5
Introduzione
Per tutta l’età moderna abitare in una terra di confine significava poter godere di condizioni
di vita specifiche: questo studio si occuperà del territorio della Calciana, zona della bassa
bergamasca sulla sponda ovest del fiume Oglio. Retta di fatto da una famiglia locale, i Secco,
costituiva parte del confine del Ducato di Milano (cui era formalmente, ma non sempre
sostanzialmente, sottoposta), che a sua volta gravitava nell’orbita spagnola, per poi passare
sotto il dominio austriaco dopo la pace di Utrecht del 1713.
Non possiamo far altro che rilevare come la maggior parte degli studi sulle frontiere del
Ducato abbia trovato compimento in lavori sui rapporti fra Milano, Genova e il Regno
Sabaudo: sono, infatti, numerosi i saggi che descrivono i traffici o le relazioni diplomatiche
lungo questo triangolo
1
. Stranamente il confine lombardo-veneto rimane ancora poco
indagato, per quanto riguarda la sponda milanese, pur essendo stato una linea di transito
obbligata per merci quali il sale, il grano, il tabacco
2
ed essendo stato teatro, ad inizio
Settecento, di battaglie cruciali per il futuro assetto europeo. L’indagine vuole quindi
concentrarsi su una limitatissima porzione geografica, per sottolineare gli aspetti
amministrativi e i privilegi economici di una zona di frontiera.
Le uniche opere specifiche sulla Calciana sono quelle elaborate dal Bonelli nel periodo
1912-1918
3
(peraltro un semplice sommario ragionato dell’archivio Silvestri, che ora
presenta un ordinamento parzialmente diverso, dovuto ad alcuni accorpamenti fra serie
documentarie) e il lavoro di Riccardo Caproni e Roberto Pagani, dedicato alla storia del
1
Possiamo osservare che la raccolta di saggi a cura di PANCIERA WALTER, Questioni di confine e terre di
frontiera in area veneta. Secoli XVI-XVIII, Franco Angeli, Milano, 2009, dedica spazio agli studi sui Sette
Comuni vicentini, al confine montano, all’altopiano di Asiago, al confine austriaco, ai caselli sanitari durante le
epidemie, ma non c’è un contributo che parli specificatamente del confine occidentale della Serenissima.
Stessa mancanza per i saggi pubblicati in DONATI CLAUDIO (a cura di), Alle frontiere della Lombardia. Politica,
guerra e religione nell’età moderna, Franco Angeli, Milano, 2006, che non presentano alcun lavoro sul confine
dell’Oglio. Parziale e non strettamente utile alla realizzazione di questo lavoro PITTERI MAURO, Per una
confinazione “equa e giusta”. Andrea Tron e la politica dei confini della Repubblica di Venezia nel ‘700, Franco Angeli,
Milano, 2007. Più centrato sul Ducato di Milano CAVALLERA MARINA (a cura di), Lungo le antiche strade.
Vie d’acqua e di terra tra Stati, giurisdizioni e confini nella cartografia dell'età moderna: Genova, Stati Sabaudi, Feudi
Imperiali, Stati Farnesiani, Monferrato, Stato di Milano, Nomos, Busto Arsizio, 2007, ma con ampi riferimenti
specifici solo per il Piemonte e sul commercio con la Superba.
2
Sul ruolo del Ducato nel commercio di transito cfr. TONELLI GIOVANNA, Commercio di transito e dazi di
confine nello Stato di Milano fra Sei e Settecento in TORRE ANGELO (a cura di), Per vie di terra. Movimenti di uomini
e cose nella società di antico regime, Franco Angeli, Milano, 2007, pagg. 85-108.
3
Si tratta dell’opera di BONELLI GIUSEPPE (a cura di), L’archivio Silvestri in Calcio: notizia e inventario-regesto, 3
voll., Bocca, Torino, 1912-1918, (consultato nella ristampa anastatica di Turris, Cremona, 1986).
