2
formazione di questo scrittore, le cui componenti non dovranno
essere cercate solo nella letteratura, ma anche nel mondo di un
ragazzo di una piccola città di provincia italiana, a cavallo tra gli
anni sessanta e settanta, dunque: nel teatro, nella musica, nel cinema,
primi amori che porteranno Tondelli a frequentare il corso di laurea
in Discipline Arte Musica e Spettacolo (DAMS) dell’Università di
Bologna, fra il 1975 e il 1980.
In questi anni egli lavora anche per una cooperativa teatrale, cura i
programmi culturali di una radio libera locale, nel 1976 entra a far
parte del Comitato di gestione del teatro Asioli di Correggio
2
, ma già
nel 1971, poco più che adolescente, aveva espresso il desiderio di
diventare sceneggiatore
3
.
Trascorre l’infanzia e l’adolescenza a Correggio
4
, sull’Appennino
reggiano, dove nasce il 14 settembre 1955, in una famiglia piccolo-
borghese, in un ambiente legato ancora alle abitudini contadine che
egli stesso definisce <<di gente ordinaria, gente comune, gente che
2
Opere. Romanzi, teatro, racconti, a cura di Fulvio Panzeri, Milano, Bompiani, 2000 (d’ora in
poi sarà Opere I), p. xxxvii
3
M. Smargiassi, L’ultimo rifugio di Viki, in <<La Repubblica>> (edizione locale di Bologna),
17 dicembre 1991 (cit. in A. Spadaro, Pier Vittorio Tondelli. Attraversare l’attesa, Reggio
Emilia, Diabasis, 1999, p.127)
4
Opere I, p.1005 , qui Leo, il protagonista di Camere separate e alter ego di Tondelli, descrive
Correggio, suo paese natale: ‘’Il paese è un piccolo borgo della bassa padana, con i portici,
l’acciottolato sul corso principale, la basilica dedicata al patrono, il palazzo rinascimentale, le
torri, i campanili, la rocca, le vecchie case ottocentesche del centro, alcuni palazzi del
Settecento, la struttura urbana rimasta intatta e raccolta attorno al circolo delle vecchie
scomparse mura. Lui è nato qui in una vecchia e grande casa che ancora si affaccia sulla piazza
principale.’’
3
batte le strade provinciali e comunali, gente lontana dalla cronaca e
dal pettegolezzo>>
5
: proprio in questi luoghi e a contatto con questa
gente l’immaginario dell’autore si nutre dei suoni, dei colori, dei
sapori di un universo semplice, legato alla ritualità dei lavori dei
campi
6
e alla figura della donna, perno dell’economia domestica da
un lato e punto di riferimento affettivo dall’altro.
Correggio alleva con cura il piccolo Tondelli: nella famiglia; nella
parrocchia e nelle comunità giovanili dell’associazionismo cattolico,
nella scuola, nel liceo Rinaldo Corso (in cui scrive i primi testi per i
giornalini ciclostilati) e nelle istituzioni culturali cittadine; è il caso
della Biblioteca Comunale che cominciò a frequentare da ragazzino
iniziando a leggere romanzi d’avventura (i primi che prende in
prestito sono Le tigri di Mompracem di Salgari e La primula rossa
della baronessa Orczy)
7
e con la quale mantenne poi una
consuetudine di rapporti non solo come lettore.
5
ivi, p. xxxi
6
ivi, pp. 769-790 c’è Un racconto sul vino: in cui Tondelli racconta il rituale della vendemmia
e il topos letterario del vino nella letteratura antica in una tesi a Umberto Eco.
7
ivi, p. xxxii, tra le letture ‘’infantili’’ cita: <<un Viaggio al centro della terra in legatura
plastificata ‘’di lusso’’, pubblicato nell’aprile 1963 dall’editrice Boschi di Milano, un Boris
Gudunòv delle Edizioni Paoline, un I ragazzi della via Pal del 1954 delle edizioni Malipiero di
Bologna. Nella collana ‘’Mughetto’’ dell’editore Carroccio un’ Isola del tesoro. Per la serie
‘’Sui sentieri del West’’, curata da Tullio Kesich e Roberto Leydi ecco I tre cavalieri di Alamo.
Per le edizioni Principato un altro Giulio Verne, Nord contro Sud. Il formato di questo libri è più
o meno quello di un new magazine. I caratteri tipografici sono in corpo assai leggibile, le
copertine colorate e di tanto in tanto illustrazioni, semplici schizzi in bianco e nero oppure
tavole fuori testo>>.
