Un ponte ad arco a via inferiore
Il presente lavoro di tesi ha come obiettivo il progetto di un nuovo ponte stradale
strada provinciale SP1 che collega i comuni di Bomporto e Ravarino, in provincia di
Modena;
L'esigenza nasce dalle ingenti lesioni strutturali che ha
terremoto in Emilia-Romagna del maggio 2012.
Il dipartimento dei lavori pubblici della provincia di Modena ha stabilito la demolizione
dell'attuale ponte di Bomporto. Tale ponte ha infatti subito ingenti danni in conseguenza
del terremoto che ha colpito le zone dell'Emilia nel maggio 2012
Un'accurata descrizione della struttura si trova nei documenti dei primi anni del '900,
periodo di realizzazione dell'opera;
della rivista "Il cemento armato"
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a via inferiore con sospensione a rete
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1 INTRODUZIONE
Il presente lavoro di tesi ha come obiettivo il progetto di un nuovo ponte stradale
provinciale SP1 che collega i comuni di Bomporto e Ravarino, in provincia di
L'esigenza nasce dalle ingenti lesioni strutturali che ha subito l'attuale ponte in seguito al
Romagna del maggio 2012.
1.1 IL PONTE DI BOMPORTO
Il dipartimento dei lavori pubblici della provincia di Modena ha stabilito la demolizione
dell'attuale ponte di Bomporto. Tale ponte ha infatti subito ingenti danni in conseguenza
del terremoto che ha colpito le zone dell'Emilia nel maggio 2012
descrizione della struttura si trova nei documenti dei primi anni del '900,
periodo di realizzazione dell'opera; in particolare il manufatto è stato oggetto di un articolo
Il cemento armato" nel 1918:
Andrea Pasqualetti
Il presente lavoro di tesi ha come obiettivo il progetto di un nuovo ponte stradale sulla
provinciale SP1 che collega i comuni di Bomporto e Ravarino, in provincia di
subito l'attuale ponte in seguito al
Il dipartimento dei lavori pubblici della provincia di Modena ha stabilito la demolizione
dell'attuale ponte di Bomporto. Tale ponte ha infatti subito ingenti danni in conseguenza
descrizione della struttura si trova nei documenti dei primi anni del '900,
in particolare il manufatto è stato oggetto di un articolo
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Un ponte ad arco a via inferiore con sospensione a rete Andrea Pasqualetti
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"Per rendere praticabile in ogni stagione la strada che per Ravarino, Bomporto e Carpi
unisce il territorio Bolognese con quello Reggiano, gli Enti locali, riuniti in Consorzio e
presieduti dall'Amministrazione Provinciale di Modena, stabilirono di sostituire il vecchio
passo natante sul Panaro a Bomporto con un ponte stabile. Basandosi sul progetto
preparato dall'Ufficio tecnico provinciale di Modena, la costruzione del manufatto in
cemento armato avvenne nell'aprile 1912 appaltata alla società anonima emiliana cementi
armati sotto la guida degli ingegneri Cannovale e Delle Piane di Bologna. La ditta,
avvalendosi della facoltà concessale dal capitolato d'appalto, presentò progetto proprio,
che venne approvato dal dipartimento dei lavori pubblici ed eseguito integralmente.
I lavori, iniziati nell'ottobre 1912, furono condotti con diligenza e perizia e furono ultimati
nel maggio 1914. Nell'agosto dello stesso anno il ponte venne aperto al transito, dopo esito
favorevole delle prove di carico.
La spesa complessiva incontrata nella costruzione del manufatto e delle relative opere
accessorie fu di L.105000. Vi concorsero lo Stato, L'amministrazione provinciale di Modena
ed i comuni consorziati. La direzione dei lavori fu tenuta dall' ufficio tecnico provinciale di
Modena.
Il ponte di Bomporto è formato da due impalcature rettilinee laterali ed una centrale ad
arco parabolico, con spinta eliminata. Arco e impalcato, realizzati in cemento armato,
poggiano su due pile anch'esse in cemento armato e su due spalle in muratura di mattoni.
La lunghezza del manufatto è di 55 m tra i vivi interni delle spalle e di 74 m tra i vivi esterni;
il piano stradale è formato da una carreggiata di 6,2 m e due marciapiedi a sbalzo laterale
di 0,5 m ciascuno. I parapetti sono in cemento armato, con obelischi alle testate in
corrispondenza delle spalle e nelle parti rimanenti in lamiera stirata, con intelaiatura di
cantonali.