6
paese di Calcio dalle origini al XIX secolo
4
: altrove troviamo solo brevi cenni, per lo più in
paragrafi dedicati all’elenco delle terre separate
5
, alla descrizione dei confini
6
, alla tematica
del contrabbando
7
, peraltro spesso molto datati
8
.
Per indicare la Calciana è stato utilizzato da Caproni e Pagani, già nel titolo, il termine
“signoria”, di cui si era servito fin dal 1903 il Bonelli
9
: questa scelta permette di valorizzare
l’origine feudale della singolare vicenda che andremo fra poco a ripercorrere. L’espressione
più ricorrente in altri studi e, soprattutto, nelle fonti prodotte dagli stessi proprietari della
Calciana, è quella, più sfumata, di “terra separata”, che focalizza l’attenzione solamente sulla
presenza di autonomie amministrative e fiscali: fu indubbiamente un obiettivo degli Stati
moderni, sia dei dominatori spagnoli sia di quelli austriaci, tentare di limitare gradualmente
gli ambiti di queste prerogative.
Una semplice lettura dei testi dedicati alla storia locale
10
ha fatto emergere che il confine fra
Ducato di Milano e Repubblica di Venezia, nel tratto lungo l’Oglio, presentava un’infinità
di amministrazioni con forti esenzioni rispetto ai governi di riferimento: Mozzanica, Urago,
Chiari, Romano, Martinengo, Barco, Soncino, Pizzighettone, Casalbuttano, Soresina
vantavano vari benefici economici, mentre Fontanella e Treviglio, come la Calciana, erano
terre separate. Si tratta di paesi situati al massimo a trenta chilometri dai paesi di Calcio,
Pumenengo e Torre Pallavicina, e caratterizzati, come questi, dalla concessione di ampie
immunità: queste zone erano assoggettate o venivano rese più disciplinate proprio
attraverso la cessione di prerogative.
Già i concetti di “confine” e “frontiera”, in realtà, possono essere oggetto di discussione:
l’uso della parola confine evoca la concezione di un territorio preciso, ben delineato,
4
CAPRONI RICCARDO, PAGANI ROBERTO, Calcio e la Signoria della Calciana (sec. XIV-XVIII), con notizie
sull’origine del borgo e sul suo sviluppo nel corso del XIX secolo, Amministrazione comunale di Calcio, San Paolo
d’Argon, 1990.
5
CAPRA CARLO, SELLA DOMENICO, Il Ducato di Milano (1535-1796), UTET, Torino, 1984, pag. 28.
6
PUGLIESE SALVATORE, Condizioni economiche e finanziarie della Lombardia nella prima meta del secolo XVIII,
Bocca, Torino, 1924.
7
MOLMENTI POMPEO, I banditi della Repubblica Veneta, R. Bemporad, Firenze, 1898.
8
Preziosissime le indicazioni trovate nei più recenti GRAB ALEXANDER, La politica del pane: le riforme
annonarie in Lombardia nell’età teresiana e giuseppina, Franco Angeli, Milano, 1986 e nel saggio di LEVATI
STEFANO, Risorse finanziarie e ordine pubblico nello Stato di Milano: il «dacio» del tabacco dalla istituzione alla
«statalizzazione» (1639-1770), in LEVATI STEFANO, MERIGGI MARCO (a cura di), Con la ragione e col cuore.
Studi dedicati a Carlo Capra, Franco Angeli, Milano, 2008, pagg. 183-207.
9
BONELLI GIUSEPPE, A proposito dei beni di Beatrice della Scala nella Calciana, in «Archivio storico lombardo»,
serie III, voll. XIX-XX, 1903, pagg. 131-144. L’uso del termine “signoria” a pag. 135.
