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Le Alpi hanno dunque condotto la Svizzera ad assumere un ruolo di tramite.Di
rifugio anche,in quello che le grandi potenze confinanti hanno potuto guadagnare
prima come no man’s land ,più tardi come spazio neutrale,ma naturalmente protetto
contro ogni mira di conquista:la nozione di ridotto ha ispirato la politica di difesa
nazionale ancora nel 1940-45.Infine e soprattutto,un ruolo di incontro:di uomini –
non sempre pacifico – idee,cultura,mentalità.Teatro di questi incontri,la Svizzera ne
ha risentito ,ed è molto importante,i benefici e le tensioni :quel che rimane ancora
oggi di originale nelle sue strutture politiche,nel suo mosaico intellettuale
,linguistico,culturale e religioso,ancora nel contrasto delle sue economie
regionali,viene forse di là.(..)
Le Alpi non si attraversano soltanto,ci si vive.Una vita che l’ambiente naturale ha
reso aspra,mai disperata.Nella maggior parte delle valli il popolamento è antico,la
densità era e resta elevata,quasi sempre troppo elevata :uomini e donne giovani sono
costretti ad emigrare. Presto,certamente più presto di quanto possiamo
documentarlo,si stabilisce un flusso demografico dall’alto verso il basso,destinato ad
invertirsi solo in tempi recenti,quando turisti,industriali e costruttori di impianti
idroelettrici daranno assalto alle regioni alpine”.(2)
Nel corso della storia ,la parte svizzera italiana ha sempre risentito di questa
separazione che è stata sociale ,umana e politica prima ancora che geografica.
I baliaggi italiani sono ,appunto,tutte quelle comunità appartenenti alla Svizzera
italiana collocate sul versante meridionale della vetta delle Alpi e che dal S.
(2) Bergier ,Storia economica della Svizzera, trad.it. Lugano ,1999 p.18
6
Gottardo formano la lingua di terra che s’incuneava nel Ducato milanese.
Nel Settecento ,i viaggiatori che provenivano dalla Svizzera interna si ponevano tali
quesiti:”perché valicare le Alpi? Per percorrere un luogo che,a causa della lingua che
vi si parla,è considerato una parte dell’Italia ,ma di quella meno fertile e civile?
Così ,questa parte della Svizzera non invita lo straniero a superare le Alpi per
visitarla ,o meglio ciò avviene di rado”. (3)
Le domande ed i dubbi appartengono a Hans Rudolf Schinz,svizzero tedesco,
che raccolse le sue impressioni attraversando ripetutamente quelle
valli tanto periferiche rispetto al resto della Confederazione.
Teologo,ordinato sacerdote nel 1767,ma soprattutto attento alla natura ed acuto
osservatore della flora e della fauna,descrisse le valli dei Baliaggi nei suoi numerosi
viaggi.
“Passando il Gottardo e imboccata la valle Levantina inizia quel lavorio di cui si è
detto ed ecco che in uno dei primi e più importanti villaggi che s’incontrano , Faido
,sembra di rintracciare usi e costumi tedeschi delle Alpi,ma il modo di vivere italiano
e anche il paesaggio perde l’aspetto alpino tedesco”. (4)
Provenendo dal Nord,assistiamo ad una mutazione del territorio complessa ed
organica. Le abitazioni,i sistemi di coltivazioni, ma anche gli aspetti fisici e
somatici degli abitanti mutano passando da quelli tedeschi a quelli italiani.
(3) H.R.Schinz,Descrizione della Svizzera italiana,trad.it. Locarno 1985,pag.7
(4) Ibidem,p.68
7
“Poco più avanti nel viaggio,ancora presso Faido,una nuova sorpresa :i piccoli campi
sono qui coltivati già all’italiana :dunque,come primo raccolto,granturco o segale a
cui si avvicenda ,grazie alle calde estati,il grano saraceno o faina come viene
chiamato nel dialetto locale”. (5)
Anche un altro importante “scrittore-viaggiatore” del Settecento, K.V. von
Bonstetten, descrive quei paesaggi e la loro mutazione.