Le spalle e i muri andatori sono in muratura di mattoni e malta di calce idraulca con gli
spigoli verso il fiume, formati da bugnati in pietra artificiale di calcestruzzo di cemento. La
spalla sinistra raggiunge col piano di fondazione una quota di due metri più bassa di quella
in destra.
Per quanto riguarda il collaudo vennero posti nella campata centrale 11 flessimetri, 3 per
ciascuna delle travi maestre (1 nel mezzo e 1 in prossimità di ciascuno appoggio), 1 in
corrispondenza della metà della traversa mediana e 4 disposti in modo da poter avere la
freccia di incurvamento della longherina e della soletta. Nella campata laterale vennero
posti 8 flessimetri in modo da poter avere la misura della deformazione delle nervature e
soletta che la compongono. Dopo pochi giorni il ponte veniva aperto al transito."
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1.1 IL PONTE DI BOMPORTO IN UN ILLUSTRAZIONE DEL PERIODO DI COSTRUZIONE
In seguito al sisma del maggio 2012 il ponte è stato oggetto di una perizia eseguita da una
squadra di tecnici di Eucentre , che ha rilevato pesanti danneggiamenti;
in particolare si riscontra fessurazione di alcuni elementi strutturali e non quali ad esempio
il paramento della spalla e l’apertura di un foro nel marciapiede.
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Pertanto oggetto della tesi è la progettazione di un'ipotesi di ponte che andrebbe a
sostituire l'attuale.
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1.2 INQUADRAMENTO DELLA ZONA
Il territorio Comunale di Bomporto si sviluppa nell’area di media e bassa pianura modenese,
in un settore deposizionalmente influenzato dalle alluvioni dei fiumi Secchia e Panaro.
L’evoluzione geologica del territorio in studio va necessariamente inquadrata in un contesto
regionale; essa ricade nella parte centro-meridionale della Pianura Padana, che costituisce
dal punto di vista geologico, un grande bacino subsidente plio-quaternario di tipo
sedimentario, che comincia a delinearsi sin dall'inizio del Triassico (225 milioni di anni fa) e
viene interessato da subsidenza differenziata sia nel tempo che nello spazio, in diversi
periodi (Mesozoico, Cenozoico, ma soprattutto Pliocene e Quaternario), con movimenti
verticali controllati dai caratteri strutturali presenti in profondità; più in particolare, l’area
ricade nel suo settore appenninico, in diretta influenza del Po e dei suoi affluenti di destra.
Da un punto di vista sedimentario, la sedimentazione terziaria e quaternaria in quest’area
della pianura è stata essenzialmente detritica, si sono cioè deposte serie clastiche di
considerevole spessore; si possono riconoscere essenzialmente due cicli di sedimentazione,
distinguendo una zona marginale, in cui ad una deposizione clastica grossolana succedono
sedimenti prevalentemente argillosi ed una zona centrale, in cui prosegue una
sedimentazione torbiditica indisturbata.
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1.2.1 LA LITOLOGIA DI SUPERFICIE
Con litologia di superficie s’intendono i sedimenti alluvionali ubicati al di sotto di una
profondità di 1 metro circa.
Per tutta la pianura modenese, prevale la distribuzione dei terreni ghiaiosi, sabbiosi, limosi
e argillosi; Con riferimento alla cartografia elaborata dalla provincia di Modena, all’interno
del territorio comunale, sono state riconosciute tre differenti classi granulometriche:
o Sabbie e terreni prevalentemente sabbiosi;
o Limi e terreni prevalentemente limosi;
o Argille e terreni prevalentemente argillosi;
I litotipi presenti sono costituiti da un insieme di orizzonti lentiformi che sfumano più o
meno gradualmente tra loro e che evidenziano una distribuzione non omogenea, ma legata
alle passate evoluzioni idrografiche dei fiumi e corsi d’acqua che hanno generato il
territorio.
Osservando il territorio nel suo insieme, si riscontra che i litotipi maggiormente
rappresentati sono quelli a granulometria medio-fine, argillosi e limosi, diffusamente
presenti nelle porzioni centrale e settentrionale del territorio. Lungo le aste dei corsi
d’acqua, sono presenti litologie più grossolane, generalmente sabbiose. Allontanandosi
dalle aste dei corsi d’acqua principali, prevalgono litologie fini, sia argillose che limose. In
pratica, la gran parte del territorio occupa un’area di media e bassa pianura a litologia fine,
nella quale si inseriscono i modesti rilievi costituiti da alvei dei corsi d’acqua locali,
caratterizzati dalla presenza di depositi superficiali sabbiosi; questa situazione deve
considerarsi normale in un’area di bassa media e pianura caratterizzata dalla divagazione
laterale di corsi d’acqua aventi alvei poco acclivi.