10
ROTA GIOVANNI BATTISTA, Il Comune di Chiari e le sue memorie storiche, Tipografia di Giovanni Bersi e
comp., Brescia, 1880, (ristampa anastatica Atesa, Bologna, 1999), MUONI DAMIANO, Cenni storici di Romano
di Lombardia e dintorni, Brigola, Milano, 1871 (ristampa anastatica Atesa, Bologna, 1991), PODAVITTE
ERNESTO, La terra di Urago d’Oglio, Brescia, 1984, GALANTINO FRANCESCO, Storia di Soncino: con
documenti, Tipografia Giuseppe Bernardoni, Milano, 1869 (ristampa anastatica Turris, Cremona, 1986-87).
7
mentre il lemma frontiera richiama una situazione più fluida e facilmente riconducibile alla
sfera militare. È quindi accezione comune nella lingua italiana parlare dell’esistenza di una
linea di confine e di una zona di frontiera. Se nei sovrani settecenteschi l’obiettivo fu definire
confini chiari, per minimizzare gli incidenti diplomatici in un secolo già costellato di guerre
-e di spese- e per gestire meglio le esazioni fiscali, nei fatti constatiamo la presenza di zone
in cui l’autorità di riferimento non era sempre chiara, o ve ne erano addirittura diverse
11
.
Nelle carte politiche odierne i colori che separano gli Stati sono ben differenti: nella pratica
che prevalse fino al XVIII secolo i colori che rappresentavano gli Stati avrebbero dovuto
spesso sfumare da un dominio all’altro. Oltre a questo, esistevano numerose enclaves e feudi
imperiali ed ecclesiastici che costellavano il territorio europeo, costituendo veri e propri
moltiplicatori di confini.
Al centro dell’elaborato saranno poste le numerose controversie che si delinearono fra
comunità locali, Cremona, Ducato ed i Condomini, cioè l’insieme dei rappresentanti delle
famiglie dei principali proprietari terrieri della Calciana. Essendo in gran parte dissidi
relativi a esenzioni fiscali ed alloggiamenti militari, l’intreccio fra la questione politica e la
questione economica è determinante. Lo studio di queste tematiche ci spingerà a
considerare il problema del contrabbando, che, come vedremo nell’analisi del nostro caso,
evidenzia quanto il concetto di confine politico sia in realtà parziale, essendo solo una delle
tante tipologie di confine definibili.
I limiti cronologici scelti sono dettati dai macro-avvenimenti della storia europea: la pace di
Utrecht, che pose fine alla guerra di successione spagnola, segnò una cesura per la storia del
Ducato di Milano, che passò sotto il dominio austriaco, e -con esso- tutta la Calciana, che
da quel momento in poi dovette relazionarsi con il secondo ramo della casa d’Asburgo.
Naturalmente non si può prescindere da una presentazione della formazione dei privilegi
dei Secco e dal contesto precedente agli eventi analizzati, anche perché il principale
strumento per dimostrare nel tempo la validità delle esenzioni godute fu il richiamo
costante alle concessioni del XIV-XV secolo. Una significativa digressione sarà anche
dedicata all’analisi della difesa delle esenzioni dagli alloggiamenti militari nel contesto della
guerra dei trent’anni.
Con la conquista, da parte di Napoleone, del nord Italia e con la riorganizzazione del
settentrione nella Repubblica Cisalpina e poi nel Regno d’Italia, si chiuse la singolare
11
Per fare un solo esempio, Casetta riporta che Treviglio è amministrativamente e fiscalmente legata al
controllo (relativo) del podestà inviato da Milano, mentre per quanto riguarda i processi, può rifarsi ad
autorità bresciane o bergamasche. Cfr. CASETTA MARCO, Radici altomedievali e statuti della terra separata di
Treviglio, Officina dell’Ateneo, Bergamo, 2008, passim.
8
esperienza della Calciana, che venne inserita nel Dipartimento del Serio, condizione ben
lontana da quell’“essere confine” che, dal XIV al XVIII secolo, ne aveva dettato la
specificità.
Concentrare il nostro studio sul Settecento ci ha permesso, invece, di puntualizzare la
bibliografia di riferimento e di analizzare più da vicino i temi del rafforzamento fiscale e
dell’accentramento amministrativo dello Stato, che non sempre furono realizzati in breve
tempo e con linearità, neppure nei confronti di modeste comunità locali
12
.