“Come tutte le grandi vallate alpine anche queste della Svizzera italiana corrono da
nord a sud allontanandosi dai ghiacciai che le hanno formate.Ma sono tipiche del
paesaggio di queste latitudini anche le valli laterali che hanno caratteristiche diverse
da quelle che dai passi portano al piano”. (6)
Le Centovalli situate sulla strada che da Locarno porta al Piemonte,”suscitano la
curiosità del viaggiatore perché le montagne si avvicinano così le une alle altre
da destare l’impressione di un accatastamento e di una confusione di paesaggi tale da
confondere chi le guarda. Le loro gole profonde le fanno definire fantastiche poiché
è più quello che si può immaginare rispetto a quanto si vede. Un mondo dove
convivono in spazi brevi tutte le stagioni:dai terrazzi coltivati a vigneti a posti
irrigiditi da freddi siberiani. In generale ,sventurati i contadini che vivono qui che
vivono felici i poveri di quel suolo duro ma libero al di là di queste Alpi”. (7)
(5) R.Merzario,Adamocrazia,cit., p.14
(6) K.V. von Bonstetten,Lettera sopra i Baliaggi italiani(Locarno,Valmaggia,
Lugano,Mendrisio),trad.it Locarno,1984 p.103
(7) R.Merzario, Adamocrazia,cit., p.14
8
Dunque ,le valli e gli spazi di questi luoghi sono frazionati e fortemente limitati
dalla presenza della montagna: Meride ,nell’immediato retroterra del lago di Lugano
è “piccola et angusta” (8),Riva San Vitale,capoluogo di pieve,è anch’esso”tanto
stretto”. (9)
Il vicino e sotto questo punto di vista non diverso territorio comasco ,è”una regione
povera , (..) che approssimativamente può suddividersi in 8/12 di montagna,2/12 di
collina e 2/12 di collina” (10) ;”una regione settentrionale senza sole e senza terra
coltivabile ,le zone geografiche intermedie (..) risentono delle nocive influenze delle
montagne alle loro spalle .” (11)
Provenendo dal nord ed inoltrandosi nella parte meridionale del territorio dei
Baliaggi,il paesaggio si uniforma sempre più a quello del Paese
confinante:”un’occhiata alla campagna dà una chiara idea di cosa sia il paesaggio
agrario italiano:così appaiono combinati sulla terra collinare viti,gelsi,olivi,prati e
campi coltivati a grano.” (12). Diventa comprensibile come Lugano rappresenti per i
viaggiatori del XVIII secolo “il primo sguardo sull’Italia.” (13)
(8) ASC , notaio Paolo Somigliana Cart.1168 del 22 giugno 1591.Allegato e
testimonianza del 22 giugno 1591 di Antonio Roncate di Meride citato in R.Merzario
Il paese stretto.Strategie famigliari nella diocesi di Como,XIV-XV secolo.
Torino,1981 p.14
(9) ASC, notaio Antonio Torriani,cart.859,5 marzo 1585.Testimonianza di Manfredo
Ferrari di Riva San Vitale citato in Merzario,Il paese stretto,cit.,p.14.
(10) ASM, studi,p.m.,cart.1139,fasc.37.Cenni statistici sull’agricoltura della
provincia di Como,aprile 1833,cc.3-5 citato in R.Merzario,Il capitalismo nelle
montagne.Strategie famigliari nella prima fase di industrializzazione nel
comasco.Bologna,1989 p.19
(11) R.Merzario. Il capitalismo nelle montagne,cit., p.27
(12) R.Merzario,Adamocrazia,cit., p.15
(13)K.V. von Bonstetten,Lettere,cit., p.117
9
Questi territori sono quindi delle vere e proprie “terre di mezzo (..) dove di volta in
volta si alterna il paesaggio agrario tedesco a quello italiano.Questo dualismo trova
la sua conclusione laddove nei pressi del confine con lo stato di Milano il terreno va
assumendo quasi completamente le caratteristiche della pianura asciutta
lombarda”. (14).
Un’anomalia nell’ambito della Confederazione;”la Svizzera italiana è senza dubbio
il meno noto dei territori attualmente considerati elvetici (..) il Gottardo (è) una
barriera tra nazioni,ma rappresenta anche un osservatorio naturale (..) Il suo
massiccio,che ha inizio nell’Alto Vallese,comprende la parte meridionale del
Cantone Uri,termina nei Grigioni e costituisce il cippo di confine sul quale si toccano
sette vescovadi.
