2   
il controllo del management. Sin dalla sua introduzione all’inizio del 1996, il concetto di 
“Balanced Scorecard” è stato diffusamente adottato come nuovo approccio al controllo del 
management e alla gestione delle performance, sia nei contesti aziendali che in quelli 
istituzionali. Una buona Balanced Scorecard infatti, è una metodologia utilizzata per 
descrivere le attività di un’organizzazione attraverso una precisa logica strategica: le 
relazioni causa-effetto tra obiettivi operativi a breve termine e obiettivi strategici a lungo 
termine. 
Le Balanced Scorecard, se confrontate con altri metodi per descrivere cosa 
un’organizzazione fa o dovrebbe fare, hanno due tratti distintivi: 
 
• il primo è la loro struttura pressoché semplicistica, dove un numero limitato di 
misure viene utilizzato per ognuna delle quattro prospettive di un’attività: le 
performance finanziarie, l’interfaccia clienti, i processi interni e l’apprendimento e 
la crescita; 
• il secondo è il sostenere con insistenza che le prospettive e le misure dovrebbero 
essere “collegate”. Le connessioni nella scheda di valutazione bilanciata 
mostreranno la logica aziendale, e in questo modo, la strategia dell’impresa sarà 
tradotta, in termini significativi, nelle azioni da svolgere quotidianamente da parte 
dei manager nelle loro attività. 
 
L’obiettivo della tesi, sulla base di quanto esposto in questa breve introduzione, è quello di 
dimostrare e proporre la Balanced Scorecard come soluzione innovativa per superare i 
limiti degli indicatori economico-finanziari nella misurazione del successo futuro delle 
imprese. 
 
  
3   
La tesi è cosi suddivisa in 4 capitoli. 
Il primo capitolo descriverà soprattutto quella che era la situazione prima della comparsa 
della Balanced Scorecard, analizzando il passaggio dall’era industriale all’era 
dell’informazione, descrivendo le misure economico-finanziarie utilizzate e le carenze dei 
tradizionali indicatori nel misurare una realtà divenuta troppo complessa. 
 
Il secondo capitolo, invece, introdurrà la Balanced Scorecard con le sue famose quattro 
prospettive, evidenziando i suoi punti di forza e il contributo delle Strategy Maps nelle 
misurazioni della scheda. 
 
Il terzo capitolo, molto importante, sarà dedicato a spiegare perché la Balanced Scorecard è 
una soluzione innovativa che permette di superare i limiti dei tradizionali indicatori 
economico-finanziari. In questa parte della tesi, presenterò un’accurata analisi degli 
intangible asset, evidenziando innanzitutto, la loro crescente importanza nell’era 
dell’informazione e di conseguenza la necessità delle imprese di dotarsi di strumenti di 
misurazione validi, e secondariamente, illustrando i principali metodi disponibili nella 
misurazione degli intangible. Nella parte finale del capitolo, verrà invece presentato 
l’approccio seguito dalla Balanced Scorecard nella misurazione degli intangible, mostrando 
quelli che sono i suoi principali fattori distintivi rispetto agli altri sistemi. 
 
Infine, l’ultimo capitolo sarà dedicato alla presentazione di una ricerca che ho effettuato sul 
territorio nazionale, per valutare sia la diffusione della Balanced Scorecard nel nostro paese 
attraverso anche l’esperienza di alcune imprese, e sia esprimere le opportune considerazioni 
e riflessioni sulla base dei risultati ottenuti. 
 
 Gli indicatori economico-finanziari nel sistema di valutazione delle imprese 
4   
CAPITOLO 1 
 
 
GLI INDICATORI ECONOMICO-FINANZIARI NEL 
SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE IMPRESE 
 
 
 