Per la ricerca ci siamo rivolti fondamentalmente a due archivi: anzitutto il fondo Silvestri,
conservato oggi nella Biblioteca Civica Angelo Mai di Bergamo (d’ora in poi BCMAI). La
sezione riguardante i Secco contiene tutte le carte della famiglia e del feudo calcianese,
passate alla famiglia Silvestri quando, nel 1862, gli ultimi eredi dei Condomini lasciarono il
loro castello in riva all’Oglio in favore della nuova famiglia di Sovere. L’impressione che
abbiamo avuto consultando i documenti d’archivio è che sia andata persa la serialità delle
fonti: ciò può dipendere sia dalle finalità con cui sono stati conservati e selezionati i
documenti (i Secco avevano certamente interesse a conservare molti atti che dimostravano
immunità e privilegi, ma sicuramente operarono degli scarti), sia dall’opera di
riordinamento del Bonelli, espressamente effettuata per materia
13
. L’archivio Silvestri è
formalmente diviso in sei serie (Privilegi, Carteggi, Instrumenti, Atti civili, Atti criminali,
Rendiconti di spesa), tutti a loro volta divisi in tre categorie (atti riguardanti la famiglia
Secco, atti riguardanti la Signoria, carte estranee). Le scatole riguardanti le sezioni “Privilegi
Signoria”, “Carteggi Signoria”, “Atti civili Signoria” e “Atti criminali Signoria” sono
risultate le più utili alla costruzione di questo studio.
Secondariamente ci siamo rivolti all’Archivio di Stato di Milano (d’ora in poi ASMI), dove i
documenti riguardanti la Calciana sono ovviamente dispersi in vari fondi: le principali
informazioni sono ricavabili dalla sezione Atti di Governo, in cui abbiamo vagliato le parti
antiche dei fondi acque (cart. 1055, ponti e porti A-L), censo (le cartelle 712-715 sono
dedicate a Calcio e alla Calciana), commercio, (cart. 156, fiere e mercati), esenzioni (cart. 93,
comuni Cai-Calc), feudi camerali (cart. 131, Calciana-Calcio), finanze (cartelle 512, 886,
12
Aderiamo quindi all’impostazione suggerita in PAPAGNO GIUSEPPE, Gli spazi della frontiera in OSSOLA
CARLO, RAFFESTIN CLAUDE, RICCIARDI MARIO (a cura di), La frontiera da stato a nazione. Il caso
Piemonte, Bulzoni, Roma, 1987, a pag. 75; e cioè godere della “possibilità di assumere come luogo di
osservazione anche la frontiera stessa, rovesciando la prospettiva abituale. Se è vero che sono le azioni del
centro a stabilire la frontiera di ogni spazio considerato, dovrebbe essere altresì vero che l’efficacia di tali azioni
si misura proprio sulla frontiera stessa” (corsivo originale).
13
Cfr. BONELLI GIUSEPPE (a cura di), L’archivio Silvestri in Calcio: notizia e inventario-regesto, cit., vol. I, pag. I.
Il riordinamento, effettuato agli esordi del XX secolo, ha sicuramente dovuto scontrarsi con uno stato di
assoluto degrado, per cui l’archivista ha deciso di optare per il sovvertimento dell’ordine documentario.
9
916-917, 1079, 1096, 1118, dedicate nell’ordine a contrabbandi, pedaggi acque Oglio, strade
pedaggi A-L, contrabbando sali, tabacco, varie comuni Ca) e catasto (cart. 3223, con un
fascicolo specifico sulla Calciana). Deludente, invece, l’esito delle ricerche nel fondo confini,
quasi esclusivamente dedicato, per quanto riguarda l’Oglio, alle opere di rettificazione del
fiume. Dobbiamo evidenziare da ora che alcuni settori della nostra ricerca avrebbero certo
beneficiato del confronto con il fondo polizia e il fondo strade, purtroppo andati
totalmente o parzialmente distrutti. Le ricerche sui temi del controllo del territorio e della
popolazione per il Ducato devono quindi rifarsi alle notizie sparse in altri fondi
14
. Brevi
cenni all’archivio della Camera dei Confini di Bergamo, conservato sempre alla Biblioteca
Mai, saranno utili per specificare il tracciato della strada franca del “guado di spada tratta”,
appena al di là del corso dell’Oglio.