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1.2.2 GEOMORFOLOGIA
La caratterizzazione geomorfologia del territorio del Comune di Bomporto è stata eseguita
sulla base della documentazione bibliografica esistente, che colloca il territorio in un
quadro di riferimento a scala provinciale, dove gli elementi principali caratterizzanti la
morfologia, sono rappresentati dalle forme e dai depositi fluviali.
L’area in esame è caratterizzata dalla presenza di forme lineari rilevate, dette “ dossi”,
corrispondenti ad alvei antichi od attuali pensili sulla pianura circostante e da zone
morfologicamente depresse all’interno delle quali l’acqua tenderebbe a ristagnare, se non
allontanata dai canali di bonifica. I dossi e sono di forma generalmente allungata e sinuosa,
poco rilevanti e dolcemente raccordanti alle superfici adiacenti.
La distribuzione dei dossi e, più in generale, delle unità geomorfologiche degli argini
naturali e dei bacini interfluviali ha condizionato e condiziona tuttora sia l’assetto idraulico
di superficie che la distribuzione degli insediamenti antropici, soprattutto storici: le
strutture rilevate (dossi), vere e proprie direttrici geomorfologiche, sono state infatti sede
preferenziale dello sviluppo insediativo e viario, a causa della migliore difesa dalle
esondazioni e delle migliori condizioni geotecniche dei terreni; al contrario le aree
depresse, specie nelle zone di vera e propria conca, sono state sede di paludi ed acquitrini
fino alla avvenuta bonifica.
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Le aree depresse e quelle a bassa pendenza rappresentano le aree di maggior rischio
idraulico, non solo in caso di esondazione, ma anche nel caso di eventi pluviometrici di
eccezionale durata e/o intensità, che possono mettere in crisi la rete scolante o produrre
ristagni di acqua, specialmente laddove siano favoriti anche dalla scarsa permeabilità della
litologia di superficie.
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1.2.3 RESISTENZA MECCANICA DEI TERRENI
Nella zona di Bomporto sono state elaborate 199 prove penetrometriche statiche. Per
quanto riguarda le resistenze meccaniche dei terreni del 1° stato compreso tra -1.0 m e -4.0
m di profondità, si può osservare una generale omogeneità e continuità laterale nella
distribuzione delle resistenze del terreno, resistenze che aumentano gradualmente
avvicinandosi al Fiume Panaro. Infatti si possono distinguere tre fasce principali allungate in
direzione nord-sud e disposte parallelamente al corso d’acqua:
o una fascia esterna occidentale, caratterizzata da una prevalenza di terreni con
parametri di resistenza mediocre. All’interno di questa fascia è possibile distinguere
una zona di limitata estensione appartenente ad una differente classe di resistenza,
caratterizzata da parametri meccanici scadenti, ed individuata sulla base di un
discreto numero di prove.
o una fascia centrale, stretta ed allungata in direzione nord-sud, sulla quale si
sviluppa buona parte del centro abitato di Bomporto, caratterizzata da una
prevalenza di terreni con parametri di resistenza discreti, con valori di Rp medio
compresi tra 12 kg/cm
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e 16 kg/cm
2
. Localmente si individuano aree di ridotta
estensione caratterizzate dalla presenza di terreni con caratteristiche di resistenza
mediocre.
o la terza fascia esterna orientale, è compresa tra il centro abitato di Bomporto ed il
Fiume Panaro; questa zona è caratterizzata dalla presenza di terreni con
caratteristiche di resistenza superiori rispetto a quelli delle aree circostanti; questo
fatto è attribuibile alla presenza di terreni prevalentemente sabbiosi addensati
negli strati superficiali delle fasce adiacenti al corso d’acqua, caratterizzati da valori
di resistenza in genere elevati.
Per quanto riguarda gli intervalli sottostanti al 1° strato si individuano numerose aree, di
ridotta estensione, che presentano valori di Rp medio del 2° strato (4.0 – 7.0 m) e del 3°
strato (7.0 – 10.0 m) inferiori ai valori di Rp medio dello strato superficiale.