1.1 Dall’era industriale all’era dell’informazione 
 
Nell’ultimo secolo gli strumenti di controllo manageriale hanno assunto un’importanza 
sempre maggiore per lo sviluppo futuro dell’impresa. Questo scenario è stato causato in 
modo particolare dai profondi cambiamenti a livello ambientale e dalle innovazioni dei 
sistemi informativi aziendali, che hanno modificato la struttura dei metodi di controllo 
gestionali e strategici.  
Cambiamenti come la globalizzazione dei mercati, il dinamismo, l’intensità competitiva, lo 
sviluppo tecnologico, hanno imposto una ridefinizione di quelle che erano le logiche 
tradizionali del controllo strategico e gestionale. Questo perché nella globalizzazione una 
concezione statica e delimitata dello spazio di competizione, risulta pertanto superata e 
assolutamente inefficace a conseguire i fattori critici di successo necessari alle imprese per 
essere competitive, poiché limitati contesti geografici devono essere coordinati in un più 
vasto sistema di operatività e di redditività d’impresa. I manager e gli imprenditori hanno 
bisogno di un insieme integrato e multi-dimensionale di parametri per lo sviluppo 
 Gli indicatori economico-finanziari nel sistema di valutazione delle imprese 
5   
strategico e per poter governare l’impresa in un contesto di continuo mutamento e 
discontinuità
1
. 
 
Queste premesse iniziali, ci fanno capire come vi è stato un profondo mutamento del 
concetto di valore d’impresa in seguito ai cambiamenti a livello ambientale, che si dimostra 
in modo più accentuato andando ad individuare due grandi periodi ognuno dei quali 
descrive perfettamente come l’approccio per la valutazione del successo delle imprese è 
mutato: l’era industriale e l’era dell’informazione
2
. 
Nell’era industriale, vale a dire dal 1850 al 1975 circa, il successo delle società dipendeva 
dalla loro capacità di trarre il massimo profitto possibile da economie di scala e di raggio 
d’azione
3
. La tecnologia aveva il suo peso, ma in ultima analisi il successo arrideva alle 
società che si rivelavano capaci di innestare la nuova tecnologia su beni reali, offrendo cosi 
un’efficiente produzione di massa di prodotti standard. Durante l’era industriale, società 
come la General Motors, la DuPont e la General Eletric hanno elaborato sistemi di 
controllo economico-finanziari per facilitare e monitorare sistemi efficienti di ripartizione 
del capitale finanziario e materiale
4
. Una misura economico-finanziaria sommaria come il 
ritorno sul capitale investito definito in inglese come ROCE
5
, poteva al tempo stesso 
orientare il capitale interno di un’impresa verso l’uso più produttivo e controllare 
l’efficienza con la quale le divisioni operative utilizzavano il capitale finanziario e fisico 
per creare valore a beneficio degli azionisti. 
                                                 
1
 G., Brunetti, Il controllo di gestione in condizioni ambientali perturbate, F. Angeli, Milano 1987, pag. 179-
180.  
2
 R. S. Kaplan e D. P. Norton, The Balanced scorecard: translating strategy into action, Harvard Business 
School, Boston 1996, pag. 2. 
3
 A. D. Chandler, Scale and Scope: The Dynamics of Industrial Capitalism, Harvard University Press, 
Cambridge (Massachussets) 1990, (traduzione italiana, Dimensione e diversificazione: le dinamiche del 
capitalismo industriale, Il mulino, Bologna 1994). 
4
 A. D. Chandler, The visible Hand: The Managerial Revolution in American Business, Harvard University 
Press, Cambridge (Massachussets) 1977, (traduzione italiana La Mano invisibile: La rivoluzione manageriale 
nell’economia Americana, F. Angeli, Milano 1993). 
5
 ROCE: return on capital employed. 
 Gli indicatori economico-finanziari nel sistema di valutazione delle imprese 
6   
Tuttavia l’avvento dell’era dell’informazione negli ultimi decenni del XX secolo, ha reso 
obsoleti molti dei presupposti essenziali dell’era della concorrenza dell’età industriale. Le 
imprese infatti non potevano più ottenere un consistente vantaggio competitivo con la 
semplice adozione della nuova tecnologia nell’ambito dei beni reali e in una valida gestione 
dell’attivo e del passivo finanziario. La realtà era troppo complessa per i sistemi di 
controllo strategico in vigore, che non erano assolutamente in grado di misurare 
adeguatamente le performance aziendali. 
L’impatto dell’era dell’informazione è ancora più rivoluzionario per le imprese di servizi 
piuttosto che per le industrie manifatturiere. Molte società di servizi, in particolare quelle 
attive nel settore dei trasporti, delle infrastrutture, delle comunicazioni, della finanza e della 
sanità, operavano da decenni in comodi ambienti non competitivi. Godevano di una libertà 
limitata per quanto riguarda l’ingresso nei nuovi settori e per la determinazione dei prezzi 
dei loro prodotti; in compenso però, i regolatori introdotti dal governo proteggevano queste 
società da concorrenti potenzialmente più efficienti o innovativi e fissavano i prezzi a un 
livello che forniva adeguati ritorni sul capitale investito e in relazione ai costi. E’ chiaro che 
negli ultimi due decenni si è assistito a massicce iniziative intese a liberalizzare e 
privatizzare le società di servizi in tutto il mondo, dal momento che la tecnologia 
dell’informazione ha creato i presupposti per una gestione privata e non più pubblica di tali 
strutture. 
L’ambiente dell’era dell’informazione richiede nuove capacità competitive tanto alle 
imprese manifatturiere quanto a quelle di servizi, allo scopo di ottenere il successo. La 
capacità di un’impresa di mobilitare e sfruttare i suoi beni materiali o immateriali è 
diventata di gran lunga più essenziale rispetto all’investimento e alla gestione di beni reali e 
tangibili. Nella nuova impresa le decisioni sono decentrate, vi è una concentrazione sui 
processi chiave ed una elevata flessibilità organizzativa e gestionale a causa della continua 
e costante innovazione, la quale permette all’impresa di sostenere e sviluppare nuovi 
vantaggi competitivi su varie attività della catena del valore.  
 Gli indicatori economico-finanziari nel sistema di valutazione delle imprese 
7   
IL NUOVO AMBIENTE OPERATIVO 
 
