Capitolo 1 Le organizzazioni nonprofit nella new economy: una realtà
in continua evoluzione
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Capitolo primo Le organizzazioni
nonprofit nella new economy: una
realtà in continua evoluzione
Introduzione
I frenetici ritmi che l’odierna società impone sono la
“prova del nove” per un pianeta sempre più sotto
pressione che, nel suo complesso sistema di relazioni, si
caratterizza per due essenze fondamentali: la natura e
l’uomo. Ed è proprio su quest’ultimo che verte il presente
lavoro di tesi: l’uomo, sia nei suoi rapporti con la natura,
sia nelle sue relazioni homo versus homo. Fin
dall’antichità, l’essere umano è sempre stato portato, da
una necessità antropologica, ad una proficua e
collaborativa convivenza con i suoi simili, e questo spirito
di condivisione/collaborazione si è evoluto ed è cresciuto
nel corso dei secoli in maniera direttamente proporzionale
all’evoluzione del genere umano, sebbene con le dovute
differenze rispetto ai contesti ambientali e naturali
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. Non
vi è dubbio alcuno che taluni scenari socio-culturali
abbiano agevolato la coesione e lo sviluppo sociale e,
specularmente, ambienti ostici abbiano ostruito il processo
di formazione dei gruppi. L’interazione uomo-ambiente
ha rappresentato e rappresenta la condizione necessaria e
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Berger P.L., Luckmann T., La realtà come costruzione sociale, Il
mulino, 1997.
Un’interpretazione sistemica delle nuove prospettive del CRM nelle
aziende nonprofit. Il caso FAI
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sufficiente per un futuro sostenibile della razza umana e
per l’evoluzione della specie stessa. Se è vero che tale
processo evolutivo, dipendente da un uomo inteso quale
animale sociale, è imprescindibile, la domanda non è
perché ci evolviamo ma è come ci evolviamo in questo
mutuo e reciproco scambio simbiotico con l’ambiente e
quindi con la società. Ed è l’interazione natura-uomo,
entità auto-poietiche che, in una vicendevole e sinergica
relazione
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, si definiscono reciprocamente, la dimensione
che funge da chiave di lettura del presente lavoro che ha
come oggetto l’analisi del terzo settore, nelle sue
dinamiche e ripercussioni.
Quanto appena detto, partendo da una ricostruzione
storica dei cambiamenti intervenuti nell’economia,
sollecita una lettura più adeguata dell’attuale momento di
transizione, che porta ad un allontanamento dai vecchi
schemi e modelli che hanno segnato il crollo, negli ultimi
anni, della finanza mondiale e come diretta conseguenza,
dell’economia reale, quella delle famiglie e delle imprese.
In tale scenario, è necessario sottolineare, come la figura
dell’imprenditore stia subendo una sorta di morfogenesi,
in quanto l’attenzione si sposta dalla ricerca ostinata del
profitto nel breve periodo, alla volontà di perseguire uno
scopo superiore, utile al benessere della società. In questo
senso , il profitto diventa un obiettivo parziale, o meglio
un effetto, da intendersi quale risultato ultimo di un
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Maturana, H.R., Varela, F.J., Autopoiesi e cognizione. La
realizzazione del vivente, Venezia Marsilio, 1980.
Capitolo 1 Le organizzazioni nonprofit nella new economy: una realtà
in continua evoluzione
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processo di co-creazione di valore con e per la società, e
non unicamente per l’imprenditore. In quest’ottica,
emerge con forza il fenomeno del nonprofit
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, quale
risposta ad una mutata esigenza di socializzazione, che
giustifica la sempre maggior crescita del cosiddetto terzo
settore. Ed è proprio su quest’ultimo, e in particolare sugli
aspetti relativi all’organizzazione delle imprese operanti
nel medesimo, che si concentra il secondo capitolo. Nel
terzo, si pone l’attenzione sul duplice significato, e
relative implicazioni/applicazioni, del CRM, da un lato,
inteso quale Cause Related Marketing, strumento
innovativo per la raccolta fondi, e soprattutto per la
comunicazione delle imprese non profit, secondo una
prospettiva endogena, riguardante la creazione
dell’identità d’impresa in un’ottica sistemico-vitale;
dall’altro, il CRM, inteso quale Customer Relationship
Management, ovvero strumento per la gestione delle
relazioni con i customers, sottoscrittori e donatori. Il
problema sul quale si intende porre l’attenzione è quello
della possibilità, per le imprese non profit, di
implementare approcci gestionali, nei rapporti con i il
proprio target, adottando i metodi utilizzati dalle imprese
for profit.
Si tratta di una prospettiva del tutto nuova, se considerata
anche alla luce dei moderni sistemi informativi che
devono supportare un processo di tale complessità. Finora,
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Savoldelli A., Borga F., Lettieri E., La gestione della conoscenza nelle
organizzazioni non-profit, Franco Angeli, 2004.
