2Chiarite le ragioni della mia scelta, mi preme precisare come tale studio
verterà precipuamente sui primi scritti salingeriani, operando solo un'analisi
funzionale delle altre raccolte e dell’unico romanzo dell’autore, i cui segreti sono
stati già ampiamente sviscerati da un numero sempre più crescente di studi critici
autorevoli. La produzione successiva agli scritti presi qui in considerazione sarà
quindi trattata con lo scopo di dare quella visione di insieme necessaria ad
analizzare, in modo coerente, e far capire al lettore, in modo esauriente, la prima
fase artistica di Salinger. Tale fase sarà quella precedente la pubblicazione de The
Catcher in the Rye, ciò vuol dire i primissimi scritti del giovane Salinger e,
soprattutto, i ventuno racconti presenti in The Complete Uncollected Short Stories
of J.D. Salinger. Queste ventuno short stories non sono mai state affrontate con
pregnante interesse critico, vuoi per la difficilissima reperibilità di alcune di loro,
vuoi per la convinzione che tali lavori siano artisticamente inferiori. La critica
letteraria è sempre stata catalizzata dal fenomeno Holden, o si è cimentata
nell’ardua analisi della fase ‘misticheggiante’ dell’autore, spesso non tenendo
debitamente presente il fatto che Salinger è nato come scrittore professionista, e
che tutti i prototipi dei suoi più famosi e felici personaggi sono già presenti,
seppur non completamente caratterizzati, nei suoi primi racconti. Inoltre, è
necessario precisare come tale analisi, proprio perché finalizzata allo studio del
primo periodo letterario salingeriano, non potrà prescindere completamente da
richiami biografici – per quanto sia arduo scavare nella vita di Salinger – che sono
parte costitutiva di questa sua prima fase creativa.
Alla luce di quanto detto, tale studio opererà inizialmente una zumata
sull’opera di Salinger e sulla sua personalità, dando quella idea di luce che si
adombra. In tal modo, essa offrirà al lettore gli strumenti utili e le cognizioni
necessarie per comprendere, a fondo, la successiva analisi particolareggiata della
sua prima produzione letteraria.
In particolar modo, nel primo capitolo mostreremo l’attualità di un tale
studio e l’influenza che l’opera di Salinger vanta ancora, dopo quaranta anni di
silenzio, su un pubblico estremamente vasto. Ripercorreremo poi, a ritroso, le
varie tappe della sua produzione letteraria – dal silenzio al periodo decadente, dal
manierismo al grande successo – allo scopo di operare un approccio razionale e
3sequenziale alla fase di Salinger scrittore di professione. Mostreremo infine il
complesso sviluppo della singolare personalità dell’autore che, sempre a ritroso, ci
porterà a scoprire un Salinger estremamente diverso dal famoso e criticato
eremita.
Nel secondo capitolo analizzeremo il percorso che ha portato l’autore dal
praticantato al professionismo. Nel primo paragrafo ci soffermeremo su quei
rarissimi e isolati scritti – la canzone di classe e poche recensioni scolastiche – che
mostrano appunto come Salinger, già da giovanissimo, si dilettava felicemente
con la scrittura. Nel secondo paragrafo avremo invece il primo contatto con il
Salinger scrittore di professione, ossia per riviste a grande diffusione, attraverso
un’analisi di insieme dei ventuno racconti presenti in The Complete Uncollected
Short Stories of J.D. Salinger.
Il terzo capitolo, più tecnico, opererà un’analisi di questi ventuno racconti
presi singolarmente, short stories che Salinger avrebbe preferito che fossero
‘morte’ naturalmente, non autorizzandone mai, dopo la pubblicazione in rivista, la
ristampa in volume. Nonostante ciò, tale raccolta circola in versione non
autorizzata, ed è una fortuna, oltre che un grande privilegio, poter analizzare
questi primissimi esempi di narrativa salingeriana che, significativamente,
nascondono la fase embrionale di alcuni famosi personaggi della successiva, più
fortunata, narrativa dell’autore.
