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INTRODUZIONE
“…quae uos a stirpe parentum
prima tulit tellus, eadem uos ubere laeto
accipiet reduces: antiquam exquirite matrem”
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La Toscana: una regione che è il cuore dell’Italia ma che all’interno dell’unità statale
ha sempre mantenuto una propria singolare specificità dovuta forse alla storia
particolare, al popolo misterioso che qui è arrivato non si sa da dove per viverci a
lungo, alla catena appenninica che sembra abbracciarla per separarla e distinguerla
dalle altre regioni.
La Toscana: terra di contrasti, di tinte forti, di caratteri irriverenti e scherzosi, un
mosaico di tanti paesaggi diversi, spesso sconosciuti perché al di fuori dei circuiti
turistici tradizionali, ma non meno belli e caratteristici dei tanti ormai celeberrimi.
In pochi chilometri, la regione passa dalle spiagge della Versilia alle vette delle Alpi
Apuane, dalle foreste del Casentino alle Crete Senesi. Vi sono zone collinari (come il
Valdarno e il Chianti), zone montane (il Casentino, l’Appennino Tosco-Emiliano, le Alpi
Apuane, il Monte Amiata), zone costiere (la Versilia, la Costa degli Etruschi, il parco
della Maremma, la laguna di Orbetello) e le isole dell’Arcipelago Toscano (la più
estesa delle quali è l’Isola d’Elba)
2
.
Molti sono i luoghi che mantengono in vita tradizioni antichissime, i “maggi”, i canti, le
feste, le fiere, le processioni religiose, i balli, le sagre. Molti sono anche i luoghi
silenziosi, appartati, disabitati, quasi magici, immersi nel verde, lontani dalla
confusione, dal rumore: santuari e conventi, monasteri e abbazie, eremi e badie, ma
anche piccoli villaggi abbandonati secoli fa per la peste e adesso ridotti a ruderi, case
coloniche e ville, paesini e fortezze che guardano dall’alto vallate rigogliose.
All’opposto, le città industriali, le pianure devastate da fabbriche e capannoni,
attraversate da tralicci, da autostrade e superstrade, i quartieri periferici e i porti di
mare, affollati, rumorosi, caotici, inquinati, spesso decisamente brutti.
1
“…quella terra che dalla radice dei padri / per prima vi produsse, quella stessa voi reduci accoglierà /
nel grembo fecondo: ricercate l’antica madre”. Virgilio, Eneide, III, 96.
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Aa.Vv., Le Guide Mondadori, Toscana, ed.2002.
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Una Toscana con tante anime, i cui abitanti hanno varie tradizioni e visioni della vita,
credenze dissimili ma legate da uno stesso filo comune che si perde nella notte dei
tempi. E’ la Toscana degli Etruschi e dei Liguri Apuani, di Dàrdano e dei Romani.
Una Toscana i cui abitanti hanno usi ed abitudini differenti, usano intercalari diversi,
dove il fenomeno linguistico della “gorgia”
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si evidenzia nell’alta valle dell’Arno e si
indebolisce avvicinandosi alla costa. È la Toscana di Petrarca, di Dante, di Boccaccio,
della canzone, del “volgare illustre”, del fiorentino come lingua unitaria
4
, di Firenze
come luogo scelto dal Manzoni “per risciacquare i panni in Arno”
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.
Una Toscana ricca di opere d’arte, di città-museo, di palazzi affrescati, di giardini
unici, di statue dalle forme raffinate che fanno dimenticare la fatica fatta per scolpirle.
È la Toscana di Michelangelo e Donatello, di Giotto, di Masaccio e Paolo Uccello, di
Leonardo.
È la Toscana di artigiani che hanno saputo costruire con le proprie mani cose belle in
ogni campo.
È la Toscana dei contadini che hanno plasmato il paesaggio col duro lavoro dei
campi, con le schiene curve a costruire terrazzamenti, ad estirpare erbacce, a
seminare il grano e piantare filari di cipressi lungo i viali, a potare le viti e gli olivi.
Una Toscana in cui fortissimo è il campanilismo
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per cui ancora oggi si ha un legame
più forte con la piccola comunità che con la regione: chi è di Lucca, di Pisa o Firenze è
innanzi tutto lucchese, pisano o fiorentino prima che toscano. Ma è anche la Toscana
dei volontari di Curtatone e Montanara che dettero la propria vita per l’Unità d’Italia.
3
La gorgia toscana indica un passaggio delle consonanti occlusive sorde /k/, /t/ e /p/, che passano a
fricative in posizione intervocalica. Un esempio tipico è la cosiddetta "aspirazione" (in realtà
spirantizzazione) della 'c' in posizione intervocalica.
