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CAPITOLO I
“The Social world”
I Social Network rappresentano oggi una delle innovazioni più importanti che il web
abbia mat ur at o dal l a sua nasci t a ad or a. I l concet t o di “r et e di comuni cazi one”,
realizzato già col progetto Arpanet
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a scopo militare nel 1964, ha vissuto il punto più
alto della sua evoluzione dopo quasi quarant’anni, con la nascita di vere e proprie
“comunità virtuali” che ad oggi, rappresentano la fusione di tutto ciò che i media in
passato offrivano separatamente. Parliamo dunque, di un fenomeno “tout court” che
si muove in campi differenti, che vanno dalla comunicazione all’informazione alle
relazioni interpersonali, rappresentando la “linfa vitale” di questa “rivoluzione
sociale”.
Prendere parte alla vita del web tramite i Social Network, significa rendersi partecipi
di un movimento globalizzato che si è ramificato a tal punto da offrire tutto ciò di cui
un utente ha bisogno nel minor tempo possibile; una realtà che presenta svariate
potenzialità che rendono queste “nuove comunità” non solo luoghi di aggregazione
sociale ma rendono il tempo trascorso su di esse “ p r o d u t t i v o ” , a t t r a v e r s o l e
innumerevoli possibilità offerte dalle diverse piattaforme a disposizione.
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acronimo di “advanced research projects agency network” fu una rete di
computer pensata a scopo militare da parte dell’esercito americano durante gli
anni ’60 e dalla quale, venti anni più tardi, nacque la prima bozza di rete globale
che prese il nome di Internet
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I.1 - Dai “Grafi di Eulero” ai “Sei gradi di separazione di Milgram”: la nascita
del web 2.0
La nascita delle “reti sociali” si articola nella storia a partire dal 1736, anno in cui
Eulero
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s v i l u p p a u n a t e o r i a , basata principalmente sui “grafi”, per spiegare
matematicamente il funzionamento delle suddette reti. Nessuno poteva sapere che la
base su cui Eulero stesse lavorando fosse l’incipit per uno dei fenomeni che sta
caratterizzando in lungo e in largo l’era della multimedialità. La teoria dei grafi
rappresenta il primo passo per quanto concerne l’analisi delle dinamiche esterne e
interne alle reti sociali, che inizialmente prende il nome di “Social Network analysis”
e che nel tempo andrà costituendosi come “Dynamic network analysis”, puntando allo
studio di reti sociali molto più complesse e “vive”, come sosteneva J.Barnes
3
.
Quando parliamo di “Social Network Analysis” ci si riferisce a “uno studio
quantitativo-relazionale che ha come proprio oggetto d’analisi non il singolo soggetto
e i suoi comportamenti, ma l’insieme di relazioni espresse da un gruppo”
4
. Proprio
per questo l’oggetto principale dello studio è rappresentato dai dati sugli “scambi” di
informazioni e materiali che avvengono in una data relazione e nella quale è più
facilmente applicabile la “Teoria dei Grafi” di Eulero, che struttura le interazioni
secondo indici ben precisi: densità, inclusione, connettività, equivalenza strutturale,
centralità e coesione. Il risultato ultimo dell’analisi è duplice: da una parte abbiamo
un “sociogramma” che raffigura la relazione bidirezionale tra un individuo e un altro
a livello “spaziale”, mentre dall’altra abbiamo un risultato di tipo “quantitativo”,
illustratoci attraverso degli indici che offrono una rappresentazione quantitativa delle
proprietà analizzate o sul gruppo o sui singoli individui che lo compongono.
Questo genere di legame tra le due teorie spiegate sopra è di fondamentale
importanza per capire non solo le dinamiche che porteranno alla creazione delle reti
sociali ma come queste si siano evolute nel tempo. A questo proposito non possiamo
non citare una teoria che spiega in lungo e in largo, come queste relazioni possano
allargarsi fino alla creazione di una rete di persone che può assumere e lo farà,
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Leonhard Euler (Basilea, 15 aprile 1707 – San Pietroburgo,18 settembre 1783) , matematico e fisico
svizzero
3
John Barnes, informatico e ingegnere di linguaggi di programmazione
4
Mazzoni 2005 citato in G.Riva, I social network, 2010 Il Mulino Universale
Paperbacks
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proporzioni gigantesche; questa teoria è più comunemente chiamata “Teoria del
mondo piccolo”, tecnicamente ribattezzata “Teoria dei sei gradi di separazione”, di S.
Milgram elaborata nel 1967.
Dopo il 1964, anno in cui l’esercito americano mette a punto la prima bozza di
architettura internet della storia cioè ARPANet, un sociologo statunitense, già
insegnante e ricercatore per le Università di Yale e di Harvard, S.Milgram, mette a
punto un esperimento che rivoluzionerà i legami relazionali, anche a migliaia di
miglia, tra un individuo e altri. Il 1967 segna una data importantissima in quanto lo
stesso S.Milgram, coadiuvato dall’intero dipartimento di Sociologia dell’Università di
Harvard, dà il via a questa prova, che sarà riconosciuta all’unanimità come
precorritrice della moderna architettura delle relazioni usata nei moderni Social
Network.
