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ricchezza culturale, e rappresenta il nuovo bene economico attorno al quale si
concentrano gli interessi produttivi primari.
In un contesto sociale siffatto, il Web assume un ruolo fondamentale, in quanto
rappresenta uno dei veicoli più adatti e convenienti per la divulgazione della cultura
e dell’informazione in generale, e pertanto rappresenta il mezzo per realizzare una
vera e propria globalizzazione dell’informazione.
Queste sono le considerazioni che hanno portato la comunità scientifica ad indagare
sul tema dell’accessibilità al Web, cioè l’insieme di caratteristiche che permettono al
numero più ampio di utenti di usufruire dei contenuti e dei servizi offerti dal Web,
indipendentemente dalla dotazione tecnologica più o meno ricca ed aggiornata, e
soprattutto da eventuali disabilità.
Nascono così le linee guida per l’accessibilità dei contenuti del W3C, WCAG, e
diversi stati promulgano norme in materia di accessibilità, riconoscendo il diritto per
tutti di accedere al Web. Queste norme e direttive assicurano l’accessibilità tecnica,
cioè il fatto che anche quanti utilizzano dispositivi obsoleti, connessioni lente o
tecnologie assistive per accedere al Web, siano in grado di fruire dei contenuti
offerti.
Intento lodevole, ma non basta.
Nella progettazione e costruzione di un sito Web, infatti, bisogna garantire sia
l’accessibilità tecnica, quindi la correttezza del codice, sia l’accessibilità “usabile”,
al fine di garantire all’utente un’esperienza d’uso che sia efficace, efficiente e
soddisfacente attraverso una struttura che favorisca la comprensione dei contenuti,
dell’architettura del sito e dell’organizzazione delle informazioni.
In questo lavoro di tesi, studieremo in particolare l’accessibilità e l’usabilità dei siti
Web per utenti non vedenti, analizzandone le modalità di interazione col Web, i
limiti delle attuali tecnologie assistive oggi disponibili, e in particolare gli screen
reader, e proporremo una tecnica che consenta dinamicamente di re-ingegnerizzare
7
una pagina Web in modo da migliorarne l’usabilità.
Il lavoro è stato così strutturato:
Nel Capitolo 1 verrà introdotto il tema dell’accessibilità al Web, cercando di mettere
in luce l’importanza e la necessità di garantire a tutti la possibilità di utilizzare una
tecnologia divenuta ormai indispensabile nell’attuale Società dell’Informazione.
Saranno quindi trattate le diverse problematiche che di fatto limitano la reale
fruizione dei contenuti del Web con particolare attenzione alle difficoltà di accesso
per gli utenti diversamente abili, e le varie tecnologie assistive da essi utilizzate.
Nel Capitolo 2 il tema dell’accessibilità sarà trattato da un punto di vista prettamente
normativo, illustrando le linee guida emanate dal W3C e l’attuale legge italiana al
riguardo. Si parlerà inoltre di valutazione dell’accessibilità, mettendo in evidenza i
pregi e i limiti delle attuali direttive in materia.
Nel Capitolo 3 ci soffermeremo sulla navigazione del Web per i non vedenti. Nella
prima parte del capitolo evidenzieremo quali sono le reali problematiche legate
all’interazione col Web tramite tecnologie assistive, in particolare gli screen reader,
e come sia necessario garantire un’accessibilità “usabile” del Web. Nella seconda
parte del capitolo saranno introdotte le applicazioni aurali, che si affidano
principalmente all’audio quale canale principale per trasmettere le informazioni, e
un diverso paradigma di interazione col Web noto col nome di WED, Web come
Dialogo.
Nel Capitolo 4 verrà proposta una tecnica di auralizzazione che, basandosi su regole
euristiche, consenta di riorganizzare i contenuti delle pagine Web lato client in modo
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dinamico, rendendole così più adatte ad essere lette da uno screen reader e
migliorandone quindi l’usabilità per gli utenti non vedenti.
Il Capitolo 5 è dedicato alla descrizione di un’estensione per il browser Mozilla
Firefox, il tool WPA, Auralizzatore di Pagine Web, realizzato a supporto della
tecnica descritta nel capitolo precedente.