Si tratta ,a nord,di Costanza,da cui dipende Uri;a est,di Coira,che
comprende la Valle di Orsera,a sud,di Milano,che abbraccia la Leventina,di
Como,che si estende fino alla Valle di Fusio ,nel territorio della Vallemaggia,e di
Novara,cui appartiene la Val Formazza ,che confina con la Leventina. Ad ovest vi è il
vescovado di Sion,che si estende per la Vallese fino al Furca e quindi fino al confine
di Orsera e quello di Losanna,da cui dipende il Cantone di Berna,il quale inizia in
quello stesso punto.In un solo giorno un uomo,camminando di buon passo,potrebbe
entrare in tutte le sette diocesi.” (15).
(14) R.Merzario, Adamocrazia,cit., p.19
(15) H.R.Schinz. Descrizione della Svizzera italiana,cit., p.7
10
La vetta più famosa della Svizzera italiana permette di osservare i diversi aspetti di
queste valli tanto anguste e delle montagne che le opprimono”dovunque io volgessi
lo sguardo,scoprivo le vette delle più alte montagne d’Europa e distinguevo senza
fatica,sin dove arrivava il mio sguardo,le linee inesauribilmente intricate di tante
catene montuose.Sembravano appoggiarsi tutte quante l’una all’altra ,e l’una
sull’altra trovare sostegno;ed era impossibile indovinare la presenza di tante grandi
valli rinchiuse in mezzo ad esse ridenti e ricche di folti pascoli,e ancora più riuscire a
vederle. (..).In questo terreno roccioso si trovano sei piccoli laghi o stagni,come posti
in avvallamenti scavati artificialmente nella pietra. La loro vista e quel pochino di
verde che lì costeggia qua e là rendono un po’ più gradevole quello che per il resto è
un deserto brullo e senza vita”. (16)
La descrizione di questi territori è di per stessa ambigua ;sono difficilmente
coltivabili,e la natura non sembra potere offrire ricchezze ma soltanto
disagi e l’immane fatica di dovere strappare terra da coltivare alla montagna che
per la sua stessa conformazione è naturalmente difficilmente sfruttabile .
Comunque sia, gli abitanti di queste terre ”superarono (..) gli ostacoli di un suolo
sterile e di un paese isolato” .(17)
Dunque una regione essenzialmente montuosa,comprendente una sezione delle Alpi
Lepontine che giunge fino alle Prealpi lombarde,interrotte dalle profonde vallate del
fiume Ticino (Val Leventina). Tale fiume è il massimo collettore e la parte elvetica
(16) Ibidem, p.8
(17) Rossi- Pometta,Storia del Cantone Ticino,Locarno,1980 p.15
11
del Lago Maggiore raccoglie le acque del Verzasca e del Maggia,mentre al Lago di
Lugano (posto presso la cuspide meridionale) tributa il Verdeggio e il fiume Tresa è
emissario del Lago di Lugano ed immissario (in territorio italiano) del Lago
Maggiore.
“Un territorio dal volto mutevole.(…) Un paesaggio multiforme. (..) Questa
molteplicità di ambienti ha fortemente influenzato l’organizzazione dello spazio,il
regime della proprietà del suolo,come pure,ovviamente,le scelte colturali.” (18)
Scendendo verso la parte più meridionale del territorio ,le montagne diventano meno
imperiose: “Entri nel paese di Chiasso e ti vedi innanzi,ben presto,un trotterello di
pianura.Bianchi villaggi ti sorgono via via intorno,semplici,naturali;senza nulla di
presuntuoso,né di esotico.Alzi lo sguardo,ed ecco ondulare in vario senso graziose
linee di colli:con uno,due cipressi in cima,come in Toscana.Non lungi,molto più alti,e
già massicci e severi,per quanto inalberati sino in vetta,i monti.