Lo scopo di questo studio sarà proprio quello di rivelare questi archetipi
nascosti nella raccolta The Complete Uncollected Short Stories of J.D. Salinger e,
nel contempo, di mostrare come la parabola narrativa e umana di Salinger – dal
realismo dei racconti giovanili e dalle luci della ribalta, all’ermetismo dei Glass e
alla reclusione volontaria – abbia seguito un percorso di oscuramento artistico e
umano, in altre parole possa essere considerata come ‘una luce che si adombra’.
4NOTE DI LETTURA
Per economia testuale e per una maggiore intelligibilità del testo, le
citazioni dalle fonti primarie seguiranno questi criteri: nella prima nota afferente
al testo adottato saranno inserite le informazioni bibliografiche complete, per
ulteriori citazioni dallo stesso testo si userà un sistema parentetico che indicherà la
sigla del testo e le pagine alle quali ci si riferisce, es.: “citazione” (CR, 25). Nel
caso in cui nella prima nota afferente al testo adottato saranno state riportate
entrambe le pubblicazioni, su rivista e in volume, con il numero di pagina ci si
riferirà sempre alla pubblicazione in volume. Le sigle utilizzate saranno:
CR per The Catcher in the Rye
CU per The Complete Uncollected Short Stories of J.D. Salinger
NS per Nine Stories
Per rendere più fluida la lettura, saranno inoltre utilizzate spesso nel testo
alcune abbreviazioni del tipo:
Catcher per The Catcher in the Rye
Complete Uncollected per The Complete Uncollected Short Stories
of J.D. Salinger.
51 L¶OMBRA DI SALINGER
el panorama della letteratura americana del Novecento lo
scrittore newyorchese Jerome David Salinger1 occupa un posto
estremamente singolare. Amato e odiato da almeno due generazioni di critici e
lettori, questo vulcanico e talentuoso novelliere, grazie all’originalità e alla qualità
della sua prosa, ha raggiunto la statura del mito, riuscendo a rimanere
funambolicamente in equilibrio tra la popolarità raggiunta con il suo romanzo
culto, The Catcher in the Rye2, e un anonimato sempre più veementemente
agognato e strenuamente difeso nella foresta del New England.
La sua esigua produzione – un romanzo, tre raccolte di racconti e circa una
trentina di short stories mai ripubblicate in volume – è caratterizzata da
un’indubbia qualità poetica, raggiunta attraverso un’elaborata perizia linguistica, e
da un’avversione pressoché totale alle convenzioni, al conformismo e all’aridità
umana della civiltà americana contemporanea.
Una personalità singolare quella di Salinger, caratterizzata da un
anarchismo intellettuale che, attraverso uno strenuo sperimentalismo linguistico,
trasforma la sua narrativa da registrazione fedele della realtà, o del verosimile, in
culto religioso, tralignamento mistico e, infine, afasia artistica.
Non a caso è il sofisticato New Yorker3 la patria letteraria dei suoi racconti,
New York4 è invece la sua e della sua fantasia. Nonostante siano individuabili
strette parentele con la narrativa di Mark Twain, Ring W. Lardner, Scott
1
Jerome David Salinger (New York, 1919 - ) è uno scrittore statunitense che deve la sua celebrità
al romanzo The Catcher in the Rye (1951) il cui protagonista, Holden Caulfield, è diventato il
prototipo dell'adolescente ribelle e confuso in cerca della verità e dell'innocenza al di fuori
dell'artificiale mondo degli adulti. A lui si devono anche Nine Stories (1953), Franny and Zooey
(1961), Raise High The Roof Beam Carpenters and Seymour: An Introduction (1963), «Hapworth
16, 1924» (1965) tutte opere (eccezion fatta per Nine Stories in cui i fratelli Glass appaiono solo in
alcuni racconti) in cui vengono descritti i problemi dei brillanti e sensibilissimi figli della famiglia
Glass. Intorno alla metà degli anni Sessanta, Salinger ha deciso di uscire dalla scena letteraria e di
non pubblicare più nulla.
2
Cfr. 1.2.5.
3
Il New Yorker è la rivista americana fondata nel 1925 da Harold Ross e sua moglie, Jane Grant.