Nel Capitolo 6 saranno illustrati i risultati della Sperimentazione del tool con
l’obiettivo di valutare la bontà del prodotto sviluppato e studiando in che modo una
pagina Web auralizzata possa consenta una migliore interazione e dei tempi minori
portare a termini generici task di navigazione.
Capitolo 1
Considerazioni generali
1.1 Dalla Società Industriale alla Società dell’Informazione
La trasformazione della Società Industriale in Società dell’Informazione è un
fenomeno piuttosto recente. Infatti, in passato, tutte le società umane avevano
fondato la propria sopravvivenza sull’agricoltura e sulla trasformazione di materia
ed energia in beni; in seguito, invece, le attività di “elaborazione” dei materiali sono
state relegate in secondo piano rispetto ai processi di elaborazione delle
informazioni.
Per meglio comprendere l’importanza di tale cambiamento bisogna analizzare i
concetti di Società Industriale e di Società dell’Informazione.
Con l’espressione Società Industriale si indica la società creatasi in seguito alla
Rivoluzione Industriale in cui molte delle relazioni (politiche, sociali, culturali, ecc.)
sono condizionate dal sistema di produzione industriale, caratterizzato dall'impiego
delle macchine per la produzione di beni su larga scala, a prescindere dal sistema
politico in auge.
Più specificamente, essa è caratterizzata da una prevalenza dell’industria sugli altri
comparti economici, agricoltura e terziario, da una forte e crescente urbanizzazione,
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da una continua innovazione tecnologica e dall’estensione del sistema di fabbrica a
tutti i rapporti produttivi.
La Società Industriale è la forma che ha assunto la società in seguito al trionfo del
capitalismo; essa ha comportato l’affermazione della borghesia sulla nobiltà e delle
città sulle campagne, la crescente diffusione di una classe media e soprattutto la
presenza di una numerosa classe operaia, formata dai lavoratori salariati dipendenti
dell'industria.
Nonostante nei singoli Paesi occidentali la sua durata copra un periodo storico
relativamente breve, circa due secoli in Gran Bretagna e un secolo scarso in
Giappone e in Italia, la Società Industriale ha arrecato nella vita quotidiana e nei
rapporti sociali e umani sconvolgimenti senza precedenti quali l’elevazione del
tenore di vita di grandi masse, l’allungamento della vita media, l’alfabetizzazione di
massa, la riduzione delle distanze geografiche, il grande sviluppo e la rapidità delle
comunicazioni. In ogni caso lo sviluppo di tali società ha provocato anche l'insorgere
di inediti e gravi problemi, quali il declino di istituzioni e norme sociali che avevano
regolato per secoli la vita delle collettività, ad esempio la famiglia, il massiccio
depredamento delle risorse, i danni pressoché irreversibili all'ambiente e
l'aggravamento dell'iniquità nei rapporti di scambio tra Paesi industriali e Paesi in
via di sviluppo.
A questa fase di espansione che ha determinato un forte interesse di artisti e letterati
per il mondo dell’industria, ha fatto seguito un decennio di crisi al termine del quale
la Società Industriale ha subito una nuova ed irreversibile trasformazione tanto da
spingere gli studiosi ad elaborare il concetto di Società dell’Informazione.
Con il termine Società dell’Informazione si indica appunto la società odierna,
caratterizzata da un’economia basata largamente sulla produzione di servizi,
specialmente quelli in cui si manipolano informazioni, e sul valore economico della
conoscenza come risorsa, fino al punto che le nuove tecnologie informatiche e
11
telecomunicative (Information and Communication Technology – ICT) assumono
un ruolo fondamentale nello sviluppo delle attività umane.
L’espressione Società dell’Informazione si è diffusa negli ultimi decenni appunto
per indicare l’evoluzione più recente della Società Industriale. Infatti, dagli anni ’60
si assiste in tutti i Paesi industrializzati ad un continuo espandersi delle attività di
servizio a discapito dell’industria e dell’agricoltura, andamento che è stato
comunemente definito come “terziarizzazione” dell’economia.
