni cambiano, la coesione si fonda più sul confronto e sulla
condivisione delle esperienze di crescita, la comunicazione è più
allargat ec’è magior scambio tra imembri, iruoli sono più
sfumati e meno rigidi, tendenzialmente orientati sul compito, l’organizazione coinvolge magiori inziative dei pre -
adolescenti che progettano le attività e prende maggior piede la
dimensione affettiva del gruppo.
La risorsa gruppo non è circoscritta ad un modello statico ma
evolutivo, sempre in continuo cambiamento, in un processo di
crescita comune e di arricchimento personale e culturale.
I pre - adolescenti devono poter fare esperienza e devono saperla
elaborare per trasformarla in vissuto perché il gruppo deve
passare da quello che si fa alla qualità con cui lo si vive insieme.
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PRE – ADOLESCENZA E ABBANDONO4
La pre - adolescenza come momento di cambiamento segna l’abandono di diverse ativtà come ad esempio quella
religiosa, infatti la cresima segna un punto di conclusione di un
cammino educativo ecclesiastico, quella della scuola del’obligo che segna l’abandono di tanti pre - adolescenti,
anche se oggi possiamo vedere dalle statistiche che è in netta
diminuzione.
Anche in famiglia i genitori denotano un disinteressamento da
parte dei giovani alla vita in casa, mentre tendono sempre più
spesso a cercare la compagnia nelle piazze e nel gruppo dei
pari. Cercando di rcercare nel’adolescente questi aspetti percorriamo le tape che riconducono al’abandono:
Il corpo che cambia, nel quale è difficile riconoscersi,
diventa simbolo del primo distacco dalla fanciullezza.
La perdita dei giochi identifcativ, di quel’imagine
modellata secondo le aspettative e le conferme dei genitori.
Degli spazi custoditi e dei contesti protettivi resi sicuri
dalla presenza degli adulti.
Ognuno di questi abbandoni è vissuto come qualcosa che non c’è più, che se n’è andat eche lascia inevitabilmente un vuot
che è necessario colmare ma che ha bisogno di un nuovo proceso di elaborazione del’identià personale. L’adolescenza diventa il tempo di una nuova inziazione sociale
perché è proprio come il ritrovarsi in un mondo sconosciuto e
dover fare nuove esperienze. Gli esit del’abandono sono comportamenti precoci che denotano l’asenza di una strutura di competnze personali,
cognitive, relazionali adeguate.
Si rivelano pertanto comportamenti a rischio, come possono
4
Tratto da Mario Delpiano, ETÀ DEL’ABANDONO O ETÀ DEL’ESODO?, in “Animazione Sociale”, giugno/luglio 202, p. 6 – 77.
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eser la tendenza l fumo, al’uso di stupefacenti, al consumo di alcol…etc.
Occorre elaborare interventi sociali capaci di produrre continuità
educativa per tutte quelle persone che stanno attraversando una
fase delicata della loro vita.
È necessario porsi come contesto educativo capace di
accoglier, interpetare e solecitare l’elaborazione di compit
evolutivi propri di questa età dello sviluppo che è la pre -
adolescenza proponendo:
Una positiva immagine di sé da costruire partendo dal proprio visuto, acrescendo l’autostima e la considerazione
positiva di se stessi.
Elaborare il rapporto con il limite, che sta nel riconoscerlo
e nel provare a migliorarlo senza che diventi una prigione
invalicabile.
Il positvo inserimento nel grupo “mondo vitale” con una
buona integrazione, per fare sentire la persona accolta, accettata.
La buona relazione con la difernza del’adulto perché la
differenza è uno dei grossi problemi da affrontare nella pre –
adolescenza.
L’irinunciabile esigenza esplorativa di autorientamento
nel mondo perché il pre - adolescente è sempre alla ricerca di
esperienze, incontri e contatti. L’abandono se visto in chiave educativa evoca un elmento
positivo che è il tempo della separazione, in cui il giovane deve
partire da solo verso un nuovo incontro che rappresenterà una
ricchezza culturale da entrambe le parti.