Considerata una rivista sofisticata e indirizzata a un pubblico colto e borghese, dal 1948 è stata la
patria letteraria dei racconti di Salinger.
4
New York è sicuramente la location prediletta da Salinger per l’ambientazione dei suoi racconti.
Bisogna comunque tener presente che, soprattutto per i primi racconti, l’autore sposti spesso
l’ambientazione nell’Europa degli anni della seconda guerra mondiale. Ciò è dovuto al fatto che
Salinger, militare in servizio durante la guerra, rimase profondamente segnato da questa tragica
esperienza trasponendola così, forse per esorcizzarla, in alcuni dei suoi primi racconti.
N
6Fitzgerald, William Faulkner ed Ernest Hemingway5, l’America a cui si rivolge
Salinger è solo in parte quel territorio di scoperta di personaggi come Huck Finn e
Jay Gatsby. Gli States del giovane Holden, come quelli dell’iraconda Eloise,
dell’afflitto Arthur o del mistico Seymour, appaiono assai più contraddittori ed
enigmatici. Essi sono un paese dove la radicalità dei contrasti, il grado raggiunto
dal conformismo di massa e dall’ottundimento della civiltà moderna sono così
profondamente inseriti nella struttura sociale da dare la sensazione di una sorta di
innaturalità.
Ed è proprio la mancanza di naturalità che contraddistingue tutti i
personaggi della narrativa salingeriana successiva al Catcher. Franny e Zooey
sono ragazzi troppo geniali e nichilisti per sembrare reali, troppo costruito è
Buddy per avere parvenze verosimili e Seymour, un santo veggente permeato da
filosofie orientali e religioni buddiste, va al di là di qualunque caratterizzazione
realistica. Di converso, è la naturalità della narrazione realistica la cifra della sua
prima narrativa. Il dialogo dilagante, la mesta vivacità, l’acre ironia di questi
primi racconti sono tali da rendere al pubblico personaggi altamente credibili.
Tra questi due mondi, antitetici ma strettamente correlati, il Catcher
rimane precariamente in equilibrio. L’unico romanzo di Salinger è il collante
necessario a mantenere unito questo sfaccettato universo narrativo. Un mondo di
finzione i cui protagonisti, nonostante il prolungato silenzio del loro creatore,
rimangono più che mai attuali e la cui influenza, come un’ombra all’imbrunire, si
staglia oltre i limiti spaziali e temporali dell’America degli anni Cinquanta e
Sessanta.
5
La parentela più stretta è senza dubbio quella con l’Huck Finn di Mark Twain nelle Adventures of
Huckleberry Finn (1884). Le riflessioni profonde, gli amari stati d’animo, l’umorismo iperbolico,
l’innocenza assediata, la vulnerabilità dell’adolescenza, l’anticonformismo, il linguaggio giovanile
e la fantasia escapista di Holden Caulfield sono tutte caratteristiche che ricordano molto da vicino
quelle di Huck Finn, il primo autentico ribelle della letteratura americana. Ma analogie possono
essere facilmente rintracciate anche con il Nick Adams di Hemingway, il Jay Gatsby di Fitzgerald
e con i giovani protagonisti di Lardner e Faulkner.
71.1 Tra influenza e attualità
Un sabato della non lontana primavera del 2001, l’allora in carica Ministro
per i Beni e le Attività Culturali, l’onorevole Melandri, distribuì The Catcher in
the Rye agli studenti delle scuole superiori in visita al Colosseo. E’ un inno alla
libertà e all’anticonformismo, spiegò il ministro stesso ai giovani ragazzi. Pochi
giorni dopo, il suo gesto fu ripetuto da alcuni funzionari governativi in diversi
musei italiani6, un’azione che certo avrebbe fatto rabbrividire l’America puritana
degli anni Cinquanta.