L’attuale società si caratterizza per il suo elevato dinamismo, attribuisce un ruolo di
centralità all'informazione stessa, considerandola la risorsa strategica che condiziona
l'efficienza dei sistemi, divenendo fattore di sviluppo economico, di crescita e di
ricchezza culturale, rappresentando il nuovo bene economico attorno al quale si
concentrano gli interessi produttivi primari. Il concetto di informazione tuttavia, non
deve essere inteso nei termini e nei modi tradizionali, infatti, bisogna tener conto
non solo della notizia pubblicata su quotidiani e periodici di qualsiasi tipo, ma di
tutta la conoscenza gestita tramite gli elaboratori elettronici al fine di comprendere
come essa sia divenuta un fattore decisivo della produttività al punto di condizionare
ogni attività dell'uomo contemporaneo.
All'interno degli organismi pubblici e privati (fabbriche, aziende, università, uffici,
enti di ogni tipo) la gestione dell'informazione e la sua trasmissione caratterizzano
ogni momento produttivo; non a caso, nella Società dell'Informazione è cambiato il
rapporto dell'uomo con i propri strumenti di lavoro: esso non è più diretto, ma
mediato tramite l'elaboratore elettronico ed è determinato da programmi, sistemi,
computer, supporti, memorie, mediante il medesimo codice e in base ai medesimi
principi logici.
In tal modo, si è passati da un modo diretto e analogico di gestire fatti, oggetti e
processi, ad un modo discontinuo e indiretto, mediato dalla logica digitale che
governa i nuovi strumenti. Nella Società Industriale, gli oggetti e gli strumenti del
12
lavoro venivano gestiti direttamente dalla mano e dall'occhio dell'uomo; nella
Società dell'Informazione sono gestiti mediante programmi, algoritmi, linguaggi.
Nella Società dell'Informazione le telecomunicazioni giocano sempre più un ruolo
fondamentale rimpicciolendo sempre di più la dimensione del mondo riducendolo a
villaggio.
Gli strumenti con cui il sapere viene divulgato (multimedialità, realtà virtuale, reti
telematiche, satelliti) modificano i processi di comunicazione del sapere ma anche i
modi con cui si acquisiscono le conoscenze.
Da ciò emerge con chiarezza la necessità di sviluppare le potenzialità delle diverse
tecnologie e in particolare gli strumenti per supportare prodotti che permettano di far
acquisire sapere in modo critico, per tale ragione, la ricerca in questo settore si rende
fondativa alla crescita di un corpo coerente di conoscenze teoriche ed operative che
stabiliscano l'integrazione tra le componenti ingegneristiche e le componenti
cognitive, culturali ed educative proprie delle tecnologie dell'informazione.
Il paradigma dell'apprendimento cambia: non è più informazione per la formazione,
ma apprendimento dentro, attraverso e nonostante i rumori dell'informazione.
Tuttavia l'onnipresenza e l'importanza del bagaglio informativo in tutte le sue forme
non si può tradurre in un fatto meramente tecnologico.
Paradossalmente ci troviamo nella stessa condizione in cui ci si trovava alle soglie
della Rivoluzione Industriale, che richiedeva al cittadino una nuova preparazione,
più completa e diversa da quella necessaria ad una società basata esclusivamente
sulla produzione agricola, in quanto oggi viviamo un rivolgimento assimilabile ai
suoi effetti al secolo scorso, anzi, gli eventi si susseguono più in fretta e le urgenze
sono maggiori. Non è possibile svolgere alcun lavoro, o anche semplicemente
partecipare alla nuova società in cui stiamo entrando, senza venir a contatto con il
trattamento automatico delle informazioni; infatti, sempre meno le professioni del
presente sono lo specchio di quelle future, ogni giorno nascono professioni nuove e i
13
mestieri di tipo tradizionale si arricchiscono di contenuti.
Questo radicale cambiamento comporta uno sforzo di formazione enorme, quale non
era mai stato affrontato dalle società precedenti e il problema si propone sia per la
formazione delle nuove generazioni sia per le persone già inserite in ambito
lavorativo, e per quelle che ne sono state estromesse e che devono essere
riqualificate.