Le organizzazioni attive nell’era dell’informazione sono fondate su una nuova serie di 
presupposti operativi
6
.  
 
Funzioni incrociate. Le organizzazioni attive nell’era industriate si assicuravano un 
vantaggio sulla concorrenza specializzando le qualità funzionali nei settori della 
produzione, dell’acquisto, della distribuzione, del marketing e della tecnologia. Questa 
specializzazione fruttava notevoli profitti, ma col tempo, la massimizzazione della 
specializzazione funzionale è sfociata in grossolane disfunzioni sul piano dell’efficienza, 
azioni di rimpallo sui vari settori e processi a reazione lenta. Invece l’organizzazione 
nell’era dell’informazione opera con processi di business integrato, che procedono in 
direzione trasversale alle tradizionali funzioni del business
7
 combinando cosi i benefici 
della specializzazione derivanti dalla competenza funzionale con la rapidità, l’efficienza e 
la qualità dei processi di business integrato. 
 
Rapporti con clienti e fornitori. Le imprese dell’era industriale lavoravano con clienti e 
fornitori attraverso transazioni dirette di tipo frontale. La tecnologia dell’informazione 
consente invece all’impresa odierna di integrare forniture, produzione e consegna in modo 
tale che le operazioni possano scattare non appena arrivi l’ordine del cliente, e non in base a 
piani di produzione che spostano automaticamente prodotti e servizi lungo la catena del 
valore. Un sistema integrato, dall’ordine del cliente a monte fino ai fornitori di materia 
prima, consente a tutte le unità dell’organizzazione comprese nella catena del valore di 
realizzare miglioramenti enormi sul piano del costo, della qualità e dei tempi di risposta. 
                                                 
6
 R. S. Kaplan e D. P. Norton, The Balanced scorecard: translating strategy into action, op. cit., pag. 4. 
7
 J. Champy e M. Hammer, Reengineering the Corporation: A Manifesto for Business Revolution, Harper 
Business, New York 1993 (traduzione italiana Ripensare l’azienda: Un manifesto per la rivoluzione 
manageriale, Sperling & Kupfer, Milano 1994). 
 Gli indicatori economico-finanziari nel sistema di valutazione delle imprese 
8   
Segmentazione della clientela. Le imprese dell’era industriale prosperavano offrendo 
prodotti e servizi a basso costo, ma standardizzati: basta ricordare il celebre detto di Henry 
Ford: “i clienti possono avere qualunque colore vogliano, purché sia il nero”. Viceversa i 
clienti, una volta soddisfatte le necessità essenziali in fatto di abbigliamento, alloggio, cibo 
e trasporti, richiedono soluzioni individuali per le loro esigenze. Le imprese dell’era 
dell’informazione devono imparare a offrire prodotti e servizi personalizzati a vari 
segmenti della clientela, minimizzando il più possibile i costi per le operazioni ad alta 
differenziazione e a basso volume
8
. 
 