Nel 1997 la famosissima libreria on-line Amazon.com annunciò l’uscita, in
volume, del racconto di Salinger «Hapworth 16, 1924», pubblicato trentasette
anni prima sulle pagine del New Yorker, invitando gli interessati a prenotare una
copia di questo rarissimo racconto in largo anticipo. Tuttavia, l’uscita, prevista per
il marzo di quello stesso anno, fu rimandata a data da definirsi. Amazon.com
giustificò il ritardo dichiarando “the title has been delayed from its original March
date. It’s still coming out, but the exact publication date is not yet fixed. There can
be unexpected delays (…) especially with a title is generating as much demand as
this one”7, rassicurando comunque gli interessati che il libro sarebbe stato
pubblicato nel novembre del 2002. «Hapworth» poteva essere quindi ordinato,
sarebbe poi stato inviato subito dopo la sua uscita. Dopo trentasette anni di totale
silenzio, la notizia non poteva che provocare un incredibile interesse da parte dei
critici letterari e dei fan di Salinger, e la posticipazione della pubblicazione al
2002 non fece altro che catalizzare ulteriore attenzione sull’autore recluso8. Il
racconto non è mai più stato pubblicato (sic!). L’ombra di Salinger aveva
sollevato l’interesse di migliaia di persone, lasciando però frustrate le loro
aspettative.
In quello stesso 1997 uscì in Italia Jack Frusciante è uscito dal gruppo, un
romanzo di Enrico Brizzi, che divenne presto un cult-book. In diverse occasioni, il
6
F. RANDOLINO, «I dolori del giovane Holden», Panorama (12 Aprile 2001).
7
N. J. LUTS, Biography of J.D. Salinger, in H. BLOOM (ed.), J. D. Salinger (Bloom’s
BioCritiques), Broomall (PA), Chelsea House, 2002, p. 43.
8
Dal 1953 Salinger vive in uno stato di volontario isolamento nella sua casa di Cornish, New
Hampshire, mantenendo pochissimi contatti con il mondo esterno e opponendosi risolutamente a
qualsiasi tentativo di invasione della sua privacy.
8giovane bolognese cita The Catcher in the Rye nel suo romanzo, ricalcandone
consapevolmente il modello narrativo, aggiornato però all’Italia degli anni
Novanta. Due anni prima, nella recensione del romanzo di un giovane attore
americano, Sesso e morte fino a 14 anni, Ruggero Bianchi scrisse su La Stampa
del 30 dicembre del 1995: “Spalding Gray ci offre in queste pagine una nuova e
provocatoria variazione su alcuni dei più classici temi americani, il viaggio e
l’apprendistato giovanile, riscrivendo in maniera tutta sua Il giovane Holden di
Salinger”9.
Tornando in America, l’8 dicembre del 1980, il venticinquenne Mark
David Chapman sparò a bruciapelo cinque colpi di rivoltella al cantante dei
Beatles, uccidendolo. Subito dopo la sua breve fuga, Chapman fu ritrovato dalla
polizia nelle vicinanze, tranquillamente seduto e alle prese con la lettura del
Catcher. Processato per omicidio preterintenzionale, in aula Chapman dichiarò di
aver ucciso John Lennon per preservare la sua innocenza10 e che credeva
fermamente che tale ‘azione’ lo avrebbe trasformato in Holden Caulfield11.
Potremmo continuare a cercare aneddoti12 che testimonino la profonda
influenza che l’opera di Salinger ebbe, e continua ad avere, su un pubblico vasto
che spazia dalla Silent Generation americana degli anni Cinquanta alla
generazione italiana degli anni Novanta, su fino al nuovo millennio, ma non è
necessario. Quanto finora detto mi pare sia sufficiente per mostrare come l’ombra
dell’ottuagenario Salinger aleggi ancora, forte e incisiva, nell’universo letterario
mondiale, mostrando, in modo stupefacente, come la relativamente ridotta
produzione letteraria salingeriana, non solo sia più che mai attuale, ma anche
estremamente singolare.
9
E. RANABOLDO, Invito alla lettura di Salinger, Milano, Mursia, 1999, p. 60, nota 9.
10
Il tema fondamentale del romanzo The Catcher in the Rye è proprio il conflitto tra l’innocenza
dell’adolescenza e la falsità del mondo adulto.