In conclusione si può affermare, per le ragioni fin qui esposte, che il vero salto di
qualità tra l’epoca industriale e quella dell’informazione può essere individuato nella
capacità di quest’ultima di fornire le tecniche e gli strumenti (via ITC) necessarie per
sanare le continue crisi che essa stessa genera al suo interno.
1.2 L’importanza del Web come mezzo di diffusione
dell’informazione
La necessità di divulgare la cultura e l’informazione in generale, raggiungendo il
pubblico più vasto possibile, trova nel Web uno dei veicoli più adatti e convenienti,
e pertanto rappresenta il mezzo per realizzare una vera e propria globalizzazione
dell’informazione. La rete, infatti, offre una ricca serie di opportunità che riguardano
i diversi aspetti della vita quotidiana: dall’istruzione al sistema sanitario, dall’attività
lavorativa a quella di svago.
L’accesso a Internet e più in generale alle tecnologie dell’informazione, quindi,
rappresenta sempre più un’opportunità di conoscenza, istruzione e lavoro e, pertanto,
acquisisce una grande importanza nel modo di vivere, lavorare e apprendere di
ognuno.
Non a caso Internet è considerato il motore della Società dell’Informazione, la nuova
“macchina a vapore” in grado di cambiare la società.
La filosofia che sta dietro ad Internet, infatti, mette in luce tre elementi che sono alla
14
base dell’attuale società: il valore intrinseco dell’informazione, l’importanza della
sua velocità di trasferimento, e il significato che essa può assumere dopo
un’opportuna elaborazione.
L’informazione, infatti, è ormai per tutti strumentale nell’attività di ogni giorno e si
può dire che ha un valore intrinseco che aumenta in maniera direttamente
proporzionale al fatto di disporne in quantità, di verificarne la correttezza e di
valutarne l’obiettività.
La facilità di individuazione e di raccolta dell’informazione, e la velocità di
trasferimento della stessa, inoltre, accentuano notevolmente questo valore. Infine
l’elaborazione, rendendo l’informazione fruibile in configurazioni diverse, aggiunge
ad essa altro valore.
Internet consente la gestione di tutti questi aspetti con flessibilità, precisione e
velocità, motivo per il quale si è ritagliato, nell’ambito della Società
dell’Informazione, un ruolo insostituibile, apportando un contributo notevole alla
trasformazione in atto a tutti i livelli.
Inoltre, la natura stessa della rete, quale Agorà della società civile, pone i
presupposti affinché essa diventi un potente strumento per la tutela delle diversità
culturali, sociali e geografiche, ma per fare ciò sono indispensabili politiche di
educazione ai media che permettano una cittadinanza attiva nella Società
dell’Informazione.
1.3 Progettazione universale e accessibilità
Uno dei principali obiettivi dei pionieri del Web, sin dalla sua nascita, è stato quello
di garantire a tutti gli individui la possibilità di accedere alle informazioni in rete, in
modo da realizzare una vera e propria condivisione dell’informazione.
E’ nel 1989 infatti, che Tim Berners-Lee, direttore del W3C (World Wide Web
15
Consortium), ha affermato:
“The power of the Web is in its universality. Access by everyone regardless of
disability is an essential aspect.”
La forza del Web sta nella sua universalità. L’accesso da parte di chiunque,
nonostante la disabilità, è un aspetto essenziale.
Il principio ispiratore di tale affermazione è quello della progettazione universale,
design for all, un concetto che trova la sua origine nell’architettura e nel design di
prodotti, dove le scelte progettuali intraprese devono essere orientate a soddisfare un
numero di utenti quanto più grande possibile.
I progettisti che applicano i principi della progettazione universale creano edifici e
prodotti concepiti sin dall’origine per essere usati da tutti gli individui, compresi
quelli con disabilità. La pianificazione a priori delle necessità dei diversi utenti evita
di effettuare interventi a posteriori sulle strutture esistenti per abbattere le barriere
che sono di ostacolo alla fruizione da parte di qualche sotto insieme della
popolazione, una pratica costosa che generalmente dà luogo a soluzioni inadeguate
ed esteticamente disastrose.