4
Sono questi i momenti e i luoghi dell’infanzia e della prima
giovinezza nei confronti dei quali l’autore prova una sorta di amore-
odio
8
: egli, in quei luoghi, si sente un diverso per via del suo precoce
e continuo bisogno di un’espressione artistica, ma allo stesso tempo
sente le sue radici affondare in quella terra pianeggiante, prova un
fortissimo sentimento di appartenenza alle sue origini e questa
tematica sarà sempre presente in tutte le sue opere, da Altri libertini
sino a Camere separate, suo ultimo romanzo pubblicato nel 1989
per la casa editrice Bompiani.
Il giovane Tondelli assume la scrittura come principale mezzo per
rispondere ai bisogni della propria diversità, per costruire quel
mondo personale e protetto in cui sentirsi liberi, si prendano per
esempio le parole di Leo, protagonista dell’ultimo romanzo Camere
separate e alter ego dello scrittore:
La sua diversità, quello che lo distingue dagli amici del
paese in cui è nato, non è tanto il fatto di non avere un
lavoro, né una casa, né un compagno, né figli, ma proprio
8
A.Malavolti, Pier Vittorio Tondelli parla del suo ‘’Pao Pao’’, in ‘’Il Resto del Carlino’’, 5
novembre 1982: <<Per Correggio provo tuttora un affetto viscerale, una passione talmente
intensa che spesso sfocia nel sentimento di amore-odio>>.
5
il suo scrivere, il dire continuamente in termini di
scrittura quello che gli altri sono ben contenti di tacere.
9
Accanto alla scrittura però, si affianca un continuo sottofondo
musicale: la musica è il contenitore in cui lievitano gli interessi
culturali dell’autore e assume, via via, una funzione metaletteraria
importantissima nel processo creativo delle opere tondelliane
10
.
In tal proposito è lo stesso Tondelli a fornirci le sue coordinate: ci
parla di Francesco Guccini, Claudio Lolli, Francesco De Gregori,
Lucio Battisti, Velvet Underground, The Smiths, Leonard Choen,
Brian Eno e altri ancora, in una sterminata lista di cantanti e
canzoni
11
che compaiono sempre nei suoi romanzi e nei reportage,
frutto della sua attività giornalistica: la musica ha un ruolo
importantissimo nelle storie da lui raccontate ed egli stesso confessa
di scrivere con la radio accesa o la tv sintonizzata su Videomusic.
Tondelli, sin da subito dunque, appare come uno scrittore moderno,
curioso, incline alle contaminazioni tra i diversi ambiti artistici e
9
Opere I, p. 1102
10
Enrico Minardi, Pier Vittorio Tondelli, Cadmo Edizioni, Fiesole Firenze 2003, p.18
11
si consideri, ad esempio, l’appendice al romanzo Rimini intitolata ‘’Musiche’’, che è un
elenco di canzoni e brani pop e rock (si va da Bronski Beat ai Duran Duran, da Prince a Bruce
Springsteen, ecc)che dovrebbero costituire un po’ la colonna sonora ideale del libro (in Opere I,
p. 723).
6
culturali: mescola sapientemente tra loro gli elementi della
letteratura, delle arti figurative, della musica, del teatro e del cinema
giungendo a risultati inediti che trovano la loro documentazione e
catalogazione in Un weekend postmoderno, sorta di piccola
enciclopedia sugli anni ottanta scritta e curata da Tondelli durante
tutti gli anni della sua attività artistica (tanto che si può considerare
Un weekend postmoderno anche come strumento efficace per una
lettura parallela dei suoi romanzi).
Quello della contaminazione e della mescolanza della letteratura con
le altre discipline artistiche è un motivo di importanza
imprescindibile per poter comprendere appieno non solo l’opera
dello scrittore correggese, ma anche tutta la temperie culturale
postmoderna di quel decennio. Come osserva Generoso Picone:
nel nuovo immaginario degli scrittori degli anni ottanta,
musica, cinema e arti visive coabitano da soggetti
protagonisti e possibilità di linguaggi originali, influenzano
la scrittura in un sistema di vicendevole scambio, di
commistione continua che darà vita a esperienze e percorsi
7
narrativi originali in questo senso Tondelli è stato un
precursore e un maestro.