Quest’immediata vicinanza e compagnia è tipica di tutto il Ticino:paese per metà
prealpino,per metà alpino senz’altro.Quasi tutti i suoi abitanti,anche quelli del piano
e della città,per un verso o per l’altro,per antica origine o per recente passione ,hanno
avuto a che fare con la montagna. (..). Tutto il Ticino,da un capo all’altro, un paese di
belvederi. .E si capisce:pian piano esso va dai duecento ai tremila metri ed è ricco di
balconi,di sporgenze,di eminenze ,disposti come a gara l’uno sull’altro,nei modi più
inaspettati e sorprendenti”. (19)
(18)S. Bianchi. Il paesaggio agrario di pianura e di collina in :Storia della Svizzera
italiana –dal Cinquecento al Settecento –a cura di R. Ceschi. Lugano,2000 p.103
(19) G.Zoppi. Presento il mio Ticino. Lugano,1960 p.13
12
Il fiume Ticino è uno dei simboli di queste terre così diverse:”la Leventina (ne) è
percorsa per tutta la sua lunghezza,dall’inizio alla fine. La prima sorgente del fiume è
costituita dal lago accanto alla chiesa dei Cappuccini del Gottardo,mentre l’altra si
trova sul versante occidentale del monte,nel laghetto del monte Pettine,quasi sulla
cima di questo.(..)Nella parte più elevata ed estrema della valle Bredretto ,nel punto
in cui ha inizio la Leventina,ai confini della Val Formazza,vi è poi un altro laghetto
alpino che raccoglie acque dei ghiacciai e da cui nasce un ruscello che si unisce a
quello proveniente dal Pettine nel luogo in cui la valle descrive una curva,presso
Airolo ,e si getta poi nel Ticino.”(20)
Dunque,questo fiume che nasce dal gruppo montuoso del Gottardo attraversa proprio
queste valli “strette” e incassate come quella di val Bedretto ,descritta da Schinz ed
ad Airolo si inarca verso la parte meridionale lungo la valle Leventina per
raggiungere poi il lago Maggiore.
Nel cammino che da nord ci porta verso la parte più meridionale dei baliaggi così
assistiamo ad un paesaggio sempre più diversificato anche negli insediamenti umani e
nell’aspetto della popolazione.
Contempliamo valli dove generalizzando,è stato detto che “tutto parla di morte e
distruzione”(21).
Niente a che vedere con quelle meridionali ,vicine al confine con
l’ Italia,dove,invece,”la natura delle Alpi vive intatta con le sue magnificenze”(22).
(20)H. R. Schinz,Descrizione,cit.,p.78
(21) K.V. von Bonstetten,Lettere,cit.,p.184
(22) Ibidem, p.184
13
Abbiamo dunque due mondi completamente diversi :quello cupo delle valli del nord
dei Baliaggi e quello più ridente e solare della parte più meridionale e vicina
all’Italia.Questi territori sono anche contraddistinti da un economia diversa – con i
Baliaggi meridionali contraddistinti da una maggiore ricchezza e da un’emigrazione
specializzata e quella settentrionale dove l’economia è meno monetizzata e
l’emigrazione non è specializzata.
“Un fatto che non va scordato è quello che nelle valli settentrionali l’economia locale
è quasi del tutto fondata sull’allevamento del bestiame.C’è una stretta correlazione tra
l’esistenza degli alpeggi e la poca istruzione dei ragazzi anche perché è noto che la
cura del bestiame può essere affidata per il basso impegno fisico che richiede ,persino
ai bambini”.(23)
Vi sono ,come abbiamo già accennato,anche situazioni intermedie.
Così, nella sede del tribunale della Leventina , Faido ,per fare un esempio,”nelle case
d’abitazione si osservano due modi di costruzione opposti,quello tedesco e quello
italiano. Vi sono case completamente edificate con pietre posate le une sulle altre o
incastrate fra di loro,senza calce né malta,e coperte di piode:altre sono fatte tutte
di travi sovrapposte o a graticcio,gewetete Arbeit,come si chiama in Svizzera
tedesca.Si trova però anche una terza tecnica edilizia,mista di quelle due,per cui il
pianterreno è costruito in pietra,e contiene la stalla e l’accesso al piano superiore ,il
quale è fatto tutto di travi di legno,e sporge da due parti rispetto al piano di sotto,così
(23) J.-Cl.Farcy,Il tempo libero al villaggio(1830-1930) in A. Corbin(a cura
di),L’invenzione del tempo libero,1860-1960.Trad.it.Roma – Bari 1996 p.258
14
che sotto la sporgenza che sta dalla parte della strada si può camminare al
riparo.” (24)
A dimostrazione di quanto possano appunto essere sintomatici gli insediamenti
dell’uomo e la sua presenza sul territorio per definire il clima di un luogo veniamo a
conoscenza che le case che si incontrano scendendo verso la parte meridionale dei
baliaggi non fossero più costruite in legno,ma in pietra più conformemente al clima
italiano ,più per proteggersi dal caldo che dal freddo,senza stufe e senza stanze
riscaldate.