I principi della progettazione universale
1
sono molto generali, ma si concretizzano in
specifiche applicazioni nei vari campi dell’attività umana, come nell’HCI (Human-
Computer Interaction), ossia nello sviluppo delle interfacce uomo macchina. A tale
1
I sette principi della progettazione universale:
ξ Principio primo: equità d’uso
ξ Principio secondo: flessibilità di uso
ξ Principio terzo: uso semplice ed intuitivo. L’uso del progetto sia facile da capire,
indipendentemente dall'esperienza dell'utente, conoscenza, perizia di linguaggio, o capacità di
concentrazione.
ξ Principio quarto: informazione accessibile.
ξ Principio quinto: tolleranza agli errori.
ξ Principio sesto: sforzo fisico minimo.
ξ Principio settimo: dimensione e spazio per l’uso adatto a qualsiasi utente, senza limiti per la
capacità di movimento, la postura e la dimensione del corpo.
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settore appartengono anche le problematiche di accesso ad Internet, ai documenti
ipertestuali e multimediali, e alle interfacce utente dei programmi di navigazione.
L’accessibilità nasce proprio dal concetto di progettazione universale, e realizzare
applicazioni accessibili significa disegnare il Web in modo tale che persone con
disabilità possano percepire, capire, navigare e interagire con esso in modo concreto,
come anche creare e contribuire alla realizzazione di contenuti da condividere su
Web.
Peraltro una reale accessibilità dovrebbe anche essere la capacità di un sito web di
essere acceduto efficacemente, alla sua interfaccia e al suo contenuto, da utenti
diversi in differenti contesti e che dispongono di strumenti hardware e software
limitati o obsoleti.
Basta però un rapido sguardo alla Rete per rendersi conto che, di fatto, il Web non è
universale o, meglio, non è universalmente accessibile, e di quanto poco interesse e
attenzione vi siano nei confronti di tali problematiche.
Molto spesso infatti, per superficialità o ignoranza, non ci si sofferma più di tanto a
considerare che ad un numero troppo grande di persone è precluso l’accesso ad
Internet e che l’accessibilità al Web risulta essere di fatto fortemente limitata da
diversi fattori, siano essi sociali, culturali o infrastrutturali.
Al fine di garantire una reale universalità d’accesso al Web, è necessario individuare
le categorie di soggetti che maggiormente sembrano essere destinati a rimanere
esclusi dal processo di informatizzazione e che invece potrebbero trarre dall’uso di
Internet una concreta possibilità di emancipazione e socializzazione.
Proprio questo è il motivo che ha spinto la comunità scientifica ad indagare sul tema
dell’accessibilità al Web, ricercando soluzioni che rendessero possibile la fruibilità
dei contenuti Web da parte delle più svariate utenze, e in particolare degli utenti
disabili. Il Web infatti, permetterebbe loro di attivare esperienze di scambio
interpersonale finalizzate al superamento degli ostacoli e delle barriere poste dalla
17
disabilità, e le tecnologie informatiche per la comunicazione rivestono un ruolo
chiave per migliorare la riabilitazione e l’integrazione scolastica, lavorativa e sociale
delle persone portatrici di handicap fisici o psichici, rappresentando validi strumenti
per l’autonomia personale del disabile.
1.4 Accessibilità del web
Il punto di partenza per comprendere cosa sia l’accessibilità, è il glossario delle
WCAG 1.0 (Web Content Accessibility Guidelines) nel quale viene fornita la
seguente definizione di contenuto accessibile [9] :
“Content is accessible when it may be used by someone whit disability”
Un contenuto è accessibile quando può essere usato da qualcuno con una disabilità.
Rendere accessibile un sito significa dunque rendere i contenuti disponibili alla più
vasta tipologia di persone e dispositivi, il che comporta l’adozione di una serie di
misure e accorgimenti in modo tale che quanti sono costretti ad utilizzare software o
hardware particolari non siano penalizzati nell’uso della Rete.