Scelta globale. I confini nazionali non rappresentano più una barriera per la concorrenza da 
parte di imprese straniere più efficienti e reattive, e le imprese dell’era dell’informazione si 
trovano in competizione con le migliori imprese del mondo. I grandi investimenti necessari 
per prodotti e servizi nuovi, possono richiedere clienti in tutto il mondo per offrire una 
redditività adeguata e ammortizzare i costi impiegati. Le imprese dell’era dell’informazione 
devono combinare l’efficienza e la messa a punto competitiva delle operazioni globali, con 
la sensibilità del marketing che si applica ai clienti locali. 
 
Innovazione I cicli di vita dei prodotti si riducono di continuo. Il vantaggio ottenuto sulla 
concorrenza in una fase della vita di un prodotto, non costituisce una garanzia di leadership 
del prodotto nell’ambito della prossima fase tecnologica
9
. Le imprese che si trovano in 
concorrenza con industrie in via di rapida innovazione tecnologica devono essere in grado 
di anticipare le future esigenze della clientela, di progettare offerte di prodotti e servizi 
radicalmente nuovi e di convertire rapidamente le nuove tecnologie di produzione in 
processi operativi e di consegna di servizi estremamente efficienti. Anche per le imprese 
                                                 
8
 R. Cooper e R. S. Kaplan, Measure Costs Rights: Make the Right Decisions, Harvard Business Review, 
Boston 1988, pag. 96-103. 
9
 J.L. Bower e C.M. Christensen, Disruptive Technologies: Catching the Wave, Harvard Business Review, 
Boston 1995, pag. 43-53. 
 Gli indicatori economico-finanziari nel sistema di valutazione delle imprese 
9   
attive in settori che hanno un ciclo di vita relativamente lungo, il continuo miglioramento 
nei processi e nelle capacità produttive è essenziale per conseguire successi a lungo 
termine. 
 
Lavoratori della concorrenza. Le imprese dell’era industriale dividevano nettamente il 
personale in due gruppi. L’élite intellettuale composto dai manager e tecnici, utilizzava le 
proprie capacità intellettuali per progettare prodotti e processi, selezionare e gestire la 
clientela e sovrintendere alle attività giorno per giorno, mentre il secondo gruppo era 
composto da coloro che producevano effettivamente i prodotti e consegnavano i servizi. 
Questa forza lavoro diretta era un fattore fondamentale della produzione nelle realtà 
dell’era industriale, ma si sfruttava soltanto le loro capacità fisiche, tralasciando quelle 
intellettuali. Coloro che ne facevano parte svolgevano compiti e processi sotto la diretta 
supervisione dei manager e dei tecnici. Alla fine del XX secolo l’automazione e lo sviluppo 
tecnologico, hanno ridotto la percentuale dei componenti del personale che svolgono 
tipicamente funzioni di lavoro tradizionali, mentre le esigenze della concorrenza hanno 
accentuato il numero delle persone che svolgono funzioni intellettuali: progettazione 
tecnica, amministrazione, marketing, management. Anche i singoli individui ancora 
impegnati nella progettazione e nella consegna, sono ora apprezzati per i suggerimenti che 
essi possono fornire sul modo di migliorare la qualità, ridurre i costi e diminuire i tempi di 
ciclo. Come ha dichiarato il direttore di uno stabilimento Ford per la produzione di motori 
recentemente rinnovato: “le macchine sono progettare per funzionare in modo automatico. 
Il compito dell’uomo è pensare, per risolvere i problemi e garantire la qualità, non per 
controllare i pezzi che passano sul nastro. Qui le persone vengono considerate come 
individui capaci di risolvere i problemi, non come costi variabili”
10
. 
Oggi tutti i dipendenti devono contribuire alla creazione del valore d’impresa con quello 
che sanno e con le informazioni che possono fornire. Investire nel personale, gestirlo e 
                                                 