All’inizio dell’elaborato ci dedicheremo alla presentazione dell’origine delle esenzioni e ad
alcuni cenni sulla storia della famiglia Secco. Seguiremo poi l’evolversi delle vicende dei
Condomini e dei Compossessori della Calciana -così si definivano gli eredi nei documenti
da loro prodotti- dalla fine del Seicento agli esordi dell’Ottocento, percorrendo varie
tematiche. I prodromi della guerra dei trent’anni e la guerra di successione spagnola
saranno gli eventi da cui trarremo spunto per evidenziare i meccanismi di difesa dei
privilegi in materia di alloggiamenti militari. Dopo una breve esposizione della problematica
concettuale del confine, tratteremo i rapporti dei Condomini con Cremona e Soncino. Con
la prima, i Condomini dovettero difendersi da numerosi tentativi di intromissione in ogni
ambito, dato che la città era determinata nel riconquistare il controllo completo del contado.
Con la seconda, si sviluppò un lungo conflitto, di matrice sostanzialmente economica, che
occupò il medio Settecento. Passeremo poi all’esposizione delle riforme economiche nel
Ducato e all’analisi della difesa delle esenzioni fiscali della Calciana, ambito in cui possiamo
godere di un buon numero di fonti. Dedicheremo alla circolazione di sale, tabacco, biade
un’attenzione specifica, e termineremo il lavoro con l’analisi di alcune incisive opere di
accentramento portate avanti negli ultimi anni di dominio austriaco e alcuni provvedimenti
del governo francese.
14
Ampie indicazioni sui fondi d’archivio utili su questi argomenti in LIVA GIOVANNI, Fonti per la storia della
giustizia criminale milanese (secc. XVI-XVIII): i fondi dell’archivio di Stato di Milano, in «Archivio storico lombardo»,
serie XII, vol. I, 1994, pagg. 561-574, e in ANTONIELLI LIVIO, La polizia nello Stato di Milano tra Antico
Regime ed età napoleonica. Appunti per una ricerca, in FOSCARI GIUSEPPE, GRANITO EUGENIA,
SCHIAVINA MARIATERESA (a cura di), Il Principato Citeriore tra ancien régime e conquista francese: atti del
convegno di Salerno, 14-16 maggio 1991, Archivio di Stato di Salerno, Salerno, 1993, pagg. 103-133. Dello stesso
autore anche Una ricerca sulla polizia del Ducato di Milano (secoli XVII-XVIII), in «Le carte e la storia», n. 2, anno
I, 1995, pagg. 29-34, e Il controllo delle campagne lombarde nel Settecento: gli «uomini d’arme», in «Società e storia», n.
111, 2006, pagg. 1-21.
10
Un’ultima informazione preliminare prima di entrare nel cuore del lavoro: desideriamo
correggere l’affermazione del Bonelli, secondo la quale “risentendo Calcio per la sua
ubicazione l’influsso diplomatico di Cremona, il suo anno ufficiale cominciava il
venticinque marzo e perciò tutti i documenti stesi in quel distretto e da noi rassegnati con
date dall’uno gennaio al ventiquattro marzo, testualmente sono datati quali dell’anno
precedente a quello da noi indicato”
15
. Tale indicazione si riferisce al cosiddetto “Stile
dell’Incarnazione”, valido però solo per gli atti notarili cremonesi, e non, in termini generali,
per i documenti consultati nei nostri archivi
16
.