11
N. J. LUTS, op. cit.
12
Quattro mesi dopo l’omicidio di Lennon, John Hinckley Jr. cercò di assassinare il presidente
degli Stati Uniti, Ronald Regan. Il presidente fu sparato, ma non ucciso. Successivamente gli
investigatori trovarono una copia stracciata de The Catcher in the Rye nella stanza d’albergo dello
squilibrato. Nel 1989 l’attrice americana Rebecca Schaeffer fu sparata e uccisa da un suo fan, il
ventunenne Robert John Bardo. Ancora una volta, la polizia trovò nelle vicinanze, insieme
all’arma del delitto, una copia del romanzo di Salinger, entrambe con le impronte digitali del
ragazzo.
91.2 Un viaggio a ritroso
La parabola creativa di Salinger ha seguito un percorso che potremmo
definire di shadowing light, ossia di adombramento della luce. Il silenzio artistico,
che contraddistingue l’autore da quaranta anni ormai, è stato il prodotto di un
lento e complesso processo di oscuramento dei significati che, complice
l’interesse di Salinger verso il misticismo e il Buddhismo Zen, ha portato lo
scrittore a impantanarsi nelle strutture criptiche dei suoi testi, nei suoi manierismi,
nelle sue ricercatezze stilistiche tanto da rendere, di fatto, il processo creativo non
più possibile.
Negli anni Quaranta, infatti, Salinger scriveva deliziosi e avvincenti
racconti realistici con uno scopo ben preciso: usare la sua vena creativa per
raggiungere, dilettandosi con la scrittura, le luci della ribalta. E ci riuscì. In un
primo momento con la pubblicazione sull’ambitissimo New Yorker di «Slight
Rebellion Off Madison»13, antesignano del romanzo, poi con l’incredibile
successo dello stesso Catcher. Ma già alla fine di quegli stessi anni Quaranta, con
l’apparizione di Seymour Glass in «A Perfect Day for Bananafish», il primo
racconto della raccolta Nine Stories, la sua narrativa cominciava a complicarsi con
finali aperti e filosofie orientali. Tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta,
Salinger altalenava tra il realismo e la completa finzione narrativa, in un range
che va dal verosimile Franny and Zooey, comunque già segnato da ombre
mistiche, all’affettazione e al manierismo di Raise High The Roof Beam,
Carpenters and Seymour: An Introduction, impregnato di filosofie orientali e
significati criptici. Negli anni Sessanta, «Hapworth 16, 1924» segnava il completo
decadimento dell’arte narrativa salingeriana, seguito dall’isolamento dell’autore
che, singolarmente, cercò di adombrare, osteggiandone la ripubblicazione, tutti i
suoi primi racconti.
In tal modo, la parabola creativa di Salinger si muove da una prima
narrativa finalizzata a raggiungere le luci della ribalta, il successo, la fama, ma
veementemente nascosta, oscurata, osteggiata dall’autore stesso negli anni
successivi; a un progressivo adombramento dei significati che produce, come
13
Cfr. 3.17.
10
inevitabile risultato finale, l’assoluto silenzio dello scrittore. E’ questo il percorso
che seguiremo in questa carrellata sulla produzione salingeriana, ma lo
percorreremo al contrario, cercando in tal modo di diradare quell’ombra mistica
che incombe su Salinger e su tutta la sua ultima narrativa, verso la chiarezza dei
significati e le luci della ribalta che il giovane Salinger desiderava ardentemente.
11
1.2.1 «Hapworth 16, 1924»14 - 1965
Acconsentire alla riedizione di quel lontano racconto non è un volere
uscire dalla clandestinità, un rimettersi sotto gli occhi del mondo: è
invece un segnale elusivo, un modo sfuggente e ambiguo di
sottolineare con più forza quel silenzio, di ribadire una fedeltà a se
stessi e alla propria scelta e tenere ironicamente a bada il fuori, mondo
o pubblico che sia15. (corsivo mio)
E’ questo il giudizio lapidario di Vito Amoruso alla notizia della riedizione
in volume, mai realmente avvenuta, del racconto lungo «Hapworth 16, 1924»,
apparso sul New Yorker nel 1965. E’ questa l’ultima opera pubblicata da Salinger,
il “punto di arrivo del progressivo smantellamento di quelle stesse regole formali
– improntate all’equilibrio e al massimo effetto drammatico, con il minimo
dispendio di materiale – che lo scrittore aveva fatto proprie per oltre un
decennio”16.