L’esperimento consisteva nel capire il grado di possibilità che due persone a caso si
conoscessero. S.Milgram a questo proposito selezionò un campione di persone “di
partenza” a Omaha e Wichita e un gruppo di persone “di arrivo” a Boston. Alle
persone “di partenza”, mandò dei pacchetti di informazione sotto forma di lettere, in
cui si richiedeva di rimandare la lettera alla persona “di arrivo” a Boston se la si
conosceva, o di mandarla a qualcuno di propria conoscenza che, secondo loro, avesse
probabilità di conoscere la persona “di arrivo”. Quando le lettere giungevano a
destinazione, era possibile risalire al percorso compiuto dai pacchetti informativi e
conoscere così le relazioni tra le persone che li avevano trasportati. Dopo attenti
calcoli, si scoprì che “mediamente vi erano sei passaggi da una persona a un’altra
prima che il pacchetto con le informazioni mandate giungesse a destinazione”. Da qui
la “Teoria dei sei gradi di separazione” che segnò il punto di partenza non solo per il
futuro del World Wide Web, ma la nascita di una rivoluzione culturale che da li a
quarant’anni avrebbe concepito il “fenomeno Social Network” e c i ò c h e a d e s s o
costituisce il famoso “Web 2.0”.
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I.2 - La rivoluzione social: da Fidonet al cyberspazio
“Quando siamo in presenza di un sito che presenta uno o più servizi che rendano la
sua funzione primaria quella di “consentire o agevolare la gestione via Internet di una
mappa di una parte delle proprie relazioni sociali”, siamo in presenza di un Social
Network”
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. Dalla nascita del web ai nostri giorni, i Social Network si sono via via
sempre più attestati come un “fenomeno” senza precedenti. Nella loro storia,
ritroviamo tutte le caratteristiche principali di qualcosa che ha travalicato i normali
canoni di sviluppo che una nuova invenzione possa presentare. Partendo dagli anni
’70, anno in cui emersero i primi BBS (Bullettin Board System)
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, che non erano altro
che sistemi di messaggistica istantanea e trasferimento file istituiti per mettere in
contatto tra di loro alcune università americane, si è cominciato a pensare a qualcosa
che potesse coinvolgere non una rete chiusa di persone ma bensì, tutti coloro che
volessero far parte di un mondo che prometteva innovazioni “tout court”,
abbracciando diversi campi quali quello informatico, quello tecnologico e quello della
sociologia applicata. I promotori della prima idea ibrida incentrata su questo tema
furono due brillanti informatici, T.Jennings e J.Madill, che nel 1984, ebbero
l’intuizione di mettere in collegamento le loro reti BBS per creare un’unica rete che
abbracciasse più utenti. Il nome dato a questa rete fu Fidonet, che possiamo
catalogare come “il detonatore” della neonata telematica di base. Quest’ultima fu una
completa scoperta perchè, per la prima volta, lo scambio di informazioni partiva dal
basso, ossia dai cittadini in maniera autonoma e non regolamentata. Facendo un
paragone con il presente, quest’idea è stata poi ampliata e resa un “fenomeno” dagli
attuali “Blog d’informazione” istituiti da comuni utenti in grado di “dire la loro”
senza restrizione alcuna. Cominciava dunque a profilarsi un’idea di socializzazione
applicata alla tecnologia informatica che vedeva come protagonisti principali non solo
gli esperti del settore, ma tutte quelle persone che a loro erano di riflesso collegate.
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M.Massarotto, I social network, Apogeo, Milano, 2011
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è un computer che utilizza un software per permettere a utenti esterni di
connettersi a esso attraverso la linea telefonica, dando la possibilità di utilizzare
funzioni di messaggistica e file sharing centralizzato.
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Sfruttando “la teoria dei sei gradi di separazione” di Milgram, le cosiddette “reti
sociali” arrivano a una svolta con l’istituzione del primo Social Network riconosciuto
dalla storia: SixDegrees.com. Nato nel 1997, SixDegrees.com radunava in sè tutto ciò
che non si potesse già fare in una rete sociale chiusa: l’instant messaging, la creazione
e la condivisione dei contenuti online già in atto nei blog e nei primi siti web,
aggiungendovi parti che permettevano in lungo e in largo la creazione di uno “spazio
virtuale” nella quale presentare la propria identità con un profilo, la possibilità di
creare una rete di altri utenti con cui comunicare e di analizzare prontamente le
caratteristiche della rete che si era creata. Il creatore di questo sito, A.Weinreich, lo
concepì inizialmente come un luogo di incontri online, non sapendo ancora a cosa
avesse dato inizio e che potenzialità potesse avere la sua creatura. Weinreich decise di
applicare la teoria di Milgram al suo lavoro e adattandone le potenzialità agli utenti
che frequentavano il suo sito si ritrovò nel giro di tre anni ad avere più di un milione
di iscritti.
Applicando alla lettera solo tre gradi di separazione, ossia “un amico dell’amico del
mio amico”, Weinreich permetteva così una crescita esponenziale del suo prodotto
che a quel punto mirava anche ad altri obiettivi quali:
- verificare le informazioni dei profili presenti chiedendone conferma ai propri amici.
- le persone contattate venivano da una situazione socio - economica favorevole allo
sviluppo delle relazioni, dato che il “dimmi chi frequenti e ti dirò chi sei” diviene qui
molto importante in quanto era possibile accedere alle informazioni dei propri contatti
e dei contatti dei propri amici, tenendo sempre monitorato il tipo di persone che si
andavano ad aggiungere alla propria rete.
Ecco spiegato il motivo per la quale SixDegrees.com divenne in poco tempo ciò che
Facebook, Twitter, Youtube e MySpace rappresentano adesso: le più grosse
piattaforme virtuali di vita reale esistenti attualmente.