4
Dante Alighieri, De Vulgari Eloquentia
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Narra la storia della letteratura italiana, che il noto scrittore Alessandro Manzoni prima di procedere
alla stesura definitiva del suo romanzo più noto, I promessi sposi, decise di trasferirsi in quel di Firenze
per "risciacquare i panni in Arno". Tale frase pare non essere attribuibile direttamente al Manzoni, bensì
a Niccolò Tommaseo. Il senso, comunque, rimane intatto: al fine di tentare di uniformare il lessico
utilizzato, Manzoni si trasferì armi e bagagli a Firenze, e riscrisse il romanzo utilizzando la lingua
fiorentina delle persone colte, che, a suo giudizio, rappresentava l'unica lingua dell'Italia unita.
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Per campanilismo si intende l'attaccamento alla propria città, ai suoi usi e alle sue tradizioni. La difesa
di tali valori può talvolta determinare uno spirito di rivalità anche molto accesa con i centri vicini o,
addirittura, all’interno di una stessa città. Esempi di campanilismi storici sono quelli tra le contrade che
partecipano al Palio di Siena. Di importanza storica quello all'interno della città di Firenze tra guelfi e
ghibellini, e quello altrettanto acceso tra due fazioni dei guelfi, i guelfi Bianchi e Neri, che si trasformò in
una vera e propria guerra civile, costringendo lo stesso Dante Alighieri (guelfo bianco) all'esilio.
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In un contesto odierno di globalizzazione, il legame con la propria terra si fa più
sentito, l’appartenenza ad una ristretta comunità dona non solo sicurezza, ma
permette di trovare le proprie radici e, soprattutto, di crearsi un’identità ben precisa.
E se l’identità di un Paese e dei suoi abitanti dipende dalla capacità di comunicarla
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c’è da chiedersi che cosa la regione comunica al di là dei suoi confini e non solo.
In particolare, come si è formato nel tempo lo stereotipo di charming, beautiful
Tuscany nella letteratura e, oggi, anche nella cinematografia internazionali.
Il mondo anglofono sembra essere da sempre irresistibilmente attratto dalla regione:
lo dimostrano i numerosi inglesi, ed oggi anche americani e australiani, che decidono
di vivere nelle nostre terre, di curare vigne ed oliveti, di scegliere le località toscane
come locations cinematografiche
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o come luoghi in cui organizzare eventi, concerti,
sfilate di moda, meetings internazionali e, persino, matrimoni
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. Questa attrazione è
documentata, ancor di più, dalle innumerevoli testimonianze scritte di uomini e donne
che sono rimasti affascinati o colpiti, in tempi diversi e in vario modo, dalla Toscana e
dai suoi abitanti.
Vorrei tentare di capire cosa rende la Toscana così unica e interessante agli occhi del
mondo anglosassone, cosa spinge, oggi come allora, migliaia di persone che, per i
motivi più vari vengono qui, a scegliere di rimanere o a finire per dare un profondo
senso esistenziale alla propria esperienza toscana. Cercherò pertanto di percorrere
rapidamente i secoli ricercando ciò che storicamente può aver reso unica la Toscana
e riportando impressioni di autori che si sono appassionati alle vicende di questa terra
e ne hanno descritto efficacemente personaggi e paesaggi. Mi soffermerò soprattutto
su scrittori e scrittrici del XX secolo di cui ho trovato particolarmente interessanti gli
scritti. Cercherò di tracciare un percorso di ciò che è stata ed è la terra degli Etruschi
per la letteratura di lingua inglese e l’immagine che ne viene data al mondo. Cosa la
Toscana ha fatto e fa per la letteratura di lingua inglese, cosa la letteratura di lingua
inglese ha fatto e fa per la Toscana.
7
Giovanni Bechelloni, Diventare italiani, Napoli, Ipermedium libri, 2001, 14.
8
Regione Toscana, Tuscany, a movie that never ends, Firenze, Giunti, 2002.
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Articolo apparso sulla Nazione.it martedì 30 giugno 2009 “Gli inglesi si sposano in Toscana”: David
Broomfield, nuovo console britannico a Firenze, ha incontrato il presidente della Regione Toscana
Claudio Martini. Broomfield ha rivelato che il lavoro del consolato è aumentato sensibilmente negli ultimi
anni perché molti cittadini del Regno Unito scelgono la Toscana e la vicina Umbria per celebrare il loro
matrimonio: lo scorso anno sono stati 850 i cittadini di Sua Maestà che si sono sposati qui.
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CAPITOLO PRIMO - PARTE STORICA
1.1. STORIA DELLA TOSCANA
La storia della Toscana abbraccia un lunghissimo periodo di tempo, che spazia dalla
preistoria ai giorni nostri, risultando fondamentale dal Medioevo in poi per la nascita
della lingua italiana.
Le prime tracce certe della presenza umana risalgono al II millennio a.C., lo
dimostrano i resti di villaggi su palafitte risalenti all'età del bronzo e del ferro, venuti
alla luce in varie zone della regione. Tra il X e l'VIII secolo a.C., l'età del ferro trova la
sua massima espressione nella civiltà villanoviana.