12
La continua ricerca di una espressione artistica porterà Tondelli ad
allontanarsi dalla sua Correggio: l’abbandono della sua terra non è
solo metafisico; egli infatti durante la sua vita viaggerà molto, anche
all’estero, vivrà lunghi periodi a Berlino, Parigi, Londra, Firenze,
Bologna e Milano. Ritornerà a Correggio per trascorrere l’ultimo
periodo della sua vita: alla fuga corrisponde il ritorno non solo
fisico, ma anche emotivo e spirituale.
12
Generoso Picone, Ipotesi critiche per la lettura di un’onda, in Generoso Picone – Fulvio
Panzeri – Massimo Raffaeli ‘’Paesaggi italiani’’, a cura di Angelo Ferracuti, Transeuropa,
Ancona 1994, pp.15-65.
8
1.2 La nascita di uno scrittore: Bologna, il DAMS.
La vera formazione culturale di Tondelli si compie a Bologna: qui
entra in contatto con un ambiente vivacissimo, la cui influenza sarà
decisiva nel condizionare le scelte di gusto e contenuto che
caratterizzeranno le sue opere.
Fra il 1975 e il 1980 frequenta il DAMS dell’università di Bologna,
ossia il corso di laurea in Discipline Arte Musica e Spettacolo
promosso nella città per rispondere al bisogno di nuove
professionalità nei settori dello spettacolo e delle comunicazioni e,
sin da subito, luogo d’incontro per tutta una serie di intellettuali e
artisti legati alla neo-avanguardia e al Gruppo 63 e ambiente
culturale vivacissimo
13
.
Qui il giovane Tondelli ha la possibilità di seguire i corsi di
importanti e insigni professori: Umberto Eco insegna Semiotica
14
,
Renato Barilli insegna Storia dell’arte ed Estetica, Giuliano Scabia è
13
Giovanni Bogani, Visto da lontano, in ‘’Panta’’, numero 20, 2003, Bompiani, Milano, p.196:
<<… l’unica isola apparentemente libertaria, forse persino felice, forse persino rivoluzionaria di
quegli anni [gli anni settanta]: Bologna, il DAMS, le scritte sui muri, la rivoluzione permanente,
i freak, e una creatività spanta e un po’ spappolata, nell’aria.[…] In quella Bologna lì
convivevano musica, letteratura, e vari modi di declinare la parola’’ libertà’’.>>
14
Opere I, pp. 769-790 e pp. 1188-1193: Un racconto sul vino è una elaborazione di Tondelli
per il corso di semiotica del professor Umberto Eco, dell’anno accademico 1976-1977; tale
elaborato diviene poi canovaccio su cui verrà costruito un racconto omonimo pubblicato sul
‘’Corriere della Sera’’ il 22 agosto 1988.
Cfr. anche commenti di Umberto Eco su quell’elaborato in Ventinove, ‘’Panta’’, numero 9,
Bompiani, Milano, 1992, pp. 168-170.
9
docente di Drammaturgia e Gianni Celati di Letteratura anglo-
americana, solo per citarne alcuni.
Al DAMS Tondelli si laureerà nel 1980 in Estetica con una tesi su
Letteratura epistolare come problema di storia del romanzo, avendo
come relatore Paolo Bagni.
Il DAMS con la sua cultura di ricerca, ricca di fermenti, collocato in
una posizione di avanguardia rispetto gli altri atenei italiani, è
determinante nell’indirizzare lo scrittore correggese verso una certa
concezione della scrittura e verso certe predilezioni tematiche:
saranno proprio gli esperimenti didattici di Scabia e di Celati a
rendere fertile il terreno dello stile ‘’libero’’ di Altri libertini e,
determinanti per la propensione dell’autore a mettere in scena
personaggi collettivi, le lezioni che Paolo Camporesi dedica a
Michail Bachtin e alle sue teorie sul romanzo polifonico in
Dostoevskij e alla ‘’carnevalizzazione’’ della letteratura.
È possibile seguire da vicino questo l’iter di questa formazione.