Il racconto è una lettera ai familiari scritta dal primogenito della famiglia
Glass, Seymour, all’età di sette anni da un campo estivo nel Maine. Nel breve
prologo, il secondogenito della famiglia, Buddy, informa il lettore di aver fino ad
allora ignorato l’esistenza della lettera, sottolineando che quanto trascriverà non
sarà altro che una copia esatta della lettera del fratello maggiore morto suicida nel
1948. La lettera inizia con una serie di osservazioni del piccolo Seymour sulla
sofferenza per la separazione dai genitori, sui lati oscuri del suo carattere e
sull’opportunità che questa corrispondenza gli offre per migliorare la sua prosa. Il
rapporto con la sensualità e le passioni terrene lo inducano a riflettere sulla
‘responsabilità karmica’17 e sul corso che assumerà la sua permanenza sulla terra.
Seymour segue impartendo consigli e raccomandazioni a tutti i familiari: ai
genitori sulla loro salute spirituale e fisica, ai fratelli sul proseguimento
dell’educazione religiosa. Infine, il bambino prodigio conclude la lettera con un
lungo elenco di libri che richiede gli vengano inviati al campo, così da poter
continuare l’istruzione sua e del fratello minore Buddy.
14
J. D. SALINGER, «Hapworth 16, 1924», The New Yorker (19 June 1965), pp. 32-113.
15
V. AMORUSO, «Il “nuovo” Salinger una voce fedele al silenzio», La Gazzetta del Mezzogiorno
(19 Gennaio 1997), p. 20.
16
E. RANABOLDO, op. cit., pp. 209-210.
17
Nel Advaita Vedanta, una delle sei filosofie ortodosse dell'induismo, il karma rappresenta
l'insieme delle azioni buone e cattive compiute nelle esistenze passate che determinano la forma
delle esistenze future.
12
Già da questa breve descrizione si può intuire come «Hapworth» non sia
affatto un racconto convenzionale e, in effetti, non lo è. Questa storia è una
caleidoscopica prova di composizione in cui un fantastico narratore di sette anni si
cimenta con una varietà enciclopedica di temi illuminando, in tal modo, il
paesaggio interiore e i processi mentali che intervengono nella scrittura. In
«Hapworth», la narrazione è un impressionante flusso verbale. Seymour è
posseduto da una vera e propria ossessione qualificativa con un registro
linguistico, spesso enfatico, che sembra impigliarsi continuamente in un tessuto di
emozioni, relazioni affettive, passioni intellettuali e slanci mistici. Per la sua
erudizione e le sue facoltà paranormali, Seymour è un personaggio al di fuori non
soltanto dell’infanzia, ma della stessa natura umana. Egli è un’ombra mistica
narrante18, è un’estrema invenzione letteraria che sfugge a qualsiasi connotazione
realistica.
E’ questa “la certificazione definitiva, da parte di Salinger, dell’esaurirsi,
con l’esaurirsi della storia dei Glass, della sua vena creativa, e con essa della sua
stessa ragion d’essere come artista e narratore”19, o è questo “un ardito
esperimento formale realizzato all’apice di una fase creativa importante della
carriera artistica di J. D. Salinger”20? Che sia vera l’ipotesi di Vito Amoruso o
quella di Ennio Ranaboldo, «Hapworth 16, 1924» rappresenta sicuramente l’apice
di quella fase narrativa salingeriana più ricercata, affettata e ‘mistica’, oltre la
quale è rimasta solo l’ombra dei Glass.
18
Bisogna ricordare che Seymour è morto suicida nel primo racconto di Salinger sulla famiglia
Glass, «A Perfect Day for Bananafish». Questo tragico evento ha oscurato come un’ombra,
rendendoli sempre più complessi e criptici, tutti i successivi racconti sui Glass.
19
V. AMORUSO, «op. cit.», p. 20.
20
E. RANABOLDO, op. cit., p. 210.