“In sintesi:una regione settentrionale senza sole e terra coltivabile;le zone geografiche
intermedie che risentono delle nocive influenze delle montagne alle loro spalle;(..)al
limite estremo meridionale ,la buona terra che inizia a coprirsi(..)di gelsi”(25)
Questa è la descrizione del vicino territorio comasco ,ma può legittimamente
descrivere anche i Baliaggi italiani.
In un ambiente così ristretto si susseguono quindi mondi ed ambienti differenti con
uomini che avranno nel mondo destini diversi anche – come spesso accade – per le
caratteristiche di quelle terre dove sono nati.
(24) H.R.Schinz,Descrizione,cit.,p.69
(25) R.Merzario.Il capitalismo,cit., p.27
15
2.STORIA
“I realize we always have to say goodbye
-always have to go back to real lives-but
real lives are the reason why – we want to
live another life”.
(R.Smith)
1. Da Villmergen alla Rivolta Leventina.
“Per le nostre popolazioni furono secoli politicamente silenziosi quelli trascorsi
dall’inizio della Signoria svizzera fino al 1798.Poiché soltanto la fiera Leventina ha
dato ,in quella lunga notte politica,uno scatto rilevante che c’era ancora di là dal
S. Gottardo un popolo vivente.”(1)
Gli storici locali danno un giudizio di basso profilo sulle vicende svizzere dell’ampio
periodo storico che parte dall’Antico Regime per concludersi con l’avvento di
Napoleone.
“Quella lunga notte politica” è caratterizzata da mutati rapporti di forza nell’ambito
dei Cantoni e da un forte ridimensionamento della Confederazione elvetica in campo
europeo;protetto anticamente da Francia e dalla Casa d’Austria,il Paese non risultava
più l’emblema di un sistema efficace ed efficiente,ma solo interessante per i suoi
eserciti mercenari e per i suoi valichi alpini. La confederazione elvetica prese
coscienza della propria fragilità:
(1)Rossi-Pometta,Storia del Cantone Ticino. Cit.,p.151
16
Une petite république pauvre. (2)
Questo periodo fu caratterizzato da”l’egemonia dei cantoni cattolici sui baliaggi
italiani, sottoponendoli ad una più rigorosa vigilanza confessionale e relegando in
posizione subalterna le potenti città riformate compartecipi del governo.Nelle
quattro prefetture inferiori i cantoni riformati furono di fatto emarginati dalle
decisioni in materia ecclesiastica e dovettero impegnarsi a rispettare l’antica fede
nella Svizzera italiana. I loro balivi non potevano praticare il culto che in forme
clandestine; erano costretti a rispettare il precetto cattolico del magro; in caso di
decesso venivano sepolti in terra sconsacrata e anonima da eretici quali erano, o
come streghe e i suicidi; e solo dopo laboriose trattative, passata la metà del Seicento,
le città riformate riuscirono riservare qualche terreno per una decente sepoltura ai
protestanti.(…) Indizio di subordinazione è che i balivi riformati subivano la
sorveglianza a vista di un ufficiale subalterno, il cancelliere subalterno, che per
tradizione era cattolico e rivestiva una carica a vita di fatto ereditaria.” (3)
Questa “condizione d’inferiorità” delle città riformate nei baliaggi comuni di
religione mista si attenuò soltanto dalla seconda metà del Seicento e sì
concluse all’inizio del secolo successivo, dopo la seconda guerra di Villmergen
con la parità confessionale.
(2)G.Livet Recueil des istructions données aux ambassadeurset monistres de France
des Traités de Westphalie jusqu ‘ la Révolution fraincaise,xxx,Suisse,tome i,Paris
1983.Il giudizio citato in Note sur la Suisse del 1767 (394). In R.Ceschi,Storia della
Svizzera,cit.,p.36
(3)R.Ceschi. La Lombardia svizzera in Storia della Svizzera ,cit., p.24