10
 R. S. Kaplan e A. Sweeney, Romeo Engine Plant, Harvard Business School, Boston 1994. 
 Gli indicatori economico-finanziari nel sistema di valutazione delle imprese 
10   
valorizzarne le conoscenze è diventato essenziale per il successo delle imprese nell’era 
dell’informazione, mentre nell’era industriale questa componente era quasi del tutto 
assente. 
Questo nuovo scenario caratterizzato da tutti questi aspetti principali che ho appena 
descritto, ha spinto le imprese a dotarsi di una vasta gamma di iniziative per il 
miglioramento e per affrontare con successo la futura concorrenza nei mercati globali. 
Riporto qui di seguito alcune delle strategie più innovative e maggiormente utilizzate dalla 
imprese
11
: 
 
 management della qualità totale; 
 sistemi di produzione e distribuzione just-in-time; 
 concorrenza su base tempo; 
 produzione snella/impresa snella; 
 creazione di organizzazioni focalizzate sulla clientela; 
 gestione dei costi in base alle attività; 
 decentramento del potere ai dipendenti; 
 reingegnerizzazione dei processi. 
 
Ognuno di questi programmi di miglioramento ha al suo attivo resoconti di successi 
accertati e viene introdotto nella struttura aziendale, sia per permettere alle imprese di 
essere più efficaci nell’affrontare i problemi e sia per superare le minacce del nuovo 
scenario competitivo tipico dell’era dell’informazione. Lo scopo di ognuno di questi 
programmi sopra citati, è quello di garantire performance eccezionali e di portare a massimi 
livelli la creazione di valore per molte, se non tutte, le componenti di una società: azionisti, 
clienti, fornitori e dipendenti. Questi progetti nella performance richiedono grandi 
cambiamenti, e ciò comporta cambiamenti nei sistemi di misura e di management usati da 
                                                 
11
 R. S. Kaplan e D. P. Norton, The Balanced scorecard: translating strategy into action, op. cit., pag. 6. 
 Gli indicatori economico-finanziari nel sistema di valutazione delle imprese 
11   
un’organizzazione. Il passaggio a un futuro più competitivo, tecnologico e commisurato 
alle capacità non si può compiere semplicemente grazie al monitoraggio e al controllo delle 
misure economico-finanziarie delle performance passate, ma necessita di soluzioni più 
complesse ed articolate nel prendere in considerazione gli interessi dei vari stakeholders
12
. 
 
 
1.2 Perché e come misurare il valore delle imprese 
 
L’interesse non tanto per la misurazione del reddito ma piuttosto per la misurazione del 
valore dell’impresa, è iniziato a nascere nel corso degli anni Ottanta con l’affermarsi 
dell’era dell’informazione. Nel corso degli anni successivi, questo tema è diventato di 
grande attualità e di peso crescente non solo ai fini delle operazioni di finanza, ma anche 
come orientamento nella gestione strategica delle imprese. 
Uno dei principali fattori che spiega perché la misurazione del valore delle imprese è 
divenuta cosi importante, deriva dalle critiche che si sono concentrate sulla inadeguatezza 
del principio della massimizzazione del reddito come metodo per la valutazione futura delle 
aziende. Il reddito è infatti una tipica grandezza di periodo che scaturisce, oltre che dalle 
rilevazioni sistematiche della contabilità, anche dalle imputazioni di alcune grandezze che 
esplicano i loro effetti nel tempo sull’arco di più esercizi. Queste imputazioni e queste 
stime sono difficili da determinare, perfino per coloro che hanno un’elevata conoscenza 
della vita aziendale. Inoltre una critica di natura concettuale, aveva attaccato l’idea che la 
vita di un’impresa non potesse essere regolata da un criterio decisionale che tenesse conto 
degli interessi di un solo soggetto, il conferente del capitale di rischio, relegando tutti gli 
                                                 