All'IX secolo a.C. risalgono le prime testimonianze della presenza nel territorio di un
popolo misterioso e straordinario: gli Etruschi. I Rasna o Rasenta, come si
chiamavano tra loro, dominarono il territorio per molti secoli, ed è da essi, che l'attuale
regione prese il nome di Etruria. Nel III secolo a.C. gli Etruschi furono sconfitti dalla
potenza militare di Roma e, dopo un primo periodo di prosperità, dovuto allo sviluppo
dell'artigianato, dell'estrazione e della lavorazione del ferro, dei commerci, tutta la
regione decadde economicamente, culturalmente e socialmente. I Romani, che si
insediarono presso le preesistenti località etrusche, fondarono anche nuove città
come Fiesole e Florentia.
Dopo la caduta dell'Impero Romano, la regione passò attraverso le dominazioni
ostrogota e bizantina prima di divenire oggetto di conquista da parte dei Longobardi
(569), che la eressero a ducato con sede a Lucca (Ducato di Tuscia).
Con la caduta dei Longobardi per opera di Carlo Magno, il ducato divenne contea e
successivamente marchesato di Lucca (Marca di Tuscia). Nell'XI secolo il Marchesato
passò agli Attoni, grandi feudatari Canossiani, che possedevano anche Modena,
Reggio Emilia e Mantova. A quella famiglia apparteneva la famosa Contessa Matilde
di Canossa, nel cui castello avvenne l'incontro fra il papa Gregorio VII e l'imperatore di
Germania, Enrico IV. Proprio in questo periodo iniziò a svilupparsi in tutta la regione il
fenomeno dell'incastellamento. Pisa divenne la città più potente e importante della
Toscana, con l'estensione del dominio della Repubblica Marinara a quasi tutta la
Toscana tirrenica, alle isole dell'Arcipelago Toscano e alla Sardegna e Corsica. A sud
è presente il dominio degli Aldobrandeschi, importante casata di origine longobarda,
che controllava la parte meridionale delle attuali province di Livorno e Siena oltre
all'intera provincia di Grosseto fino all'Alto Lazio, entrando spesso in conflitto con il
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Papato, fino all'emergere della città di Siena che più tardi entrerà in competizione con
Firenze.
Attorno al XII secolo inizia il periodo dei liberi Comuni, e Lucca diventa il primo
comune in Italia. Nascono le prime forme di democrazia partecipativa e le associazioni
di arti e mestieri, che fecero della Toscana un irripetibile esempio di autonomia
culturale, sociale ed economica. Fra le città della regione si impone ben presto, per
motivi culturali ed economici ma anche militari, il Comune di Firenze.
Grazie a numerosi letterati e artisti, tra il Trecento e il Quattrocento la Toscana, ed in
particolare la città di Firenze, diedero un determinante contributo al Rinascimento
Italiano. Divenuta entità politicamente autonoma a partire dal XII secolo la Toscana si
frammentò anch'essa in una miriade di entità politiche, le più importanti delle quali
erano la Repubblica di Firenze e la Repubblica di Siena. La fioritura dei commerci
portò alla nascita delle banche fiorentine e senesi.
L'unificazione toscana sotto un'unica città iniziò con la politica espansionistica
fiorentina già del XIV secolo, quando la repubblica iniziò a fagocitare i territori toscani
in successione, frenata solamente dalla repubblica di Siena.
Durante il XV secolo salì al potere la famiglia Medici che, come le maggiori famiglie
fiorentine, si era arricchita con le banche ed aveva ottenuto rilevanza politica nelle
istituzioni repubblicane a partire dalla metà del 1400, con Cosimo il Vecchio. Con
Lorenzo il Magnifico il potere mediceo si consolidò (a parte due interruzioni
repubblicane dal 1498 al 1502 e dal 1512 al 1530), e Cosimo de' Medici ottenne il
titolo prima di Duca di Toscana, poi nel 1569 quello di Granduca di Toscana. In quel
momento tutta l'area toscana, eccetto Lucca che rimase una repubblica autonoma,
Piombino che costituiva un principato a sé stante, e l'area di Orbetello e Monte
Argentario collocata nello Stato dei Presidi, era sotto la signoria fiorentina essendo
caduta la repubblica di Siena nel 1555 nelle mani degli ispano-fiorentini che dal 1557
ne ebbero la sovranità. La famiglia Medici continuò a regnare sopra la Toscana
ininterrottamente fino al 1737, quando, alla morte di Gian Gastone, il Granducato di
Toscana passò alla famiglia dei Lorena, in particolare a Francesco Stefano di Lorena,
già marito di Maria Teresa d'Asburgo imperatrice d'Austria. Egli non mise mai piedi né
in Toscana né a Firenze, e ne lasciò l'amministrazione al figlio Pietro Leopoldo. La più
importante innovazione voluta dai Lorena, proprio grazie a Pietro Leopoldo, fu
l'abolizione (per 4 anni, fino al 1790 quando fu ripristinata) della pena di morte nel
Granducato di Toscana, per l'epoca una innovazione di non poco rielievo. Il
provvedimento entrò in vigore il 30 novembre 1786 e, prendendo spunto da questo, è