Desideriamo ringraziare per la disponibilità e per la pazienza dimostrata il personale
dell’Archivio di Stato di Milano e della Biblioteca Civica Angelo Mai di Bergamo. Un
ringraziamento particolare a Renato Garatti, per le fondamentali indicazioni fornite
all’inizio della ricerca e per i fruttuosi dialoghi sulla storia del nostro territorio.
15
BONELLI GIUSEPPE, L’archivio Silvestri in Calcio: notizia e inventario-regesto, cit., vol. II, pag. IV.
16
Ringraziamo Angela Bellardi, direttrice dell’Archivio di Stato di Cremona, per questa informazione.
11
Capitolo 1.
“Tre para dè buoi, un cavallo e tre persone almeno”: la genesi dei privilegi dei
Secco
I primi documenti che testimoniano la presenza di insediamenti consistenti nella Calciana
sono collocabili nel X-XI secolo
17
; la pieve di Calcio risale al 998, e ancora nel XIII secolo
dipendevano da essa diverse chiese della zona (almeno Antegnate, Urago, Barbata,
Fontanella e Pumenengo). Per circa un secolo questi luoghi dovettero sottostare alla
potestà dei monasteri di Santa Giulia di Brescia e, poi, di quello cremonese di San Lorenzo,
mentre nel 1202 lo stesso Vescovo di Cremona infeudò in questi territori la famiglia
Sommi, che si ritrovò a controllare anche la pieve
18
.
Le guerre del Duecento portarono in varie occasioni gli eserciti, e quindi saccheggi e
distruzioni, nella bassa bergamasca
19
: nel 1237 la decisiva battaglia di Cortenuova
20
si svolse
a pochi chilometri dalla Calciana, Ezzelino da Romano, capo della fazione ghibellina dopo
la caduta degli Svevi, morì prigioniero a Soncino, dopo la battaglia di Cassano d’Adda
(1259), mentre Cremona, città di provata fede imperiale nel cuore del XIII secolo, fu più
volte terreno di scontro aperto. Durante il XIV secolo, il territorio della Calciana fu
conteso fra le comunità di Soncino e Cremona: nel 1306 risultava inglobato nel contado
soncinasco, nel 1339 passò ai cremonesi, per pochi anni fu di nuovo sottomesso da
Soncino, per poi tornare alle dipendenze del capoluogo già nel 1343. In gioco vi erano
semplicemente alcuni diritti di pascolo, che furono infine riconfermati alla comunità di
Soncino, pur appartenendo la Calciana a Cremona e al suo vescovado
21
.
Gli abitanti della zona versavano in condizioni di estrema povertà e molti preferirono
emigrare: il monastero di San Lorenzo, formalmente ancora proprietario della zona,
giudicando non più redditizio il possesso della Calciana e di altre località limitrofe, li
permutò con terreni in Oltedo, Polisseno e San Vito
22
: Calcio passò così nelle mani della
17
Per le informazioni sui primi documenti relativi alla Calciana cfr. CAPRONI RICCARDO, PAGANI
ROBERTO, Calcio e la Signoria della Calciana (sec. XIV-XVIII), con notizie sull’origine del borgo e sul suo sviluppo nel
corso del XIX secolo, cit., pagg. 16-24.
18
ANDENNA GIANCARLO (a cura di), Storia di Cremona. Dall’alto medioevo all’età comunale, Bolis, Azzano San
Paolo, 2004, pag. 154.
19
Galantino racconta che per ben quattro volte fra 1200 e 1228 milanesi e bresciani, nel tentativo di
impadronirsi di Soncino, devastarono le campagne circostanti. Cfr. GALANTINO FRANCESCO, Storia di
Soncino: con documenti, cit., pagg. 41-51.
20
Una breve e specifica disamina, stesa per il 750° anniversario della battaglia, in CAPRONI RICCARDO,
La battaglia di Cortenova, 27 novembre 1237, Cassa rurale ed artigiana di Covo, Covo, 1987.