12
 Gli stakeholder di un'impresa sono i portatori di interesse che ruotano intorno all'organizzazione. 
Rappresentano l'universo delle persone e delle entità interessate ai prodotti, ai servizi, allo stato ed al 
benessere dell'organizzazione. 
 Gli indicatori economico-finanziari nel sistema di valutazione delle imprese 
12   
altri soggetti apportatori di altri fattori di produzione (altrettanto importanti e talvolta anche 
più critici) in posizione secondaria. 
Nello scenario che si è cosi creato all’interno dei mercati globali e nell’era 
dell’informazione, l’impresa perdura e si sviluppa solo generando nuovo valore: perciò, 
l’autogenerazione di valore è la ragione essenziale della sopravvivenza dell’azienda nel 
lungo termine, al fine di mantenere le condizioni di equilibrio e di garantirne la 
sopravvivenza e lo sviluppo. 
Una prima spiegazione che può essere formulata e che ci consente di giustificare tutto 
l’interesse attorno a tale argomento, è quindi dettata dal fatto che dalla capacità 
dell’impresa di creare valore dipende tutto il suo successo nel futuro. Sto parlando di 
imprese private con finalità di lucro, in cui l’obiettivo principale di ogni azione e di ogni 
strategia è la creazione di valore sul capitale investito; ed inoltre, sto descrivendo una 
situazione tipica delle medie e grandi imprese in cui l’esigenza di una più efficace 
valutazione della creazione di valore è maggiore dato le dimensioni dell’organizzazione. 
Anche la piccola e media impresa comunque non può più essere gestita senza tali regole, 
seppur in un contesto più semplificato e facilmente gestibile. Inoltre, nell’ottica in cui il 
valore diviene la grandezza chiave di riferimento non solo ai fini gestionali interni, ma 
anche per i soggetti esterni all’azienda, la capacità di creare valore è ciò che consente di 
massimizzare la capacità d’attrazione dei capitali, mantenendoli durevolmente avvinti alla 
gestione aziendale. 
Analizzare se un’impresa sta operando bene e sta seguendo la strategia prefissata, è 
un’esigenza informativa di fondamentale importanza soprattutto nell’era dell’informazione, 
in cui l’enfasi su tale problema è accentuata dalle nuove dinamiche competitive ed 
ambientali come descritto nel primo paragrafo. 
Per sapere se la nostra organizzazione è realmente efficace nel soddisfare le esigenze del 
mercato, efficiente nell’utilizzo delle risorse, se il personale che vi opera è adeguato a 
svolgere il proprio ruolo, se è motivato al massimo, se i sistemi informatici sono utilizzati 
 Gli indicatori economico-finanziari nel sistema di valutazione delle imprese 
13   
nel modo giusto, allora dovrò necessariamente misurare la creazione del valore 
dell’impresa. Queste situazioni appena proposte sono solo alcuni esempi della miriade di 
casi che spiegano perché misurare il valore dell’impresa; e il concetto valore, con tutti i 
suoi riferimenti, è sempre inquadrato come la componente centrale che collega tutti gli 
elementi di una struttura aziendale dando una visione sintetica ed unificante dei risultati di 
gestione. 
Per tutti questi motivi che ci spiegano perché è cosi importante misurare il valore 
dell’impresa, negli ultimi anni c’e stata una forte attenzione sul problema, anche se non si è 
ancora giunti all’individuazione di un unico metodo che ci dica come misurare la creazione 
di valore. 
Non esiste infatti una metodologia unica per la valutazione del successo delle imprese, 
soprattutto nell’era dell’informazione in cui le dinamiche competitive sono molto differenti 
e variabili. Tuttavia, esistono elementi comuni che tendono a ricorrere, seppure con 
intensità diverse, nella maggior parte delle situazioni e delle applicazioni e che ci inducono 
ad individuare delle linee guida sul perché e sul come il valore delle imprese è misurato. 
La complessità delle cause da cui dipende il fatto che un’azienda possa creare più o meno 
valore nel tempo, ci mostra anche il perché non esiste una metodologia di valutazione 
applicabile ad ogni contesto e comune a tutte le imprese. Di certo una delle principali 
motivazioni che sostiene questo concetto, è l’aumento descritto nel primo paragrafo 
dell’intensità competitiva, dello sviluppo tecnologico e dei mercati globali che ha portato 
all’affermarsi dell’era dell’informazione con tutte le sue caratteristiche annesse. Questo 
fenomeno oltre ad aumentare la complessità dei processi di valutazione del valore delle 
imprese, ha anche incrementato l’esigenza informativa delle organizzazioni stesse, che 
nell’era dell’informazione, devo analizzare il valore creato in un intervallo di tempo più 
breve. L’intensità competitiva è molto elevata e l’impresa deve sapere continuamente se sta 
facendo bene o sta sbagliando, altrimenti il tempo perso si potrebbe tradurre in pesanti 
 Gli indicatori economico-finanziari nel sistema di valutazione delle imprese 
14   
perdite economico-finanziarie e potrebbe anche indirizzare l’impresa verso una situazione 
difficilmente recuperabile.  
Anche se la determinazione del valore come ho appena analizzato, è essa stessa oggetto di 
non poche difficoltà di tipo tecnico-concettuale, la nuova impostazione ha il vantaggio di 
costringere il management a non farsi ipnotizzare dai risultati di esercizi, obbligandolo a 
valutare gli effetti delle scelte su un orizzonte temporale più lungo, costringendolo a darsi 
un criterio guida più congruo rispetto al compito. Rimane un dato di fatto: la teoria della 
creazione del valore assume come obiettivo cardine della gestione dell’impresa la 
massimizzazione degli interessi degli azionisti e di tutti gli stakeholder aziendali. 
La fissazione dell’obiettivo della creazione del valore nell’organizzazione e non più della 
massimizzazione del reddito, comporta necessariamente un diverso approccio nella 
gestione aziendale, che impone sia un visione diversa di quello che l’impresa vuol 
raggiungere e sia l’uso di metodologie diverse rispetto a quelle usate nell’era industriale. 
La prima conseguenza é la ridefinizione delle strategie aziendali, tenuto conto delle 
caratteristiche esterne del mercato e dei beni e servizi di riferimento e, come ulteriore 
passaggio, la rilettura della struttura organizzativa dell’impresa.  
Per raggiungere questi obiettivi, è necessario che il management abbia sempre una chiara 
visione strategica e sia sempre in grado di dare risposte a due problemi che gli si presentano  
nella crescita del valore e del successo d’impresa: 
 