Gianni Celati, in quegli anni, era già uno scrittore affermato: nel
1971 fu pubblicato il suo romanzo Comiche e nel 1978 viene
pubblicato Lunario del paradiso, inoltre era noto come saggista
(Finzioni occidentali, uscito da Einaudi nel 1975, raccoglie saggi
10
usciti tra il 1968 e il 1974) e come traduttore (di Swift, Cèline, Mark
Twain). I suoi corsi ruotano attorno ai temi del corpo e della gag,
mischiano le analisi del cinema dei fratelli Marx con le speculazioni
filosofiche di Deleuze, Guattari e Michel Foucault: in questo vi è il
tentativo di teorizzare gli elementi di una scrittura ‘’viva’’, basata
sulla animazione e la gestualità pre-simbolica del corpo e lo studio
approfondito della serie di espressioni fisiche e verbali legate alla
categoria del comico.
In tal proposito Gianni Celati, durante l’occupazione universitaria
fra il 1976 e il 1977, condurrà un seminario su Alice di Lewis Carrol
a cui parteciperanno fra gli altri Enrico Palandri, Claudio Piersanti e
il disegnatore Andrea Pazienza, una delle figure mitiche del ‘’77
bolognese
15
.
Questo seminario diede alla luce un libro intitolato Alice
disambientata. Qui Gianni Celati raccoglie gli interventi orali, le
schede e le registrazioni frutto dell’improvvisazione del pubblico
partecipante a quel seminario: nel tono parlato, nella voce collettiva,
nella frammentarietà e fluidità del discorso di questa opera può
essere ravvisabile una delle fonti ispiratrici di Altri libertini.
15
Opere. Cronache, saggi, conversazioni, a cura di Fulvio Panzeri, Milano, Bompiani, 2001
(d’ora in poi sarà Opere II), pp.224-232 in cui Tondelli ricorda commosso Andrea Pazienza da
poco deceduto, in uno scritto pubblicato nel 1988.
11
La ricerca di una parola collettiva è uno dei temi fondamentali della
pratica didattica e teatrale di Giuliano Scabia (anch’egli professore
di Tondelli): nell’ambito del teatro di ricerca inventa la pratica
maieutica della regia, ossia la rinuncia da parte del regista alla
posizione di controllo in favore di un lavoro condotto
contemporaneamente dagli attori e dal pubblico; il testo teatrale
diviene così un canovaccio sempre da reinterpretare. La più nota
esperienza di questo tipo condotta da Scabia è quella del ‘’gorilla
quadrumano’’, prodotto dal laboratorio di drammaturgia del DAMS
fra il 1973 e il 1974, che viene portato in giro in Italia e anche in
Francia.
Sono queste alcune fra le più innovative manifestazioni culturali
nell’Italia degli anni settanta, realizzate nell’attività istituzionale del
DAMS: esse rivestono quindi una incidenza importantissima nel
percorso di maturazione che porterà Pier Vittorio Tondelli alla
continua ricerca di una vena espressiva sperimentale e alternativa.
È proprio in questo contesto che avviene l’incontro con la letteratura
americana e gli autori della Beat generation: così come Jack
Kerouac, anche Tondelli ricercherà nei suoi romanzi una ‘’parola
musicale’’, ossia una parola e una scrittura capaci, come la musica
12
jazz, di adattarsi all’istinto ritmico musicale dello scrittore
16
, da cui
nascerà in seguito la sua definizione di <<letteratura emotiva>>:
la mia letteratura è emotiva,[…].La letteratura emotiva è
quella più intimamente connessa alla lingua,[…] esprime
le intensità intime ed emozionali del linguaggio; la
letteratura emotiva è ‘’scrittura emotiva’’[…]. La
scrittura emotiva altro non è che il ‘’sound del linguaggio
parlato’’
17
.
La definizione di ‘’sound del linguaggio parlato’’ Tondelli la
riprende da Anonimo lombardo (1959)
18
, romanzo scritto da Alberto
Arbasino la cui invenzione di un metalinguaggio variegato (sintesi di
tutti i sottolinguaggi possibili) sarà uno dei referenti principali della
nascita della scrittura di Tondelli, scrittura tesa nello sforzo di creare
una
16
Probabilmente ad andare in questa direzione Tondelli fu anche stimolato da ciò che aveva
ascoltato durante i corsi di letteratura anglo-americana di Gianni Celati, dal momento che
romanzi come Boccalone di Enrico Palandri o Casa di nessuno di Claudio Piersanti, ma anche
lo stesso Altri libertini sono : <<…tutti libri che non sarebbero stato possibili senza la lezione di
Celati e la sua idea di una scrittura modulata sul jazz, cioè aritmica e improvvisata, che a sua
volta deriva le traduzioni dei romanzi di Cèline, ma anche dalle esperienze delle avanguardie
storiche, del Surrealismo[…]>> come ci dice Marco Belpoliti , Settanta, Torino, Einaudi,
pp.241-242
17
Opere II, pp.779-780.