21
MUONI DAMIANO, Cenni storici di Romano di Lombardia e dintorni, cit., pag. 99, nota 1.
22
BCMAI, Silvestri, sc. 14, doc. 1082.
12
famiglia milanese degli Aliprandi
23
. Nel 1366 la comunità in questione passò da Gabriolo
Aliprandi a Regina della Scala, designata sposa dal 1345 a Bernabò Visconti, uno degli eredi
del principato milanese, anche se il matrimonio fu celebrato effettivamente solo nel 1350.
Beatrice della Scala, questo il suo vero nome, godeva già di possedimenti lungo le sponde
dell’Oglio: sia i Della Scala che i Visconti avevano messo in atto un’operazione volta
all’acquisizione diretta di territori, per rafforzare la base fiscale delle rispettive famiglie e per
avere un nucleo di fondi con cui rafforzare i rispettivi regimi signorili
24
. L’unione
matrimoniale tra le due casate fu dettata anche da motivi di pacificazione, date le guerre che
le videro contrapposte nel XIV secolo, che si conclusero solo nel 1387, con l’assorbimento
di Verona da parte dei Visconti: le nozze fra Bernabò e Beatrice erano un tassello di questa
strategia, dato che l’acquisto di feudi lungo l’Oglio avrebbe potuto portare a pericolosi
conflitti. Regina svolse, assieme ai figli del Visconti, ruoli di rappresentanza all’interno dei
domini e forse fu un suo specifico compito quello di dedicarsi al governo, e al rilancio, di
territori economicamente depressi
25
.
Contrariamente a quel che si credeva, i fondi posseduti da Beatrice della Scala non
derivavano unicamente da donazioni del marito, ma erano per la maggior parte frutto di
personali acquisizioni della Signora
26
: in base alle sole fonti consultate è difficile dare una
cronologia precisa, ma sappiamo che fra il 1366 e il 1380 Regina doveva possedere beni a
Urago, Roccafranca, Calciana, Gallignano, Rudiano, Padernello, Quinzano e diritti
sull’Oglio a Cividate
27
. Quel che è certo, almeno dopo la sistemazione e valorizzazione
dell’Archivio Silvestri del Bonelli, è che nel 1366 Regina divenne, appunto, personalmente
proprietaria dei beni della Calciana. Si fece quindi rinnovare dal marito un nutrito corpus di
esenzioni per le terre che aveva appena acquistato: già Azzone Visconti infatti, nel 1337,
aveva concesso al monastero di San Lorenzo una serie di privilegi, dovuti probabilmente
23
BONELLI GIUSEPPE, A proposito dei beni di Beatrice della Scala nella Calciana, cit., pag. 132.
24
Cfr. ANDENNA GIANCARLO, CHITTOLINI GIORGIO (a cura di), Storia di Cremona. Il Trecento: Chiesa
e cultura (secoli VIII-XIV), Bolis, Azzano San Paolo, 2007, pagg. 346-347. Cfr. anche PIZZAGALLI
DANIELA, Bernabò Visconti, Rusconi, Milano, 1994, in particolare le pagg. 21-29 sulla realizzazione
dell’egemonia viscontea nel nord Italia.
25
ANDENNA GIANCARLO, CHITTOLINI GIORGIO (a cura di), Storia di Cremona. Il Trecento: Chiesa e
cultura (secoli VIII-XIV), cit., pag. 347.
26
Non è raro però trovare nelle fonti espressioni che antepongono al nome della Signora quello di Bernabò,
anche per quel che riguarda l’atto di vendita della Calciana: da qui deriva probabilmente la credenza che i
territori di Regina fossero, in realtà, una donazione proveniente dalle mani del Visconti.
27
ANDENNA GIANCARLO, CHITTOLINI GIORGIO (a cura di), Storia di Cremona. Il Trecento: Chiesa e
cultura (secoli VIII-XIV), cit., pag. 347. Nessuna delle fonti consultate smentisce questa affermazione.