A) Una volta che il valore è stato creato come lo definisco, e quindi su quale base giudico  
il successo della mia impresa? 
 
Sebbene possa apparire un quesito banale, la risposta a questa domanda non può mai essere 
data per scontata. Uno degli elementi che accomunano tutte le imprese è proprio la grande 
attenzione con la quale sono state definite le dimensioni di successo sulle quali basare il 
giudizio sul valore dell’organizzazione. Ovviamente i percorsi seguiti nella realtà sono tra 
 Gli indicatori economico-finanziari nel sistema di valutazione delle imprese 
15   
loro molto diversi e dipendono essenzialmente dalla natura delle stesse organizzazioni e dai 
differenti contesti all’interno dei quali le imprese si muovono. 
Qualunque sia l’approccio strategico di un’impresa, la concreta possibilità di giudicare il 
valore di un’organizzazione passa sempre dalla chiara individuazione delle finalità che essa 
persegue, intese come “situazioni desiderabili verso le quali l’organizzazione dovrebbe 
essere diretta”. Il maggiore o minore successo dell’impresa dipende quindi da quanto essa è 
vicina, o si sta avvicinando a tali situazioni; e qui nasce la seconda domanda al quale il 
management deve dare risposta. 
 
B) Come posso misurare se l’organizzazione si sta muovendo nella direzione desiderata e 
quindi sta creando valore? 
 
Nasce cioè il problema di tradurre delle ipotetiche dimensioni di successo in quantità 
misurabili e, quindi, in indicatori. La traduzione delle dimensioni di successo in “misure” 
però non è mai un’operazione univoca e presuppone sempre una scelta da parte del 
valutatore; la distanza dell’impresa da situazioni ritenute desiderabili può essere misurata 
facendo infatti riferimento a diverse entità. In ogni caso la scelta di adottare un determinato 
indicatore per misurare un aspetto particolare del valore dovrebbe essere sempre ben 
argomentata e, comunque, posta a successiva verifica; poiché l’adozione dell’indicatore 
sbagliato, perché non valido, potrebbe distorcere drammaticamente il giudizio sul risultato 
dell’impresa. L’evoluzione degli indicatori come metodo per la valutazione del successo 
futuro delle imprese, rappresenta proprio il fulcro della mia tesi e l’obiettivo di tutto il 
lavoro. Come si può facilmente intuire, la situazione è cambiata di molto nell’era 
dell’informazione rispetto a quella industriale, in seguito all’introduzione di parecchie 
misure economico-finanziarie nuove, ognuna delle quali ha mostrato un nuovo approccio e 
delle nuove tecniche rispetto agli indici passati.