18
Cfr. ‘’Fenomenologia dell’abbandono’’ in Opere II, p.802: <<L’Anonimo Lombardo di
Alberto Arbasino, acquistato per via della bella copertina, fu letto solo cinque anni più tardi [a
23 anni] e provocò una rivoluzione sulle mie idee di scrittura>>.
13
literature of power, ‘’letteratura di potenza’’,
letteratura che commuove, letteratura legata
al linguaggio, unica letteratura che dura, la scrittura
emotiva, la scrittura parlata, il sound del linguaggio
parlato, l’emozione del linguaggio parlato…’’L’unica
strada’’ dice il Lombardo, ‘’che va dentro al
racconto’’. Infatti, il testo diventa una questione di
ritmo, si capisce subito: finchè c’è swing dura, non
finisce.
19
L’autore de L’Anonimo Lombardo è uno dei più importanti modelli
a cui si ispira Pier Vittorio Tondelli: da questi eredita tematiche e
particolari forme di scrittura, difatti in una lettera ad Alberto
Arbasino, della quale tra le carte di Tondelli sono state trovate varie
stesure, lo scrittore emiliano chiarisce l’importanza che ha avuto
l’opera dello scrittore lombardo nella sua formazione:
Ho sempre creduto che bisognasse partire da lì [da
L’Anonimo Lombardo], che per un giovane la migliore
palestra fosse proprio l’esercizio di quelle incontenibili e
lucidissime poetiche espresse nelle lettere dell’Anonimo e
in un certo senso ‘’dimostrate’’ in alcuni racconti delle
19
Opere II, p.781.
14
Piccole vacanze; il trip della poetica del ‘’sale sulla
ferita’’, dell’andare dentro alle storie e alla realtà senza
reticenze piccolo-borghesi; l’ossessione per un linguaggio
e una comunicazione affettiva […]; l’amore per le trame
e per l’intreccio e il ‘’tutto raccontabile’’ […] il rispetto
per l’autonomia dei personaggi fatti di sangue e
vibrazioni e intensità intime, personaggi come scatto di
linguaggio emotivo, come cortocircuito di sound […].
Tutto ciò l’ho imparato dall’Anonimo , studiandolo,
riflettendoci, riscrivendolo, selezionandolo, divertendomi
come un matto.... Cosa dire poi del ‘’racconto’’ come
scelta di scansione del testo, come migliore tempo della
scrittura emotiva?
20
Questa lettera, che risale al 1980, si propone quasi come un
manifesto di poetica, di una poetica basata sul pastiche linguistico,
sulla mescidanza degli stili, sul ‘’tutto raccontabile’’, sul
personaggio inteso come <<deriva discorsiva>>
21
: elementi
fondamentali nella stesura di Altri libertini, che troveranno poi altre
soluzioni nei romanzi successivi, rimanendo in tal modo sempre
cardinali nel processo creativo della sua scrittura.
20
Opere I, pp.1119-1120
21
ibidem, p.1120
15
1.3 Tondelli: una vita per la scrittura.
Dopo la pubblicazione nel 1980 del primo romanzo, la biografia di
Tondelli sembra correre di pari passo con la sua opera letteraria, e le
tappe di più rilevanti di questa coincidono con quelle di una vita
pressoché identificabile con la pratica della scrittura.
In una folgorante successione, che solo la prematura scomparsa
dell’autore (morto all’età di trentasei anni, il 16 dicembre 1991)
interrompe, si susseguono Pao Pao, edito nel 1982 sempre da
Feltrinelli, Rimini, che esce nel 1985 per il nuovo editore Bompiani,
e Camere separate, edito ancora da Bompiani nel 1989.
Nel 1990 esce inoltre Un weekend postmoderno. Cronache dagli
anni anni ottanta, che raccoglie una grossa parte dell’intensissima
attività pubblicistica svolta da Tondelli nel corso degli anni ottanta,
mentre postumo , nel 1993, viene pubblica, a cura di Fulvio Panzeri,
quello che era stato come il seguito del Weekend e cioè
L’abbandono.Racconti dagli anni ottanta, il cui proposito è invece
quello di raccogliere testi di carattere creativo composti dall’autore
nel medesimo lasso di tempo.