Come lo stesso Berners-Lee afferma, infatti, “il web deve consentire un accesso
paritario a chi si trova in una situazione economica e politica differente, a chi ha
handicap fisici o cognitivi, a chi appartiene ad una cultura diversa e a chi usa
lingue diverse con caratteri che si leggono in diverse direzioni sulla pagina.” [6]
Non solo disabilità, quindi, ma l’accessibilità va estesa, comprendendo tutti quei
soggetti che per particolari condizioni, come situazioni di affaticamento della vista o
di altri sensi, lavoro in ambienti rumorosi, navigazione del Web da cellulare, banda
limitata, impossibilità di controllare il mouse o il poter usare solo la tastiera, disporre
solo di particolari dispositivi di input, rischiano in qualche modo di essere esclusi
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dalla fruibilità delle informazioni in Rete anche in assenza di particolari limitazioni
dovute a disabilità.
Il fine ultimo dell’accessibilità è, quindi, garantire un accesso universale alle risorse
del web, cioè “rendere il Web accessibile a tutti promuovendo tecnologie che
tengano conto delle grandissime differenze in cultura, linguaggio, formazione,
abilità, risorse materiali, apparecchiature di accesso e limitazioni fisiche degli
utenti in tutti i continenti”[12] .
Scopo nobile e di assoluta importanza, innanzitutto sociale, ma anche tecnologica e
economica, in quanto l’elevato numero di portatori d’handicap costituisce
un’importante fetta di mercato.
Bisogna precisare che la progettazione orientata all’accessibilità non è un fatto
puramente meccanico e limitato alla correttezza del codice di impaginazione, è un
qualcosa di sostanzialmente differente dall’applicazione di semplici indicazioni,
concetti e linee guida finalizzate a garantire un sufficiente livello di conformità a
determinati standard; piuttosto bisogna garantire la coerenza nel linguaggio e nella
grafica, in modo tale che un’immagine o una parola identifichino sempre la stessa
informazione, e la coerenza degli effetti, cioè ad ogni azione corrisponde sempre lo
stesso effetto, condizione molto importante da garantire quando l’utente si trova in
condizioni particolari.
Progettare per l’accessibilità richiede inoltre una grande conoscenza delle disabilità,
degli individui, e delle tipologie di problematiche che questi possono incontrare
nella fruizione degli strumenti che il Web mette a disposizione: è fondamentale che
il progettista abbia una forte esperienza in materia e che guidi in maniera appropriata
la composizione dei documenti per garantire la fruizione degli stessi a tutti gli
individui, a prescindere dalle loro disabilità.
Al fine di realizzare una vera democrazia dell’informazione è necessario che
l’importanza e la cura dell’accessibilità siano l’una compresa e l’altra attuata dagli
19
sviluppatori ed editori dei contenuti per il web. E’ fondamentale per essi capire che
la cura dell’accessibilità non è, né deve essere vista, come un onere aggiuntivo
dettato da scrupoli morali o obblighi di legge, ma piuttosto come un’opportunità per
rendere i contenuti del proprio sito fruibili dal maggior numero di persone.
1.5 Handicap e disabilità
Per comprendere a pieno l’importanza dell’accessibilità, consideriamo due concetti
che spesso nel linguaggio comune sono considerati come sinonimi: disabilità e
handicap.
Secondo le definizioni dell’OMS
2
[13] , la disabilità è l’incapacità di svolgere le
normali attività della vita quotidiana a seguito di una menomazione, ossia un danno
biologico che una persona riporta a seguito di una malattia o un incidente.
L’handicap invece, è una condizione di svantaggio che consegue ad una
menomazione o disabilità. Tale condizione limita il ruolo sociale ‘normale’ in
relazione all’età, il sesso e a fattori socio-culturali.
E’ chiaro quindi che la condizione di handicap è contingente e soggettiva, legata alle
aspettative di vita e alle esigenze del disabile.
Il concetto fondamentale che si vuole trasmettere, è che la disabilità può essere
accentuata o, al contrario, non influire in alcun modo nella vita di una persona, a
seconda di quella che è l’attività svolta.
Questo ci riporta all’accessibilità: il mondo dell’informazione è in grado di
consentire a tutti indistintamente di accedere alle sue potenzialità comunicative e
operative al fine di una maggiore integrazione sociale. A seconda delle necessità
individuali, però, ci si dovrà rivolgere a specifiche tecnologie assistive in grado di
2
“International Classification of Impairments, Disabilities and Handicaps”