Un’interpretazione sistemica delle nuove prospettive del CRM nelle
aziende nonprofit. Il caso FAI
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solo pochissime imprese appartenenti al mondo del non
profit, sono state in grado di fare di questi approcci, reali
leve di vantaggio competitivo, basando su di esse le
proprie strategie di differenziazione, come ad esempio il
WWF, che ha fatto del CRM uno dei suoi principali punti
di forza.
L’ultimo capitolo è dedicato al Fondo Ambiente Italiano,
Associazione che da anni si occupa della tutela, del
restauro e della conservazione di beni artistici e naturali.
Trattasi di un caso applicativo
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, per la partecipazione
dell’autore alla XXI edizione del Premio Sim Marketing,
che ha avuto ad oggetto proprio il FAI, intento ad
affrontare la cruciale fase di riorganizzazione, partendo
dalla costruzione di una nuova value proposition, con e
per i suoi più importanti sottoscrittori: i giovani. Il lavoro
di tesi ha come scopo una valutazione integrata
dell’impatto, in termini costi-benefici, che
l’implementazione di un sistema di CRM può apportare
alla gestione dei rapporti con i soci e i sottoscrittori, in
un’ottica di marketing dei servizi che considera
l’interlocutore non quale mero destinatario di eventi e
promozioni, bensì attore di un processo relazionale, il più
possibile personalizzato. Tenendo presente che un servizio
viene ad esistere solo grazie alla partecipazione attiva del
consumatore, che proprio per questo viene ad essere
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Laguardia M., Santulli R., Barbagallo M., Fai Movimento Giovani – Ci
sei o ci fai? -
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definito prosumer
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, adottare un’ottica di marketing dei
servizi significa fare in modo che lo stesso, si senta parte
integrante di un progetto, con un obiettivo comune con
l’ente non profit, e contribuendo alla co-creazione,
reciproca e costruttiva, di valore.
1.1. Alle porte della terza rivoluzione
industriale
L’economia, caratterizzata da un lato dalla tensione
verso un’economia della conoscenza, e dall’altro dai
vettori precipui di una sempre più imperante New
economy, ha aperto nuove prospettive, inimmaginabili
fino a qualche anno addietro che ci restituiscono una
civiltà globalizzata, dove stili di vita, usi e costumi dei
popoli si mischiano e si combinano tra loro, affievolendo i
confini socio-culturali e linguistici principali responsabili
delle differenze tra gli stessi. La competizione si è
spostata dal locale all’arena globale e le imprese, si
confrontano in uno spazio geografico più vasto,
disponendo così di un ventaglio di opportunità da un lato
più ricco, ma dall’altro più difficile da gestire
6
.
A quanto appena detto bisogna aggiungere il problema
ambientale, una questione fortemente sentita e ben
5
Prosumer è la combinazione di produttore e consumatore
(productor - consumer). A. Carù, Marketing dei servizi, Egea, 2007.
6
V. Marino, Il governo dell’impresa nella prospettiva sistemica delle
relazioni internazionali, Franco Angeli,2005.
Un’interpretazione sistemica delle nuove prospettive del CRM nelle
aziende nonprofit. Il caso FAI
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sintetizzata nell’ultimo lavoro di Rifkin, uno tra i più
popolari pensatori sociali dell’epoca odierna, che
racconta di un mondo globalizzato, dove empatia ed
entropia si trovano a giocare due ruoli diametralmente
opposti, ma specularmente intensi. La tesi sostenuta
dall’autore è che, più empatia si istaura tra le civiltà che
popolano il nostro pianeta, tanto più si rende necessario un
alto consumo di energia, il che provoca quell’entropia di
cui le risorse del nostro pianeta sono la principale causa
7
.
In questo scenario, si parla sempre più di sostenibilità, di
fonti energetiche alternative, di tutela del patrimonio
naturale, e ciò si lega indiscutibilmente al problema
centrale del presente lavoro: la crescita di uno spirito
empatico, umanitario e sociale dell’uomo, che
riappropriandosi di una responsabilità sociale, individuale
e collettiva, tenta di ripristinare una sana interazione
uomo-natura attraverso un più equilibrato rapporto homo
versus homo. Non è un caso, che tale mutamento socio-
antropologico si sia messo in atto in un così delicato
momento storico in cui, per far fronte alla crisi, non è più
ammissibile l’utilizzo del vecchio sistema della
produzione di massa, o dell’aumento della spesa pubblica,
ragion per cui si rende necessario investire su strumenti
ed attività che siano in grado di far conciliare le esigenze
di ripresa dell’economia con le esigenze di salvaguardia
del pianeta, il tutto in un ottica globale.
7
J. Rifkin, La civiltà dell’empatia, Mondadori, 2010.